Nella seconda recensione del gioco, risalente allo scorso giugno, avevamo promesso di tornare a trattare The Elder Scrolls Online (TESO per gli amici) in caso di novità importanti. Le promesse non sono state disattese, e oggi siamo qui a parlare di Imperial City, primo DLC a pagamento che, come intuirete, introduce la Città Imperiale, capitale e centro nevralgico di Cyrodiil, con tutta la sua pletora di contenuti e attività.
Ma non bruciamo le tappe: il DLC, con annessa patch 2.1.7, è uscito i primi di settembre su PC per approdare su PS4 e Xbox One un paio di settimane dopo, incluso per chi ha attivo l’ESO Plus (ovvero il canone mensile) o con un costo di 2500 Crowns (corrispondenti a circa una ventina di euro) per tutti gli altri. In realtà nel Crown Store non si può comprare direttamente il DLC, ma bisogna prima acquistare le Crowns che poi consentono di acquistare il DLC, con un doppio giro francamente incomprensibile.
Detto questo, una volta in game per poter accedere alla Città Imperiale bisogna prima mettersi in coda per entrare a Cyrodiil, regione di Tamriel che in questo MMORPG è interamente dedicata al comparto PvP. Una volta qui bisogna raggiungere il centro della mappa, possibilmente evitando gli scontri tra le tre fazioni del gioco, finchè non si intravede all’orizzonte una città legata da enormi catene in cielo. In TESO, infatti, il gioiello dell’Impero giace in rovina, occupato dalle forze daedriche di Molag Bal che ha individuato in esso il punto di svolta per i suoi soliti piani di dominio del mondo e ha (letteralmente) incatenato la città.
Per il medesimo motivo, è impossibile accedere alla città dall’ingresso principale, dal momento che i ponti sono distrutti e i cancelli presidiati da demoni. L’unica è passare dalle fogne, attraverso lo stesso passaggio che alla fine del tutorial di Oblivion conduceva all’aria aperta (e che permetteva di godere di uno dei più bei momenti della scorsa generazione videoludica) e che qui dobbiamo invece percorrere all’inverso, per intrufolarci nella città. Più precisamente, gli ingressi sono in tutto tre, uno per ogni fazione, per evitare che l’entrata all’Imperial City si trasformi in una zona di ganking matto e disperatissimo.ù
La Città Bianca (no, non Minas Tirith)
Il primo impatto, in verità, non è dei migliori. L’Imperial City costituisce un’istanza a sé all’interno di un’area, quella di Cyrodiil, che non fa parte del mondo “principale” di Tamriel, ma a cui si arriva con un caricamento apposito: in altre parole, la città è una grossa istanza all’interno di un’altra istanza. Questo gioco di scatole cinesi non aiuta l’immersione nel mondo di gioco, così come non aiuta il fatto che, guardando dalle sponde del lago Rumare che circonda l’isola su cui sorge la città, quest’ultima appaia come qualcosa di lontano e immerso nelle nebbie, quando invece dovrebbe rappresentare il cuore stesso della regione. Più in generale, insomma, quel che non convince è la mancanza di contiguità col resto di Cyrodiil: non c’è nulla che dia l’impressione che l’Imperial City faccia parte in modo organico della regione, e non sia solo un’istanza a sè.
Mandato giù questo boccone, prendiamo l’entrata per le fogne che ci porta dritti al campo base della nostra alleanza, l’hub da cui si può parlare con NPC che mettono in bella mostra il nuovo equipaggiamento disponibile e da cui partono le missioni per la liberazione della città. Nelle fogne si è infatti formata una resistenza delle tre fazioni che, oltre a combattersi tra loro, cercano di sottrarre la città dal dominio di Daedra e forze infernali. L’Imperial City è dunque un enorme dungeon pubblico, reso unico dalla commistione tra PvE e PvP: in ogni momento, magari mentre si sta combattendo contro un boss o dei mob, possono sbucare dal nulla uno o più giocatori nemici, aggiungendo pepe al tutto.
L’area intera può essere divisa in due piani: il piano inferiore corrisponde alle Fogne Imperiali, quello superiore ai sei distretti della città, quali l’Arboretum o l’Arena district. La questline principale ci porta ad esplorare tutta la capitale nel tentativo di scoprire i piani dell’Oscuro Signore (no, non Sauron) e, se possibile, mettergli i bastoni tra le ruote. Si tratta di una serie di missioni forse non particolarmente incisive, ma che hanno l’indubbio merito di accompagnare il giocatore nella scoperta di questo scenario senza farlo sentire troppo disorientato. Sì, perchè l’Imperial City è un dedalo tentacolare di strade e passaggi in cui all’inizio è molto facile smarrirsi e finire nel posto sbagliato al momento sbagliato (tradotto: preparatevi a morire spesso). Anche le Fogne Imperiali, in cui tanti giocatori farmano eventi, sono vastissime.
