Durante la nostra anteprima di The Incredible Adventures of Van Helsing III, la nostra sensazione era stata chiara: il gioco, infatti, avrebbe potuto rappresentare una ottima chiusura della trilogia sviluppata da Neocore Games semplicemente affinando e migliorando la formula del secondo capitolo. Sarebbe bastato sistemare alcuni difetti tecnici, prestare attenzione al bilanciamento delle classi, e proporre pressappoco la stessa esperienza da action RPG rivelatasi in passato così piacevole. Nell’anteprima, in effetti, a grandi linee sembrava che la situazione fosse questa, ed è con questa predisposizione d’animo che abbiamo messo le mani sulla versione completa del titolo. Le nostre speranze, però, sono state piuttosto disattese. Vediamo perché.
Una nuova nemesi
Prima di capire perché, al momento, The Incredible Adventures of Van Helsing III non rappresenta pienamente il finale che la serie avrebbe meritato, è bene inquadrare la produzione dal punto di vista narrativo. In questo terzo capitolo, infatti, Van Helsing e la sempre fidata Katarina partiranno per un’avventura che li porterà a scontrarsi contro il Prigioniero Sette, personaggio già presente nel secondo atto della saga, e rivelatosi essere un potente avversario. Nel corso dell’avventura torneranno vari protagonisti degli altri capitoli, e non c’è dubbio che i giocatori della serie avvertiranno una precisa sensazione di continuità con le vicende del secondo atto.
La storia di The Incredible Adventures of Van Helsing III è probabilmente uno degli elementi meno problematici della produzione, e se non altro riesce a chiudere in qualche modo il cerchio narrativo tracciato dai capitoli precedenti; i problemi, però, cominciano anche da qui, se si considera che la longevità di questo atto conclusivo è inferiore rispetto alla seconda parte della trilogia. Procedendo in maniera abbastanza spedita, e tralasciando la maggioranza delle quest secondarie, i giocatori più smaliziati non impiegheranno più di cinque, sei ore per terminare la linea narrativa principale. La situazione migliora se ci si imbarca nella risoluzione delle sidequest, ma siamo comunque ben lontani dai livelli di The Incredible Adventure of Van Helsing II.
In ogni caso, appena avviato il titolo la prima sorpresa negativa è quella relativa al proprio personaggio; l’eroe che si era faticosamente modellato nei primi due capitoli, infatti, ora è praticamente inutile, considerato il nuovo sistema di sei classi che non permette di importare la caratteristiche del proprio personaggio dei precedenti titoli. A questa regola fanno eccezione il nome e i punti gloria che, banalmente, garantiranno alcuni bonus di poco valore. Il primo elemento che fa storcere il naso, dunque, è questo: un cambiamento strutturale delle classi avrebbe avuto senso magari nel secondo capitolo, ma impedire ai giocatori di terminare l’avventura col proprio eroe, obbligandolo a ripartire da zero, e peraltro con un level cap inferiore e limitato a 30, appare come una scelta poco sensata.
L’introduzione di queste sei nuove classi, peraltro, genera altri motivi di disappunto; così come analizzato nell’anteprima, rimaniamo convinti del fatto che alcune tipologie di eroi, specialmente se si gioca in singolo, siano abbastanza ardue da maneggiare. In fase di preview abbiamo espresso le nostre perplessità sul Protector, ma qualche dubbio ci è rimasto anche sul Constructor (molto simile al Meccanico Arcano del secondo capitolo), il quale presenta alcune skill che non sembrano avere un impatto così importante sui nemici, specie ai livelli più elevati. L’azione del Bounty Hunter, poi, è stato limitata alle sole armi a lunga gittata, eliminando il grande vantaggio che questa classe aveva nei primi due capitoli, nei quali poteva utilizzare sia armi da fuoco che armi bianche. Il ruolo del “tank”, tra varie classi, viene occupato poi dal Phlogistoneer: questo può contare su uno scudo protettivo supplementare e su attacchi a distanza tramite inceneritore, ma è molto vulnerabile a determinate tipologie di attacchi. Abbiamo lasciato per ultimo le due classi che ci sono sembrate più potenti, ovvero l’Umbralist e l’Elementalist. Con la prima, basata sul corpo a corpo, è possibile diventare invisibili per alcuni istanti, nonché eseguire attacchi contemporanei fino a sei nemici. L’Elementalist, come visto nell’anteprima, è una potente classe che sfrutta magie e incantesimi per colpire a distanza.
