Recensione

The Legend of Spyro: A New Beginning

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a cura di Alex64

Dopo il discreto Spyro: Shadow Legacy, ecco che il draghetto viola più famoso del firmamento videoludico si appresta a compiere la sua seconda scorribanda su Nintendo DS. A proporcelo sono sempre loro, gli Amaze in coppia con la Vivendi Universal, ma tenete presente che stavolta si tratta di Spyro: A New Beginning, un titolo uscito in contemporanea anche su altre piattaforme ludiche, casalinghe e non. Cosa avranno combinato?

But the Dark Master heard the prophecies as well…Correva l’anno del drago, quand’ancora i quattro saggi del “Dojo” – Ignitus, Volteer, Cyril e Terrador – riponevano non poca fiducia in quelle stesse uova che avrebbero dato alla luce un drago viola. Un drago viola; una creatura mistica che compare una volta ogni dieci generazioni e che, secondo la profezia, sarebbe stata in grado di riportare l’equilibrio in quelle terre con la sconfitta definitiva delle tenebre. Ma anche il Signore Oscuro, che a quelle “tenebre” era particolarmente affezionato, conosceva fin troppo bene la profezia; e così, in una notte senza luna, le sue armate assaltarono il Dojo, ferme nell’intento di impedire che un giorno o l’altro la leggenda divenisse realtà. Soverchiati in numero, i quattro dragoni non riuscirono ad evitare l’inevitabile: l’orda nemica eruppe nella sala del nido e si impossessò di tutte le uova ivi presenti. Ma proprio di tutte? Direi di no. Ignitus, nel disperato tentativo di tener viva la profezia – o almeno, quel che ne rimaneva – affidò una di quelle cerulee sfere alle correnti del fiume prossimo al tempio, sperando un giorno che qualcuno o qualcosa gli portasse la buona novella. Quelli a seguire furono anni bui, in cui il bene avverso al male vide Ignitus, Volteer, Cyril e Terrador, scontrarsi con i soldati delle tenebre senza soluzione di continuità, dando l’idea che un pareggio fosse il compromesso ideale per tutti. Ma nessuna storia è veramente completa senza lo spettro del tradimento. Cynder, un’affascinante quanto perfida draghessa nera, soggiogata dal potere del Signore Oscuro e surrogata nei suoi intenti, catturò e imprigionò tre dei quattro dragoni, lasciando il solo Ignitus a vagare impotente in un regno ormai fuori dal suo controllo. Ma non tutto era perduto, il buon superstite si ricordava ancora di quell’uovo affidato alle acque del fiume. Magari là, alla fine dell’estuario, dove il cristallino si mischia al fango delle paludi, un drago viola stava crescendo… allevato magari da una famiglia di libellule (nota dell’autore: effettivamente il gioco di parole Dragon-Dragonflies rende anni luce meglio nell’idioma anglosassone).

