Recensione

The Journey Down - Chapter One

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a cura di SlimShady89

Il Verdetto di SpazioGames

7.5

Quante sono le avventure grafiche che hanno cercato di emulare le gesta o la simpatia dell’impavido pirata Guybrush Threepwood? Tantissime, ma non ci era mai capitato di vedere il protagonista delle vicende in una stazione di carburante con tatuaggi tribali e rasta. È il caso di The Journey Down – Chapter One, l’avventura di Skygoblin uscita nel 2010 in stile e giocabilità retro, ma rifatta in HD per “il grande pubblico”.
Il risultato di questa rivisitazione del titolo si traduce in una serie episodica in cel-shading, lo stile ormai più adottato dalle avventure grafiche, in un ambiente 2.5D.
È possibile acquistare il gioco in digital delivery tramite Desura a metà prezzo rispetto a quello di partenza: 6,99$ piuttosto che 13,99$. Attualmente l’avventura è completamente in inglese, ma in circa un mesetto – o poco più – dovrebbe essere disponibile la versione con sottotitoli italiani.
Afro-tribal-americano con la passione per i cactus
L’avventura vede protagonista il rasta Bwana, col suo fedele amico Kito, alle prese con un problema alla centralina elettrica della stazione di carburante alle porte di St. Armando, la bellissima città bagnata dal mare in cui si svolge la storia. La stazione, un tempo guidata dal Capitano Kaonandodo, è al molo, dove è attraccata una lussuosa nave da crociera e nelle vicinanze trova spazio la tavola calda di Mama Makena, luogo di ristoro per marinai e pescatori.
L’ambientazione suggerisce immediatamente un legame col pirata biondo citato in precedenza, tuttavia il fulcro della storia è un altro: dopo aver sistemato il problema, Bwana e Kito fanno la conoscenza di Lina, una bella ragazza che sta cercando un libro antico, probabilmente custodito da Kaonandodo. Con la sboronaggine del caso, Bwana deciderà di aiutare Lina a cercare il libro e, con tanta sorpresa, scoprirà che il tomo parla di come raggiungere la leggendaria Underland, di cui ogni riferimento è vietato in città. Nonostante il rischio, Bwana farà di tutto per continuare la ricerca ed accompagnare Lina nel suo viaggio, poiché potrebbe essere la stessa meta che l’amico Kaonandodo ha cercato di raggiungere.
Offro il mio aiuto, ma l’idrovolante è a pezzi
Il primo episodio di The Journey Down si concentra sulla partenza di Bwana, Kito e Lina verso Underland. Tutti gli enigmi si basano sulla raccolta degli oggetti mancanti per riparare lo strano e vecchio idrovolante presente alla stazione di carburante, peraltro senza nemmeno i motori, il tutto dialogando con gli altri personaggi al porto di St. Armando e risolvendo i loro problemi.
Niente di più classico insomma, per un’avventura che non brilla tantissimo in giocabilità, ma fa degli enigmi spesso divertenti la sua arma migliore, uniti ai dialoghi irriverenti. Le location offrono varie possibili interazioni contando su diversi oggetti a schermo, ma questi saranno utilizzabili solo dopo aver risolto altri enigmi complementari o aver ottenuto componenti importanti. I dialoghi con i personaggi saranno molto importanti al fine di raggiungere lo scopo in corso: potremmo dire che l’avventura si divide in due filoni di collezionismo di oggetti, dando modo al videogiocatore di concentrarsi prima sul raggiungimento di obiettivi secondari e poi sulla parte finale. Nonostante la breve longevità del titolo, le location sono abbastanza considerando come ambientazione totale del gioco il solo porto, e la parlantina facile dei co-protagonisti fa ben capire le prossime mosse da portare a termine. Il videogiocatore non è dunque perduto e Bwana riuscirà a strappare più di un sorriso mentre cercherà, in maniera spesso e volentieri goffa e disordinata, di eseguire le azioni impartite dal videogiocatore.
La differenza tra questa nuova rivisitazione HD del titolo e quella di due anni fa sta anche nella risoluzione di alcuni enigmi e nell’aggiunta di nuovi: così, la longevità è stata aumentata leggermente, aumentando anche la difficoltà del gioco, che varia tra enigmi molto semplici ed intuitivi, a cose da fare piuttosto strane e non propriamente immediate da immaginare.
Il porto dei pazzoidi
Molto particolare l’ambientazione di The Journey Down, che richiama citazioni della cultura africana di diverse tribù tribali realmente esistenti. Ad esempio, il viso di Kito è ripreso da una raffigurazione, così come tutti i vari tatuaggi tribali sul viso di alcuni personaggi. Ogni NPC è ben curato sia dal punto di vista della realizzazione prettamente estetica che da quello caratteriale: da Bwana che cammina costantemente con le mani in tasca e si prende la confidenza di tutti, a personaggi scorbutici, interessanti, disponibili, pazzoidi e chi più ne ha più ne metta, renderanno colorito il tranquillo porto in periferia dove Bwana cercherà di far quadrare le cose per aiutare Lina. Un problema comune a molte avventure grafiche è, invece, quello della troppa staticità dei personaggi e dei fondali – in questo caso parliamo di “staticità artistica” visto che sono in 2D – che danno l’idea di come Bwana si fiondi da una parte all’altra combinando guai e a nessuno importi…anche se magari è proprio così.
Come spesso accade quando parliamo di avventure non doppiate in italiano, ci troviamo di fronte ancora ad un eccellente doppiaggio inglese, capace di incarnare alla perfezione non solo lo spirito generale della storia e del contesto, ma anche dei propri personaggi. In particolare, è il protagonista Bwana a risultare davvero simpatico con la sua strana parlata, sempre pronto a far sorridere per il modo in cui vengono dette alcune battute.
Come detto in precedenza, gli enigmi sono interessanti anche grazie alla difficoltà piuttosto variabile nell’alternarsi degli stessi, tuttavia l’avventura non porterà con sé più di 3 ore di gioco: al prezzo di 7$ si può sicuramente accettare la spesa.

HARDWARE

Processore 1.08GHz o superiore RAM 1 GB Scheda video compatibile con Direct X 9.0c Sistema operativo Windows XP SP 2+, Vista, 7

-Bella ambientazione

-Talvolta intuitivo, talvolta ingegnoso

-Bwana è uno spasso

-Dura poco

-Pubblicazione episodica da rivalutare a queste cifre

7.5

The Journey Down è una serie episodica che parte col piede giusto: il primo capitolo mette in mostra diversi spunti interessanti della storia, ma soprattutto svela il lavoro della rivisitazione in HD attraverso il cel-shading, lavoro che possiamo definire perfetto considerando le fondamenta.

I personaggi sono caratterizzati in maniera ottima e finalmente il videogiocatore gode di qualche dettaglio e chicca estetica in più, anche grazie a riferimenti e citazioni reali. Gli enigmi non sono il punto forte del gioco, ma molti di questi, grazie alle loro particolarità, divertono e piacciono.

Insomma: Skygoblin vince la sua sfida e nel Belpaese ci sono ottime possibilità che l’avventura piaccia. Da provare, perlomeno per tutti gli appassionati del genere, aspettando la versione sottotitolata in italiano.

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