Recensione

The Shield

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a cura di SAH

Giunto ormai alla sua quinta stagione qui in Italia, The Shield, è uno dei telefilm polizieschi più seguiti fin dal suo esordio su Italia 1. Michael Chiklis è Vick Mackey, un detective dai modi bruschi e spesso violenti che riesce sempre ad ottenere quello che vuole sia che si tratti di criminali della peggior specie che altri poliziotti. Ad aiutarlo nell’imporre la giustizia tra le strade di Los Angeles, la sua fedele squadra d’assalto capitanata dal fedelissimo amico Shane Vendrell. Aspyr, grazie alla stretta collaborazione con il creatore della serie Shawn Ryan, prova a trasportare il carisma di Vic e compagni direttamente su PC.

Good Cop, Bad CopIl gioco narra le vicende della squadra d’assalto losangelena il giorno dopo la rapina al treno di soldi. Si tratta forse del momento più difficile per Vic, Shane e Lemansky: soprattutto quest’ultimo comincia a dare segni di instabilità provocati dalle pressioni del denaro e del capo della polizia Aceveda che ha un conto aperto con Mackey fin dal suo primo giorno in polizia. Il primo livello di gioco si rivela una sorta di tutorial per aiutare il giocatore ad impratichirsi con i comandi. Vic si è appena intrufolato nella casa di uno spacciatore (senza alcun mandato ovviamente) alla ricerca di indizi che lo possano incastrare. In queste prime fasi il giocatore farà i conti con un simpatico mini-gioco che consisterà nello spostare il cursore del mouse nella zona corretta dello scudo (shield) entro un tempo predefinito. In caso di successo, la ricerca del giocatore produrrà denaro contante o droga o munizioni varie. La perlustrazione verrà bruscamente interrotta dall’arrivo del padrone di casa. In questa situazione il giocatore sarà obbligato a sparare allo spacciatore mettendo così in luce la seconda peculiarità del titolo Aspyr: la barra di sospetto di Aceveda. Commettendo infatti troppe azioni al di fuori della procedura, i sospetti del capo della polizia cominceranno a salire fino alla sospensione definitiva dal servizio di Vic e il conseguente game-over. Per ovviare a questo problema il giocatore potrà decidere se utitlizzare sempre e comunque un atteggiamento da poliziotto buono (andando contro allo stesso spirito del telefilm) oppure di coprire le tracce del proprio misfatto. Ad esempio nel caso precedente sarà possibile mascherare l’omicidio in suicidio semplicemente lasciando la pistola tra le mani del malcapitato. Per il resto la trama, non particolarmente ispirata ma comunque mai scontata, prosegue su binari prefissati come ogni modesto action-game che si rispetti: tante sparatorie che si svolgono in ambienti piuttosto piccoli senza che al giocatore sia concesso di andare al di fuori dei limiti imposti dagli sviluppatori.

Per le strade di LACon i soldi guadagnati nel corso delle missioni Vic non solo potrà acquistare nuove armi e munizioni ma potrà anche ottenere informazioni preziose per risolvere in modo più rapido e sicuro le missioni. I livelli si articolano essenzialmente in missioni d’assalto e d’infiltrazione. Nel primo caso la violenza regnerà sovrana e saranno le sparatorie i punti fondamentali dell’azione. Si tratta della fase più divertente di gioco dove il discreto sistema di controllo riesce ad offrire il meglio di se grazie ad un sistema di puntamento piuttosto rapido ed efficace che potrebbe essere reso ancora più fluido dall’utilizzo di un joypad. Trattandosi di una conversione da console infatti il titolo tende a soffrire di alcuni difetti storici che da anni segnano in modo inevitabile il destino dei prodotti curati frettolosamente (non stupitevi pertanto se nella galleria delle immagini troverete i famosi quattro simboli che contraddistinguono il controller PS2, in termini grafici il titolo si attesta sui medesimi valori). Totalmente da rivedere invece la fase stealth rovinata da un livello di difficoltà incredibilmente più alto rispetto alla media del gioco e da un sistema di gestione delle telecamere orrendo. In pratica non sarà mai possibile avere una visione completa dell’intera azione e spesso sarà obbligatorio basarsi solo sulla fortuna per avere successo. Non convince neanche l’intelligenza artificiale che durante le fasi stealth si dimostra fin troppo arguta riuscendo a rilevare Vic anche nelle zone più buie e nascoste. Graficamente il titolo raggiunge discreti livelli per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi principali e la realizzazione degli spazi interni e assolutamente insufficienti nella realizzazione di tutti gli altri png e degli ambienti interni che ricordano gli orrori de “Le iene”. Il comparto audio invece si attesta su livelli decisamente più elevati grazie al doppiaggio originale dei veri attori del telefilm.

HARDWARE

Windows XPDirectX 9.0cIntel Pentium 4 1.6 GHz o AMD Sempron 2800+256 MB RAM2.5 GB di spazio libero su discoDirectX 9.0c scheda audio compatibile4X DVD-ROM The Shield non supporta Windows 95/98/ME/2000 or NT.

MULTIPLAYER

Assente

– Riproduzione fedele

– Interessanti retroscena

– Scontri a fuoco divertenti

– Problemi con la telecamera

– Troppo corto

– Fasi stealth inutili e frustranti

5.5

Pur trattandosi di un prodotto destinato soprattutto agli appassionati della serie, The Shield riuscirà a divertire anche coloro che sono alla ricerca di un action game rapido e coinvolgente. Purtroppo però gran parte del divertimento viene rovinato da una fase stealth realizzata in modo molto mediocre e assolutamente ingestibile con un sistema di telecamere come quello proposto da Aspyr. Anche per quanto riguarda la licenza si poteva fare qualcosa di più coinvolgendo personaggi come Claudette e Dutch.

Voto Recensione di The Shield - Recensione


5.5

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