The Secret of Monkey Island - Special Edition
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a cura di drleto
I Caraibi non sono mai stati affollati come gli ultimi tempi. Dopo 9 anni di silenzio pirati fantasma, boccali di Grog e polli di gomma con la carrucola tornano ad invadere le nostre console e i Pc. The Secret of Monkey Island è finalmente tornato nella sua forma più pura, ovvero quel primo episodio con il quale è tutto cominciato. Non fatevi ingannare dalla rinnovata veste grafica, perché il cuore dello SCUMM batte inalterato sotto di essa. Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando consigliamo di dare un’occhiata al recente speciale pubblicato sulle pagine di Spaziogame.it, mentre a tutti gli altri consigliamo di tenersi forte, si sta per salpare verso l’Isola di Mêlée!
Back to the FutureCome prontamente è sottolineato dal filmato iniziale, quello che è stato fatto con la Special Edition è aver restituito lustro ad una delle pietre miliari dell’intera storia dei videogiochi, aggiornandola agli standard moderni andando a ritoccare l’unico aspetto che ha risentito pesantemente dello scorrere del tempo, ovvero quello tecnico. I Caraibi saranno ora in alta definizione, oltretutto impreziositi da nuovi arrangiamenti musicali e da un ottimo doppiaggio in inglese capace di valorizzare ulteriormente gli esilaranti dialoghi. Un lavoro difficile, ma svolto decisamente bene, con personaggi ottimamente caratterizzati che riescono a mantenere un certo stile nonostante siano, come era normale aspettarsi, pesantemente ispirati alle creazioni di Ron Gilbert e musiche estremamente orecchiabili. I nostalgici comunque non si disperino: tutti coloro che vedono nell’avanzamento tecnologico un nemico da temere sappiano che con la semplice pressione di un tasto (su console, ovviamente è il BACK) sarà possibile tornare in qualsiasi momento al fulgido splendore dell’era Amiga, fatti di 256 pixellosi colori e qualche gracchiante effetto sonoro. La principale differenza che si noterà facendo questo tuffo nel passato consisterà nella ricomparsa della celebre barra delle azioni e dell’inventario, il fulcro dello Scumm, che nella Special Edition sono stati apparentemente eliminati, ma in realtà semplicemente nascosti e richiamabili attraverso la pressione del grilletti dorsali. Una scelta di sicuro impatto estetico, che tuttavia risulta essere piuttosto macchinosa durante la risoluzione degli enigmi e la manipolazione degli oggetti. A sinistra avremo tutte le azioni che Guybrush potrà fare (Usa, Dai, Tira..), mentre a destra l’inventario. Questo sistema fa si che per utilizzare due oggetti occorrerà saltare due o tre volte tra questi menu, a differenza dell’interfreccia originale con la quale bastavano semplicemente tre click del mouse.Ma noi siamo degli esteti, ed abbiamo dunque preferito mantenere la nuova edizione per godere appieno del lavoro artistico svolto, notando che, dopo poco tempo, la mappatura del pad risultava comunque funzionale. Anche perché il gioco, per mantenersi rigorosamente fedele alle sue origini, rimane piuttosto rigido, apparendo spesso ostico agli occhi del pigro giocatore moderno, oramai abituato alle coccole dei puntatori intelligenti presenti nelle avventure di ultima generazione. Una piccola mano per sentire meno il peso del tempo arriva da alcune azioni che verranno riconosciute automaticamente accostando il cursore ad un oggetto, ma siamo ancora lontani dal concetto di flessibilità e accessibilità. L’unica concessione è data da un efficiente sistema di aiuti che verrà in soccorso al giocatore spaesato dalla follia degli enigmi proposti, alcuni dei quali richiedono un efficiente pensiero laterale per poter immaginare che il Grog possa sciogliere altro oltre che le budella dei pirati dello Scumm Bar o che i delicati fiori della foresta siano ottimi ritrovati per far addormentare le belve più feroci.Un’altra piccola concessione alla modernità è legata alla possibilità di poter saltare alcuni estenuanti dialoghi con la pressione prolungata del tasto Y.
Così com’èRileggere The Secret of Monkey Island: Special Edition con i parametri moderni sarebbe un’operazione tanto inutile quanto sbagliata. Quello che si ha davanti è un capolavoro di umorismo e nonsense, una storia immortale che amerete rievocare per anni, raccontando agli amici quale insulto si è usato per battere tal pirata o lo stratagemma utilizzato per cacciare il maledetto vecchiaccio dal suo emporio. Una collezione di personaggi indimenticabili, ugualmente efficaci nel 1990 che oggi, a quasi 20 anni di distanza, oltretutto valorizzati da un comparto grafico all’altezza delle produzioni odierne, e musiche particolarmente azzeccate.Poco importa dunque che coloro che conoscono a memorie i suoi enigmi potranno completare The Secret of Monkey Island: Special Edition in poco più di due ore, o che alcuni aspetti del gameplay risultino rigidi se non addirittura noiosi, come dover attendere pazientemente le animazioni per giungere dall’altra parte dello scenario o una gestione degli enigmi e degli oggetti che richiederà qualche operazione in più di quanto siamo abituati (e nonostante tutto nulla di più macchinoso dell’inventario di un Resident Evil 5 qualsiasi); perché per meno di 10 euro ci porteremo a casa uno dei più divertenti e godibili giochi della storia nella sua forma più pura.
– Un classico senza tempo
– Tecnicamente rinnovato
– Divertente come nel 1990
– Gameplay un po’ macchinoso
9.0
The Secret of Monkey Island: Special Edition è una pietra miliare da giocare almeno una volta nella propria vita per poter assaporare una delle produzioni più geniali, divertenti e irriverenti che siano mai state prodotte nella nostra industria, che a distanza di 20 anni è ancora considerata il metro di paragone per questo tipo di produzioni. Senza considerare che il lavoro svolto per giustificare il suffisso Special Edition è comunque ottimale, con una direzione artistica davvero encomiabile che ci ha regalato una grafica molto piacevole, e un doppiaggio assolutamente di livello.
Un gioco da avere a tutti i costi, soprattutto considerando il prezzo “budget”.
Voto Recensione di The Secret of Monkey Island - Special Edition - Recensione
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