Recensione

The Elder Scrolls III: Morrowind

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a cura di Massimo

Da sempre le Software house di mezzo mondo all’uscita di un loro nuovo titolo, soprattutto se esso appartiene al genere Rpg o adventure, ci promettono novità incredibili in termini di giocabilità ma soprattutto di interattività, dichiarando che nel loro nuovo lavoro sarà presente una totale interattività con tutto ciò che ci circonda, un realismo esasperato, un mondo reale fatto di poligoni, etc, disattendendo però spesso le attese da parte degli utenti e le promesse fatte in sede di presentazione. Da Shenmue per Dreamcast a Final Fantasy X per PS2, più il primo che il secondo, passando per Arena e Daggerfall della stessa Bethesda Softworks, tanto per non andare troppo indietro nel tempo, i geniacci dell’universo videoludico sono riusciti in parte a regalarci simili sensazioni di reality-game, di libertà di movimento, ma solo ora, grazie ai progetti SquareSoft (nonchè Capcom con Resident Evil Online) per il gioco online e Bethesda per la creazione di mondi simulati, qualcosa di veramente reale incomincia a vedersi. Ed io, da appassionato, potevo lasciarmi scappare l’occasione di testare per voi la versione finale del gioco? No. Così, appena la Microsoft ci ha fatto avere, eletti fra gli eletti, una copia di Morrowind, mi sono appropriato della confezione e mi sono catapultato a casa per giocarci e scrivere questa recensione.

L’ambientazioneThe Elder Scrolls III: Morrowind è un ambizioso progetto che, dopo mesi e mesi di lavorazione, è finalmente giunto in dirittura d’arrivo, dopo una lunghissima fase di travaglio dovuto al tentativo da parte del team di sviluppo, di creare il titolo il più vasto e complesso mai realizzato prima da nessuno. Questo Morrowind, almeno dal titolo, è il terzo capitolo di una saga che ha in due spin-off, An Elder Scrolls Legend: Battlespire e The Elder Scrolls Adventures: Redguard, i suoi illustri predecessori. In realtà, The Elder Scrolls III- Morrowind è una sorta di capitolo zero, un gioco a se che mutua solo parte del titolo dai due succitati giochi, e l’ambientazione, più avanti, leggendo, capirete perchè. La storia è ambientata sull’isola vulcanica di Wardenfell, nella provincia di Dunmer, luogo d’origine e di residenza della bellicosa e terribile razza degli Elfi Oscuri. Parte di questa grande isola è governata da tre dei più potenti ed antichi casati della regione, le cosidette The 3 Great Houses e dalla città cosmopolita di Vivec. Proprio in questa vasta zona si muoveranno i giocatori nel corso della loro avventura, fra paesaggi ricchissimi di dettaglio, e variegati, che vanno dalle zone verdi e ricche di pianure della parte a sud-ovest di Wardenfell, alle zone rocciose coperte da giganteschi alberi di funghi delle coste, al terreno sterile, pieno di gole e di alberi da sottobosco della zona nord-ovest di West Gash fino alla zona vulcanica delle zone sud-est più estreme, verso il cratere di Dagoth Ur. Large. Qui potremo muoverci liberamente dove vogliamo, facendo in pratica tutto quello che vogliamo, interagendo con ogni cosa che ci circonda, un pò come avveniva in Shenmue per DC, però moooolto di più! Girovagando per le varie city del mondo di Morrowind, da Ald’ruhn, città del nobile Redoran, la cui struttura urbanistica nonchè architettonica si rifà alle forme di uno strano insetto gigante del posto, a Vivec, metropoli del Divino Re Vivec, Ministro della Verità, una sorta di Venezia-fantastica, costruita su di un complesso sistema di canali, dove una strana luna risiede perennemente al di sopra del palazzo reale come una sorta di aura protettrice, a Sadrith Mora, dove dimora il casato dei Telvanni, città nota per le sue alte torri dei maghi e per le costruzioni ricavate all’interno di giganteschi alberi di funghi, ognuna di esse completamente caratterizzata e personalizzata nelle costruzioni e addirittura nella cultura e nelle scelte politiche e ideologiche (!), potrete incontrare, parlare, scambiare oggetti con tutti gli esseri viventi che incontrerete, comportandovi come meglio credete (ma non fate i maleducati con le ragazze, mi raccomando…). In pratica Morrowind vi offre un assoluta libertà di azione e una possibilità di movimento mai visto prima. Per tale ragione non esiste in sostanza una vera e propria story-line: sarebbe impossibile proporla!

