Recensione

The House of the Dead 4

Avatar

a cura di Alex Overkilll

Il Verdetto di SpazioGames

8

Dopo avere deliziato i palati dei giocatori moderatamente nostalgici con il porting in alta definizione di The House of the Dead III, Sega prosegue la sua opera di revival con il capitolo successivo, confezionandolo di tutto punto per la diffusione sull’etere – ancora un’altra volta esclusiva – nello store Sony. Questa volta è il turno delle mitragliette.

RATATATATATATATATATATralasciando la sempre puntualmente risibile storia che fa da apripista alle incessanti sparatorie del gioco, è anche in questo episodio il gameplay a dettare la sua vera anima pulsante e determinare un netto stacco con i predecessori. Se infatti in HOTD III l’utilizzo dei fucili a pompa necessitava un approccio diverso all’eliminazione dei nemici rispetto a quello attuato con l’ausilio delle semplici pistole, nel presente appuntamento digitale il fuoco automatico delle uzi costringe il giocatore a variare ulteriormente il proprio pattern comportamentale. Le nuove armi fanno infatti meno danni ma sparano molti più colpi, permettendo di gestire meglio quantità maggiori di avversari, anche solo rallentandone temporaneamente il metodico incedere. Il gioco approfitta così di questa peculiare caratteristica per proporre orde più corpose, sfoggiando un numero da record per la serie di fonti di pericolo simultanee su schermo, troppe anche per il solo supporto di sparo continuo. Per tale motivo due nuovi strumenti (rispettivamente di attacco e di difesa) sono stati strategicamente messi a disposizione per l’occasione: granate ed evasioni. Le prime, fornite in numero estremamente limitato, si lanciano con uno specifico tasto per eliminare contemporaneamente grandi quantità di nemici, o arrecare ingenti danni agli immancabili boss di fine livello. Le seconde, invece, si effettuano con un energico scuotimento della periferica di controllo utilizzata tutte le volte che un avversario riesce ad avvicinarsi troppo ed afferrare il giocatore: un’apposita barra comparirà così su schermo per essere riempita letteralmente a scossoni nel minor tempo utile possibile. La nuova versione del titolo, già originariamente insaporito da una buona facciata estetica, mostra tutti i muscoli dell’ancor funzionalissimo motore grafico, che nonostante i sette anni trascorsi dall’uscita nella sale giochi può dirsi tuttora piuttosto prestante. I colori sono vividi, l’impatto visivo e le scelte stilistiche di gran gusto, e il solito granitico framerate caratteristico della serie torna a mostrare i propri lucidi denti garantendo una fluidità decisamente encomiabile, che finisce poi per ripercuotersi positivamente su un gameplay necessitante di riflessi e precisione ben affilati. Questa edizione PS3 di The House of the Dead 4 viene poi anche venduta insieme a due capitoli addizionali, narranti la continuazione degli eventi dopo la fine del sesto e ultimo scenario dell’avventura base, contenenti poi diversi finali alternativi da visionare attraverso molteplici playthrough. Aggiunta particolarmente azzeccata, data la sola mezz’oretta necessaria per arrivare ai titoli di coda. Per il resto, invece, niente di nuovo rispetto a quanto già era stato fatto per la recente riedizione dell’episodio precedente della serie: ordinarie opzioni di modifica della partita (settaggio di difficoltà, vite, crediti, violenza e sangue), scarno extra sbloccabile (una breve intervista con il regista Takashi Oda e il producer Yasuhiro Nishiyama), immancabile possibilità di pubblicazione in rete dei propri punteggi, compatibilità col PlayStation Move. Quest’ultima merita senz’altro le più sentite attenzioni, data la maggior funzionalità, comodità e precisione garantiti dalla periferica Sony rispetto al tradizionale controller (comunque supportato). Si spara con il grilletto, si lanciano bombe con i tasti frontali, e si ricarica scuotendo velocemente (senza eccessivi sforzi, data la sua sensibilità reattiva) il Move. Nulla di più comodo e intuitivo, ideale per tutti coloro che aspettassero una nuova occasione per mettere ancora mano sull’universo motion control della compagnia giapponese. Inutile poi aggiungere come l’offerta ludica, già divertente in single player, acquisisca ulteriore brillantezza nelle sessioni multigiocatore (fino a un massimo di due, e solo offline), vero fiore all’occhiello di ogni gioco da sala che si rispetti.

– E’ The House of the Dead

– Visivamente accattivante e framerate ineccepibile

– Una modalità addizionale…

– … anche se qualcosa in più potevano ancora aggiungere

– Dura tragicamente poco

8.0

La nuova versione in alta definizione di The House of the Dead 4 porta su PlayStation l’ultimo esponente arcade dell’acclamata e storica serie Sega, facendolo con una trasposizione semplicemente perfetta, capace di dar nuovo lustro all’impatto visivo della creatura digitale, e insieme donare freschezza al suo pulito gameplay attraverso l’implementazione di Move. La modalità principale è breve ma intensa, realizzata con dovizia, appagante e doppiamente spassosa se intrapresa in compagnia di un altro giocatore. Ad aggiungere qualche boccone in più ci pensano allora due speciali scenari aggiuntivi inseriti per l’occasione, malgrado il contatore complessivo di tempo spendibile davanti allo schermo non riesca a decollare poi di molto. Complessivamente, considerato il competitivo prezzo di vendita del prodotto (7,99 euro), di troppo non ci si può proprio lamentare, lasciandoci consigliare caldamente – come era successo con il predecessore – anche questo nuovo revival sparatuttistico di casa Sega, vera perla per tutti gli appassionati di genere, o nostalgici dei bei pomeriggi trascorsi ai cabinati dello sviluppatore nipponico.

👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!

0 Commenti

⚠️ Stai commentando come Ospite. Vuoi accedere?


Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.