Peccato per i lunghi caricamenti, che avvengono ad ogni cambio di distretto e rischiano di diventare snervanti quando, magari seguendo il filo di una quest, dobbiamo spostarci più volte di quartiere sorbendoci ogni volta una bella schermata di attesa: persino col gioco installato su un SSD, i caricamenti sono sempre superiori ai trenta secondi. Se ci fosse un solo loading screen all’entrata della città, e poi questa fosse interamente esplorabile senza soluzione di continuità, allora sarebbe accettabilissimo dover attendere un po’, ma così è più difficile da giustificare.
Lootin’ mah Stones
Dal punto di vista del level design è difficile attaccare il lavoro di ZeniMax, che come al solito si è data un gran daffare per riempire le mappe: eventi, missioni, quest ripetibili, world boss, skyshard, cripte, trofei e tesori sparsi in giro costellano tanto le fogne quanto i distretti della città, per non parlare delle scaramucce contro giocatori delle altre fazioni, che a volte assumono le dimensioni di vere battaglie.
Proprio per rendere più interessante il PvP gli sviluppatori hanno ideato una meccanica inedita in TESO, le Tel Var Stones. Valuta in uso nella Città Imperiale, queste pietre possono essere utilizzate per acquistare ricompense ed equipaggiamento esclusivo dai mercanti e vengono guadagnate compiendo eventi e missioni, ma anche uccidendo player nemici. Il punto è che, alla morte, tutte le pietre che si porta con sè vengono perse e vanno a finire nelle mani del proprio uccisore, che a sua volta potrebbe subire lo stesso fato per mano di un altro giocatore. L’unico modo per essere sicuri di non perdere queste pietre è depositarle in banca, ma c’è un però: più Tel Var Stones teniamo nell’inventario e più il moltiplicatore sale, permettendoci di guadagnarne più rapidamente. Questa apprezzabile meccanica apre così a diversi stili di gioco incentivando una strategia di tipo “high risk, high reward”. Girare nell’Imperial City, combattendo contro altri player e sapendo che si corre il rischio costante di perdere tutte le pietre nell’inventario, è davvero adrenalinico.
Ovviamente, per questo e altri motivi è consigliabile girare in compagnia all’interno della città: per quanto ingegnandosi un po’ sia possibile completare molte quest da soli, il DLC è chiaramente pensato per essere fruito in gruppo, magari con la propria gilda: così facendo vi divertirete sicuramente più di quanto non sia possibile agendo da lupi solitari.
Dungeons & Daemons
All’offerta del pacchetto vanno aggiunti anche due dungeon PvE, White-Gold Tower e Imperial Prison. Il primo ci vedrà scalare la Torre della Città Imperiale alla ricerca della reliquia di un’Antica Pergamena, mentre nel secondo dobbiamo penetrare all’interno della Prigione Imperiale, un carcere trasformato dai Daedra in una camera di tortura.
Disponibili in modalità normale e veterana, questi dungeon endgame sono piuttosto lunghi e impegnativi e rappresentano la nuova sfida da affrontare per chi ama dedicarsi al PvE. Tra i possibili drop figurano armi, armature e ricette per i nuovi stili artigianali. Con Imperial City debuttano infatti un nuovo motif (uno stile di crafting razziale), ovvero lo Xivkyn (una medaglia per chi riesce a leggerlo correttamente), e il Glass crafting style, che dà accesso alle nuove potenti armature in vetro.
Veterani di guerra
Parliamo un attimo del sistema di progressione di TESO, per andare poi ad abbracciare una riflessione più ampia. Questo DLC è alla portata della maggior parte dei giocatori, almeno sulla carta: il contenuto dell’Imperial City è infatti disponibile per chiunque abbia superato il livello 10, ma è in realtà consigliabile andarci con un PG vicino al cap, altrimenti qualsiasi cosa si tocchi può equivalere a morte immediata.
Parallelamente il DLC aggiunge due nuovi veteran rank, portando così il cap al VR16, con tanto di nuovi set di armature per l’endgame. Abbiamo già fatto notare in passato la nostra antipatia verso i veteran rank (sistema di progressione verticale che si sblocca al livello 50), ed evidentemente è qualcosa di cui ZeniMax stessa non va orgogliosa, dato che più volte ha promesso che in futuro sarebbero stati rimossi dal gioco. Purtroppo al momento così non è, e anzi con questo DLC viene addirittura rincarata la dose, nonostante la patch 2.1.7 abbia almeno ridotto la quantità di exp necessaria per fare un livello veterano.
Parliamoci chiaramente: i due VR in più sono una cosa pessima, a meno che non siate amanti viscerali del grinding. Questi livelli sono infatti estremamente lunghi e in ultima analisi noiosi, e costringono gli utenti che vogliono raggiungere il cap a dedicare al gioco una quantità di ore francamente eccessiva, nell’ordine delle diverse centinaia. A meno che, appunto, non si ignorino missioni principali e secondarie, mettendosi a grindare mob per ore intere nel tentativo di cappare il PG in tempi umani. Noi restiamo contrari ad abbracciare questo stile di gameplay, ma qui è il gioco stesso che invita ad adottare queste meccaniche rendendo il grind più remunerativo, in termi di esperienza, dell’esplorazione e delle quest.
