Recensione

The Day After

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a cura di pWi

Il solito strategico in tempo reale La prima sensazione, una volta lanciato The Day After, è proprio questa. Sin dai tempi di Command & Conquer il genere degli RTS è assurto a portabandiera dei giochi PC, fino a causare una prolificazione di questo genere di titoli veramente sorprendente. Il problema è che, ben presto, le novità hanno cominciato drasticamente a mancare vuoi per un’effettiva mancanza di genialità delle software house vuoi perché tutto il panorama delle possibili innovazioni era già stato coperto. Negli ultimi anni solo prodotti come Warcraft III e Rome: Total War sono riusciti a sfondare realmente, introducendo strutture di gioco veramente innovative e, quindi, di successo. Per il resto si è trattato di idee scopiazzate di qua e di là, senza riuscire ad immettere quel plus che avrebbe rinvigorito il genere di cui stiamo parlando. Ciò nonostante molte software house insistono ancora su questa strada, tanto che almeno due giochi vengono riprodotti praticamente all’infinito. In realtà si tratta di due motori grafici per strategici che, tuttavia, comprendono anche diversi elementi del gameplay. Questi motori vengono acquisiti da terzi e riproposti pedissequamente nei loro giochi. Il primo di questi è quello della Digital Reality, come ci testimoniano giochi quali Afrika Corps vs Desert Rats o D-Day. Il secondo è quello, intramontabile, di Nival Interactive visto nella serie Blitzkrieg. Insomma, se vuoi fare un RTS di scarse ambizioni e senza spenderci un capitale queste sono le due strade percorribili. G5 Software ha deciso di percorrere la seconda.

