Recensione

The Golf Club 2

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a cura di Francesco Ursino

Nel 2014 The Golf Club uscì sul mercato proponendo una personale visione del golf. Il punto centrale dell’esperienza sviluppata da HB Studios puntava su aspetti che potremmo definire social, grazie alla possibilità di competere contro le migliori prestazioni dei vari giocatori online in quello che si configurava come un multiplayer asimmetrico. Allo stesso tempo, il potente editor di campi dava modo di creare e condividere in maniera tutto sommato semplice nuovi percorsi che, in alcuni casi, proponevano delle sfide fuori di testa. Considerate le premesse, nonché la volontà degli sviluppatori di voler fare di The Golf Club  una piattaforma a lungo termine, siamo rimasti tutto sommato sorpresi dall’arrivo di The Golf Club 2: pad alla mano siamo tornati sul fairway per vedere se vale la pena di acquistare questo nuovo capitolo.   Golfisti in societàUna delle mancanze più evidenti di The Golf Club  era legata alla modalità Carriera, difatti non presente in alcuna maniera. Gli sviluppatori hanno voluto porre rimedio a questa situazione ma in modo un po’ inaspettato. In The Golf Club 2, infatti, fanno la loro comparsa le società, ovvero gruppi di golfisti che partecipano a competizioni di varia importanza al fine di accumulare montepremi e poter dire la loro in gare sempre più importanti. Il giocatore, in tutto questo, inizierà la propria carriera in una società di basso livello, e potrà organizzare eventi incentrati su percorsi e gare inizialmente di scarso appeal. Vincendo queste prime competizioni, liberamente selezionabili, il proprio club crescerà e potrà contare su un gruzzolo sempre più elevato, che darà la possibilità di migliorare esteticamente il proprio club e il proprio golfista. Non si tratta quindi di un sistema che prevede una certa evoluzione nelle abilità del golfista, ma solamente una gestione dei propri fondi che corrispondono alle vincite dei tornei cui si partecipa. Questo stesso sistema si applica anche al comparto online, con la differenza che i giocatori potranno riunirsi in società e creare tornei cui potranno prendere parte anche altri club. I montepremi generati dalla quota di ingresso di ogni società andranno al club vincitore, che così potrà espandersi e diventare sempre più potente. Ogni giocatore può prendere parte fino a 5 società online: di queste, una sarà quella principale, con la quale si gareggerà ogni volta che si organizzeranno eventi riguardanti la competizione tra club di giocatori.Dobbiamo dire che tutto questo sistema ricalca un po’ la sensazione generale che ci siamo fatti del titolo, ovvero quella di una certa complessità di fondo, cui si accompagna una esperienza che potremmo paragonare a quella di alcuni simulatori di guida. Spieghiamoci meglio: alcune volte è possibile leggere di titoli di guida particolarmente soddisfacenti dal punto di vista del gameplay, ma poco ricchi nelle modalità di gioco. In questi casi si dice che il prodotto è più un simulatore che una simulazione, in quanto manca delle caratteristiche necessarie a creare il divertimento proprio di progetti forse meno dotati, ma più ricchi di opzioni. In un certo senso The Golf Club 2 presenta la stessa meccanica: come vedremo meglio nell’analisi del gameplay, infatti, il gioco propone alcuni elementi positivi, ma l’intera esperienza sembra mancare di organicità, e anche il multiplayer non sembra possa proporre la sfida auspicata.   Si fa presto a colpire una pallinaLa nostra prova di The Golf Club 2 è avvenuta su PlayStation 4: il pad, pertanto, ha rappresentato l’opzione di controllo sostanzialmente obbligata, ma memore delle nostre esperienze su PC legate al primo capitolo ci spingiamo a dire che è proprio questo il sistema di controllo maggiormente consigliabile anche sulla controparte desktop. Le differenze più evidenti tra il secondo e il primo capitolo, in ogni caso, si notano appena avviato il gioco: per prima cosa, il titolo ora chiederà al giocatore quale levetta deve essere presa in considerazione per effettuare lo swing. Una aggiunta particolarmente gradita specie per i giocatori mancini, come chi scrive. In secondo luogo, il gioco propone ora un tutorial decisamente ricco e ben realizzato, che si occupa non solo degli aspetti basici, ma anche di quelli più complessi e avanzati. Una volta scesi sul green, invece, il cambiamento più evidente riguarda il giudizio – espresso in maniera testuale – sulla qualità di backswing e downswing, ovvero i due momenti principali che precedono l’impatto con la pallina. Non è detto che avere un impatto perfetto rappresenti sempre la soluzione ideale: uno swing lento, ad esempio, può fare in modo che il tiro risulti meno incisivo, e magari capace di coprire precisamente le yarde che servono per arrivare nel green. Tutto ciò rappresenta un discorso differente da quello legato qualità dell’azione della levetta sull’asse verticale, che deve risultare il più possibile dritta come nel primo capitolo. Sbagliare questo esercizio garantirà risultati disastrosi, con tiri particolarmente storti, deboli e quasi sicuramente in grado di finire nel rough, nell’acqua o nella sabbia. Il fulcro del gameplay di The Golf Club 2 è molto simile a quello del primo capitolo: il gioco è ancora spietato e non perdona le disattenzioni dei giocatori meno esperti, che all’inizio potrebbero avere a che fare con una curva di apprendimento decisamente ripida. Allo stesso tempo permangono alcune difficoltà e imprecisioni, ad esempio nei chip, cioè i tiri vicini al green. In questi casi è risultato spesso complicato comprendere il potenziale delle yarde ottenibili dalle varie mazze, perché spesso molto diverso da quello preventivato. La gestione del putter, inoltre, è ancora una volta molto delicata, perché basata esclusivamente sull’azione della levetta, e sulla capacità di calcolare la forza e l’inclinazione necessaria a raggiungere la buca. Per ultimo, è giusto accennare al nuovo sistema dei set di mazze. Sono presenti infatti, tre opzioni capaci di regalare determinati valori di potenza e controllo sui tiri. Le mazze tour, infatti, garantiscono le prestazioni migliori a fronte di una elevata difficoltà di utilizzo, le mazze standard consentono invece di effettuare qualche etto in più, mentre le mazze da giocatore consentiranno di approfondire nel dettaglio la composizione della propria del proprio set.   Giorno nuovo, percorso nuovoL’editor dei campi torna anche in The Golf Club 2 con una versione potenziata e migliorata. Creare percorsi è sostanzialmente semplice, e i giocatori che vogliono dedicare del tempo a questa attività potranno ottenere soddisfazioni in maniera abbastanza rapida. È interessante notare come gli oltre 150.000 campi creati nel primo The Golf Club  siano compatibili anche con questo secondo capitolo. Ciò significa che fin dall’inizio i giocatori possono contare su un quantitativo di campi che semplicemente è imparagonabile a quello degli altri titoli di golf in commercio, ma tutto ciò non deve trarre in errore. È evidente come la qualità delle realizzazioni sia fortemente altalenante, e più volte ci siamo trovati a competere su campi “stravaganti” che presentavano green occupati da scoiattoli, cervi, oppure muretti da evitare.Sul versante grafico, invece, il gioco mostra dei livelli decisamente altalenanti. Dal punto di vista della varietà estetica il salto rispetto al capitolo precedente è apprezzabile, grazie anche alla varietà elevata di capi di vestiario acquistabili grazie alle vincite accumulate. Non convince però, l’esecuzione complessiva, che dimostra delle imprecisioni negli elementi di contorno, come l’acqua, e nella proposizione di alcune particolari condizioni atmosferiche, come la pioggia. In generale il gioco si sforza di proporre ambienti molto differenti fra di loro, spaziando fra la neve fino ad arrivare al deserto, ma tutto ciò non è sempre un piacere per gli occhi, per via anche del costante aliasing e della gestione non sempre impeccabile dell’illuminazione. Dal punto di vista audio dobbiamo soffermarci sulla telecronaca, che così come nel primo capitolo non mancherà di sottolineare con battute sarcastiche i tiri meno riusciti. La cosa interessante è che durante gli eventi della Carriera, invece, lo stesso telecronista assumerà un ruolo decisamente più pacato, con un volume di voce più basso e considerazioni più precise, sebbene abbastanza ripetitive dopo poco tempo.Per concludere, veniamo a qualche considerazione tecnica: l’intera esperienza si basa su un sistema che potremmo definire always online, visto che è necessaria una connessione internet per scegliere la maggioranza dei campi, controllare le statistiche e aggiornare le caratteristiche di club e golfisti. C’è da dire che tutto ciò determina una lentezza generale anche nella navigazione dei menu, visto che anche per acquistare un semplice capo di vestiario sarà necessaria una lunga comunicazione tra la console e i server di gioco. In alcuni casi questo sistema ha mostrato le sue lacune, con acquisti falliti a causa di errore di rete, e match finiti anzitempo a causa di cali nella connessione.

