Il Verdetto di SpazioGames
The House of the Dead è una serie che certo non ha bisogno di presentazioni. Una serie che dal 1996 (anno d’uscita del primo cabinato del franchise) ad oggi (con le sue variegate postazioni ancora ruggenti) ha allietato l’utenza più o meno occasionale delle sale giochi di tutto il mondo. Sega, ben consapevole dell’importanza videoludica rivestita dal proprio marchio, si è mossa solerte per riproporlo in vesti più moderne, tirando a lucido con l’apporto dell’ormai immancabile alta definizione gli ultimi due appuntamenti del chiassoso sparatutto, e destinandoli al commercio online del PlayStation Network Sony. Il primo ad essere sottoposto a questo trattamento estetico è stato proprio il più cronologicamente vecchio terzo capitolo, rimasto impresso nelle memorie di tutti i suoi passati fruitori per le peculiari armi che chiedeva di imbracciare: fucili a pompa.
BLAM, BLAM, BLAMSoffermarsi a riassumere la trama del gioco sarebbe quasi un totale spreco di parole. Anche poche. Perchè, come i primi titoli della serie, anche questo terzo vede nell’azione il maggior apporto narrativo, registrando cast e sceneggiatura degni dei migliori (nel senso anche di peggiori) B-movie a stelle e strisce, con tutti i pro e tutti i contro del caso (a seconda cioè se siate inclini o meno ad alte dosi di trash, splatter ed horror dozzinale). Basti sapere sarete chiamati a imbracciare bocche di fuoco più grandi di voi per estirpare a suon di assordanti fucilate il male che attenta alla vita del genere umano.HOTD3 arriva su PlayStation 3, come si diceva, con la nuova patina in alta definizione, che gli garantisce – insieme a una grafica tridimensionale già di tutto rispetto per i tempi in cui si è inizialmente mostrata al pubblico – una generale e ulteriore pulizia, rendendolo piacevolmente guardabile nonostante gli inevitabili anni trascorsi dalla sua uscita. Nulla insomma da dire sotto questo profilo… non fosse per la terribile mancanza di una visualizzazione widescreen in 16:9, totalmente tralasciata a favore della nativa impostazione a 4:3, su cui il prodotto era stato originariamente sviluppato e bilanciato. A far perdonare parzialmente questa spiacevole lacuna ci pensa però un framerate solidissimo, da sempre distinguibile marchio di fabbrica della serie. Trascurabile invece tutto il comparto audio, con effetti sonori e sottofondi musicali appena nella sufficienza (caratteristica però anche in linea con la natura B-movie dell’intero lavoro).Questa versione del gioco propone la classica modalità Arcade e l’inedito Attacco a Tempo, dove guadagnare secondi ad ogni uccisione prima che il timer raggiunga lo zero e, conseguentemente, il temuto game over. Oltre a questo, davvero poco altro. Niente gioco online (eccezion fatta per la possibilità di pubblicare i propri punteggi sull’etere), niente opzioni ardite (al di là del settaggio di difficoltà, vite, crediti, violenza e sangue), niente extra corposi (se non un brevissimo dietro le quinte sbloccabile finendo il gioco). Una pochezza contenutistica che, considerata la già brevità dell’avventura (appena mezzora il tempo per terminarla), si rivela piuttosto penalizzante. E’ altresì vero che tutto il fascino di The House of the Dead si riconferma garanzia di intensi minuti di grande divertimento blastatorio, specie se affrontando la storia in due, magari armati di PlayStation Move. Il titolo è infatti interamente compatibile con la periferica Sony, con cui viene assicurato il tasso massimo di divertimento e funzionalità cinetica, grazie anche a una mappatura di comandi funzionale (grilletto per sparare, tasti frontali o scuotimento della periferica per ricaricare l’arma). Altresì possibile è comunque anche l’utilizzo del tradizionale controller, da noi però personalmente trovato più scomodo e ben meno appagante.
– E’ The House of the Dead
– Piacevole pulizia grafica
– Buon prezzo di vendita
– Penuria di extra
– Niente 16:9
– Finisce presto
7.5
La nuova versione in alta definizione di The House of the Dead III fa complessivamente bene il proprio dovere: diverte, e anche tanto. Il porting è stato fatto con perizia, lasciando luccicare ancora un originario prodotto con diversi anni sulle spalle. Delude però in questo senso, data la qualità indubbiamente alta del lavoro originale, un’inspiegabile mancata implementazione del widescreen, così come di extra che potessero motivare ulteriormente l’acquisto del prodotto. Fortunatamente l’azzeccata compatibilità del Move regala plusvalore, specie sul versante multiplayer, da sempre modo migliore per godere di questa storica serie.
A conti fatti l’acquisto del gioco lo consigliamo caldamente, soprattutto a fronte di un prezzo molto onesto (5,99 euro) e dell’immutata genuinità del titolo originario, vera miniera d’oro per i giocatori più nostalgici e amanti dei buoni cabinati arcade di una volta. Impallinare creature del male non è mai stato così divertente.