Recensione

The Temple of Elemental Evil

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a cura di Freemark

Non sono certo i giochi di ruolo a mancare nel panorama ludico mondiale. Gli RPG rappresentano sempre più un ramo forte del mondo dei videogames, ed è inevitabile che lo standard qualitativo si alzi notevolmente. Ma con queste premesse, è accettabile che una software house immetta sul mercato un gioco di ruolo ben al di sotto del livello standard, praticamente sotto ogni aspetto? Quanto conta il puro divertimento a fronte di un prodotto che, per quanto interessante, mostra pecche del tutto anacronistiche? A voi la sentenza. Ma come potete capire, The Temple of Elemental Evil non è gioco da annunciare con squilli di fanfare…

Dopo Tanti anni… ancora Il Tempio! Se siete degli appassionati del re dei giochi di ruolo (perlomeno in termini di anzianità), ovvero Dungeons & Dragons, allora potrebbe non essere la prima volta che sentite parlare del Tempio del Male Elementale. Il videogioco in questione è infatti ispirato a una vecchia avventura di Greyhawk, una delle più vecchie e belle ambientazioni del gioco di Gary Gygax. TOEE è stato recentemente riadattato anche per comparire nella nuova edizione di D&D, l’edizione 3,5. E proprio da qui nasce l’idea della Troika Games di trasportare l’avventura dal mondo cartaceo agli schermi dei nostri monitor. Quale sia stato l’esito, sarete voi a doverlo giudicare, ma partiamo con una premessa che vi farà capire come la penso a riguardo, di questo porting. Sono fondamentalmente contrario alla trasposizione videoludica dei giochi di ruolo, quando viene fatta lasciando inalterato il regolamento. Perchè? E’ molto semplice. Le regole dei giochi di ruolo sono concepite in modo che il master le applichi in un certo modo, intervenendo di persona laddove è necessario. In un gioco di ruolo questo non è possibile. Significa, in parole povere, che la difficoltà del gioco deve essere molto ben calibrata per non creare situazioni frustranti. E TOEE, da questo punto di vista, difetta in modo vergognoso, per i motivi che non mancherò di illustrare dettagliatamente nel corso della recensione. Per ora, limitiamoci a dire che il regolamento utilizzato è quello appunto dell’edizione 3,5 per cui il più aggiornato sotto ogni punto di vista. Il gioco comincia con un’introduzione non certo da urlo ma comunque piacevole e ben realizzata: un enorme scontro, da una parte le forze del male (scheletri e mostri vari) e dall’altra quelle del bene. L’armata dei mostri è guidata da un potente stregone che, sfoggiando un teschio incantato evoca una potente demone… che però trova presto la morte sotto i colpi di una spada. Lo stregone, sfinito, si teletrasporta via appena prima di essere investito da una devastante serie di palle di fuoco lanciate da maghi umani. Poco dopo, il tempio nel quale lo stregone si è rifugiato viene sigillato, racchiudendo lo spirito della demone per sempre…. o quasi. Avrete modo di scoprire durante il gioco che la battaglia era quella di Emridy Meadows, durante la quale il Male Elementale era stato bandito fortunosamente dal mondo. Ma, ovviamente, sta per tornare, e indovinate a chi tocca questa patata bollente?Come al solito si comincia il gioco creando il proprio party ideale. E qui scopriamo la prima cosa interessante legata a Temple of Elemental Evil. Innanzitutto avrete la possibilità di assemblare un gruppo di 5 persone al massimo. Ma prima di poter creare i personaggi dovrete scegliere quale sarà l’allineamento generale del gruppo. A differenza di quanto avveniva in Baldur’s Gate, infatti, vi ritroverete impossibilitati ad avere insieme a voi personaggi di allineamento troppo differente. Giustamente, nessun gruppo di caotici malvagi girerà mai a braccetto con un paladino legale buono. Notate che la scelta dell’allineamento di gruppo non vi precluderà di scegliere un allineamento individuale per ciascuno dei personaggi da voi creati: solamente, non potrete scegliere allineamenti che si discostano troppo. Per cui se avete un gruppo neutrale malvagio (come il mio :D) potrete avere dei personaggi neutrali malvagi, caotici neutrali, caotici malvagi e così via, ma non personaggi buoni. Scelto l’allineamento del gruppo si passa alla fase di creazione spicciola: razze e classi sono quelle di D&D, per cui avrete a disposizione umani, nani, elfi, mezzelfi, orchi e via dicendo, per tutte le classi che il gioco di ruolo offre: guerriero, paladino, ranger, druido, chierico, barbaro, mago, stregone. Primo consiglio: ricordatevi che in questo gioco avrete bisogno di tanta, tanta forza bruta. Sappiatevi regolare! Scelti i 5 personaggi, si comincia. Ed ecco già una cosa carina: scoprirete infatti che il video introduttivo del gioco cambia a seconda dell’allineamento di gruppo scelto poco fa. I neutrali malvagi, per esempio, partono dando fuoco alla chiesa di un tale Terjon, che però si trova momentaneamente nel paese di Hommlet. Dovrete per cui dirigervi lì per “informare” il chierico dell’ “incidente”, e aiutarlo a seguire i suoi parrocchiani all’inferno. Diverse sono le introduzioni degli altri allineamenti, ma per un motivo o per l’altro vi ritroverete comunque a Hommlet. Questa varietà non è forse fondamentale, ma è comunque una novità apprezzabile all’interno del gioco. “Beh, bello!” E’ il primo pensiero che passa per la testa. Ma è un pensiero che non dura molto, specialmente quando si posano gli occhi sulla grafica del gioco. I modelli 3d sono fatti con ben poca cura, certo è possibile variarli a seconda dell’ equipaggiamento ma mancano i dettagli e le rifiniture che alla fin fine mostrano il vero impegno dei programmatori. E’ veramente seccante trovarsi di fronte a 5 pg di cui la maggior parte si assomigliano l’un l’altro, tanto da non riuscire a volte a distinguere le ladra dal guerriero…. Discorso diverso per gli edifici e i fondali, abbastanza piacevoli anche se decisamente non superiori a Baldur’s Gate… il paragone è naturale visto che il gioco si ispira chiaramente molto ai due titoli della Black Isle senza purtroppo superarli in nulla o quasi.

