Recensione

Tekken 4

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a cura di Ryuken

Anno 1995, su PSX arriva il primo vero concorrente al capolavoro Virtua Fighter: Tekken. Da allora il mondo dei picchiaduro poligonali non è più lo stesso, la rivalità fra i due contendenti si accende subito alimentata dai fan dell’una o dell’altra produzione; il primo round è a favore di Virtua Fighter, il secondo si conclude con un sostanziale pareggio (VF2 VS Tekken2 0-0) e il terzo lo vince decisamente Tekken 3. La storia dei videogames è una ruota che gira fatta di vicende che si ripetono ciclicamente, infatti, se non c’è due senza tre, come si dice, il quarto vien da sé. Con l’arrivo della versione Pal di Tekken 4 chi la spunterà fra quest’ultimo ed il capolavoro Sega, su PS2?

Ma Heiachi quanti anni ha!Come minimo un centinaio. Questo “simpatico” personaggio è presente come protagonista delle vicende di Tekken fin dal primo episodio, e se a quei tempi aveva una quarantina d’anni, tenendo conto che la cadenza d’ogni Iron Fist Tournament è pressappoco ventennale, dovrebbe averne, se la matematica non è un’opinione, cento!!!! Come lui anche gli altri personaggi storici Paul, Law, Kazuya, per citarne alcuni, non scherzano con gli anni. Evidentemente hanno bevuto l’elisir di lunga vita o più semplicemente sono personaggi virtuali di un videogame.Venendo alle cose più concrete, anche questo nuovo capitolo di Tekken ruota attorno alle vicende della maledetta famiglia Mishima: Heiachi, Kazuya, Jin rispettivamente padre, figlio, nipote…! Tekken the Iron Fist Tournament si svolge per ricongiungerli, per porli di fronte, per decidere chi debba sopravvivere! Le altre storie, le piccole vicende d’ogni altro partecipante sono solo un piccolo tassello, di ciò che accade attorno a questa famiglia. Lei Wu Long il poliziotto, Nina Williams la killer professionista, Michelle l’ambientalista, King e l’orfanotrofio. Tutte belle storie che svaniscono di fronte alla tragicità tutta nipponica di Jin, Kazuya e Heiachi!Dovete sapere che quel burbero di Heiachi viene a scoprire che il suo “amato” figlio Kazuya non è morto. Sorpreso dal fatto che nemmeno un vulcano in eruzione è bastato per farlo fuori, Heiachi, non si da per vinto. Prima di tutto fa rapire il suo nipotino Jin, che in passato aveva manifestato la stessa possessione demoniaca di Kazuya dopodiché lo usa come esca per attirare quest’ultimo che brama di congiungere il suo potere a quello del figlio allo scopo di potersi nuovamente trasformare nell’imbattibile Devil.Il fulcro dell’ennesimo capitolo del pugno d’acciaio è questo e, come detto in precedenza, le vicende degli altri personaggi sono solamente di contorno.

Virtua Fighter 4 VS Tekken 4In sala giochi le cose sono volte a favore del primo, Sega ha fatto un grandissimo lavoro mentre Namco è stata costretta a lanciare una versione riveduta di Tekken 4 per poter competere allo stesso livello. La prima release fu caratterizzata da alcune pecche di programmazione, da alcuni bug grafici fastidiosi, i quali hanno segnato la negativamente la via “coin-oppostica” del titolo a favore della controparte Sega.Su PS2 le cose si sono ribaltate: la conversione di VF4, pur mantenendo intatto il fantastico feeling di picchiare del coin-op, non è riuscita a mantenere lo stesso impatto estetico visto in sala giochi, tanto da deludere alcuni fan che da anni attendevano una perfetta trasposizione casalinga anche sotto tale aspetto. Certo, la scheda da sala su cui gira VF4 è enormemente più potente di PS2 e l’architettura hardware delle due macchine è molto differente ma era lecito attendersi un poco di più. Viceversa, l’hardware di PS2 e del coin-op di Tekken 4 sono, fatte le debite proporzioni, molto simili. C’è anche da tenere conto del fatto che Namco fu costretta a velocizzare l’uscita del gioco per contrastare il grande vantaggio che stava accumulando la sua storica rivale. Sembra, però, che questa volta la mamma di Pac-Man si sia presa tutto il tempo per sfornare una conversione che non ha nulla da invidiare all’originale, anzi, come successe in occasione dell’uscita di Soul Edge per PSX, la release casalinga è da preferire al cabinato!