La scelta delle razzeIl gioco ha inizio all’interno della stiva di una nave, dove uno strano essere con le orecchie a punta, vagamente somigliante ad un vampiro, vi darà un breve accenno di cosa fate li sotto e vi chiederà il vostro nome: un pretesto utilizzato dai programmatori per permettervi di inserire il vostro nome-identificativo personaggio. Subito dopo, una guardia vi inviterà a seguirlo sopra, dopodichè, una volta usciti a poppa, potrete scendere dalla nave (che vedtrete ormeggiata nei pressi del porto di una fantastica cittadina). Sul molo, un soldato vi chiederà di identificarvi: a questo punto apparirà una finestrella dove voi dovrete decidere a qualre razza appartenere, dai Bretoni agli Elfi Alti, dagli Argonaut agli Elfi Oscuri, etc, il sesso del vostro personaggio ed altri aspetti fisico-attitudinali. Fatto questo, e clikkato ok, la guardia vi farà passare indicandovi però un edificio proprio di fronte a voi dove dovrete recarvi assolutamente: è una sorta di ufficio di Capitaneria di Porto, dove, a fronte di alcune domande (e relative risposte), vi verrà rilasciato un documento di identificazione e di libera circolazione in città firmato nientepocodimeno che dall’Imperatore! Fate attenzione a ciò che risponderete: se vi rivelerete crudeli o poco solidali in determinate risposte a certe specifiche domande, potreste trovarvi inserito come il sottoscritto nella categoria ladri o assassini! Questa registrazione è infatti un ulteriore, geniale, pretesto per permettervi di caratterizzare ancora di più il vostro personaggio. Ma approfondiamo un attimo, visto che ci siamo, il discorso sulle razze presenti nel gioco. I programmatori della Bethesda hanno assicurato la presenza di TUTTE le razze presenti nei precedenti capitoli, ognuno con le proprie caratteristiche fisico-spirituali, che li rendono unici all’interno addirittura della propria specie. Per cui fra gli umani, ad esempio, i Bretoni, saranno più abili con la magia mentre le Redguard ell’Impero saranno più abili con lo special power Adrenaline Rush, mentre nella razza degli Elfi, gli High Elves (Alti Elfi), saranno dei grandi maghi, i Dark Elves (Elfi Oscuri), saranno oltre a dei bravi maghi (Magia Nera) anche dei buoni guerrieri, e i Wood Elves (Elfi Del Bosco), eccellenti arcieri col potere della Lingua delle Bestie… Tutte queste razze sono poi divise in varie classi, 21 per essere esatti, 4 in più rispetto a Daggerfall, e cioè, per completezza di informazione, il pellegrino, il diplomatico, il cacciatore di streghe e la vittima. Ovviamente la scelta di una classe all’interno di una razza avrà il suo ripercuotersi positivo o negativo sul corso degli eventi di gioco. Da notare l’elevato realismo e l’ottima IA del gioco anche nel fatto che i classici rapporti di amicizia, odio e razzismo tra le razze determinano particolari situazioni nel gameplay.

IA & GameplayE veniamo ora all’aspetto più propriamente legato alla giocabilità vera e propria: IA e interazione col mondo circostante. Tanto per non smentirsi in un contesto di semi-perfezione, la Bethesda ha davvero ottenuto grandi risultati anche qui, dimostrando ancora una volta, se mai ce ne fosse stato il bisogno, che la qualità dei programmatori, unita ad una forte volontà e voglia di innovare (nonchè ad una “pacconata” di soldi) possono davvero fare “miracoli”: quello di Morrowind è un mondo vivo e popolato! Tutti i personaggi non giocanti, quelli cioè con cui si interagisce nel corso dell’avventura, sono dotati di un ottima IA, che si traduce in interessanti dialoghi multipli e vari, in reazioni diverse della gente a seconda degli argomenti trattati in tali discussioni, etc. Il gameplay è davvero molto ricco, con una trama ricca di profondità e decine di quest di ogni tipo, dalla Fed-Ex a quella diplomatica, dal rapimento all’investigazione, in quantità industriale, molte dele quali addirittura legate alla fazione di cui il nostro personaggio farà parte, tanto per non annoiarvi troppo… Per quanto concerne l’interazione, poi, sono in molti gli appassionati che lo trovano simile ad Ultima 7, con praticamente una possibilità quasi infinita di interattività con tutto ciò che ci circonda, dai piatti, da prendere per poi spostarli o lanciarli, alle centinaia di armi, armature, e così via. Il tutto per rendere un mondo graficamente bellissimo ancora più ricco e credibile.

