Recensione

The Settlers: L'Eredita' dei Re

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a cura di pWi

Le origini degli RTS Senza ombra di dubbio la saga Settlers ha contribuito massicciamente all’affermazione del genere degli strategici in tempo reale (RTS). Il primo episodio in assoluto si colloca negli ormai lontani primi anni ’90, ma è probabilmente con il secondo e con il terzo che la saga si afferma definitivamente. Nato in Germania, The Settlers si distingueva soprattutto per un particolare sistema relativo alla gestione delle risorse, sistema che rendeva, ai tempi, la sua struttura di gioco molto originale e il gioco divertente e appagante. A questo si aggiungeva una fantastica atmosfera medievale, ottime musiche e quella capacità di offrire al giocatore quel paio di ore di relax che non guasta mai. Settlers, ai nostri giorni, è un qualcosa che appartiene inevitabilmente al passato, diciamo pure solo per i giocatori di vecchia, vecchissima data. UbiSoft ha però pensato bene di svecchiare questa intramontabile saga, finanziando il progetto per il quinto episodio che ci accingiamo a descrivere. L’Eredità dei Re, sviluppato ancora una volta da BlueByte, ha come obiettivo quello di riportare alla mente i vecchi episodi della serie cercando, dove possibile, di adattare la struttura di gioco alle necessità del giocatore moderno, il quale si è trastullato nel frattempo con roba come Warcraft III, Rome: Total War e Age of Mythology. Ma vediamo nei dettagli cosa può offrirci il nuovo Settlers partendo, come sempre, dalla trama.

Un occhio alle vicende I programmatori della BlueByte hanno sempre inserito una consistente trama alle spalle delle varie missioni, questo ovviamente non cambia neanche per questo quinto episodio. La trama, con le sue vicende di successione al trono, di duelli epici, di amori di altri tempi, serve principalmente a ricreare l’atmosfera medievale, la quale è peraltro evidente da tutti gli elementi di L’Eredità dei Re. Il Vecchio Impero, un tempo unito sotto la guida di re Keron, è stato smembrato dal re Mordred. Durante questo periodo è scomparso l’antico splendore e una coltre di oscurità ha ricoperto le terre che furono di re Keron. Gli uomini di Mordred hanno cercato avidamente il legittimo erede al trono di Keron, ma senza successo: di lui nessuna traccia. A questo punto prendono avvio le vicende narrate ne L’Eredità dei Re, in quanto una donna, sul letto di morte, nel paese di Thalgrund, rivela al figlio Dario che è proprio lui il tanto ricercato figlio di Keron. Solo lui potrà riunire il Vecchio Impero sotto un’unica bandiera. Per far ciò dovrà riuscire a sanare le diatribe tra le varie fazioni, le quali nel frattempo hanno acquisito, approfittando del disordine, di una sorta di indipendenza. Per reclamare il suo ruolo, Dario dovrà riunire i pezzi di un antico amuleto che la madre gli ha affidato. Non sarà una ricerca facile…E’ ovvio che noi dovremo guidare Dario nella sua impresa. Durante il suo cammino, però, tutta una serie di eroi si unirà alla sua causa, nel tentativo di scacciare le armate del male e riportare gli antichi splendori sulla terra. Come vedremo, ogni eroe ha un preciso ruolo all’interno della nostra armata, ruolo che viene caratterizzato dalle sue magie e dall’uso che ne potremo fare sul campo di battaglia.