Il segreto è livellare
Un’altra caratteristica che fa storcere il naso, in The Incredible Adventures of Van Helsing III, è la sensazione di semplificazione che permea diversi aspetti di gioco. L’albero delle abilità, ad esempio, è stato notevolmente ridotto, e consente di sbloccare un numero molto limitato di skill (9 per classe), aure (8 per classe), e perk. Alcune di queste abilità speciali, poi, sembrano essere ridondanti tra loro e non sempre così utili: nella nostra run effettuata col Phlogistoneer, ad esempio, abbiamo iniziato la partita con tre abilità già sbloccate. Di queste, peraltro, una era relativa all’attacco primario con l’inceneritore, e dunque utilizzabile in modo quasi obbligato. Non abbiamo avuto problemi a terminare il titolo sbloccando solo un’altra abilità, ovvero l’attacco di artiglieria, e potenziando al massimo due delle altre skill già a nostra disposizione. Anche le aure, peraltro, hanno subito un taglio netto, e la sensazione è che abbiano subito una drastica riduzione della loro importanza.
Altre scelte di gameplay, poi, ci hanno lasciati un po’ interdetti: non abbiamo compreso, infatti, perché siano state eliminate le pozioni di mana e salute (se si spulcia la lista degli achievement, peraltro, si potrà vedere come è ancora presente il riconoscimento per chi arriva a 100 pozioni bevute, tanto per sottolineare nuovamente la poca attenzione risposta nei dettagli). Le mille pozioni salute acquistate dal sottoscritto alla fine del secondo capitolo in previsione del terzo, dunque, sono state un investimento inutile, considerato che la salute potrà essere ripristinata, quasi alla stregua di un qualsiasi sparatutto, dopo un determinato periodo di tempo. E’ un peccato, però, che il cooldown in questione sia lungo abbastanza da far sì che le classi che si basano sul corpo a corpo andranno incontro a morti certe, in special modo nel momento in cui verranno circondate da un numero corposo di nemici.
Abbiamo già citato poi il taglio del level cap del nostro personaggio, che da 60 passa a 30, ma è da sottolineare anche quello relativo a Katarina, ora fermo a 25; la nostra aiutante, però, ha ricevuto un trattamento speciale per quanto riguarda l’equipaggiamento, considerato che ora potrà contare su molte più armature e armi esclusive.
Frequenti lievi turbamenti
Le inesattezze, le imprecisioni, e in generale le mancanze che ci fanno dire che The Incredible Adventures of Van Helsing III è un titolo pubblicato prima del tempo coinvolgono tutti gli aspetti di gioco: grande enfasi è stata data, ad esempio, al fatto che questo terzo capitolo avrebbe raccontato le vicende di Katarina. Durante la porzione di gioco in cui la protagonista femminile parlerà della sua storia, però, il titolo continuerà a proporci le solite ondate di nemici che andranno a riempire lo schermo; il problema nasce dal fatto che, considerata la concitazione degli scontri, si dovrà per forza leggere i sottotitoli in italiano che, come di consueto, seguiranno Katarina ovunque questa vada. Durante la nostra run, dunque, abbiamo praticamente perso la maggioranza delle riflessioni della stessa Katarina perché, difatti, la scelta era tra il rimanere fermi a cercare i sottotitoli sullo schermo (e dunque morire diverse volte), oppure combattere e sperare di non perdere qualche dettaglio fondamentale.