Il Tool fai da teUn altro degli aspetti più interessanti di Morrowind è sicuramente il sistema di generazione casuale di alcuni elementi di rilievo del gioco, come le quest, il sistema di combattimento e quello di creazione delle magie e delle pozioni. Pensate, esistono decine e decine di opzioni di gioco tali da modificare e aggiornare quasi totalmente il titolo Bethesda dalla testa ai piedi. Il fatto che il TES, il tool di sviluppo che renderà possibile la creazione di nuove aree, oggetti e quant’altro utilizzando lo stesso motore di gioco di Morrowind, sia così completo e “vasto”, non può non fare felice ogni fan del gioco che potrà praticamentesbizarrirsi a creare tutto ciò che desidera, apportando migliorie o cambiamenti qua e la, per la serie “questo lo faccio meglio io”…

L’interfacciaL’interfaccia di gioco è praticamente perfetta a mio giudizio, in quanto offre al videogiocatore una “maneggevolezza” notevole nel suo design semplice e minimalista. Intanto sono disponibili due visuali, una in soggettiva (consigliata) e l’altra in terza persona. I tasti da utilizzare infatti sono pochissimi e riportano alla mente i comandi tipici dei giochi per console, e ciò farà certamente piacere ai lettori che pur possedendo un Pc hanno anche una console e dunque magari preferiscono un sistema di controllo il più semplificato possibile. Ci sono un tasto per preparare magie, uno per impugnare le armi, un altro per interagire col mondo circostante (il classico tasto azione per parlare con gli altri personaggi o per raccogliere oggetti) ed il mouse che funge da telecamera libera per guardarsi attorno. Per i più esigenti invece, per coloro cioè che “fuggono” dinanzi ad una console o a tutto ciò che la ricorda, o semplicemente a tutti coloro che sono soliti giocare gli Rpg su personal computer e sono abituati diversamente a controllare le cose, viene data la possibilità di personalizzare i comandi ridistribuendo come meglio si crede le varie azioni ad altrettanti tasti corrispondenti come ad esempio abbinando gli oggetti o gli incantesimi ai tasti numerici della tastiera, etc. Esistono tre finestre principali di gestione menù, che possono essere aperte direttamente sulla schermata principale di gioco in finestre più o meno grandi, customizzabili dall’utente: si tratta dell’inventario, dell’area di gestione delle magie e infine quella delle statistiche e dei parametri inerenti il nostro eroe virtuale. Tutta questa semplicità gestionale si può tradurre a mio parere nella volontà da parte dei programmatori di rendere Morrowind come una “vera” esperienza di vita alternativa dove statistiche, magie, etc, servono solo da contorno (anche se comunque sono importanti e complete) per rendere la nostra esperienza videoludica la più “realistica” possibile senza intaccare il gameplay come magari avviene in altri RPG dove la componente statistica, i parametri vari (potenziare assolutamente questa magia o quell’arma per poter sconfiggere un determinato mostro altrimenti imbattibile), diventano il fine quasi principale del gioco per poter procedere avanti nell’avventura. Concludiamo il nostro discorso sull’interfaccia di gioco con un accenno alla mappa del mondo di Morrowind, sempre presente su schermo e che visualizza addirittura le caratteristiche geografiche del suolo su cui ci troviamo, personalizzabile per grandezza, posizione e visualizzazione: ancora una volta saremo noi a decidere come “sistemare” le cose, magari customizzando la mappa in modo da avere indicate solo le nostre immediate vicinanze oppure l’intera isola di Wardenfell.

Le battaglieEd eccoci giunti ai combattimenti, croce e delizia degli appassionati di Rpg, a seconda dei gusti. Le battaglie in Morrowind presentano un aspetto alquanto insolito ma altrettanto valido per un Gioco di Ruolo miscelando sapientemente elementi Arcade con parametri tipici del genere. Così, mentre affronterete un nemico, noterete parecchie similitudini con giochi tipo lo splendido Rune, ma con l’aggiunta di parametri e statistiche che comunque devono essere tenute d’occhio e che influiscono sull’andamento dello scontro quali la resistenza fisica o l’esperienza del personaggio. Il sistema di comando durante i combattimenti prevede l’uso “intelligente”, nella sua semplicità di alcuni tasti: una pressione più o meno prolungata del tasto di attacco provocherà ad esempio una diversa efficacia di un colpo. Se poi colpiremo il nostro avversario ripetutamente in un centro vitale o comunque importante dela sua struttura fisica avremo la possibilità di infliggergli il classico danno “critico” di Final Fantasyana (o Grandia II) memoria.