Gestionale o strategico? Immergiamoci, a questo punto, nella struttura di gioco vera e propria de L’Eredità dei Re. Come dicevamo in precedenza, i suoi predecessori hanno puntato molto sulla fase della gestione e della raccolta delle risorse. Come certamente saprete, si trattava in quel periodo di un canovaccio pressoché scontato per ogni RTS degno di questo nome. Possiamo tranquillamente affermare che gli strategici sono nati comprendendo una consistente, se non totale, fase relativa alle risorse. Ovviamente, con il passare del tempo tale struttura di gioco si è considerevolmente evoluta, al punto che oggi è quasi un elemento a sfavore comprendere una fase di gioco che è inevitabilmente lenta e monotona. Quindi, se da un lato la saga Settlers ha lanciato definitivamente il genere degli RTS proponendo, per quei tempi, tante novità, questo quinto episodio riporta tutto indietro, rispolverando la raccolta delle risorse e collocandola al centro della propria struttura di gioco. Tutto questo fa di L’Eredità dei Re, come vedremo, un gioco terribilmente “vecchio” dal punto di vista della struttura di gioco stessa. Considerate che la gestione delle risorse occupa, in media, un buon 70-80% del tempo di ogni singola missione (peraltro tutte sono molto lunghe, richiedendo a volte anche un’ora di gioco per essere portate a termine con successo), mentre solo il rimanente è riservato alla fase più da strategico militare, quindi relativa alla realizzazione, collocazione e gestione delle truppe. Questo fa de L’Eredità dei Re più un gestionale che uno strategico vero e proprio, ma vedremo che anche così il gioco di BlueByte ha un suo innegabile fascino. D’altra parte, tutto ciò dimostra come possano cambiare gli equilibri all’interno dello stesso genere di gioco solo con il passare degli anni.Dicevamo delle risorse. Una volta iniziata la partita avremo di fronte a noi una mappa pressoché immensa. I nostri uomini sono molto piccoli all’interno di essa e non ci sono mezzi di locomozione di sorta. E’, inoltre, molto facile trovarsi in situazioni nelle quali saremo costretti a percorrere anche l’intera mappa più volte affidandoci solo ai piedi dei nostri eroi. Tutto questo perché è letteralmente fondamentale la ricerca e lo sfruttamento di ogni risorsa presente sulla mappa stessa. Nel nostro pellegrinare, inoltre, potremo imbatterci in importantissimi forzieri pieni di talleri (i famosi soldi della saga) o incontrare dei commercianti. Questi ultimi sono, a volte, indispensabili per completare la missione. Tramite di essi potremo scambiare merci per talleri o merci per merci, a seconda del tipo di risorsa che ci serve in quella determinata missione. Purtroppo, i commerci non sono totalmente liberi, ma ci vengono proposti solamente gli affari utili per la missione in corso. L’esplorazione quindi diventa una fase terribilmente preponderante all’interno della struttura di gioco de L’Eredità dei Re, tanto che sarà proprio la primissima cosa da fare ad ogni missione, ancor prima di iniziare la raccolta delle risorse o la creazione di edifici.Ma vediamo nel dettaglio come funziona la raccolta delle risorse e che ruolo ha precisamente nella struttura di gioco. Diciamo, innanzitutto, che ci sono ben sei tipi di risorse: talleri, argilla, legno, pietre, ferro e zolfo. Ogni risorsa si preleva da un determinato punto della mappa e può essere sfruttata in vari modi. Se ad esempio ci imbattiamo in una vena di ferro potremo mandare su di essa dei manovali, in modo che essi inizino la raccolta del ferro. Per ogni fonte di risorsa si potrà anche costruire una miniera, in modo che venga sveltita questa fase. L’aumento delle risorse raccolte avviene anche grazie alla costruzione di particolari edifici, i quali fanno da catalizzatori delle risorse stesse moltiplicando il loro numero. Per esempio, se in un certo punto della missione abbiamo disperato bisogno di argilla, potremo costruire un mattonificio: questo moltiplicherà per un determinato fattore la quantità di argilla raccolta. Spesso, inoltre, capiterà di non trovare tutte le fonti di risorsa vicine alla nostra base, cosa che ci consegnerà ancora una volta all’esplorazione, all’individuazione delle vene giuste, alla liberazione di queste da eventuali briganti e, finalmente, allo sfruttamento. Insomma, il numero delle risorse, la presenza di tantissime vene e la loro collocazione sulla mappa ci fa capire quanto effettivamente siano queste importanti per andare avanti nel gioco. Pensate che in alcune missioni le fasi di guerra sono collocate in secondo piano rispetto ad esse e addirittura funzionali allo liberazione, ad esempio, di alcune vene per poter progredire nella raccolta delle risorse stesse. Insomma, come dicevo, si tratta proprio di una struttura di gioco d’altri tempi.Per quanto riguarda le unità a nostra disposizione, queste sono sostanzialmente di due tipi: manovali e miliziani. I primi si realizzano tramite il forte, hanno un costo di 50 talleri e possono compiere vari tipi di operazioni. Essi possono costruire edifici, ripararli e soprattutto raccogliere risorse. Pensate che in alcune missioni serve un numero di manovali impressionante, semplicemente impensabile in ogni altro strategico. Si parla anche di 30-40 manovali contemporaneamente, con conseguenti difficoltà nella gestione degli stessi. Fortunatamente, l’interfaccia, con la pressione di un singolo tasto, riesce a mostrarci tutti i manovali al momento senza occupazione. Ad ogni modo, l’alto numero di manovali è funzionale per un altro aspetto del gioco, quello legato alle tasse che analizzeremo tra un attimo. Per il momento occupiamoci delle unità d’attacco. Queste non sono, come negli altri RTS, le più importanti, e infatti sono in numero abbastanza ristretto. Avremo fanti con spada, lancieri, arcieri, cavalleria leggera e pesante, cannoni leggeri e pesanti. Le battaglie, d’altra parte, non sono né spettacolari né del tutto appaganti dal punto di vista militare. Spesso si risolvono in grandi ammucchiate, dove l’unica nostra preoccupazione è quella di lanciare i giusti incantesimi con i nostri eroi. A proposito di questi, nella campagna