Recensione

The Legend of Zelda: The Wind Waker

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a cura di Yoshi

Lo avete atteso per anni, avete assistito alla pubblicazione per i mercati nipponico e statunitense, forse vi siete già muniti di una copia di importazione, avete covato speranze e combattuto dubbi sulle scelte stilistiche di Nintendo: finalmente il nuovo Zelda è giunto anche sul mercato europeo, e il mondo dei videogiochi si è in qualche modo fermato, come per lasciare a ciascuno tempi e modi adeguati per assistere e giudicare uno dei pochi titoli in grado di segnare un vero e proprio punto di riferimento nell’ambiente.Prima di iniziare la recensione qualche doverosa premessa: l’articolo non tratterà gli aspetti specifici del titolo, di cui indubbiamente sarete al corrente anche grazie all’ottima recensione della versione Ntcs già pubblicata su Spaziogames, né anticiperà alcun elemento della storia o delle tecniche di gioco, poiché anche esse devono rappresentare in qualche modo una sorpresa. Si limiterà invece a qualche notizia di carattere pratico sulla conversione o sui requisiti di sistema per poi dedicarsi al non facile compito di descrivere cosa rappresenti questo The Wind Waker per il Gamecube e più in generale per il mondo dei videogiochi. Parte di quanto seguirà si riferisce all’edizione speciale del gioco, reperibile nei negozi in questo periodo e comprendente oltre al titolo principale anche il disco bonus con la conversione del mitico Ocarina Of Time pubblicato originariamente su Nintendo 64 (e la sua versione Master Quest del tutto inedita). I voti finale sono invece relativi al solo episodio The Wind Waker (per quanto riguarda Ocarina Of Time, nel caso non aveste mai avuto modo di giocarci, considerate il medesimo voto globale).

Confezione e requisitiLa confezione, rigorosamente dorata come da tradizione per la serie Zelda, include due Mini-DVD: il primo, anch’esso di tinta aurica, è occupato dal nuovo capitolo delle avventure di Link, mentre sul bonus disk risiedono le conversioni di Ocarina Of Time e Master Quest, di cui avremo modo di parlare in seguito. Sono inoltre presenti una serie di filmati relativi ai titoli di spicco per Gamecube: non si tratta di materiale particolarmente recente, ma in ogni caso di un’ottima occasione per visionare le meraviglie grafiche di F-Zero, Metroid Prime o 1080° Avalanche. Il manuale cartaceo è anch’esso strutturato in pieno stile Zelda: qualche doveroso dettaglio tecnico su requisiti di sistema, opzioni di gioco e modalità di connessione con Gba, l’introduzione all’universo che fa da sfondo al titolo e un breve cenno alle tecniche di gioco, ai personaggi e agli oggetti, il tutto all’insegna della filosofia chi si vuole divertire chiuda il manuale e accenda la console.Prima di seguire questo prezioso consiglio, un paio di note sui requisiti. In primo luogo la gestione della memory card: The Wind Waker richiede 12 blocchi su scheda di memoria, necessari a creare un file in grado di gestire tre diversi profili di gioco. Lo spazio occupato dal bonus disk OOT/MQ ammonta invece a 15 blocchi, e anche in questo caso per ogni gioco sono creati 3 slot di salvataggio. Sempre per quanto riguarda il bonus disk, i due titoli operano esclusivamente in modalità 60 Hz: se da un lato questa notizia è ben accolta in termini di velocità di gioco, dall’altro è uno dei sintomi di una conversione buona ma non certo curata in modo maniacale da Nintendo, che in questo caso limita leggermente il parco giocatori escludendo chi possiede apparecchi televisivi non abilitati alla frequenza di 60 Hz (si parla di dispositivi oggettivamente obsoleti e ormai poco diffusi, ma la nota è doverosa). Nessun problema per The Wind Waker, visualizzabile sia in modalità Pal a 50 Hz sia con frequenza maggiore, tenendo premuto il tasto B del joypad al momento dell’accensione.Supportato il sistema Dolby Pro Logic per la riproduzione di audio posizionale anche con impianti dotati di soli due diffusori.

