The Suffering
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a cura di Upe
Parafrasando il detto squadra che vince non si cambia ossia, nello specifico, struttura di gioco collaudata, andiamo a verificare le impressioni su questo lavoro targato Midway. The Suffering riprende e fa sue, appunto, meccaniche e situazioni videoludiche ben note all’utenza. L’uso della ripresa in terza persona molto si addice al genere di azione che si andrà ad espletare, senza contare i toni adulti e le atmosfere disturbate che molta fortuna hanno donato ad altri titoli. L’impressione maggiore, in effetti, è quella di trovarsi tra le mani l’ennesimo clone di Silent Hill, sia per la presenza di creature ed avversari ben lontani dall’orrorifico “reale” e sia per i risvolti psicologici che tratteggiano il protagonista. Ma sarà solo questo, una mera imitazione, o sotto nasconde ben altre doti? E’ quello che andremo a scoprire… dopo la pubblicità!
Un triste destinoCome accennato nell’anteprima, teatro delle vicissitudini sarà una prigione di massima sicurezza. Il nostro protagonista, Torque, si trova imprigionato ingiustamente (ma siamo sicuri?) per un omicidio che non ha commesso ed è il prossimo candidato per l’esecuzione capitale. Improvvisamente delle misteriose entità assalgono la struttura, lasciando sul loro cammino morte e distruzione. In questo caos generale Torque si trova libero, libero dal doverci rimettere subito le penne, ma ancor più invischiato nella rete del suo torbido passato. Senza contare le malvagie presenze che hanno invaso il luogo, esseri tutt’altro che amichevoli.
L’ambivalenza di un’essenzaL’indubbia inclinazione verso tematiche adulte di questo titolo si palesa immediatamente, non solo dal bollino che ne consiglia l’utilizzo ad un’utenza sopra i diciotto anni. Già dalla primissime battute, nel breve filmato iniziale (realizzato con la grafica in-game), i dialoghi non lasciano spazio a dubbi interpretativi. Volgarità come se piovesse, linguaggio duro e, azzarderei, prettamente da ergastolani. Per non parlare poi della violenza visiva, con atmosfere malate tipicamente “Silenthilliane” ed una particolare predilezione del gusto splatter. Insomma, decisamente sconsigliato a chi non è abituato a spettacoli di questo genere. Sul versante squisitamente giocabile si avverte una netta bivalenza, una precisa linea di confine tra idee buone e realizzazione tecnica non proprio al top. Prima di tutto rivolgiamo lo sguardo su quanto di positivo si rileva… le idee buone per l’appunto. Una è quella di poter passare, in qualsiasi momento si voglia, dalla visuale in terza persona (tipica per questo genere di avventure) a quella in soggettiva, molto utile specialmente nei numerosi scontri a fuoco (e non solo) contro i vari mostri, anche se lo stesso non può dirsi per le fasi esplorative, per le quali la ripresa alle spalle resta imbattibile. Troviamo poi un comparto sonoro di gran pregio, surround compreso, che ci cala negli orrendi ambienti in modo netto e indiscutibilmente immersivo. Anche i dialoghi, leggermente piatti come intonazione recitativa, riescono nel loro intento e completano il quadro in maniera coerente al contesto. Altro aspetto interessante viene dalla trasformazione del protagonista. Si, avete capito bene! Il gagliardo Torque può mutare in una creatura dall’aspetto orripilante, dotata di forza inaudita. Riempiendo una particolare barra energetica si assiste a tale metamorfosi, anche se non è dato sapere (almeno fino ad una certo punto della storia, ndr) se si tratta di una reale trasformazione o di una concezione esteriore del subconscio del nostro eroe. Bel mistero… nevvero?Peccato che, dopo qualche decina di minuti, la scarsa cura infusa dagli sviluppatori per l’engine grafico prenda il sopravvento. Telecamere a dir poco “ballerine” e difficili da centrare, modelli poligonali fin troppo spigolosi, saranno una costante per tutto il proseguo dell’azione, conditi inoltre da ingiustificati quanto fastidiosi rallentamenti. In poche parole un comparto grafico nettamente sotto agli attuali standard, solamente in parte giustificabile dalla genesi multipiattaforma del gioco. Per il resto si lasciano apprezzare l’eccellente sistema di illuminazione e i controlli, quest’ultimi reattivi e di facile apprendimento nonostante l’uso di quasi tutti i tasti del joypad.
Mostruose curiositàStan Winston, il famoso designer di mostri ed effetti speciali, si è occupato della realizzazione grafica delle mostruosa creature presenti nel gioco. Per più di trenta anni il geniale artista ha creato personaggi e creature per produzioni cinematografiche e televisive. Vincitore di ben 4 premi oscar è stato il responsabile dell’ideazione di molti indimenticabili e inquietanti “mostri” del grande schermo: i dinosauri di Jurassic park, la creatura extraterrestre di “Aliens”, il poetico e crepuscolare personaggio di “Edward mani di forbice”, nonché di alcuni dei personaggi di Terminator 3.
– Comparto audio di gran livello
– Totalmente in italiano (finalmente)
– Una caterva di azione
– Grafica sotto tono
– Telecamere “ballerine”
– Non adatto ai deboli di stomaco
7.0
Quasi mi dispiace dover affibbiare un voto di non eccellenza, ma purtroppo le buone idee sviluppate non sono state adeguatamente supportate. The Suffering ha un potenziale videoludico di grandissimo spessore: trama interessante, azione serrata, orrende creature, contenuti adulti ed altro ancora. Quello che è mancato, relegandolo a buon gioco e niente più, consiste proprio nella scarsa cura realizzativa. Un impianto grafico solamente decente, e che “sbatte” pesantemente contro sè stesso (vedi il sistema di illuminazione), telecamere di difficile gestione, lo costringono nella massa dei tanti. E poi, di questi tempi, il genere avventure/horror conta molta abbondanza e la concorrenza, si sa, è spietata. Quindi, bisognava fare di più!
Voto Recensione di The Suffering - Recensione
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