Spyro The Dragon!Rispetto alla controparte Shadow Legacy, capitolo esclusivo di Spyro uscito su DS esattamente l’anno scorso, vanno riscontrate diverse variazioni sul tema di gioco. Come prima cosa, si passa da un’impostazione prettamente esplorativa e di indole RPG, ad un gameplay molto più action incentrato su scontri a ripetizione; una sorta di piacchiaduro a scorrimento (perdonatemi l’azzardo) dove l’avanzamento è precluso da barriere magiche fin quando non avremo eliminato tutti i nemici presenti in zona. Capite bene che lo sviluppo di trama ed azione è per forza di cose molto lineare e, soprattutto, non torneremo mai sui nostri passi… non ve ne sarà bisogno (l’esatto contrario di quanto avveniva nello Shadow Legacy, per l’appunto). In secondis, l’apprendimento di nuove tecniche avviene in “automatico”; non sono richiesti, né tantomeno previsti, punti esperienza e passaggi di livello. Più semplicemente, durante le sessioni di combattimento, il nostro coriaceo e per nulla affabile draghetto viola si ricorderà un pò per volta dei suoi poteri sopiti. I poteri si dividono – a seconda dei quattro elementi – in fuoco, ghiaccio, elettricità e terra; ogni elemento dominante ci farà dono di tre abilità: breath attack, bomb attack ed elemental shield. Da parte loro, i dragoni del Dojo, avranno il solo merito di svelarci il segreto dell’ulteriore “attacco furia”, denominato fury attack, anch’esso disponibile nelle quattro varianti relative agli elementi sopraccitati (ogni dragone ha un suo elemento di pertinenza, prima però occorre liberarli). Comunque, la combinazione di tasti atta ad eseguire le mosse descritte è sempre la medesima, non cambia a seconda dell’elemento selezionato, e dunque, ancora una volta, non si può parlare di avanzamento/apprendimento vero e proprio, ma più di una semplice formalità (non è più un rpg, ricordate?). A spezzettare l’azione, vi saranno degli astrusi marchingegni da far funzionare tramite stylus, come catapulte lancia-palle-di-neve oppure porte e ancora scrigni da aprire; il tutto sapientemente disseminato negli scenari di gioco. Qualche parola in più meritano gli scrigni, rappresentati graficamente da una sorta di cofanetto nero non più grande di tutti gli altri elementi scenario, ma che comunque vi salterà all’occhio per la sua dislocazione strategica. Questi cofanetti racchiudono nelle loro spire il potere dei cristalli; talvolta, aprendoli e risolvendo il mini-gioco al loro interno, distruggeremo una barriera magica sita nei pressi degli stessi… ma non sempre sarà così. A ben vedere, può capitare anche che non accada nulla, ma in cambio riceveremo sempre un cristallo, la cui utilità ve la spiegherò in un secondo momento, per adesso vi basti sapere che è preferibile collezionarli quanti più possibile. Tirando le somme, è palese che gli Amaze hanno optato stavolta per un feeling più diretto e immediato, preferendo l’intuitività alla riflessione, alla luce soprattutto del fatto che il loro precedente lavoro era gravato da un inizio troppo ostico. Adesso il pericolo è scongiurato, non dovremo più ripercorrere zone già viste, non dovremo più preoccuparci di upgrade e punti esperienza, né tantomeno di incontrare nemici fuori dalla nostra portata. Stavolta, l’unico elemento di sfida è rappresentato dall’apparentemente infinita quantità di orde nemiche in pseudo 3D che saremo chiamati a sconfiggere. I boss di contro, saranno affrontanti in arene completamente 3D, in una sorta di shoot-’em-up che, vuoi perchè Spyro è un drago, vuoi perchè i movimenti sono limitati, mi ha ricordato un sacco Panzer Dragoon (Sega).

A diamond is forever!Ogni qual avrete ragione di un nemico, il di lui cadavere svanirà lasciando spazio alle proverbiali gemme; onnipresenti in qualsiasi titolo riconducile alla saga di Spyro. Sullo schermo superiore del vostro dual screen sono presenti tre barre ricaricabili di diverso colore, rispettivamente: rossa per la vita, verde per la magia e viola per la furia; più una blu che però non figura assieme alle altre e di cui parleremo in separata sede. Non serve un elevato QI per capire che i colori delle barre si riferiscono al colore delle gemme e che, le barre come le gemme, sono in tutto di quattro tipi. Le gemme rosse in primis, servono al giovane draghetto per recuperare le energie vitali perse nei combattimenti corpo a corpo; quelle verdi invece, ricaricano la barra di magia, facendo sì che Spyro possa lanciare i famosi attacchi di fuoco, ghiaccio, elettricità e “terra” (non sono riuscito bene a capire in cosa consista l’attacco “di terra” ma vabbé). Quelle viola infine, riempiono la barra della “furia” e, nel momento in cui questa sarà piena, potremo sferrare il devastante fury attack con cui colpire tutti i nemici nel raggio di qualche chilometro. Sono pochi i mostrilli che resistono ad un attacco di questo genere e comunque, la loro energia vitale (riportata in alto a destra nel secondo schermo) ne risulterà sempre drasticamente diminuita. Come vi avevo accennato, discorso a parte meritano le gemme blu. Ho parlato prima di avanzamenti automatici, ma non è del tutto vero (vi ho fregato eh?); mi spiego meglio. E’ vero quanto detto finora circa le tecniche di combattimento che ci piovono dal cielo senza necessità di conquistarcele o meritarcele, ma è altrettanto vero che le skill vanno allenate, e per farlo è necessario raccogliere le gemme blu che poi andranno letteralmente spese in una sotto-schermata accessibile tramite il tasto select. Volendo abbandonarmi ad un mero calcolo algebrico… da ogni elemento che impareremo a governare (in tutto quattro), riceveremo in cambio tre tecniche di combattimento, a loro volta suddivise in tre stadi di potenziamento; siamo sulle trentasei mosse complessive. Passando dagli analogici al touchscreen; allo stylus è demandato il compito di “lockare” il nemico, raccogliere le gemme, interagire con gli elementi scenario (fracassare botti, pietre, muri, ecc) o con i nemici stessi (ad alcuni di essi dovrete togliere lo scudo prima di attaccarli, e si provvede col pennino appunto). Resta giusto da dire che il tutto, benché caotico, alla fine risulta divertente.

