Recensione

The Girl and the Robot

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Non siete stati i soli ad essere tratti in errore quando avete scoperto per la prima volta The Girl and the Robot. Il modo di presentare il gioco, quelle atmosfere da fiaba decadente dove impera la solitudine e un forte senso di abbandono, una bambina rinchiusa nella prigione di un castello e un robot come amico: tutto, in effetti, faceva pensare a un’opera sulla falsariga del mai troppo lodato ICO. Eppure The Girl and the Robot, in fin dei conti, si è rivelato un titolo piuttosto diverso rispetto dal capolavoro di Ueda, distante da quell’impostazione di gioco; al contrario, possiede delle meccaniche più vicine a quelle tipiche di un puzzle game, dove la cooperazione e l’uso delle diverse abilità dei due personaggi hanno più peso di ogni altro elemento.
Cuore di bimba, cervello di latta
Il primo impatto col gioco è un po’ spiazzante. Non per le immagini che si vedono su schermo, ma per il disperato tentativo di comunicare delle emozioni al giocatore senza tuttavia riuscirci. La sequenza iniziale è goffa, ha dei tagli mal gestiti, la grafica è un po’ scarna e ciò che viene mostrato non riesce a far immedesimare nel gioco chi sta per affrontare l’avventura; al contrario, lascia indifferenti e con una strana sensazione di imbarazzo.
Accantonato il filmato – dove la bambina viene liberata dalla sua prigione da un misterioso anziano che aziona una leva – The Girl and the Robot mostra dei segni di ripresa. Lo fa nel momento in cui la piccola protagonista incontra un robot, immobile al centro di una gabbia circolare sospesa; dal momento in cui, insomma, i due diventeranno dei compagni d’avventura. 
Gli intermezzi musicali, all’inizio, sottolineano i momenti in cui i due sono vicini e si danno manforte; ma lungo il resto del gioco è un elemento che viene messo da parte, lasciando il posto a quell’obbligo di praticità che andrà avanti per tutta la storia, chiudendo la strada a momenti poetici o di grande impatto emotivo. Quando questi si presentano, lo fanno con sin troppa debolezza; ed è francamente un peccato, perché The Girl and the Robot – per quanto riguarda il concept – ha davvero del gran potenziale. 
Al di là di tutto ciò, The Girl and the Robot è ben strutturato e presenta dei puzzle ben congegnati, che vi costringeranno spesso a un continuo “ping-ping” tra i due personaggi. La bambina è meno pesante e può saltare più in alto, raggiungendo aree che al robot sono precluse; è però totalmente indifesa, e nel momento in cui si trova di fronte a un nemico armato deve immediatamente fuggire, rifugiarsi da qualche parte e lasciare la strada al suo compagno di metallo. Il robot reca con sé una spada e uno scudo, può schivare i colpi con un salto verso dietro ed è l’unico personaggio in grado di difendere e offendere. Va però considerato che farlo avanzare per primo non è sempre la più efficace delle strategie, perché talvolta i livelli presentano delle insidie inaspettate come l’apertura di porte che liberano dei nemici, l’attivazione di trappole e meccanismi che si mettono in funzione dopo aver tirato delle leve. Potrete portare la bambina con voi issandola e posandola sulla vostra spalla, ma in quel caso sarete impossibilitati a usare la spada. Bisogna dunque progredire con attenzione, capendo quando è possibile muoversi con relativa sicurezza e quando invece è meglio passare continuamente tra un personaggio e l’altro per accorciare le distanze e non trovarsi in situazioni spiacevoli.
Metal Knight
La ragazzina è in sostanza la più debole tra i due personaggi, ma è anche l’unica che può lenire le ferite di battaglia del robot, il quale dispone di un vero e proprio moveset che costituisce il sistema di combattimento. I movimenti comprendono una poco aggraziata schivata (fondamentale per non trovarsi nei pressi dell’esplosione provocata dai nemici meccanici che si autodistruggono quando vengono sconfitti), una lenta parata con lo scudo e dei colpi semplici che che possono essere eseguiti fino a un massimo di tre consecutivi. È insomma tutto molto semplice e basilare, e vi basterà qualche minuto per capire quali sono i tempi di attacco e difesa per avere sempre la meglio contro i nemici. Il robot può anche utilizzare un arco, ma si tratta di un’arma che vi tornerà più utile quando durante la risoluzione dei puzzle dovrete colpire dalla distanza alcuni bersagli, così da attivare dei meccanismi e proseguire lungo l’avventura. 
Il level design di The Girl and the Robot non è molto articolato e complesso, ma offre alcuni spunti degni di nota soprattutto nella sezione comprendente un labirinto o quando bisogna incamminarsi lungo deviazioni multiple per risolvere dei puzzle. In generale (e ciò vale in particolar modo con una boss fight importante) si nota come alcune soluzioni siano assai simili a quelle adottate nei giochi di almeno un paio di generazioni fa, con arene circolari da cui si dipanano diversi corridoi o con piazze di forma irregolare ai cui margini si trovano delle cancellate da superare o dei covi di nemici. Gli sviluppatori sono dei veterani dell’industria, ma The Girl and the Robot è un titolo a basso budget che non va oltre l’essenzialità e al di là di escamotage già visti in sin troppi platform e puzzle-game. 
I limiti concettuali vanno a braccetto con quelli tecnici, che anzi sono ancora più evidenti all’interno della produzione. A tal proposito, vanno segnalati degli ambienti disadorni e anonimi, realizzati tramite una modellazione poligonale altalenante e alquanto deficitaria. L’aspetto generale è buono, ma l’intenso color seppia che ammanta gli ambienti tende ad appiattire e appesantire gli antri e gli esterni del castello prospiciente il villaggio in cui, talvolta, è necessario tornare per via di un obbligato backtracking.
Non mancano bug e glitch dovuti ad alcune compenetrazioni tra gli oggetti, mentre la colonna sonora si limita a sottolineare i momenti clou senza mai sfociare in melodie drammatiche o particolarmente memorabili. Tuttavia The Girl and the Robot è un titolo discreto, sebbene assai derivativo, che riuscirà a intrattenervi per una mezza dozzina di ore. 

HARDWARE

MINIMI:

Sistema operativo: Windows XP SP3 Processore: Intel Core 2 Duo Memoria: 4 GB di RAM Scheda video: Direct 9 compatible card DirectX: Versione 9.0 Memoria: 4 GB di spazio disponibile

– Buone meccaniche di cooperazione tra i due personaggi…

– Puzzle ben congegnati

– … Anche se un po’ troppo farraginose

– Molte aree sono desolate e anonime

– Non riesce a trasmettere ciò che vorrebbe

6.5

Chi cercava un erede in salsa indie di ICO deve volgere le sue mire altrove o attendere speranzoso che qualcuno possa esaudire questo desiderio, ma se siete amanti dei platform-puzzle dove la cooperazione tra due personaggi è essenziale, potrete dare una chance a questa insolita coppia.

Voto Recensione di The Girl and the Robot - Recensione


6.5

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