L’infinita guerra fredda Gli avvenimenti narrati in The Day After prendono spunto dalle tensioni tra USA e URSS in seguito al piazzamento delle testate nucleari nel 1962 su Cuba. Forse, ci siamo dimenticati troppo presto di quei momenti, nei quali si è rischiato seriamente il conflitto su scala internazionale. E’, da un certo punto di vista, è giusto riproporlo in questa veste. Sostanzialmente, i ragazzi di G5 Software hanno immaginato che le tensioni non si arrestassero e che il conflitto nucleare scoppiasse coinvolgendo, oltre USA e URSS, anche la Cina e l’Europa. Pertanto, le mappe saranno piene di rifiuti tossici e nucleari e le zone radioattive si ripeteranno con grande frequenza. Ciò influirà, come vedremo, anche sul gameplay. Come dicevamo, The Day After usa il motore grafico, e non solo, di Blitzkrieg. Detto più semplicemente, è praticamente identico al comunque notevole gioco di Nival Interactive. E’ identica la grafica, sono identiche le meccaniche di gioco come gli equilibri, è identico l’approccio strategico che viene richiesto al giocatore. L’unica reale aggiunta è l’introduzione di una fase a turni prima della battaglia vera e propria. Ma procediamo con calma. Diciamo, innanzitutto, che è possibile affrontare la campagna con quattro forze differenti: USA, URSS, Cina e una bizzarra coalizione Francia/Germania (dico bizzarra perché storicamente non si tratta di due nazioni che si sono proprio amate…). Scegliere una fazione piuttosto che un’altra compromette una variazione relativamente ai campi di battaglia sui quali saremo chiamati a combattere e unità leggermente differenti, perlomeno nei colori. Per il resto, scegliere l’una o l’altra è quasi del tutto indifferente. Una volta scelta la fazione saremo catapultati in una sorta di mappa “alla Risiko”, nella quale potremo osservare la situazione relativa alle risorse che ci circondando ed alle nostre truppe.In questa fase dovremo portare a termine uno o più scenari. Questi sono dislocati per la mappa e rappresentati tramite un’icona con due frecce. Spesso non sono facili da raggiungere, in quanto la strada che separa essi dalle nostre truppe può essere occupata da truppe avversarie. La cosa fondamentale in queste fasi di gioco è possedere un numero più sostanzioso di unità rispetto al nemico. Vi sarà, infatti, un’importante fase di produzione di unità. Questa sarà determinata dal numero di risorse che avremo a disposizione, le quali vanno raccolte occupando certi avamposti disseminati per la mappa stessa. Ci potranno essere, quindi, centri che forniscono materie prime, petrolio, risorse varie. Occupare uno di questi centri è importantissimo, visto che ci consentirà di ottenere, per ogni turno, una consistente quantità di quella materia, quantità che andrà spesa per la creazione di nuove unità. Quindi, possedere centri sulla mappa equivale ad avere più risorse da spendere nella creazione del nostro esercito: più centri si hanno più possibilità si avranno di creare un esercito più numeroso di quello del nemico. Una volta ottenuto il numero di unità necessarie sarà possibile scontrare il nemico in campo aperto e abbordare la missione finale, quella dello scenario. Nella fase a turni, oltre a creare le unità presso la nostra fabbrica, avremo la possibilità di spostare gruppi di unità e di collocarle in posizioni strategiche (ad esempio, a difesa di un particolare avamposto). Oltre ai vari carri, potremo realizzare anche aerei ed elicotteri, i quali però non possono essere spostati: potranno agire solo entro una ristretta area di competenza.Il vero fulcro del gioco, però, è senz’altro quello strategico. Come detto, in questa componente, The Day After è assolutamente simile ai vari Blitzkrieg e non solo dal punto di vista grafico. Come il gioco di Nival Interactive, quindi, anche qui avremo delle ferree regole strategiche. Possiamo tranquillamente dire che The Day After è un RTS per i giocatori più incalliti, in quanto offre un elevato livello di sfida. E’ possibile abbassare il livello di difficoltà fino a rendere fruibile il gioco anche ai giocatori meno esperti, ma il livello medio di difficoltà resta comunque piuttosto alto. Un’importanza fondamentale la hanno le caratteristiche delle varie unità. E’ determinante, infatti, usare le unità giuste nel momento opportuno e soprattutto in funzione di quelle schierate dal nemico. Piazzare, ad esempio, una serie di APC dotati di mitragliatori contro dei carri è del tutto suicida: la potenza di fuoco dei carri sarà talmente micidiale da far fuori subito gli APC senza che questi possano neanche scalfire le unità avversarie. In realtà, gli equilibri di gioco di The Day After sono abbastanza precari. Ad esempio, la fanteria è veramente molto debole e spesso dà la sensazione di essere carne da macello più che altro. I soldati servono per aggirare le postazioni di artiglieria o per tentare manovre di copertura, ma contro i carri o contro il fuoco dell’artiglieria stessa sono assolutamente vulnerabili. E’ comunque possibile immettere i soldati dentro degli edifici: in queste circostanze hanno una buona protezione e una comunque sufficiente potenza di fuoco, soprattutto se dotati di lanciarazzi anti-carro. I veicoli dotati di mitragliatrice sono, anch’essi, abbastanza deboli contro artiglieria e carroarmati. La loro funzione principale la si riscontra qual ora li si schieri contro la fanteria. Sono, invece, fondamentali i vari carri. In The Day After, come in Blitzkrieg del resto, essi costituiscono la parte del leone del nostro esercito. Di fatto sono i più costosi e, quindi, i più preziosi sul campo di battaglia. Un solo carro può far fuori anche un intero gruppo di veicoli avversari, così come di soldati o anche delle postazioni di artiglieria. I duelli più spettacolari, del resto, sono quelli tra carri e carri, nei quali è fondamentale aprire il fuoco per primi, in quanto un solo colpo basta per far fuori un’unità nemica. Forse, però, l’unità in assoluto più importante di questa struttura di gioco è l’artiglieria. Sono postazioni in grado di far fuoco su qualsiasi bersaglio presente sulla mappa, grazie all’ampissimo raggio della loro gittata. Strategicamente, quindi, sono fondamentali sia in fase di difesa che di attacco. Nel primo caso occorre piazzarle nei punti giusti per sbarrare la strada ad un nemico, facendo fuoco in una locazione dove dovrà passare prima o poi. Se, invece, siamo noi a dover far breccia sulle difese dell’avversario, dovremo stare attenti ai luoghi dove è concentrato il loro fuoco: far passare di lì un gruppo di carri è, infatti, assolutamente letale per il nostro esercito. Occorrerà quindi aggirare queste postazioni. Altra unità di un certo rilievo sono gli aerei. E’, infatti, possibile utilizzare aerei per perlustrazioni, per bombardamenti, per sganciare paracadutisti. Soprattutto i bombardamenti si rivelano letali. Tuttavia, l’apporto degli aerei è circoscritto ad alcune missioni visto che non possono essere spostati sulla mappa nella fase a turni e che quindi hanno un ristretto campo d’azione. Insomma, come avrete intuito, la struttura di gioco di Blitzkrieg è qui riproposta in tutto il suo splendore, facendo di The Day After uno strategico assolutamente valido, così come il gioco da cui prende le mosse. Elementi più innovativi riguardano, invece, il nuovo ruolo, ben più determinante, assunto dai mezzi di supporto e la presenza delle zone radioattive. Cominciamo con i primi. Diciamo, innanzitutto, che i nostri carri avranno bisogno di rifornimento in termini di proiettili e di benzina. In ogni mappa sarà collocato un centro di smistamento di queste risorse (stranamente indistruttibile) e, grazie ai vari camion, avremo la possibilità di fare da spola tra il centro e i mezzi sul campo di battaglia per rifornirli. Dovremo, quindi, stare attenti alla quantità residua di queste risorse sulle varie unità e rifornirle al momento giusto. Esistono mezzi anche per riparare le unità danneggiate dal nemico e per curare la fanteria. Si tratta di un’innovazione, per certi versi, interessante. Purtroppo, però, tutto ciò non fa che calare il ritmo di gioco in quanto ogni due o tre scontri a fuoco con il nemico dovremo rifornire le unità impiegate. Insomma, a lungo andare tutto ciò non fa altro che calare i ritmi di gioco. Non rappresentano un’innovazione di grande entità neanche le zone radioattive. Sostanzialmente, si rivelano letali per i nostri mezzi, i quali, qual ora transitassero in una di queste zone, resterebbero immobilizzati. Basterà evitarle utilizzando lo speciale equipaggiamento anti-NCB per rilevarle o mandare un particolare mezzo per rendere le unità danneggiate di nuovo vitali. Restiamo nel discorso riguardante gli elementi negativi se parliamo di missioni o intelligenza artificiale. Purtroppo, le prime hanno mostrato una ripetitività veramente scoraggiante. Tutte le missioni di attacco o di difesa di una postazione, all’interno dello stesso scenario, sono del tutto identiche. La cosa ancora più bizzarra è che non potremo decidere la collocazione delle nostre truppe nelle fasi difensive e che queste vengono disposte esattamente nello stesso ordine di quanto fa il PC quando siamo noi ad attaccare. Capite bene che, ben presto, sapremo in anticipo la disposizione esatta delle truppe nemiche e sarà assolutamente immediato agire di conseguenza. Inoltre, se Blitzkrieg aveva un difetto vero, oltre a quello legato al vetusto motore grafico, era quello dell’intelligenza artificiale. Qui le cose non sono minimamente migliorate, anzi la CPU mostra un’intelligenza simulata realmente ai minimi storici. Capita che unità che procedono in versi opposti su un ponte si blocchino non riuscendo ad andare avanti o indietro o che soldati nemici si blocchino durante un conflitto restando paralizzati sulla mappa o, ancora, che i waypoint delle nostre truppe siano inverosibilmente stupidi rovinando le nostre strategie. In casi come questi può anche capitare di perdere delle unità semplicemente perché non si muovono più! Insomma, questi elementi dimostrano l’essenza di gioco meramente budget che The Day After inevitabilmente ha. Una bella innovazione, inoltre, sarebbe potuta essere quella del supporto multiplayer tramite Internet. Ma, purtroppo, non è stata contemplata questa feature. The Day After è giocabile in multiplayer sono tramite rete interna LAN. Manca anche la modalità per le partite skirmish in single player.