Insomma, siamo alle solite: TESO vorrebbe proporre una struttura ludica rigorosa e che richieda all’utente impegno e dedizione, ma sbaglia nel concedere delle soluzioni intermedie che non premiano l’abilità del giocatore ma anzi invitano a farsi furbi per aggirare le limitazioni imposte. E gli esempi in tal senso non mancano neanche all’interno dell’Imperial City. Due su tutti: la morte consigliata per raggiungere in fretta le zone sicure e l’abuso del “travel to player” per uscire rapidamente da Cyrodiil.
Spieghiamo meglio queste famigerate contraddizioni. Dovete sapere che ogni distretto della città presenta una safe zone, un balcone rialzato da cui è possibile parlare con la Drake of Blades (l’NPC che fornisce le quest della storia) senza essere attaccati. Dal momento in cui si scende da queste aree non è più possibile risalirci se non facendo un gran giro che passa per le fogne, con la possibilità di essere intercettati da giocatori ostili. C’è però una scappatoia che consente di tornare all’istante nelle safe zone, ed è morire per mano dei mob. Proprio così: se ci facciamo uccidere dai mostri non solo non perderemo Tel Var Stones (cosa che invece accadrebbe se fosse per mano di un player) ma potremo respawnare subito nel balcone rialzato, consegnando le quest e tornando più velocemente alla base. Un trucchetto che i giocatori hanno impiegato pochi giorni per imparare e che mette alla luce l’ingenuità del sistema ideato dagli sviluppatori.
Il secondo esempio riguarda invece il momento in cui decidiamo di uscire dall’Imperial City per tornare nel mondo di Tamriel. Normalmente la procedura da effettuare è la seguente: tornare alle Fogne Imperiali, prendere il passaggio che riporta a Cyrodiil e da qui procedere fino al wayshrine che permette di teleportarsi in una zona a piacimento di Tamriel. Una procedura piuttosto lunga e rischiosa, dato che si possono incontrare giocatori nemici lungo il cammino. Se si ha un amico che sta già giocando nel continente principale, però, basta cliccare sul suo ritratto e selezionare “travel to player”, arrivando da lui nel giro di pochi secondi e aggirando completamente anche questa meccanica.
Ombre sull’Imperial City
Infine, una nota sul comparto visivo. Graficamente l’impatto resta ovviamente lo stesso – ottimo – del gioco base. Artisticamente, invece, c’è qualcosa in più da segnalare.
L’Imperial City di TESO si mostra con colori molto più cupi della luminosa capitale ammirata in Oblivion: lo scenario mette in evidenza uno spettro cromatico blu-grigiastro che ben trasmette il senso della corruzione causata dall’influenza di Molag Bal, così come la distruzione e la sofferenza che gli abitanti della capitale hanno dovuto subire. Questa forte tendenza al grigio, tuttavia, può presto venire a noia se, come il sottoscritto, predigilete ambientazioni più ricche di colori. A questo va aggiunta una direzione artistica di buona fattura ma che non riesce a stupire nella realizzazione di paesaggi e scenari, a differenza dei capitoli singleplayer della saga. Insomma, come già avevamo fatto notare nella prima recensione del gioco TESO presenta un notevole comparto grafico, unito però a una direzione artistica che non riesce mai realmente a spiccare il volo.
– Imperial City vasta e ben realizzata
– Scenario perfetto per gli amanti del PvP
– Due nuovi dungeon PvE
– La meccanica delle Tel Var Stones è brillante
– I due veteran rank aggiuntivi non sono una buona cosa
– La città non è connessa in modo organico col resto di Cyrodiil
– Diverse contraddizioni in ambito di game design
– Caricamenti lunghi
Imperial City è un DLC pensato per i veterani di The Elder Scrolls Online, che però non risolve molti dei problemi atavici di questo MMORPG e anzi, a tratti, sembra volerli confermare introducendone di nuovi. Ne sono un esempio gli snervanti caricamenti, l’aggiunta di due veteran rank (con annessa necessità di grindare ancora per raggiungere il cap) e le frequenti “scorciatoie” che permettono ai giocatori più smaliziati di aggirare le rigide meccaniche imposte da ZeniMax. Se tutte queste cose però non vi tangono, allora Imperial City vi saprà offrire decine di ore di divertimento con la sua intrigante commistione di PvE e PvP, meglio se in compagnia di qualche amico e compagno di gilda. Nel frattempo, è già stata annunciata la patch 2.2, che implementerà la capitale degli orchi, Orsinium, senza alzare nuovamente il level cap fissato dal DLC al VR16. E questa, permetteteci di dirlo, è una vera manna dal cielo.