Tutte le verità di Temple of Elemental EvilPartiamo prima di tutto del gameplay. Una volta entrati nel mondo di Greyhawk, cosa vi troverete a fare? A seconda del vostro allineamento avrete un particolare obiettivo, una piccola side-quest da risolvere alla svelta per poi dedicarvi ai problemi dei cittadini di Hommlet… tutte subquest volte a farvi fare esperienza e a farvi capire le meccaniche di gioco. Avrete a disposizione un gran numero di abilità che, incredibile dictu, potrete usare davvero (cosa che io non darei per scontato…). L’esempio più interessante e innovativo è dato dalle abilità di dialogo, come per esempio la capacità di bluffare, o di intimidire. In alcuni dialoghi vi verrà data la possibilità di usare le sopraccitate abilità (se le possedete), ottenendo così indizi o quest altrimenti inaccessibili. Da questo punto di vista è ammirevole il lavoro fatto dai programmatori, che si sono anche curati di differenziare i dialoghi (provate a usare il mezzorco per parlare con gli npc… è divertentissimo perchè si esprime con poche parole e molti grugniti!). Sembra una banalità ma è un tocco che molto spesso viene dimenticato nei giochi di ruolo. Girovagando per Hommlet, insomma, avrete modo di rendervi conto di come funziona la meccanica di gioco e di fare un po’ di esperienza (non solo metaforica). In particolare dovrete concentrarvi nel risolvere, in un modo o nell’altro, i problemi dei vari abitanti. Ricordo infatti che il vostro allineamento gioca un ruolo non indifferente nel modo di condurre e portare a termine le quest. Nella taverna avrete modo di conoscere alcuni avventurieri pronti a unirsi al vostro già consistente gruppo: anche qui ricordate che non tutti saranno disposti ad unirsi a voi se il vostro allineamento risulterà discorde, e in alcuni casi l’avere nel vostro gruppo un determinato personaggio potrebbe influire negativamente o positivamente sulla stima che i cittadini provano nei vostri confronti. Non è tutto: gli avventurieri non si metteranno al vostro servizio “per la gloria”. Chiederanno un ingaggio di solito abbastanza consistente, e in più la possibilità di tenere per sé una parte del bottino. Questo significa che dopo scontro, una parte del cosiddetto “loot” (appunto il bottino saccheggiato dai cadaveri) sparirà di colpo perché preso dagli NPC del vostro gruppo. Il pagamento non avviene sempre nel medesimo modo: alcuni NPC vi chiederanno di poter avere una parte dei soldi presi alle vittime, altri chiederanno di avere le armi magiche che trovate, altri vorranno solo le pergamene incantate. State quindi bene attenti quando reclutate qualcuno nel vostro gruppo: avere un mago NPC che chiede di essere pagato in pergamene, per esempio, è un forte deterrente alla crescita del vostro eventuale mago. Ecco uno dei difetti che emergono limpidamente durante le prime ore di gioco: il fatto che gli NPC “lootino” automaticamente i cadaveri dei nemici significa che spesso vedrete sparire irrimediabilmente oggetti di grande valore, senza avere voce in capitolo nell’assegnazione. Molto più intelligente sarebbe stato poter scegliere cosa dare e cosa no ai propri gregari. Questo dettaglio risulterà molto fastidioso a livelli avanzati, quando i vostri personaggi vedranno volatilizzarsi armi magiche e caterve di soldi tra le avide mani degli npc… In effetti c’è da chiedersi se valga la pena assumere questi avventurieri, ma tutto sommato in termini di gioco è molto divertente averli con sé, anche perchè sono abbastanza ben caratterizzati. A proposito dei livelli: una delle pecche di ToEE è lo scarso numero di livelli disponibili. Il cap massimo è infatti fissato al decimo livello, dopo di che non potrete più incrementare le vostre abilità. La scelta è stata fatta per allineare il gioco all’avventura da tavolo, ma trovo che in questo modo si limiti molto il divertimento, specialmente in rapporto ad altri giochi di ruolo presenti sul mercato. D’altronde questa pecca è legata a un’altra caratteristica negativa che a sua volta è legata alla similitudine di ToEE con il corrispettivo gioco da tavolo: parlo della scarsità di aree visitabili. Quasi tutte le ore di gioco si svolgeranno all’interno dell’enorme Tempio del Male, con poche altre località visitabili. Certo la cosa si adatta bene al concept di un’avventura di D&D, ma in termini videoludici risulta una scelta decisamente squalificante.

