The Dishwasher: Dead Samurai
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a cura di Shiryo
La realizzazione di uno stile grafico inedito, soprattutto per titoli Xbox Live Arcade o Playstation Network, sembra ormai una necessità primaria per riuscire a catturare l’attenzione dei giocatori. Talvolta scelte stilistiche originali si affiancano ad un gameplay di valore e potremmo citare come esempi Braid o Castle Crashers; in altri casi il titolo mostra un comparto estetico di pregio, ma fallisce in modo netto sul versante del divertimento. James Silva, vincitore del Dream-Build-Play contest nel 2007 proprio con il titolo di cui parleremo, corona il suo sogno riuscendo a far arrivare un gioco nato per XNA Creators su Xbox Live Arcade, ovvero il suo originale The Dishwasher Dead Samurai.
Dishwasher unleashedIl gameplay di Dishwasher Dead Samurai si basa sulle meccaniche classiche dei tradizionali beat’em’up a scorrimento:con il tasto X si effettua un attacco rapido, con Y un attacco potente, con B una presa e con A il salto. Molto ben sviluppata la possibilità di concatenare le varie azioni a disposizione per effettuare combo letali, utili a portare in fin di vita anche i nemici più ardui da battere ; in questo caso un’icona appare sulla testa del malcapitato, invitando alla pressione di uno dei tasti azione per effettuare una finisher. A prescindere dalla pressione del tasto suggerito o di uno a scelta, si possono eseguire tecniche particolarmente truculente, ma il consiglio è di rispettare il pulsante suggerito dato che, cosi facendo, si ottiene un ”teschio verde”, ovvero la possibilità di scatenare attacchi speciali. Proseguendo nella storia si giunge infatti al punto in cui i poteri del Samurai Lavapiatti Morto si palesano nell’utilizzo della magia; questa è utilizzabile tramite la pressione del tasto RT e di uno dei quattro tasti base, oppure premendo singolarmente LB per un’attivazione istantanea. Gli effetti variano quindi a seconda del tasto premuto, ma in linea di massima ne risultano attacchi ad ampio raggio molto utili anche se non particolarmente caratterizzati e differenziati tra loro né esteticamente, né per funzionalità.Presenti anche alcune mosse difensive, attuabili tramite lo stick analogico destro, oppure tramite la mantenuta pressione del tasto LT e spostamento dello stick sinistro. Nel caso si stia utilizzando una delle armi secondarie, questa funzione si tradurrà in una capriola evasiva utile a schivare attacchi e spostarsi alle spalle del nemico. Se inizialmente il protagonista può far uso solo delle mannaie, dopo qualche livello entrerà in possesso della Spada Mutante, che diventerà l’arma principale. Utilizzando questa particolare Katana, gli effetti delle manovre evasive cambiano radicalmente, consentendo di effettuare al posto della rotolata un vero e proprio teletrasporto. Questa regala una svolta al gameplay, dato che permette di stare in volo all’infinito, eventualmente teletrasportandosi sempre più verso l’alto, e dà modo di esplorare i livelli su più piani anziché su quello solamente orizzontale, ampliando un minimo l’iniziale linearità del gioco. Oltre a Katana e mannaie, ulteriori armi verranno messe a disposizione del Dead Samurai nel corso del gioco; queste spaziano dai falcetti ad una terrificante motosega, sino all’accoppiata mitraglietta – fucile a pompa, con la quale l’attacco veloce equivale ad una scarica di proiettili del mitra, e quello potente ad un poderoso colpo di fucile ad ampio raggio.L’unione di tutte le possibilità offerte dà modo, soprattutto ai giocatori più abili, di creare combo devastanti, durante le quali lo scambio rapido delle armi a disposizione permette di concatenare attacchi infiniti, grazie ai quali il protagonista riesce a proiettare in aria i nemici, teletraspostarsi alle loro spalle, mandarli nuovamente al tappeto, rispedirli in aria e tenerli in volo con la mitraglietta e via dicendo, sino al momento in cui deciderà, appagato da cotanta abilità, di decapitare allegramente il proprio avversario
Frank Miller rulezDopo il recente Mad World per Nintendo Wii, dove i colori principali utilizzati erano il bianco e nero, accompagnati dal giallo per le scritte importanti ed il rosso per il – tanto – sangue presente, anche Dishwasher Dead Samurai si propone con uno stile più o meno ispirato alle graphic novels di Frank Miller. Il design del titolo è sicuramente gradevole, componendosi di disegni apparentemente realizzati a mano libera sia per quanto riguarda personaggi che ambientazioni. Per quanto ne risultino modelli dei characters semplicistici ed ambientazioni scarne, il risultato visivo è ottimo, e regala una sorta di atmosfera dark con connotazioni di stampo vodoo che è facile comprendere anche solo guardando qualche screenshot. Le animazioni non si distinguono per particolare varietà, anche e soprattutto per quanto riguarda le mosse finali. In aggiunta è evidente come i cadaveri dei vari personaggi uccisi siano sempre identici a prescindere dai colpi inferti; tanti piccoli fattori che, insieme, testimoniano una cura non del tutto maniacale per i dettagli. Certo è che ogni amante della violenza videoludica avrà di che gioire, dato che a decapitazioni e smembramenti corrisponde un’enorme fuoriuscita di sangue che andrà a ricoprire terreno, protagonista e persino lo schermo della telecamera virtuale di copiose gocce viscose; il tutto reso epico da esplosioni ed effetti luce decisamente spettacolari. Peccato che sia presente anche un evidente tearing verticale ad accompagnare le azioni su schermo in maniera più o meno evidente a seconda del livello giocato.Particolarità stilistica che ricade più o meno positivamente sul gameplay è la scelta di dividere i livelli in schermate fisse simili a quadri che portano il giocatore ad affrontare un determinato numero di nemici in ogni quadro prima di poter avanzare alla schermata successiva, proprio come accadeva nei picchiaduro a schermate fisse di qualche decennio fa. Uno dei difetti di quegli storici giochi era che avvicinandosi troppo alla porzione di schermo dalla quale si era arrivati, talvolta si finiva involontariamente nella schermata precedente e, avanzando nuovamente, si dovevano riaffrontare tutti i nemici già battuti da capo. Difetto che, purtroppo, si ripresenta anche qui, addirittura in maniera ancor più frequente che in passato a causa di quello che invece è uno dei pregi della produzione, ovvero la furiosa velocità dei combattimenti, che porterà spesso a raggiungere, nella concitazione generale, queste aree di passaggio tra i livelli in maniera talvolta causale.