ne avremo (si aggiungeranno alla compagnia man mano che procediamo nelle vicende) sei. Ognuno di essi ha peculiari magie, le quali ci consentono di modificare man mano la nostra strategia di gioco, e non solo negli attacchi. Dario, per esempio, può esplorare la mappa grazie al suo fedele falco; Erec può attaccare le altre unità con il suo vortice; Helias può convincere gli avversari a schierarsi con le nostre forze (magia utilissima visto che potremo costruire un numero relativamente piccolo di unità d’attacco); Ari può rendersi invisibile e quindi molto utile nelle missioni con caratteristiche stealth; Pilgrim può distruggere delle pietre che bloccano il cammino; Salim applicare delle trappole in modo da stanare senza combattere gli avversari. Nel gioco in multiplayer, inoltre, potendo giocare anche con le forze del male, avremo a disposizione altri tre eroi: Kerberos, Mary de Mortfichet, Varg.Una parte molto importante di L’Eredità dei Re è quella relativa alla costruzione degli edifici e alla gestione delle tasse. Per sbloccare gli edifici dovremo costruire innanzitutto un collegio o un’università e iniziare la ricerca degli elementi necessari. Una cosa molto strana è che ad ogni missione questa sfilza di operazioni ci verrà puntualmente riproposta: gli edifici precedentemente costruiti o le ricerche già effettuate saranno, di missione in missione, annullati. Tra gli edifici che potremo costruire di alcuni abbiamo già parlato. Si tratta degli edifici che ci aiutano nell’ottica della moltiplicazione della quantità delle risorse raccolte. Questi edifici, al momento della realizzazione, contengono un determinato numero di lavoratori, i quali non potranno essere gestiti e che faranno da spola dal luogo di lavoro alla loro abitazione. Infatti, occorrerà realizzare anche il giusto numero di abitazioni per permettere ai nostri sudditi di dormire e di fattorie per permettere loro di mangiare. Avere un numero troppo basso di abitazioni o di fattorie porta all’abbassamento del morale del nostro insediamento con conseguente perdita in termini di attenzione e profitto nel lavoro. D’altra parte, avere un numero elevato di sudditi è del tutto fondamentale: più sudditi si hanno più tasse riscuoteremo. La gestione delle tasse avviene tramite il menù del forte, il vero centro nevralgico del nostro insediamento. Potremo impostarle tramite cinque livelli in modo da avere un basso carico fiscale o un elevatissimo carico fiscale. Nel primo caso ovviamente avremo, di mese in mese (il quale dura 120 secondi), pochi soldi per finanziare la crescita dell’insediamento e delle armate, nel secondo potremo costruire con più agilità. Ovviamente, impostando un alto livello di tasse il morale dei sudditi decrescerà sensibilmente. Tuttavia, una soluzione c’è e consiste nell’aumentare il numero di abitanti dell’insediamento. Questo può avvenire con la creazione di nuovi manovali o di edifici che contengono dei lavoratori (i soliti per l’aumento della quantità delle risorse o, anche, i collegi). Però, anche in questo caso, occorre prestare molta attenzione, in quanto più abitanti avremo più abitazioni e fattorie saranno richieste. Insomma, è una sorta di corda che tira da una parte e dall’altra: da una c’è un elevato quantitativo di talleri, dall’altra la felicità dei nostri sudditi. Tornando agli edifici, da questo punto di vista ne dobbiamo annoverare un’infinità. Abbiamo, infatti, laboratori, campi di tiro, caserme, banche, chiese, fabbri, mattonifici, segherie, fonderie, mercati, maneggi, torri di guardia, impianti meteorologici, università. La presenza di un così alto numero di edifici rende la città molto “piena” e realistica, tanto che l’impatto grafico è di grande spessore allorquando compiamo un volo d’uccello con la nostra telecamera sopra un villaggio. Ovviamente, ogni edificio ha un suo preciso ruolo, ma è qui impossibile spiegare nel dettaglio il funzionamento di ognuno di essi. Come abbiamo accennato, i collegi sono molto utili per la scoperta di elementi che ci permetteranno di costruire nuove unità o, a loro volta, nuovi edifici; le caserme fondamentali per la creazione di nuove unità d’attacco; le chiese per aumentare il morale dei sudditi e così via. Gli ultimi elementi sui quali occorre soffermarci riguardano la fase di diplomazia e l’esperienza delle nostre truppe. Nel primo caso, avremo a disposizione un menù che ci permette di riconoscere i rapporti con le altre entità collocate nella mappa. Ad ogni modo, lo stato di amicizia o di ostilità non può essere mai alterato: resta quello dell’inizio della partita. In multiplayer, è comunque possibile inviare rifornimenti ai propri alleati. Per quanto riguarda l’esperienza delle unità d’attacco, questa cresce, come in tutti gli RTS, a seconda della quantità delle battaglie combattute. Avere un esercito esperto, ottenibile con poche perdite tra una battaglia e l’altra, è molto importante in termini di resistenza nelle battaglie successive. Ovviamente, questo è un discorso da farsi all’interno della medesima missione, in quanto, come abbiamo detto in precedenza, il livello raggiunto viene del tutto cancellato nella missione successiva. Infine, è molto sfizioso conoscere il parere dei nostri sudditi. E’ possibile semplicemente cliccandoci sopra: essi esprimeranno delle necessità o ci manifesteranno la loro felicità tramite delle frasi quasi sempre diverse e azzeccate rispetto alla situazione. Per quanto riguarda il supporto multiplayer abbiamo tre modalità di gioco: conquista, corsa alla tecnologia, partita a punti. Nella prima dovremo semplicemente eliminare il quartier generale delle squadre nemiche. Nella modalità corsa alla tecnologia dovremo sviluppare tutte le ricerche presenti nel nostro collegio. Potremo monitorare costantemente la situazione degli avversari e capire, quindi, a che punto siamo. In questa modalità è molto importante la raccolta delle risorse, in quanto sono necessarie per avanzare nella ricerca. Nella partita a punti c’è invece una durata fissa di un’ora. Chi alla fine del tempo ha più punti è il vincitore. Anche qui potremo monitorare la situazione degli avversari.