Un motore grafico d’altri tempi The Day After eredita da Blitzkrieg anche il motore grafico. Purtroppo questo costituiva la più grossa magagna del pur buon gioco di Nival Interactive, in quanto si dimostrava estremamente datato. La grafica resta, dunque, in due dimensioni con solo gli effetti legati all’esplosioni in 3D. Sono soprattutto le animazioni a rendere sorpassato l’impatto grafico di The Day After. Queste, infatti, risultano seriamente approssimative, sfiorando il ridicolo quando riguardano la fanteria. Purtroppo, l’impossibilità di roteare la telecamera costituisce un brutto problema anche dal punto di vista del gameplay, in quanto non ci è consentito di osservare nei minimi particolari l’andamento delle battaglie. Inoltre, ciò comporta delle difficoltà anche nella selezione delle truppe, visto che non potremmo impostare la gradazione delle visuale necessaria per questo tipo di operazioni. Purtroppo, c’è poco da salvare dal punto di vista grafico se non alcune esplosioni. Queste riescono comunque a rendere la potenza dei colpi, dando la sensazione di distruzione che si sta abbattendo sul campo di battaglia. La cosa positiva, in tutto questo, è che The Day After è abbordabile anche per chi non è dotato di configurazioni di ultimissima generazione dal punto di vista hardware.Anche per quanto concerne il sonoro The Day After mostra il fianco al progresso tecnologico. Gli effetti non sono eccezionali, anche se non possono definirsi fuori luogo. In ogni caso, anche da questo punto di vista, le differenze con Blitzkrieg si devono cercare con la lente d’ingrandimento. Le musiche che ci accompagnano nei menu sono leggermente migliori anche se, alla lunga, risultano ripetitive. La versione di The Day After che abbiamo avuto modo di testare era interamente in inglese.

