Recensione

Terrorist Takedown 2: Forze Speciali

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a cura di Nervous D.

Risale all’ormai lontano 2004 la pubblicazione del primo capitolo di questa che sta diventando una vera e propria telenovela della guerra al terrorismo che, forse, facendo leva sul coinvolgimento delle persone riguardo quello che sta succedendo al nostro mondo colpito da questa grande piaga, si ripropone di nuovo al grande pubblico con un’ennesima sceneggiatura, stavolta però, sotto una nuova veste grafica e interessanti migliorie del comparto tecnico che avremo modo di approfondire più avanti.Parliamo di “telenovela” in quanto i ragazzi della City Interactive, compagnia polacca di Varsavia che si veste del duplice ruolo di publisher & developer, per la serie Terrorist Takedown ha già all’attivo cinque capitoli….avete capito bene….perchè se pensavate che quel “2” che fa capolino alla fine del titolo fosse riferito al numero della “puntata” avete capito proprio male. Sedetevi e rilassatevi. In effetti l’errore di dare ai videogiochi dei titoli che non fanno altro che creare una grande confusione cronologica non è certo un brevetto della C.I. (basti pensare alle lunghe e intricate serie di Street Fighter o Final Fantasy).Ritornando al discorso, il “2” è da intendersi come un nuovo livello qualitativo raggiunto da questo capitolo che evidentemente si vuole differenziare dai suoi predecessori. Gli sviluppatori sono ora fieri di avere dalla loro parte la recentissima tecnologia JupiterEX della Touchdown Entertainment che ha permesso loro di allargare notevolmente gli orizzonti del loro prodotto dal punto di vista tecnico.

Ciak!……eeeee azione!Dopo vane negoziazioni con terroristi mediorientali appartenenti all’organizzazione chiamata “Comando dei Martiri della Libertà”, colpevoli di aver rapito alcuni civili, il governo abbandona la linea diplomatica e decide di passare alla forza bruta inviando sul posto un contingente di forze speciali col fine di salvare gli ostaggi e riprendere il controllo della situazione ponendo fine al pagamento di riscatti che fino ad ora ha creato solo precedenti per altri rapimenti.

Dopo un filmato introduttivo davvero poco convincente e stimolante, accediamo al menù iniziale del quale l’approccio Hi-Tech non è certo un punto di forza. Così iniziamo la campagna in single player decidendo in primis il livello di difficoltà tra tre opzioni (facile, normale e difficile).Fin dai primi passi mossi nel mondo di Terrorist Takedown 2 apprezziamo subito la sua buona giocabilità dovuta alla semplicità dei controlli sia per quanto riguarda il movimento del nostro alter ego virtuale, sia per la gestione delle armi. Come tutti i giochi di questo genere avremo i principali comandi alla portata della nostra mano sinistra (la classica combinazione di tasti a,w,s,d , per capirci) mentre con la destra, sul mouse, gestiremo il grilletto della nostra arma equipaggiata e il movimento della visuale. Ovviamente, chi fosse abituato in altra maniera, potrà assegnare a piacere la funzione dei tasti.L’interfaccia che ingombra il nostro monitor durante l’azione è essenziale e molto poco “stilosa”, ma è sufficiente a tenere d’occhio la situazione del nostro arsenale e, con un radar semplice, a sapere dove è situato il nostro obiettivo. Il radar ci mostra la nostra posizione su una mappa stilizzata alla stregua di un navigatore satellitare, ma in realtà non ha una grande funzionalità visto che la direzione è fortemente obbligata e più volte ci sentiremo come cavie da laboratorio dentro a un labirinto a senso unico. La scarsa libertà di azione, a nostro avviso, è poco camuffata tanto che saremo accompagnati da una tediosa sensazione claustrofobica persino in spazi all’aperto come può essere il paesaggio urbano di Bèera.

