Recensione

The Lost Vikings

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a cura di Fabfab

Quando Interplay e Blizzard uniscono le forze, non è raro che ci scappi il capolavoro: non vi dicono niente nomi come Warcraft, Diablo e Starcraft? Se il buon giorno si vede dal mattino, anche questo The Lost Vikings potrebbe riservare grosse sorprese!

Tre vichinghi nello spazioThe Lost Vikings è un gioco che nasce si evolve sull’onda dell’assurdo e della demenzialità più sfrenata, a partire dalla trama fino ad arrivare agli assurdi alieni con cui verrete in contatto.Questa la storia: Erik the Swift (“il rapido”), Baleog the Fiere (“il feroce”) e Olaf the Stout (“il forte”) sono tre vichinghi che vivono felici con le famiglie in un tranquillo villaggio del nord. Sono grandi amici, vanno a caccia assieme, mangiano assieme, combattono l’uno a fianco dell’altro, pure le loro mogli sono identiche (avranno assieme anche quella?): purtroppo accadde che un’infausta notte, una nave aliena abbia a passare proprio sopra le loro teste e decida di rapirli.Sballottati in una realtà a loro ignota e desiderosi più che mai di fare ritorno a casa, i tre saranno più che mai costretti a collaborare per riuscire a sventare i piani di un folle “collezionista” intergalattico.

Quanti vichinghi ci vogliono per avvitare una lampadina?Spiace parlare alle spalle delle persone, ma, onestamente, bisogna ammettere che Erik, Baleog e Olaf sono davvero tre frane: abituati da tempo a poter contare uno sull’altro, hanno finito con lo specializzarsi in determinate abilità al prezzo di dimenticare completamente tutte le altre! Mi spiego meglio: Baleog è un combattente letale, abile sia con la spada che con l’arco, ma non è assolutamente capace di difendersi, Erik è agile e veloce e riesce a spiccare balzi incredibili, ma non sa combattere (l’unica cosa che gli riesce bene è sfondare i muri a craniate…non molto salutare), Olaf ed il suo scudo respingono qualsiasi attacco, ma lui non è in grado né di correre o saltare, né di combattere (anche se è in grado di utilizzare il suo scudo per planare, quando si lascia cadere da certe altezze. In realtà come possa un ciccione come lui planare senza sfracellarsi rimane un vero mistero…bambini, mi raccomando, non imitatelo!).Ecco che allora la collaborazione appare non solo come l’estrinsecazione di una profonda amicizia, ma piuttosto come una necessità dettata dalle dure leggi della sopravvivenza!

Uno per tutti, tutti per unoGuarda a volte i casi della vita (sic)! Pare proprio che i vari livelli dell’astronave presentino avversità ed ostacoli “pensati” in modo tale da poter essere superati unicamente se i tre tizi in questione uniranno le loro forze; col procedere degli stessi gli enigmi si fanno via via più complessi ed articolati e sebbene la morte prematura di uno dei tre amici non comporti nessun game over anticipato, in realtà la struttura stessa con cui gli stage sono costruiti impedirà agli altri due di poter sperare in una miglior sorte. Restare per sempre bloccati oppure seguire l’amico nel Valhalla, queste le uniche alternative concesse ai sopravvissuti…