Cristalli e minigiochi…Per quanto riguarda le modalità di gioco, oltre allo story mode vi sono anche gli extras, che consistono in mini giochi e cheat da sbloccare con l’ausilio dei cristalli raccolti durante le sessioni in game. I cristalli sono celati negli scrigni, di cui già avevamo parlato qualche paragrafo fa. Il mini-gioco degli scrigni consiste in un puzzle game in cui, per mezzo di specchi di varie fogge (c’è anche il prisma di Dark Side Of The Moon), dovremo convogliare la luce dei cristalli verso la gemma spenta di medesimo colore, che ricevuta la luce si accenderà. Le cheat invece sono i classici trick da utilizzare nello story mode, vi lascio il piacere della scoperta.

Nuovo gioco, stesso engine…Non mi dilungherò troppo sull’engine grafico di Spyro: A New Beginning, in quanto è lo stesso medesimo previamente utilizzato in Shadow Legacy; quasi nulla è cambiato, eccezion fatta per uno o due scenari un pò più dettagliati e il framerate decisamente più alto e stabile… anche se, in qualche scontro sovraffolato, ancora ancora qualche tentennamento si fa sentire. La grafica si merita comunque un giudizio discreto proprio per la maggior fluidità di gioco e, soprattutto, per i combattimenti in 3D – vedi l’ultimo con Cynder – che mi hanno piacevolmente impressionato. Per quanto riguarda invece il comparto audio, occorre qui fare una summa divisio tra doppiaggio delle scene cinematiche ed audio in game. Da una parte, abbiamo attori del calibro di Elija Wood, David Spade, and Gary Oldman, che prestano la loro voce ai vari personaggi nelle interruzioni in FMV; dall’altra invece, una colonna sonora e degli effetti abbastanza ripetitivi che minano un pò le parti giocate. Il voto al sonoro non può che essere una fedele risultante di questi due aspetti.

– Utilizzo prolungato del touch

– Interruzioni cinematiche

– Impostazione puramente action

– Maggiore fluidità rispetto a Shadow Legacy…

– … ma stesso motore grafico

– Eccessivamente lineare

– A volte frustrante

– Sonoro un pò ripetitivo

7.0

Da quando Spyro è passato dalla Insomniac – second party Sony – alla Vivendi Universal, le sue avventure non hanno certo brillato, anzi… i primi passi fuori dall’ambito PSX si sono concretizzati in titoli come “Enter the Dragonfly” che dire orribili è dire poco. Fortunatamente, in questi ultimi tempi qualcosa sta cambiando; “A New Beginning” per le varie piattaforme non è assolutamente malaccio, e l’episodio per DS risulta a tratti più divertente e frenetico della controparte casalinga. Certo, non siamo ai livelli di eccellenza che furono ai tempi della prima nata in casa Sony, ma per adesso ci si può accontentare.

Voto Recensione di The Legend of Spyro: A New Beginning - Recensione


7

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