The Simpson: Hit & Run
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a cura di Upe
Se Matt Groening, ideatore della strampalata famiglia dei Simpson, fosse morto certamente si sarebbe rivoltato nella tomba dopo le deludenti esperienze videoludiche che hanno accompagnato le sue creature. Fortunatamente così non è, tuttavia sono certo che, come minimo, una bella ulcera non gli l’ha levata nessuno. I precedenti tie-in su licenza non sono stati prodotti per i quali vale la pena di spendere parole. Sono presto caduti nel dimenticatoio, confinati nella bolgia dei giochi che potevano “essere” ma non sono stati. Oggi ci troviamo di fronte ad un altro prodotto, affidato ai ragazzi della Radical Entertainment, che tenta di arrivare dove i predecessori non hanno potuto (osato).
Vice SpringfieldAd una prima occhiata quello che emerge è molto più di una similitudine con la serie GTA, cosa in fondo da considerarsi positiva. Il titolo in argomento propone una sempiterna accessibilità alle situazioni di rara autonomia decisionale. Lo schema di gioco non rimane costretto o diretto verso uno scopo unico, come spesso accade, ma si porge al pubblico nella piena disponibilità di azione. In GTA il giocatore può liberamente optare per la storia principale, seguendo mano a mano obiettivi vari, oppure tralasciare il solco segnato e fare quello che meglio crede. Hit & Run è così, dove le circostanze “adulte” offerte dal diretto avo (passatemi il termine) sono sostituite da altrettanti contesti adeguati allo spirito irriverente dei gialli personaggi.Questo è quello che è accaduto, “scopiazzato” senza mezzi termini e riproposto in salsa umoristica. Si potrebbe eccepire sulla questione, si potrebbe contestare agli sviluppatori una mancanza di fantasia. Si potrebbe, certamente, ma non lo facciamo, poiché il risultato finale è a dir poco stupefacente. Le tristi atmosfere della città tentacolare, covo di delinquenti di ogni estrazione, sono state sostituite da una Springfield bella e colorata. Una intera cittadina piena di gente di ogni tipo, animata da caotico traffico e con mille luoghi da visitare. Un’area enorme, tratteggiata dallo stile tipico della serie animata, dove non ci è precluso niente, dove tutto è possibile…basta volerlo.Si diceva dell’utilizzo di una struttura di gioco collaudata, che impegna i simpatici protagonisti in tempi diversi. Si comincia con Homer, il capo famiglia. Noi tutti conosciamo la sua indole pigra, il suo vorace appetito e le sue idee circa il modo di porsi nei confronti della gente, specialmente verso il vicino di casa. La storia, l’iter narrativo, rappresenta poco più di un semplice spunto, tanto per tracciare un unico filo conduttore e per dare il “Là” alle avventure. In poche parole assistiamo all’invasione di una razza aliena, la quale spinge in avanscoperta delle vespe robotiche dotate di telecamera.Bene, lo scopo principale (se così possiamo azzardare) consiste nel rintracciare un tot numero di questi insetti robotici, nascosti in luoghi impensabili, e distruggerli. Ma non solo, molti altri saranno i “traguardi” da raggiungere per portare a compimento un livello. Richieste che possono pervenire dai nostri familiari (con Marge in testa), sfide raccolte lungo la strada, oppure collezionare alcune cose da reperire sempre in giro. Insomma, di cose da fare ce ne sono e il rischio di annoiarsi è veramente poco. A fare compagnia al nostro imperituro e fagocitante Homer, naturalmente, ci saranno tutti gli altri co-protagonisti che abbiamo imparato a conoscere e ad amare nel corso degli anni. L’inseparabile compagna di vita Marge, senza per questo tralasciare i pestiferi figli Bart e Lisa, ognuno dei quali avrà il suo momento di gloria. La trama, come detto, rappresenta poco più di un pretesto in una produzione dove il vero filo conduttore è dato dalla assoluta libertà di azione. Si può scegliere di girovagare per le strade della città e fare quello che ci pare, a piedi o in macchina, senza una meta o uno scopo, così solo per il piacere di scoprire i molti segreti celati in ogni anfratto. Messa in questo modo potrebbe sembrare dispersiva, ma non lo è. Nel nostro peregrinare, infatti, verremo a contatto