Il Difetto PeggioreSe su tutto il resto è possibile sorvolare, c’è almeno un punto che non può non condannare Temple of Elemental Evil: l’esagerato livello di difficoltà. Non si tratta semplicemente di una “sfida”, ma di un vero e proprio sbilanciamento imputabile a cattive scelte dei programmatori. Il combattimento (a turni) vi vedrà impegnati praticamente sempre contro un numero improponibile di avversari, dalla dozzina alla trentina senza esagerare. E si tratterà sempre si nemici come minimo al vostro livello: un rapporto di tre a uno, fino anche a sei a uno, è comprensibilmente esagerato. Si aggiunge il fatto che molto spesso gli avversari saranno molto più potenti dei vostri personaggi, fin dalle prime quest, e saranno ovviamente circondati da orde interminabili di sgherri, meno forti ma altrettanto agguerriti. Come se tutto questo non bastasse, recuperare le forze per i pg sarà incredibilmente difficile, dato che il 90% delle volte ogni tentativo di dormire sarà interrotto dall’arrivo “random” di altri nemici. Tutto considerato, anche il più paziente dei giocatori non potrà che uscire spesso dal gioco con un moto di frustrazione. Toee rende molto difficile l’esperienza di gioco, la godibilità in generale e la possibilità di salire di livello completando le quest in modo graduale.

TecnicamenteParlavamo prima della grafica: un punto controverso, senza dubbio. Se esaminata di per sé, non è tutto sommato terribile, pur essendo comunque molto distante dai canoni di eccellenza odierni. Il momento però in cui scade veramente è se paragonata ad altri giochi, anche solo all’ormai vetusto Baldur’s Gate 2. La possibilità di customizzare i modelli con l’equipaggiamento non basta a celare le pecche di un motore grafico poco efficiente. Discorso diverso per i fondali e le architetture, decisamente piacevoli anche dal punto di vista dei colori. Ma il paragone con giochi simili, come Baldur’s Gate II, è lontano mille miglia. Gli effetti speciali, come gli incantesimi, sono poi del tutto deprecabili, molto al di sotto degli standard che ci si aspetterebbe da un gioco del 2003. Nulla di male da dire sul sonoro, che presenta anzi dialoghi generalmente ben recitati.

HARDWARE

Requisiti Minimi Pentium o Athlon 650 mhz 256 mb Ram Scheda grafica 64 mb

Requisiti Consigliati Pentium o Athlon 1200 mhz512 mb RAmScheda grafica 128 mb

MULTIPLAYER

Non è prevista alcuna sezione multiplayer

Il gioco varia a seconda del gruppo scelto

Ottimo per chi ama le regole della 3.5 edition

Difficoltà mal bilanciata

Numerosi bug

6.5

Tirando le somme, il giudizio su Temple of Elemental Evil è altalenante a seconda dei gusti. Il gioco tenta di farsi scuola da sé con alcune piccole accortezze (le abilità durante il dialogo, per esempio) ma in definitiva cade sotto ogni punto di vista nell’abisso della mediocrità. Una programmazione tecnicamente sottotono, scelte di gameplay del tutto discutibili e la necessità di dover patchare il gioco al più presto (Toee è pieno di bug) condannano questo titolo che del resto potrebbe appassionare i “die hard fans” dei giochi di ruolo, specialmente se targati 3,5 edition. Se siete alla ricerca di un erede di Baldur’s Gate, cercate altrove. Qui troverete solo una pallida copia. Se invece vi interessa semplicemente un gioco di ruolo… beh forse potreste essere soddisfatti.

Voto Recensione di The Temple of Elemental Evil - Recensione


6.5

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