L’azione è abbastanza frenetica e non risparmia nessun colpo. Sia i terroristi che i mercenari, sfoggiando grandi doti di mimetismo, spuntano da ogni dove rendendo inutile anche la più accorta e silenziosa delle avanzate e il più delle volte facendo risultare frustrante l’esperienza di gioco.Forte è poi l’impressione di attivare con i nostri piedi delle zone calde che fanno balzare in contemporanea tre quattro nemici dai loro nascondigli; a prescindere dalla nostra tattica il nemico non si farà mai cogliere impreparato quasi come se avessimo accordato un appuntamento.Al di là di queste impressioni sparare a questi cattivoni è molto appagante. Le loro reazioni al dolore inflittogli saranno differenti a seconda della zona del corpo in cui sono stati colpiti; ci strapperanno anche una smorfia di ilarità quando, una volta colpiti sul piede, inizieranno a saltellare su quello sano strillando come donnicciole, diventando carne da macello. Peccato non ci sia la possibilità di freddare il nemico con l’headshot, che, comunque, è presente in gran parte degli sparatutto attuali.Il parco armi non è molto vasto, avremo a disposizione un fucile d’assalto AKS-74, una pistola mitragliatrice Calico M950, un fucile d’assalto Stayer AUG e, infine, il nostro fido e intramontabile coltellaccio che ci tirerà fuori da situazioni d’emergenza o risulterà indispensabile qualora volessimo fare un lavoro pulito senza attirare troppo l’attenzione. Al poc’anzi citato armamentario si aggiungeranno anche varie tipologie di mitragliatrici fisse che troveremo in loco per far fronte a intere masnade di terroristi. A noi sta la scelta di usare l’arma giusta al momento giusto.Come in tutti gli sparatutto di nuova generazione manca la barra della vita: sotto una pioggia di proiettili il nostro monitor diventerà sempre più rosso e da lì capiremo che è il caso di accantonare per un attimo la nostra missione e tagliare la corda per salvare la pelle; basterà trovare un rifugio sicuro per riprendere fiato e ritornare al 100% della nostra salute.Buona, ma sicuramente migliorabile, è l’ A.I. dei nemici che oscilla tra picchi di dabbenaggine allo stato puro a picchi di rimarchevole scaltrezza che ci darà l’impressione di giocare contro un avversario umano.Durante una sparatoria, i terroristi si nasconderanno con molta perizia dietro colonne e pareti e all’occasione useranno tavoli come scudi improvvisati , rovesciandoli. Se poi decidiamo di andarli a stanare, non si faranno prendere così facilmente bensì, con salti e capriole, indietreggeranno cercando riparo altrove.Attuare strategie di bassa lega come sparare qualche colpo e aspettare che ci vengano incontro mentre noi attendiamo al sicuro dietro a un muro per coglierli di sorpresa, non funzioneranno, anzi in qualche occasione saremo noi ad esser presi in contropiede data la loro capacità di elaborare un percorso alternativo per accerchiarci.Grande delusione quando invece rimangono imbambolati senza motivo diventando, così, un bersaglio che suscita quasi tenerezza.Le fasi dell’azione sono cariche di realismo, grazie alla qualità degli effetti visivi dovuta al nuovo motore grafico preso in prestito dal meraviglioso F.E.A.R. : le fiamme e le esplosioni sono abbastanza credibili, gli oggetti che ci circondano rispettano le leggi della fisica, i muri si macchiano di sangue e quando l’azione diventa più concitata spesso si alzerà un polverone che renderà tutto più difficile e angosciante. E’ doveroso precisare, comunque, che di interattivo c’è veramente poco.

Terroristi bacatiI bugs non mancano e alcuni sono davvero fastidiosi. In alcuni snodi della storia affideremo la nostra vita a degli informatori autoctoni che ci guideranno attraverso posti a noi sconosciuti facilitando il nostro compito, ma non sempre è così. Infatti succederà spesso e volentieri che si piantino davanti a noi, soprattutto negli angusti cuniculi, intralciandoci e rallentandoci anche in un’eventuale fuga dal nemico. Altro baco abbastanza ridicolo, forse più una distrazione dei programmatori, è che per aprire dei cancelli di metallo si dovrà avere la pazienza di andare con il puntatore (il mirino) precisamente su una delle sue sbarre, altrimenti l’icona di interazione non comparirà dando ai terroristi la possibilità di crivellarci con tutta calma. I dialoghi, scontati e banali come quelli di una soap opera italiana, giustificano ogni azione che andremo a compiere ma non contribuiscono a dare uno charme particolare alla storia.