– Tantissimi percorsi già pronti da utilizzare

– Gameplay che nasconde finezze simulative

– Aumento delle modalità di gioco

– Maggiori opportunità di personalizzazione del proprio golfista

– L’infrastruttura della carriera e il multiplayer non convincono appieno

– Imprecisioni tecniche e nella grafica

– A volte fin troppo punitivo nel gameplay

– Pare essere ancora più adatto a partite estemporanee che a lunghe sessioni

7.0

The Golf Club 2 è un titolo dall’architettura decisamente complessa, che spesso restituisce un feeling non proprio leggero e godibile. Come detto in sede di recensione, talvolta il prodotto HB Studios sembra fallire nel proporre una esperienza organica, visto che molte volte ci siamo approcciati al titolo con l’intenzione esclusivamente di fare una partita estemporanea, piuttosto che di approfondire le modalità. Queste, d’altra parte, non sempre convincono, come nel caso della Carriera. Il gameplay mostra profondità a dispetto di alcuni difetti già visti in passato, mentre il comparto tecnico e l’infrastruttura online mostra il fianco a dettagli non sempre soddisfacenti. Insomma, se avete già provato il primo capitolo, forse non è ancora tempo di passare a questa più recente iterazione.

Voto Recensione di The Golf Club 2 - Recensione


7

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