Voi direte, perché? Perché, in realtà, questa puntata decide di mostrarci più situazioni, più “storie”, senza aggiungere in realtà nulla alla vicenda più ampia. Una puntata “cuscinetto” che più non si può. A Philadelphia, Eph mette in atto il piano anti-strigoi mandando a quel paese mesi interi di basso profilo. Non per nulla, Eichorst ed il Maestro ci mettono si e no dieci secondi a capire chi ci sia dietro l’attentato. A New York, invece, Zack passa da ragazzino idiota a ragazzino idiota stalker decidendo di seguire la sua “bambinaia” e provando a ribellarsi al Maestro per la bellezza di quindici secondi. Invece, Fet e Quinlan sono alla disperata ricerca di una testata nucleare che, visti i precedenti risultati, potrebbe essere l’unico modo per distruggere definitivamente il leader degli strigoi.
The Strain non è mai stata una brutta serie. Ha avuto i suoi momenti no, le sue puntate più fiacche, ma ha sempre avuto un fascino particolare, trattando in modo diverso un’invasione di vampiri. Come già detto, l’ispirazione è chiara: Blade; ma anche così la serie di Del Toro è riuscita a trovare la sua via. Dopo una terza stagione così così, questa quarta avrebbe dovuto chiudere l’intera vicenda e, se avessero seguito i libri originali, avrebbe dovuto essere quella più mistica ed interessante.
Le prime due puntate sono state buone, non eccelse, ma buone. La terza puntata, invece, decide di ispirarsi alle dinamiche di TWD e ovviamente il risultato non può che essere uno: cattivo. Sì, perché questo terzo episodio è noioso, privo di pathos e tenta di reggersi solo su due fattori: l’abbozzo di ribellione di Eph e la ricerca spasmodica di Fet e Quinlan. Come nel serial di AMC, The Strain decide di concentrarsi di più su alcuni personaggi, abbandonandone altri per alcuni episodi. La sensazione che ci viene comunicata, in questo modo, è che alcuni personaggi siano più importanti di altri mentre, nelle stagioni precedenti, si era arrivati a considerare tutti i componenti del gruppo del professor Setrakian come un unico blocco, formato sì da personaggi eterogenei, ma tutti egualmente importanti nell’economia della serie.
Certo, un monologo è davvero ottimo, quello del Maestro/Palmer, ma non basta in una puntata in cui il parlato è ridotto al minimo. Inoltre, le frasi del capo degli strigoi puzzano tantissimo di Matrix e di Agente Smith: gli umani sono una malattia, gli umani sono sempre stati in lotta tra di loro e così via. Nuovamente, si arriva a citare la questione collaborazionismo, un sempreverde di ogni dittatura, fin dall’alba dei tempi. L’uomo è sempre pronto a tradire il prossimo per mettere al sicuro sé stesso.
L’unica parte interessante della puntata è che si preannuncia una quarta scoppiettante. Eichorst è stato sguinzagliato alla caccia del gruppo di Goodweather e Setrakian mentre Eph ha capito che, probabilmente, sta succedendo qualcos’altro agli umani. La Partnership potrebbe essere solo una misera facciata dietro un orrore molto più grande di quanto si possa immaginare.