Recensione

The Huntsman: Winter's Curse

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a cura di Forla

Non stiamo a girarci troppo attorno: i tie-in degni di nota si contano sulle dita di una mano (e forse non servono nemmeno tutte). C’è veramente poco da fare, il passaggio dal grande schermo alla piattaforma di gioco è sempre difficile, indipendentemente da quanto buono sia il materiale originale. Oggi parliamo di  The Huntsman: Winter Curse, traslazione videoludica del film arrivato in italia con il titolo Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio, un fantasy patinato che funge da prequel/spin-off/sequel di Biancaneve e il Cacciatore. Non dovrei essere io a dirvelo, ma se siete intenzionati a giocare questo titolo non serve assolutamente che andiate a recuperare i film; dico davvero, è superfluo e sconveniente, e poi Biancaneve è interpretata da Kristen Stewart… fate voi.
Elizabeth dai capelli rossi
Come ogni buon fantasy che si rispetti, la storia ha inizio con il protagonista che parte dal proprio villaggio (mai lasciato in precedenza) con il proposito di placare la propria sete di avventura. Elizabeth è l’ultima figlia rimasta a casa dopo la partenza dei suoi quattro fratelli, e quando il padre viene a mancare, partire alla ricerca dei suoi consanguinei le sembra la cosa più sensata da fare. Il suo viaggio ha inizio in una oscura foresta, occhi famelici la osservano dai recessi più bui dei cespugli e strani fruscii la fanno sobbalzare ad ogni passo. Solo pochi istanti e la giovane si trova a fronteggiare serpi e lupi. Le bestie feroci sono aggressive e solo l’intervento di Marcus le permette di salvarsi la pelle. Egli sarà nostro fedele compagno per tutta la durata dell’avventura e contrapporrà all’abilità con la spada di Elizabeth una netta predilezione per le arti magiche. Dal punto di vista narrativo il titolo non reinventa nulla, adagiandosi su una trama fantasy piuttosto classica con parecchi elementi già visti e con (pochi) colpi di scena abbastanza telefonati. L’intera vicenda si dipana attraverso dialoghi testuali interamente in inglese, le poche cutscene presenti, costituite da schermate fisse, sono anch’esse in inglese e per giunta senza sottotitoli. Esiste la possibilità di effettuare alcune scelte che però ci sono sembrate ininfluenti sullo svolgersi della trama; il gioco alla fin fine vi porterà sempre dove è previsto, dandovi solo l’illusione di aver preso una strada piuttosto che l’altra. Giusto per farvi un esempio: ad un certo punto ci si trova davanti ad una pozza magica, è possibile scegliere se usarla e basta o riempire la fiasca per usi futuri. Ovviamente noi abbiamo scelto la seconda opzione, vedendo però l’acqua sparire dopo aver colmato la borraccia.
GDR cartacei
Per quanto concerne il combat system il gioco ha una struttura abbastanza atipica, anche se tutti gli elementi di cui è composta si sono già visti in altre produzioni similari. Di base abbiamo un combattimento a turni tipo JRPG, con tanto di action bar su cui scorrono i ritratti di alleati e nemici. I personaggi del nostro team possiedono ognuno quattro slot equipaggiamento: uno per l’arma, uno per l’armatura e due per gli accessori. Ogni oggetto utilizzato mette a disposizione del personaggio due tipologie di carte che vengono pescate randomicamente ad ogni turno e inserite nella mano del giocatore. Quello che ci viene richiesto di fare è scegliere quale carta giocare ad ogni turno, possibilmente equipaggiando oggetti sinergici tra loro che diano vita a strategie di combattimento sensate. Da questo punto di vista in realtà il titolo è abbastanza permissivo e il grado di difficoltà intermedio permette anche agli utenti più inesperti di portare a temine l’avventura senza troppi problemi. Che il gioco punti molto sull’accessibilità si evince anche da alcune piccolezze come la possibilità di accedere al respec totale delle abilità in qualunque momento e senza nessun costo, alla mancanza dello shop e di un sistema economico. The Huntsman: Winter Curse insomma è un gioco semplice, in grado di divertire anche chi non è venuto su a pane e GDR, ma inadatto a proporre un grado di sfida o sistema profondo quanto quello dei capisaldi del genere. L’intera produzione alterna fasi di dialogo a combattimenti, di mezzo dovrebbe esserci l’esplorazione che però qui è ridotta ad un semplice “seleziona il punto dove c’è la missione”. A fronte di combattimenti semplici e a linee di dialogo piuttosto lunghe, il titolo pecca in dinamicità, annoiando il giocatore intenzionato ad impegnarsi per lunghe sessioni di gioco.
2D ad acquerello
Per quanto concerne il lato tecnico The Huntsman: Winter Curse vive di alti e bassi. I modelli bidimensionali dei personaggi sono ben realizzati, e anche se alcuni si ripetono con un po’ troppa frequenza il lavoro resta gradevole. Di buona fattura sono anche i fondali ad acquerello, che però soffrono di una maggior ripetitività e risultano privi di particolari rispetto a mostri e personaggi. Dobbiamo ammettere che la direzione artistica ci ha piacevolmente sorpreso, anche se riesce solo in parte a tappare i buchi di un budget palesemente risicato. A fronte di un gameplay semplice e scorrevole dobbiamo però segnalare alcuni crash in cui siamo incappati e che ci hanno costretto a riavviare l’applicazione e affrontare nuovamente l’ultimo combattimento. Sia chiaro, nulla in grado di “rompere il gioco” o che possa impedire di portare a termine l’avventura, ma ci sembra doveroso farlo presente. Da segnalare è la mancanza di una legenda atta a comprendere meglio alcuni effetti passivi di armi e oggetti. Spesso ci siamo trovati nella situazione di equipaggiare uno strumento solo per saggiare l’efficacia del suo effetto, una manovra scomoda che si sarebbe potuta evitare con un semplice menù esplicativo. Per concludere ribadiamo come  The Huntsman: Winter Curse sia un titolo valido per coloro che cercano un GDR all’acqua di rose, niente di veramente complicato o in grado di costringervi a pianificare strategie complesse per avere la meglio. 

Sistema fresco e accessibile…

– Direzione artistica ispirata

– … che sfocia in un livello di difficoltà tarato verso il basso

– Componente testuale troppo prolissa

– Trama e alcune scelte di game design non troppo originali

6.5

The Huntsman: Winter Curse presenta un sistema di combattimento con molti elementi già visti in altre produzioni ma tutto sommato fresco e piacevole. Anche se il grado di sfida si attesta su livelli bassi la produzione potrebbe risultare godibile da parte di chi non si è mai approcciato ad un GDR impegnativo e vuole cominciare con qualcosa di leggero. Il rovescio della medaglia è una narrazione che vive di dialoghi lunghi e spesso noiosi, complici di una narrativa che non riserva troppe sorprese. Non so quanti fan del brand ci siano là fuori, ma se lo siete, o se state cercando qualcosa in grado di farvi passare qualche ora senza arrovellarvi troppo il cervello, forse il titolo fa per voi.

Voto Recensione di The Huntsman: Winter's Curse - Recensione


6.5

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