Recensione

The Darkness

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a cura di Songoku

La storiaCome forse molti sapranno, il gioco è tratto da un fumetto di Garth Ennis, David Whol e Marc Silvestri.Protagonista è Jackie Estacado, un killer su commissione legato alla famiglia dei Franchetti. Al ventunesimo anno di età, Jackie riceve una sorta di macabro dono di famiglia, viene cioè posseduto dalla Tenebra, un essere oscuro e soprannaturale che lo dota di straordinari poteri ma lo rende anche, almeno in parte, suo schiavo.La storia del gioco è in gran parte un percorso di vendetta, dal momento che il ragazzo punta a rivalersi sullo zio Paulie, che ha cercato di ucciderlo.

In giro a divorare cuoriNei mesi scorsi, guardando le immagini e i trailer, si era creata una certa attesa nei confronti del gameplay del titolo, che sembrava pronto a offrire succose novità. In realtà il risultato raggiunto è certamente buono, ma non rivoluzionario. Il gioco è un FPS, dove in primo luogo possiamo utilizzare diverse armi tradizionali (non moltissime in verità), da tenere anche con due mani: in questo caso i due grilletti posteriori del pad della 360 corrispondono ai grilletti delle pistole. Sullo schermo non c’è nessuna indicazione fissa relativa al numero dei colpi rimasti e via dicendo, informazioni che compaiono solo al momento di ricaricare col tasto B. Occhio quindi a non finire le munizioni!La vera novità del gioco l’utilizzo dei poteri della Tenebra, che si scoprono uno alla volta grazie al potenziamento del personaggio. Tale aumento delle proprie capacità è in gran parte legato a uno degli elementi più crudi e disgustosamente piacevoli del gioco, vale a dire la possibilità di cibarsi dei cuori dei propri nemici. Premendo semplicemente il tasto A nei pressi di un cadavere, il serpente di destra (già perché attivare i poteri della Tenebra vuol dire andare in giro con due grosse serpi che ci escono dal corpo) si lancia sulla carcassa e ne strappa il cuore per poi mangiarlo. La Tenebra non può essere usata impunemente: essa trae energia dal buio, mentre è danneggiata dalla luce. Stare sotto un lampione causa in breve tempo l’impossibilità di usare i poteri dell’oscurità, con ovvi problemi nel proseguo dell’avventura. A livello di gameplay questo si traduce nella necessità di distruggere quante più fonti di luce possibili, così da rimanere nell’ombra. Un’idea certamente interessante, che però rischia di far diventare l’operazione piuttosto ripetitiva con l’andare del tempo.I poteri della Tenebra sono quattro: il primo consiste nella possibilità di inviare in avanscoperta uno dei tentacoli, comandando quindi direttamente il serpente. Questa è uno degli elementi più sfruttati nei trailer. Il serpente può raggiungere luoghi inaccessibili e attaccare non visto i nemici. Anche qui siamo di fronte a un’idea potenzialmente ottima, ma che si scontra con un sistema di controllo un po’ macchinoso, che in più di una occasione vi renderà difficile muovere con disinvoltura lo zannuto tentacolo.Il secondo potere, forse quello più utile e bello da vedere, è il braccio demoniaco: esso può costituire una vera arma a distanza ravvicinata, capace di impalare i nemici e poi scagliarli lontano, ma anche di spostare oggetti pesanti. Vengono poi le pistole di tenebra, che sono in pratica una versione magicamente potenziata di due normali pistole: quella di destra emette una sottile ma potente scarica elettrica, mentre quella di sinistra sprigiona una poderosa onda d’urto capace di uccidere i nemici in un sol colpo.L’ultimo potere è il buco nero, che consente di aprire nello spazio voragini capaci di risucchiare i nemici.A questi poteri vanno aggiunte le possibilità di evocazione: in corrispondenza di punti precisi visibili solo con l’attivazione della Tenebra, possiamo chiamare a noi quattro tipi di Darkling, sorta di mostriciattoli brutti e simpatici (alcune frasi da loro pronunciate sono divertentissime) che possono risultare utili in diversi modi. Il Berserker attacca i nemici a mani nude e può aprire porte e botole; il Gunner è dotato di una potente mitragliatrice per aiutarvi negli scontri a fuoco; il Kamikaze ha sulla schiena una bomba con la quale fa saltare in aria se stesso e gli avversari circostanti; il Lightkiller è specializzato nella distruzione delle fonti di luce (che sono dannose per i darkling quanto per noi).