I Settlers in tre dimensioni Con L’Eredità dei Re, per la prima volta, la saga dei Settlers approda alle tre dimensioni. Il motore grafico di questo quinto episodio è realizzato veramente molto bene, soprattutto dal punto di vista dell’attenzione per i dettagli. Le texture sono estremamente ben disegnate e di alta qualità, cosa che contribuisce a rendere la grafica di impatto. Oltre a questo dobbiamo aggiungere l’elevatissimo numero di edifici diversi, cosa che rende il tutto molto vario. Ottimi anche i modelli poligonali delle unità e, ancora una volta, le loro texture. Un’altra cosa sorprendente è il variare della mappa e dei suoi colori allorché piove o nevica. Soprattutto nel primo caso il tutto diventa più grigio, offrendo un’immagine veramente realistica. Dobbiamo invece lamentarci per le animazioni: queste sono molto ripetitive e approssimative, non rendendo la concitazione delle battaglie e annoiando durante i lunghi spostamenti delle nostre unità. Per il resto, ripetiamo, siamo su buoni livelli, anche perché L’Eredità dei Re non richiede certamente un PC di ultimissima generazione per girare senza patemi. Dal punto di vista dell’audio, siamo nuovamente su livelli soddisfacenti. Innanzitutto, ci siamo meravigliati per l’impressionante audio direzionale: potremo addirittura renderci conto della direzione nella quale si trova un manovale intento nel proprio lavoro. Ottime sono anche le risposte delle unità ai nostri ordini: sono sempre molto varie e, a tratti, molto spiritose. Come abbiamo detto, inoltre, i vari sudditi sanno rispondere alle nostre sollecitazioni descrivendoci la loro situazione all’interno dell’insediamento. Di tutto rilievo anche le musiche, le quali riprongono melodie molto simili a quelle ascoltate nei precedenti episodi: insomma, da questo punto di vista l’atmosfera dei vecchi Settlers non corre alcun pericolo. Sotto la media sono solamente gli effetti sonori durante le battaglie: sembra più che altro una colluttazione a cazzotti. Ad ogni modo, il tutto merita un bell’8 anche perché The Settlers: L’Eredità dei Re è commercializzato in Italia in una versione completamente parlata in italiano, una cosa che ultimamente non è molto frequente.