Comparto TecnicoPrima di giocare è opportuno perdere qualche minuto nel regolare al meglio le prestazioni del nostro pc e della nostra scheda grafica. Infatti, al primo avvio, anche se il gioco farà un benchmark automatico del nostro computer per regolare su misura i parametri degli effetti video e audio, questi risulteranno comunque troppo onerosi per il nostro hardware nel caso abbiate una configurazione di fascia medio-bassa. E’ dunque consigliabile, attraverso alcuni tentativi, procedere manualmente per trovare un buon compromesso tra dettaglio grafico e fluidità, visto che la City Interactive ci offre una gran quantità di opzioni ai limiti della programmazione.

Detto ciò possiamo dire che la grafica non fa gridare al miracolo ma si difende bene, la qualità delle texture è buona ma niente più. Le ambientazioni abbastanza scarne e asettiche sembrano dei set cinematografici tipici dei b-movies. Gli edifici sembrano grossi scatoloni di carta troppo squadrati e perfetti , l’arredamento degli interni risulta ripetitivo e troppo simmetrico. Altra nota negativa sono i fori che provochiamo alle pareti con i proiettili: risultano delle verie e proprie “toppe” livello su livello che si fondono in maniera pessima con la texture dell’intonaco.Buoni gli effetti di luce sia naturali che quelli prodotti dal fuoco delle nostre armi; gradevolissimo, poi, quello della torcia elettrica (praticamente identico a quello del già citato F.E.A.R) negli ambienti più bui.I nemici, anche se sembrano usciti tutti dallo stesso stampo, sono ben caratterizzati e il dettaglio delle loro skins e uniformi risulta ben realizzato. Le movenze sono abbastanza riuscite ma incappano più volte in grossolane cadute di stile come per esempio la mimica del corpo che richiama un po’ quella dei robots e un approssimato lip-sync.Sufficiente il comparto audio, anche se non lascia il segno. Le musiche di sottofondo sono azzeccate e accompagnano con ritmo opportuno le fasi di gioco, sia quelle frenetiche che quelle perlustrative.Numerosi ed efficaci gli effetti sonori (soprattutto se si ha il supporto di un impianto surround): in momenti di suspense anche il rumore di una lattina ci farà trasalire. Al contrario, le grida di dolore dei terroristi agonizzanti ci fanno più pensare a un parto piuttosto che all’esalazione dell’ultimo respiro.La qualità del doppiaggio italiano è buona ma altalenante, visto che in alcune battute non sempre si rispetta lo stato d’animo che i protagonisti del gioco dovrebbero avere in un determinato contesto.

HARDWARE

– Windows Vista/XP o 2000– Directx 9.0c– Processore 1.7 GHz– 512 MB di RAM– Scheda Video ATI Radeon 9000 o GeForce4 Ti con 64 MB di RAM– 3 Gb di spazio su HDD– Scheda audio compatibile con Directx 9.0c– DVD-Rom, mouse e tastiera

MULTIPLAYER

Per giocare in rete abbiamo a disposizione le tre classiche modalità: deathmatch (tutti contro tutti), Deathmatch a squadre (come nel deathmatch, questa volta, però, i giocatori sono divisi in due squadre) e conquista la bandiera (si dovrà conquistare la bandiera nemica e portarla nella propria base).Durante l’installazione del gioco verrà offerta la possibilità di installare un piccolo software per facilitare la nostra esperienza online (GameSpy Comrade).

– Motore grafico rinnovato

– Buon gameplay

– Ottimo rapporto qualità prezzo

– Grafica migliorabile

– Alcuni bugs

– Per niente innovativo

6.0

“Terrorist Takedown 2: Forze Speciali “ è un titolo che raggiunge a malapena la sufficienza, anche se non regge lontanamente il confronto con i maggiori esponenti della categoria. E’ un gioco “leggero” che diverte e non ha la pretesa di voler competere contro mostri sacri del genere, come Doom o Quake. Il titolo può essere degnamente installato sul pc di chi è un navigato guerrafondaio, oppure su quello di chi è alle prime armi (in tutti i sensi). Il prezzo contenuto (20 euro circa) lo rende certamente più interessante.

Voto Recensione di Terrorist Takedown 2: Forze Speciali - Recensione


6

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