Questa carrellata di poteri da una buona dose di soddisfazione. Tuttavia bisogna notare che sussistono alcuni problemi, legati soprattutto all’intelligenza artificiale. Piuttosto limitata quella dei nemici, che tendono (soprattutto gli zombie) a stare immobili in un punto facendosi colpire con facilità. Anche i darkling non se la cavano meglio, e troppo spesso sparano a caso, si fanno saltare in aria inutilmente, in generale sono meno utili di quello che potrebbero e dovrebbero.Per quanto riguarda le fasi di combattimento puro, il modo di combattere e le strategie adottate non sono poi molto diverse da quelle di un normale FPS, con anche qualche problemino di mira: potete peraltro impostare il livello di puntamento automatico, che messo al massimo vi consentirà di tenere il fuoco fisso sui nemici quasi senza sforzo. Questa possibilità non è molto appagante, ma togliere del tutto la mira automatica può all’opposto rendere frustrante alcune fasi, specie la distruzione delle luci.

Oltre al combattimento ci sono altre possibilità nel gioco, prima fra tutte quella di gestire almeno in parte i dialoghi scegliendo le frasi da dire. Purtroppo è una libertà più che altro di facciata, visto che alla fin fine dovrete sempre usare (ora una ora l’altra) tutte le frasi proposte. Ci sono poi chicche simpatiche, come la possibilità di chiamare dalle cabine telefoniche (anche numeri a caso): in questo modo si aprono momenti comici molto divertenti.

GraficaIn un gioco che si chiama “The Darkness” e fa del rapporto luce-ombra un punto di forza era lecito aspettarsi un bel lavoro intorno alla gestione, appunto, della luce. Fortunatamente questo aspetto della grafica è effettivamente il punto migliore del titolo: le ombre sono sempre ben gestite e favoriscono la creazione dell’ottima atmosfera (trattata più sotto in un paragrafo apposito). L’attivazione della Tenebra crea morbidi effetti dorati che rendono gli spazi bui terribilmente affascinanti. Non si dimentichi nemmeno la presenza dell’ombra prodotta dal personaggio, un elemento non così comune. Anche la fisica è più che degna, con i corpi dei nemici defunti che possono esseri colpiti nuovamente e sbatacchiati a destra e a manca dal vostro braccio demoniaco. Il dettaglio generale degli ambienti di igoco è piuttosto alto, le textures sono complessivamente buone e molto varie e facilitano la resa realistica dei vari ambienti (per alcuni di essi si può quasi parlare di fotorealismo); questo però a patto di rimanere piuttosto distanti dagli oggetti. Se ci si avvicina troppo ai muri i pixel diventano visibili, i contorni si sfocano e il nostro protagonista sembra presbite.La realizzazione dei personaggi è buona dal punto di vista dell’animazione facciale, un po’ meno per quanto riguarda i movimenti. In realtà non è niente di particolarmente grave: Jackie, ad esempio, si muove molto bene in soggettiva, in quanto il camminare implica un ondeggiamento della visuale che molti FPS non contemplano, perdendone in realismo. Non tutti i personaggi però, com’è comprensibile, sono al suo livello, e tendono a fare sempre le stesse cose, a volte in modo un po’ goffo. C’è anche da dire, sempre a questo riguardo, che il numero di persone che si vedono in giro (nemici o no) non è molto alto (anche se questo mezzo deserto è giustificato dall’ambientazione notturna).Si nota anche qualche calo di frame rate, in corrispondenza dei paesaggi più ampi che implicano la gestione contemporanea di molti elementi.