HARDWARE

Requisiti minimi: Processore da 1 Ghz, 256 MB RAM, scheda video con 32 MB, 1,5 GB di spazio libero su hard disk.

Requisiti consigliati: Processore da 1 Ghz, 512 MB RAM, scheda video con 64 MB, 1,5 GB di spazio libero su hard disk.

MULTIPLAYER

The Settlers: L’Eredità dei Re offre tre modalità di gioco in multiplayer: conquista, corsa alla tecnologia, partita a punti. Nella prima dovremo semplicemente eliminare il quartier generale delle squadre nemiche. Nella modalità corsa alla tecnologia dovremo sviluppare tutte le ricerche presenti nel nostro collegio. Potremo monitorare costantemente la situazione degli avversari e capire, quindi, a che punto siamo. In questa modalità è molto importante la raccolta delle risorse, in quanto sono necessarie per avanzare nella ricerca. Nella partita a punti c’è invece una durata fissa di un’ora. Chi alla fine del tempo ha più punti è il vincitore. Anche qui potremo monitorare la situazione degli avversari.

– Un tuffo nel passato

– Gestionalmente intrigante

– Prezzo competitivo

– Più gestionale che strategico

– Fase di esplorazione noiosa

7.5

The Settlers: L’Eredità dei Re è un gioco abbastanza controverso. Se da una parte non si può certamente annoverarlo tra gli strategici, dall’altra non lo si può considerare neanche un gestionale. Tra le due, secondo noi, è comunque la parte gestionale quella realizzata meglio, per cui lo consigliamo solamente a chi si aspetta grandi cose da questo punto di vista, non certamente da quello degli RTS. Come strategico, infatti, è molto deludente sia perché le battaglie occupano uno spazio troppo piccolo rispetto al resto sia perché lo scarso numero di unità differenti permette strategie molto approssimative.

D’altra parte, L’Eredità dei Re va considerato per la sua struttura di gioco in generale e da questo punto di vista si è rivelato appagante grazie alla gestione dei tanti tipi di risorse, all’elaborata fase di ricerca, alla dettagliata fase di gestione delle tasse. Tuttavia, per il giocatore moderno si rivelano assolutamente frustranti i tantissimi tempi morti, corroborati da fasi di esplorazione che durano anche minuti e che contribuiscono solo a rallentare i già blandi ritmi di gioco.

Ad ogni modo, L’Eredità dei Re sarà sicuramente gradito dagli appassionati dei precedenti giochi della saga, per i quali è un acquisto assolutamente obbligatorio. Per gli altri che hanno già giocato a man bassa più nuovi esponenti del genere, considerando anche il prezzo molto competitivo al quale viene venduto (19,99 €), il nuovo gioco di Blue Byte può rivelarsi un ottimo acquisto ma solo se si digeriscono gli equilibri di gioco votati assolutamente nella direzione del gestionale.

Voto Recensione di The Settlers: L'Eredita' dei Re - Recensione


7.5

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