Sogna ragazzo, sognaVento e mare sono gli elementi naturali che dominano il gioco: il viaggio quindi, e per la precisione un viaggio a tappe (isole) verso lo scontro finale con il solito, perfido Ganon. All’inizio dell’avventura il richiamo alle leggende del passato, e ai valori che rappresentano, e la figura di un ragazzo ingenuo investito all’improvviso da una responsabilità più grande di quanto egli sembra poter sopportare. Elementi di continuità con Ocarina Of Time, indubbiamente, ma questa volta trattati con uno stile più leggero, più colorato, quasi Miyamoto avesse deciso di tornare allo Zelda di A Link to The Past, rispetto alla versione ben più matura e oscura che ha caratterizzato l’ultimo episodio di carattere temporale apparso su Nintendo 64. Il paragone con il titolo disponibile sul disco bonus è quanto mai significativo: due supreme facce della stessa medaglia, che rendono ancora più impedibile questa Special Edition.The Wind Waker è quindi strutturato, oltre che illustrato, come un cartone animato, dallo stile originale quanto basta ma con chiari richiami agli universi dei manga ma anche di disney o del fumetto d’autore. I controlli sono come sempre forgiati sul joypad a disposizione e ricalcano in maniera fedele quelli introdotti in Ocarina Of Time. Durante i combattimenti il meccanismo fondamentale rimane quello del targeting, che consente di puntare il nemico e muoversi in modo radiale e circolare rispetto al medesimo. A tal proposito va sottolineata una certa evoluzione negli stili di lotta messi a disposizione di Link: nel complesso le fasi di scontro posso richiedere stili più vari e articolati, sebbene rimanga il forte sbilanciamento verso la componente di esplorazione e risoluzione degli enigmi.L’inventario e le armi sono gestite con le funzioni di assegnamento dinamico ai tasti, anche questa eredità di Ocarina come pure il tasto principale di azione che di volta in volta può corrispondere al parlare, all’aprire porte o al salto. Una novità parziale è invece rappresentata dal tasto R che, oltre al controllo dello scudo, è predisposto all’accovacciamento con relativa andatura a gattoni.I dungeon sono dotati della classica struttura in stile Zelda, con enigmi crescenti in complessità e l’obbligo di utilizzare gli ultimi elementi del vostro inventario. La sfida è sempre equilibrata e la curva di apprendimento delle tecniche avanzate quanto mai lineare, mentre i mostri finali richiedono un approccio strategico unico e articolato. Le sezioni in barca sostituiscono le cavalcate di Ocarina Of Time, non limitandosi alle funzioni di trasporto tra un mondo all’altro ma costituendo una parte integrante dell’avventura. Senza voler anticipare nulla, basterà ricordare la possibilità di scandagliare il fondo marino alla ricerca di tesori perduti, e all’interazione della componente nautica con il vento, vero protagonista del gioco.