SonoroIl comparto audio è uno dei punti di forza del titolo. Le musiche sono sempre evocative e azzeccate, così come vari e convincenti sono gli effetti sonori. Ma la vera chicca è il doppiaggio inglese: praticamente tutti i personaggi hanno la voce di ottimi attori, che usano un’ampia gamma di variazioni sonore e di accenti, accentuando parecchio l’atmosfera cinematografica che è il massimo pregio del gioco.

L’atmosferaL’atmosfera, appunto. Finora abbiamo analizzato “The Darkness” attraverso una serie di parametri che lo mostrerebbero come un gioco solo “medio”. Se però andiamo a guardare come i diversi elementi (e una serie di piccole, ottime idee) si uniscono a creare un’ambientazione estremamente convincente, ecco che il titolo acquista certamente diversi punti.Tutta la parte iniziale (il primo capitolo potremmo dire) è splendidamente orchestrata come un classico film sulla mafia. Dialoghi brillanti, violenza esplicita, un doppiaggio (come detto) ottimo. Anche visivamente il gioco presenta ambienti molto realistici, splendidamente cupi e malati, come strade deserte, appartamenti scalcinati, e soprattutto le bellissime stazioni della metropolitana, che trasudano “periferia degradata”. Perfino i menu sono in tema, con tentacoli striscianti a comporre immagini di sicuro effetto.Nel prosieguo dell’avventura la forza narrativa si perde un po’, ma restano delle ottime ambientazioni come le trincee, sorta di paesaggio da incubo che riflette perfettamente il senso di smarrimento e di angoscia del personaggio.Anche i personaggi sono molto ben sviluppati, e soprattutto grondano carisma. Ottima l’idea di dare a Jackie uno spazio apposito (quello dei caricamenti) per raccontarci alla sola luce di un faro della sua vita, dei suoi guai, dei suoi pensieri. Un modo per avvicinarci al suo punto di vista, una specie di intervista in più blocchi che rende apparentemente semplice una cosa in realtà davvero rara: far gustare al giocatore anche i momenti di caricamento tra un’area e l’altra!Anche l’aspetto più propriamente “horror” è trattato molto bene: mostri, zombie inquietanti, voci di dubbia provenienza che ci colgono alla sprovvista, flash improvvisi da far sobbalzare sulla sedia. Dal punto di vista emotivo il gioco ha perciò molto da dire, riscattandosi in buona parte di quei difettucci che abbiamo trovato nel gameplay e nel comparto grafico.

LongevitàL’avventura, anche considerando le non molte sottomissioni e la ricerca degli oggetti segreti (capaci di sbloccare gli extra come artwork ecc) non porta via più di 10-12 ore in single player. Per quanto riguarda il multiplayer troviamo le modalità classiche come Deathmatch (singolo o a squadre), Cattura la bandiera e Survivor (uno contro tutti) che tuttavia non riescono ad essere pienamente convincente, proprio perché la mancanza (rispetto al single player) di una forte struttura narrativa e d’atmosfera rende più evidenti le altre pecche del titolo.

– Splendida atmosfera

– Bella trama

– Ottimo doppiaggio

– Grafica buona

– Qualche pecca nel gameplay

– AI non brillante

– Modalità Multiplayer debole

8.2

“The Darkness” è nel complesso un gioco valido. Il suo maggiore punto di forza è la creazione di un’atmosfera cupa e affascinante, supportata da una trama ben congeniata anche se lineare (ma una bella storia rimane sempre un surplus notevole per un FPS). Il tutto condito con un doppiaggio inglese davvero pregevole.

Purtroppo il gameplay non è sempre all’altezza dell’ambientazione: si nota una giocabilità non perfetta, una certa ripetitività in alcuni frangenti e un’AI non particolarmente brillante.

Se deciderete di acquistarlo difficilmente ve ne pentirete, ma non aspettatevi un titolo rivoluzionario.

Voto Recensione di The Darkness - Recensione


8.2

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