Creare le MagieDove non bastano le armi convenzionali, come in ogni Rpg che si rispetti, per sconfiggere il nemico di turno ecco arrivare le magie! In Morrowind sono presenti in quantità industriale, tutte personalizzabili (AAAAARRGGGGHH! Anche loro!) nel nostro “laboratorio privato”. Oltre a comprare scroll per incantesimi “preconfezionati” nel consueto negozio di fiducia sotto casa, potremo infatti decidere liberamente di farci da noi le nostre magie grazie ad una semplice ed intutitiva interfaccia. In pratica potremo personalizzare i nostri spells come più ci aggrada, basandoci su una delle numerose tipi di magia presenti in Morrowind, che vanno dall’illusionismo, all’attacco, difesa, etc (ognuna di esse è caratterizzata da una durata, una potenza e una determinata area di effetto), e potenziandole e studiandole in modo da imparare ad usarle correttamente per poi applicarle in varie combinazioni atte a regalarci un numero spropositato di incantesimi diversi. Per fare ciò basterà recuperare gli oggetti appositi in giro per Wanderfell o dopo certi combattimenti. Sempre in giro potremo inoltre trovare tutti gli elementi utili alla creazione di pozioni magiche, tipo anti-velenoiferi o curatrici, come particolari funghi o piante dai poteri misteriosi che starà poi a noi scoprire. In pratica dovremo essere noi, provandole su noi stessi (Sigh!), almeno nella maggior parte dei casi, a capire le varie specifiche di un prodotto, scoprendo sulla nostra pelle se una determinata pozione è velenosa o no, visto che, prima di ingerire una sostanza sconosciuta, l’interfaccia di gioco si guarderà bene dal mostrarci ogni minima indicazione sulla tossicità o meno di una pozione, nascondendone gli attributi (benefici o malefici), fino all’ingerimento e alle sue conseguenze sul nostro esile corpicino… Infine, vi segnalo che anche le nostre armi o altri oggetti del nostro inventario potranno essere rese magiche e modificate rispetto al loro uso iniziale e naturale: utilizzando infatti delle pietre speciali chiamate “soul gem”, potremo rendere incantato un oggetto in nostro possesso in maniera molto simile a quanto si fa per creare un nuovo Spell, rendendo particolare e caratterizzato, chessò, il nostro scudo, ad esempio.

L’AudioLa colonna sonora è interamente composta dal grande Jeremy Soule, il compositore di fiducia della Bioware. La colonna sonora è varia e molto bella, con musiche di cirostanza che vanno dalle canoniche melodie orchestrali ai tetri accordi di violoncello fino agli “eroici” e pompati brani che ci accompagnano in battaglia, il che rende ancora di più valida e accattivante l’atmosfera di gioco. A proposito delle musiche di Morrowind e della sua qualità, vi interesserà certo sapere che del gioco uscirà una Collector’s Edition, dove sarà presente un Cd aggiuntivo con l’intera colonna sonora del titolo Microsoft da godersi sul proprio Hi-Fi! Gli effetti sonori invece, pur dimostrandosi all’altezza di tutto il resto, sono però molto simili ad altri titoli del genere, ma d’altronde un ululato di lupo, quando siamo nei boschi, è sempre un ululato… Conclusione riservata ai dialoghi. La maggior parte di essi con gli abitanti di Morrowind saranno effettuati in modalità testuale, eccezion fatta per le frasi di circostanza tipo “Cosa vuoi da me” oppure “Salute a te straniero”, mentre quelli effettuati in alcune fasi di gioco con i personaggi più importanti saranno interamente doppiati (come in Final Fantasy X su PS2).

Realizzazione tecnica e grafica da antologia.

Elevatissimo grado di libertà per personaggio e giocatore.

Grandissima longevità, praticamente immenso grazie al TES Costruction Set.

Audio da film…

Requisiti hardware richiesti estremamente elevati.

Intelligenza artificiale migliorabile.

Manca il Multiplayer.

9.0

Commento

Come già detto in fase di presentazione dell’articolo, Elder Scrolls 3: Morrowind si preannuncia essere uno dei progetti più ambiziosi mai realizzati in un contesto videoludico. L’idea concreta di un mondo reale nella sua finzione fatta di poligoni e texture stà finalmente per prendere corpo, regalandoci a breve (oramai è confermato a maggio l’uscita del gioco), quella che sarà una delle esperienze più belle della nostra vita di videogiocatori.

Voto Recensione di The Elder Scrolls III: Morrowind - Recensione


9

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