La tecnica e lo stileI titoli sviluppati da Miyamoto hanno sempre avuto come caratteristica essenziale la ricerca di un preciso stile d’insieme: il primo obbiettivo del geniale game designer è infatti quello di creare giochi omogenei, in cui grafica, sonoro e giocabilità concorrano all’unisono nel ricreare delle precise atmosfere in cui immedesimarsi. La tecnica come semplice sfoggio di potenza della console o di perizia dei programmatori passa in secondo piano, pur di creare un comparto estetico in linea con l’idea di fondo del titolo. I giochi di Mario e Zelda non sono mai stati la massima espressione grafica per le console Nintendo, fin dai tempi dello Snes, ma sono riusciti a sfruttare la grafica come strumento di espressione del gioco. E proprio l’espressionismo è il fattore chiave del nuovo The Wind Waker: Link, i personaggi comprimari, i nemici e le ambientazioni sono tutti rappresentati in funzione degli umori, dei sentimenti e delle intenzioni che devono rappresentare. I colori non sono mai lasciati al caso, così come i vestiti o le decorazioni. Gran parte del merito va indubbiamente attribuita alla coraggiosa scelta della grafica in cel-shading. Mai decisione fu più azzeccata, dal momento che questo Zelda non avrebbe mai potuto rendere meglio con uno stile tradizionale e realistico. Va poi detto che la tecnica di cel-shading raggiunge qui l’apice delle sue potenzialità, sia per il contesto in cui è calata, sia per la realizzazione effettiva che può contare su una fluidità impeccabile e su animazioni da urlo. Una nota particolare meritano gli effetti di luce, le esplosioni e la rappresentazione del vento, tutti in pieno stile da cartone animato. Il risultato può sembrare semplicistico a una prima occhiata, ma se ci si sofferma ad analizzare l’effettivo lavoro svolto dal motore grafico non si può che rimanere colpiti.Il comparto audio si fonda su una serie di melodie che riprendono i temi classici della serie (non infrequenti sono i remix di tracce storiche) unite a nuovi brani. L’orchestrazione è perfetta così come la pulizia del sonoro, ma a farla da padrone ancora una volta è l’interattività del commento, aspetto spesso sottovalutato e sfruttato tutt’oggi troppo raramente nei videogiochi. Se ad esempio Link percorre un sentiero e si imbatte in un nemico, l’audio sottolinea il cambiamento di situazione mutando con una transizione verso registri più drammatici. Il tutto avviene senza alcuno stacco percepibile ma contribuisce in maniera rilevante all’immedesimazione nell’avventura.Per quanto concerne i campionamenti vocali, Miyamoto ha confermato la sua politica contro il doppiaggio dei dialoghi: la scelta è stata dettata dalla volontà di non identificare Link e gli altri con un tono preciso, lasciando all’immaginazione di ognuno il compito di trovare la voce più adatta. Le conversazioni sono così commentate, come avveniva in Ocarina Of Time, da gridolini o brevissime frasi (thank you ad esempio) che servono a determinare il tono dell’affermazione. Anche in questo caso la scelta si è rivelata a nostro parere felicissima, considerando soprattutto l’effetto deleterio che un doppiaggio integrale avrebbe potuto avere sui caricamenti, che al contrario sono in Zelda del tutto impercettibili.

Collegamento con Game Boy AdvanceProseguendo la politica Nintendo di forte sinergia tra le due console odierne, anche The Wind Waker dispone di funzionalità per il collegamento con un Game Boy Advanced. Un questo caso il portatile della grande N può essere utilizzato come RadioTingle, uno strumento in grado di richiamare l’aiuto di Tingle, simpatico personaggio che incontrerete nelle prime fasi del gioco.Tingle vi donerà questa sorta di ricetrasmittente insieme a una mappa con indicazioni su località segrete sparse per il mondo di The Wind Waker. Inoltre potrà tornare utile in più di un’occasione durante il gioco classico, fornendo una vera e propria modalità a due giocatori. Non ci dilunghiamo oltre per non svelare nessun particolare, sottolineando però che l’utilizzo del collegamento con Gba non è necessario per il completamento dell’avventura, così come non serve alcuna cartuccia di gioco Gba per accedere a RadioTingle.

LocalizzazioneNegli ultimi anni (periodo Gamecube, per intenderci), Nintendo ci ha abituati a ottime conversioni dei propri titoli per il mercato Europeo: se da un lato non si può certo lodare la tempestività delle localizzazioni, è dall’altro innegabile la cura con cui queste sono portate a termine; il Cubo può ben dirsi la console con titoli Pal più ottimizzati dai tempi della candida macchina chiamata Dreamcast.Da Zelda ci si attendeva logicamente una conferma in questo senso. Detto della duplice opzione di aggiornamento schermo 50/60 Hz, l’interrogativo più grande riguardava la localizzazione del testo in lingua italiana, che ha diviso preventivamente (parola infausta, di questi tempi) il pubblico: da un lato i puristi sostenitori della lingua inglese (chissà poi perché visto che non si tratta dell’idioma originale) che temevano un’eventuale carenza nella traduzione, dall’altra chi non aveva dubbi sulla bontà dell’opera. A posteriori possiamo tranquillamente dare ragione a questi ultimi: i dialoghi e le schermate esibiscono infatti sia un ottimo vocabolario sia un’eccellente struttura delle frasi. Non si sprecano neppure i giochi di parole e le battute, quasi sempre azzeccate e di richiamo disneyano, il che contribuisce a ricreare l’atmosfera di cartone animato che permea tutto il gioco. Se poi non sopportate l’idea di un Link maccheronico, potete sempre selezionare tra le lingue disponibili il più canonico inglese.