Quello che da più fastidio, in ogni caso, è che sotto questo strato di imprecisioni e scelte errate si nasconde l’impianto di gioco apprezzato nei primi due capitoli: il titolo offre come di consueto dungeon pieni zeppi di nemici e, per la verità, presenta anche una varietà di ambienti e nemici forse mai vista prima. Non c’è dubbio che, specie in cooperativa, si può arrivare ad apprezzare l’esperienza nel suo complesso, soprattutto se si scelgono due classi complementari tra di loro, e si va alla ricerca di tutti i vari segreti nascosti nel gioco (non mancheranno, ad esempio, le classiche citazioni spassose riferibili, tra gli altri, anche al mondo dei videogiochi). Anche le sessioni tower defense, del tutto identiche a quelle viste nel secondo capitolo, sapranno regalare momenti soddisfacenti. Insomma, le idee buone ci sono, ma vengono troppo spesso offuscate dall’elenco di tutti i problemi citati che, peraltro, non è ancora terminato.
”Katarina la classe è”
Permangono i problemi di traduzione in italiano ai quali, ormai, siamo stati abituati fin dal primo capitolo: se in alcuni casi questi difetti possono far anche sorridere, è anche vero che alle volte potrebbero inficiare l’esperienza di gioco. I sottotitoli delle cutscene, ad esempio, sono presenti solo in inglese, e potrebbero far sfuggire importanti particolari ai giocatori meno avvezzi alla lingua di Albione. Nel momento in cui scriviamo, poi, è stata già rilasciata una patch che va a correggere alcune problematiche che affliggono specialmente il gioco online. L’elenco delle inesattezze tecniche, se si va a scorrere l’elenco delle discussioni su Steam, in effetti è variegato e comprende bug, glitch e altre problematiche. Per nostra fortuna, durante le nostre prove non abbiamo avuto problemi tecnici di sorta, ma speravamo nel profondo che, dopo le esperienze non proprio esaltanti dei primi due capitoli sotto questo aspetto, i giocatori non dovessero attendere l’arrivo di nuove patch per avere un’esperienza di gioco decente. Dal punto di vista del gioco online, a questo proposito, il titolo propone una modalità PvP fino a 8 giocatori, oppure la classica modalità cooperativa fino a 4 giocatori, grazie alla quale intraprendere la storia principale. Al momento, sembra che le problematiche maggiori siano relative proprio al gioco online, visto che alcuni giocatori hanno lamentato problematiche tecniche, soprattutto crash ripetuti, durante le partite in cooperativa.
Dal punto di vista tecnico, in ogni caso, il titolo propone una grafica che riesce a risultare gradevole e sufficiente, e sicuramente non è in questo ambito che vanno ricercati i difetti maggiori della produzione. Non è stato effettuato alcun cambiamento sull’interfaccia grafica, del tutto identica a quella del secondo capitolo, se si eccettuano i menù relativi ad abilità ed aure.
Non è diminuita la qualità del comparto audio, che comprende alcune piacevoli variazioni sul tema principale, e soprattutto può contare su un doppiaggio che riesce sempre a ben caratterizzare i due personaggi principali. Gli scambi tra Van Helsing e Katarina rimangono ben realizzati, e almeno da questo punto di vista non abbiamo trovato elementi di cui lamentarci.
– La forza del gameplay dei primi due capitoli è ancora presente
– Longevità ridotta rispetto al secondo capitolo
– Gestione di skill e aure troppo semplificata
– Imprecisioni e inesattezze in tanti aspetti di gioco
– Impossibilità di importare il proprio personaggio
Volendo sintetizzare al massimo, The Incredible Adventures of Van Helsing III sembra essere la brutta copia del suo predecessore; ha una longevità minore, un sistema di sviluppo del personaggio inspiegabilmente semplificato, e possiede tanti elementi che sembrano essere copiati integralmente del secondo capitolo senza una particolare attenzione (e spesso senza un particolare motivo). Questa sensazione di superficialità aumenta se si considera l’impossibilità di importare il proprio personaggio plasmato nei precedenti capitoli, nello sbilanciamento di alcune classi e nei soliti, cronici problemi tecnici.
Tutto il buono che il gameplay da action RPG ha da offrire, e che nonostante tutto è ancora presente, cede il passo difronte a una realizzazione complessiva che ci ha sorpreso in negativo. Il titolo Neocore Games, in ultima analisi, al momento non è la conclusione che la saga avrebbe meritato: forse in futuro arriveranno gli aggiustamenti necessari, ma per il momento il gioco lascia decisamente a desiderare.