Che aspettativa di vita ha un titolo basato su un morto?Il titolo si compone di differenti modalità single player o multiplayer cooperativo. Per quanto riguarda la modalità Storia, sono a disposizione 14 stages, affrontabili su 5 livelli di difficoltà tra cui due inizialmente bloccati, che porteranno via 10/15 minuti del vostro tempo per essere completati singolarmente, a conti fatti determinando una longevità media di circa 2 ore e mezza. Nell’arco dell’avventura si inizia con poche armi ed abilità, ottenendo potenziamenti e nuovi strumenti di morte nel prosieguo dei livelli. Per rimediare ad una durata insufficiente della trama principale è stata messa a disposizione la modalità Arcade che dà modo di affrontare singole schermate piene di nemici in numero limitato, usando armi e poteri predeterminati per ogni singola sfida. Invero si rivela la sfida meno divertente a causa delle restrizioni su cui la stessa si basa. A proposito di sfide, la modalità Sfida dei Piatti si dimostra molto simile alla modalità Arcade, ma con varianti significative: in questo caso, infatti, non v’è alcun numero di nemici da uccidere per passare al livello successivo bensì, come in una sorta di survival, è necessario combattere tentando di combattere all’infinito senza morire allo scopo di battere i propri record o entrare nelle classifiche Live Arcade. Interessante il poter selezionare due armi preferite tra tutte quelle disponibili nel gioco senza alcuna restrizione, cosi come di poter usare i poteri al massimo potenziale anche se non li si è sbloccati nella modalità Storia. Entrando invece nella Sala Addestramento ci si trova di fatto in una cucina chiusa, senza alcun nemico a disturbare, al solo scopo di provare le varie combo. Nonostante la presenza del comparto multiplayer aumenti la longevità del titolo, abbiamo constatato che dopo tre o quattro ore si ha forte la sensazione di aver visto tutto quello che il titolo ha da offrire, con relativa archiviazione del gioco, a meno che non si sia fanatici dei punteggi da migliorare; in questo caso probabilmente si è anche giocatori abituati alle sfide più ardue, altra peculiarità fondamentale se si vuole affrontare The Dishwaher Dead Samurai, dato che il livello di difficoltà, anche quando settato su Facile, è davvero fin troppo elevato. Ben lungi quindi dall’essere al livello del diretto concorrente di casa Behemot, dato che al di là di un superficiale sistema di potenziamento delle armi basato sulla raccolta di plettri speciali – alcuni ottenibili tramite un minigame in stile Guitar Hero giocabile in punti nascosti dei vari livelli – nel titolo di Ska Studios non c’è nulla che motivi il giocatore a rivivere l’avventura del Lavapiatti più volte.
– Buon design
– Buoni controlli e gameplay immediato
– In qualche modo divertente e caotico
– Longevità appena sufficiente
– Scarsa cura dei dettagli
– Difficoltà elevatissima
– Musiche non particolarmente ispirate
7.0
Dishwasher Dead Samurai è un titolo caratterizzato da una valida giocabilità e dall’ottimo stile, seppure realizzato con evidenti pecche che testimoniano una cura a tratti superficiale. Sicuramente divertente per qualche ora, il gioco rischia di diventare estremamente ripetitivo a causa di una longevità molto bassa della modalità Storia che obbliga a dover fruire, dopo poche ore, delle sole modalità secondarie, tutte a dire il vero poco entusiasmanti. Il comparto multiplayer, anziché dimostrarsi un fiore all’occhiello come fu per Castle Crashers, risulta semplicemente un accessorio.
Consigliato solo agli amanti di beat’em’up di buona qualità ma estremamente legati alla logica del “miglior punteggio possibile” e a coloro che desiderino una sfida ardua dall’inizio alla fine; per tutti gli altri sono disponibili titoli di maggiore profondità.