Il bonus diskLa special edition di The Wind Waker, disponibile al lancio e fino a esaurimento scorte, vi permette di giocare a due dei tre episodi di Zelda progettati per Nintendo 64. Il primo, Ocarina Of Time, è stato in effetti pubblicato e accolto da critiche entusiastiche che tutt’ora lo pongo al vertice di un’ipotetica classifica di tutti i tempi. Master Quest è una versione evoluta di Ocarina, che presenta variazioni minime dal punto di vista estetico e lo stesso mondo, con modifiche al contrario abbastanza sostanziali per quanto riguarda la struttura dei dungeon e gli enigmi da risolvere. La conversione dei due titoli su di una piattaforma ben più potente del Nintendo 64 è stata portata a termine in modo soddisfacente ma non certo entusiasmante: il motore grafico interamente poligonale ha permesso di aumentare senza difficoltà la risoluzione per portarla a livelli sicuramente più consoni a un Gamecube. Il frame-rate è invece rimasto quello delle versioni originali: non vi sono rallentamenti sensibili ma il conteggio dei quadri al secondo si attesta sui 25 circa, un valore più che buono 5 anni fa ma ormai solo discreto. L’unica lingua disponibile è inoltre l’inglese: forse avrebbe richiesto troppo tempo e investimenti per un remake, ma certo non ci sarebbe dispiaciuto ritrovare anche Ocarina Of Time e Master Quest in italiano.Le critiche fin qui mosse comunque nulla tolgono al valore intrinseco dei due titoli, soprattutto di OOT: si tratta di un gioco storico, che ha rappresentato una vera e propria pietra miliare per il panorama videoludico. Se non avete preso contatto a tempo debito, non lasciatevelo sfuggire.

Il videogioco ai suoi massimi livelli.

Ispirato, curato e riuscito.

Esemplare.

9.5

Il nuovo Zelda è esattamente quello che ci si attendeva: un capolavoro. Non è certamente innovativo come Ocarina Of Time, che segnava il passaggio delle avventure di Link dalle due alle tre dimensioni, ma grazie alla realizzazione tecnica pressoché impeccabile, alla cura per i dettagli, all’atmosfera e allo stile da favola (in tutti i sensi) vive di luce propria rappresentando l’ennesima pietra miliare che questa serie lascia in dote al mondo dei videogiochi.

Senza voler sminuire titoli di altissimo valore come Super Mario Sunshine o Metroid Prime, si può affermare senza dubbio che Zelda è il primo motivo per acquistare un Gamecube, console che non avrà certo i numeri della rivale PS2 in termini di vendite, pubblico e parco giochi, ma (come già fece il Nintendo 64) si rivela ogni giorno di più un’oasi felice per titoli destinati a resistere al vento del tempo, a differenza di molti giochi esaltati oggi e dimenticati domani.

Il valore di The Wind Waker è assoluto e del tutto indipendente dalla longevità; per chi fosse comunque preoccupato da questo aspetto ci teniamo a sottolineare come la durata dell’avventura sia di tutto rispetto, paragonabile a quella di Ocarina Of Time. Diversa semmai è la struttura del gioco, più varia e meno incentrata sui dungeon, comunque presenti e ricchi dei puzzle che da sempre caratterizzano l’action Rpg made in Nintendo.

Caldamente consigliato l’acquisto della versione speciale con disco bonus, soprattutto per chi abbia perso Ocarina Of Time su Nintendo 64. Al prezzo di un gioco otterrete due capolavori che hanno segnato e segnano l’evoluzione del videogioco come forma di intrattenimento e arte.

Perché il voto finale non è 10? Perché ogni nuovo Zelda non solo ridefinisce lo standard, ma sposta anche di qualche centimetro più in là l’orizzonte della perfezione, pronto a essere inseguito con il prossimo episodio.

Voto Recensione di The Legend of Zelda: The Wind Waker - Recensione


9.5

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