HARDWARE

Requisiti minimi: Processore da 1 Ghz, 256 MB di RAM, scheda video con 64 MB.

Requisiti consigliati: Processore da 1,8 Ghz, 512 MB di RAM, scheda video con 128 MB.

MULTIPLAYER

E’ possibile giocare in multiplayer solamente tramite rete locale LAN.

– Valido dal punto di vista strategico

– Prezzo competitivo

– Elevata sensazione di già visto

– Tecnicamente datato

– Mappe ripetitive

– Intelligenza artificiale scadente

6.5

Sostanzialmente, The Day After è la fedele riproposizione di Blitzkrieg con un’ambientazione diversa, la guerra fredda, e con l’introduzione della fase a turni. Quindi, ripropone quanto di positivo aveva mostrato lo strategico di Nival Interactive. Si tratta, in entrambi i casi, di prodotti in grado di dare al giocatore esperto un elevato livello di sfida e che comunque si rivelano validissimi dal punto di vista strategico. Tuttavia, i pochi difetti di Blitzkrieg si aggiungono ai molti di The Day After. Se rimane un motore grafico inevitabilmente estremamente datato e un livello di intelligenza artificiale molto scadente, si aggiungono problemi legati alla ripetitività della struttura di gioco (già vista in troppi prodotti) e delle mappe, molte delle quali sono del tutto identiche tra di loro. L’introduzione della fase a turni, inoltre, non riesce a cambiare di molto le meccaniche di gioco e anzi risulta una banale variazione rispetto al fulcro, il quale resta ovviamente legato alle battaglie. D’altra parte, proprio come Blitzkrieg, The Day After tiene incollati per diverso tempo davanti al monitor, soprattutto una volta acquisite le meccaniche di gioco. Quindi, considerando anche il prezzo al quale viene venduto (circa 20 euro), non possiamo non consigliarlo agli appassionati di RTS che hanno apprezzato Blitzkrieg e che non si sono ancora stufati del titolo di Nival Interactive. Per chi non fosse appassionato di questo tipo di gioco diciamo pure di lasciar perdere, come a chi non abbia ancora provato Blitzkrieg, il quale merita maggiormente di essere acquistato.

Voto Recensione di The Day After - Recensione


6.5

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