Il gameplayOgni livello ha un inizio ed una fine e solo sfruttando a dovere le abilità combinate dei nostri tre eroi potremo sperare di uscirne indenni: i tasti A e B sono deputati all’utilizzo delle abilità primarie e secondarie di ogni personaggio, L e R servono per selezionare il personaggio da utilizzare in quel frangente mentre Select permette l’accesso all’inventario. Non ci sono punti di salvataggio, a memorizzare i vostri progressi provvede automaticamente il gioco ogni volta che supererete indenni il livello.I livelli sono strutturati come in un classico platform ma, ovviamente, i singoli passaggi sono studiati appositamente per rappresentare una sorta di “enigma” che il giocatore potrà superare unicamente se saprà sfruttare al meglio le abilità dei tre personaggi messi a disposizione.Come posso premere il pulsante posto dietro un’inferriata? Utilizzando l’arco di Baleog! Come raggiungere quella piattaforma irraggiungibile con il salto di Erik? Basta usare Olaf ed il suo scudo come trampolino…Inizialmente la sfida apparirà piuttosto ardua ed occorrerà un pò di tempo prima di comprendere come sfruttare al meglio le abilità di ognuno dei tre eroi: d’altronde queste rimangono invariate per tutto il corso dell’avventura, quindi gli enigmi proposti cominceranno presto ad apparire prevedibili. Per cercare di ovviare a questo problema i livelli, inizialmente abbastanza “statici” e privi di veri e propri ostacoli di percorso al di là degli stessi enigmi, assumeranno col procedere del gioco una connotazione sempre più da platform, con tutti i problemi che ne conseguono data la scarsa agilità di Baleog ed Olaf: va detto che, a causa di questa scelta, gli stage finali rasentano più di una volta la frustrazione…Nel corso dei livelli troverete disseminati vari oggetti, alcuni che ripristinano l’energia, altri da utilizzarsi per proseguire (bombe, chiavi…): ognuno dei tre vichinghi potrà trasportare non più di quattro oggetti ed occorrerà quindi prestare una certa attenzione anche a quanto si raccoglie. Non vorrete trovarvi senza frutti rigeneranti quando vi trovate in fin di vita, vero? O senza un posto dove raccogliere la chiave della porta che blocca il livello?

Grafica e sonoroLo stile adottato per il gioco è molto super deformed e cartoonoso; i tre protagonisti, che ricordano molto da vicino i personaggi di Asterix, sono dettagliati, colorati e ben caratterizzati nelle animazioni (Erik, quando corre, dà proprio l’idea del tipo agile, mentre quando si muove Olaf pare quasi di sentire il pavimento che scricchiola sotto il suo peso…).Meno brillante il design dei livelli, che passano dal tecnologico al fantastico ma, salvo qualche eccezione, appaiono tutti abbastanza anonimi.Molto d’atmosfera il sonoro, nel senso che sembra quello del cabinato del ’92: ma se questo potrebbe far scendere una lacrimuccia sulla guancia del nostalgico, probabilmente finirà con l’irritare tutti gli altri che si stuferanno ben presto di questi motivetti martellanti, quasi ossessivi. Praticamente assente, invece, qualsivoglia effetto sonoro…

– Enigmi coinvolgenti

– Personaggi ben caratterizzati

– Musiche martellanti e ripetitive

– Si tratta pur sempre di un gioco di 11 anni fa…

7

The Lost Vikings è il remake di una vecchia gloria uscita, ormai, più di un decennio fa. Graficamente è stato fatto un discreto lavoro, in quanto sono state sfruttate (anche se non appieno) le potenzialità del moderno GBA riuscendo comunque a mantenere un feeling da retrogame: e questo, in sostanza, è il suo limite. Il gioco è bello, discreta la realizzazione tecnica (a parte l’audio, ossessivo e poco ispirato), coinvolgente il gameplay ma nonostante tutto, alla lunga potrebbe stancare perché, in fondo, sarete chiamati a fare sempre le stesse cose: ogni personaggio, infatti, è dotato di particolari abilità che deve sfruttare al meglio in combinazione con quelle dei compari per poter sopravvivere ed avanzare al livello successivo. Il numero limitato di abilità a disposizione e la scelta di non introdurne di nuove col procedere dei livelli, fa si che una volta apprese le potenzialità di ognuno dei tre vichinghi, lo schema degli enigmi apparirà, inevitabilmente, limitato e ripetitivo; in sostanza The Lost Vikings si presenta come un bel gioco ma con un concept (ed un livello di difficoltà) vecchio di anni che potrebbe non coinvolgere più le nuove leve di videogiocatori…

Voto Recensione di The Lost Vikings - Recensione


7

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