con molti altri soggetti, i quali proporranno incarichi di vario tipo, obbligandoci a seguire una sorta di story mode. Così, ad esempio, una delle prime situazioni ci vede impegnati nell’ardua ricerca di bibite e gelato, guarda caso al controllo dell’insaziabile Homer. Allora via, alla volta del Superstore (gestito dall’immigrato irregolare Apu). Sappiamo bene, però, che Homer è di natura pigra e di andare a piedi neanche se ne parla. Non rimane che salire in macchina e guidare tra le trafficate vie. Liberi di agire, questo è il concetto, liberi di affrontare il gioco come meglio crediamo. Ci piace una guida calma, nell’ossequio delle regole? Basta osservare le norme del Codice della strada. Viceversa, si ritiene di dover calcare le insidie della mobilità senza troppi indugi? Vai con sorpassi azzardati, tamponamenti, decimazione di cabine telefoniche o cassonetti, segnali stradali o cartelli pubblicitari. Per di più, così facendo, si guadagnano monete per potenziare, in seguito, la nostra vettura… o per comprarne una nuova. Se poi siete di manica larga come uno scozzese in visita a Genova, beh fate lavorare l’immaginazione, senza per questo scadere nella delinquenza. Basterà fermare qualcuno e farsi dare un passaggio, tanto comunque condurremo noi (eh, eh, eh).Ok, il volante non è il nostro forte. Lasciamo in garage la quattro ruote e diamo di “pedagna”. Qui il gameplay tratteggia i contorni del platform. Si corre, si salta e si raccolgono item disseminati qua e là, si cercano aree nascoste. Volendo essere “cattivi” (e sono certo che lo siamo), azzarderei perfino la possibilità di prendere a calci qualsiasi cosa ci capiti a tiro, non è detto che non si rimedi qualche succoso extra.La raccolta delle monete rappresenta la principale fonte di guadagno e non è fine a se stessa. Quest’ultime serviranno per le spese (acquisto di vestiti, oggetti o nuove automobili), o per pagare le inevitabili multe che potessero derivare dal nostro comportamento spericolato.
Simpson alla terzaFa un certo effetto, lo devo ammettere, vedere la strampalata famiglia Simpson nello splendore della terza dimensione. Ciononostante, la conversione poligonale rimane coerente all’originale, ricalcando fedelmente lo stile volutamente minimalista caratteristico della serie.Le skin dei personaggi, dell’ambiente e di tutto l’insieme compositivo, risultano molto colorate e dettagliate. Il colpo d’occhio è attraente, per definizione e vastità dell’insieme. La città è strepitosa, viva e pulsante, enorme. Dedali di vie, traverse, incroci, palazzi, tutto quello che ci si può aspettare c’è ed è ben fatto. Il tutto si muove con una fluidità sorprendente, gestito bellamente da un motore grafico senza incertezze e sbavature. Raramente appaiono dei piccoli difetti di bad clipping, ma proprio raramente. I diversi personaggi sono convincenti, con animazioni ispirate che delineano, con estrema precisione, le caratteristiche alle quali siamo abituati. L’aspetto sonoro non sfigura, con le voci affidate al cast dei doppiatori ufficiali e le musiche classiche delle puntate televisive. Il tutto con possibilità di ascolto in surround.L’unica cosa eccepibile, in un contesto così ben realizzato, si riferisce al mancato inserimento della lingua italiana, che rende non pienamente fruibile il titolo e che non permette il pieno godimento delle molte esilaranti battute presenti. Chiudiamo il quadro generale segnalando un sistema di controllo di rara sensibilità e precisione, assolutamente immediato per apprendimento e utilizzo.
– Grafica ispirata
– Giocabilità stellare
– Personaggi fuori di testa
– Longevità elevata…
– … ma non dura in eterno
– Mancato inserimento della lingua italiana
8
The Simpson: Hit and run emerge nettamente dalla massa, sovrastando su tutta la linea i precedenti prodotti. Possiede molte caratteristiche per diventare un vero must nel suo genere, non solo per i fans. Un gran gioco, divertente e dalla longevità elevata, piacevolissimo da guardare, ma soprattutto da “vivere”. Con tali prospettive sarebbe un vero peccato farselo sfuggire.
Doh!
Voto Recensione di The Simpson: Hit & Run - Recensione
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