Graficamente allucinanteNon ho parole per descrivere il grandioso lavoro fatto per creare su PS2 una grafica talmente bella da non sembrare vera, questo è il primo esempio di gioco di terza generazione e ciò che si può vedere fa notevolmente paura.Tanto per cominciare le arene di combattimento sono interamente in 3D e la loro visitabilità è dannatamente vasta, esse sono particolareggiate e formate da diverse sezioni, all’interno di uno stesso ambiente; per esempio nello stage della foresta tropicale potrete combattere indistintamente sia in acqua che sulla terra ferma, in quello cittadino, di fronte ad un cinema, potrete combattere su vari livelli d’altezza rappresentati dalle gradinate. Naturalmente il fatto di combattere su di un piano rialzato o più basso, secondo i casi, modificherà le tecniche utilizzate sia di calcio che di pugno. Inoltre ogni arena è decorata con personaggi di contorno animati alla stragrande, decisamente evocativo è lo stage sotterraneo nel quale combatterete accerchiati da un centinaio di persone che inneggiano al sangue o lo stage finale dove affronterete il cattivone di turno all’interno di un ring, a forma di gabbia, immerso in uno stadio gremito da migliaia di persone.Non è finita qui, rispetto ai precedenti episodi, ora anche l’interattività degli ambienti è stata aumentata, è possibile frantumare vetrate, barili, muri, scaraventandoci contro il nostro avversario ed il danno recato, da questo tipo di attacchi, andrà ad aggiungersi a quello dei normali colpi; in sostanza realizzando una combo particolarmente articolata e servendosi degli elementi del fondale è possibile far fuori il nostro avversario tramite una lunga mossa devastante!A conclusione non possono essere dimenticate chicche come mega schermi, in lontananza, che ripropongono in tempo reale il nostro incontro oppure l’elicottero che accompagna gli scontri nello stage del grattacelo o, ancora, la realizzazione maniacale degli specchi d’acqua. Il tutto dona quel tocco di classe che coinvolge alla grande il giocatore.Che dire poi dei personaggi…tanto per cominciare sono stati eliminati quelli inutili presenti nelle vecchie produzioni, certo le mele marce sono presenti anche qui ma in maniera assai attenuata. Il numero totale dei contendenti al quarto Iron Fist Tournament è di venti ed almeno sedici/diciotto di questi possono essere considerati veri picchiatori e non fenomeni da circo: Kazuya, Heichi, Brian Fury, Marshall Law, Paul, Jin Kazama, Craig Marduk, Cristie Montero, Violet, Steve Fox, insomma di carne al fuoco ce n’è molta. I nuovi arrivati sono stati amalgamati in maniera eccezionale con i veterani, il numero di poligoni che li compone è qualcosa di straordinario, persino le dita delle mani sono ricreate in maniera eccellente nulla a che spartire con i vecchi trucchetti di conversione che vedevano sacrificate le parti del corpo meno visibili, appunto le mani. Anche il livello di animazione non ha precedenti: le espressioni facciali di dolore e felicità, apprezzabili soprattutto nei replay, sono realistiche all’ennesima potenza, ora i pugni dei lottatori si chiudono al momento di sferrare un colpo e si riaprono quando il combattimento è finito, sparito perciò l’effetto mano paralizzata al quale avevamo preso l’abitudine.Capirete perciò che se le piccolezze sono di così alto livello realizzativo, il resto, la parte corposa, è straordinariamente eccezionale, ai livelli di DoA3 per Xbox (forse ho esagerato), tanto per darvi idea di ciò che potrete vedere riprodotto da una PS2. Sparito anche il complesso d’inferiorità della versione Pal rispetto alla controparte nippo grazie all’implementazione della selezione 50 Hz – 60 Hz. Insomma, basta. La grafica di Tekken 4 è la migliore si sia mai vista in un picchiaduro per PS2, questo è il modesto, e naturalmente opinabile, parere del vostro recensore.

Giocabilità è LongevitàSe siete degli appassionati della serie, fin dal secondo episodio, non avrete la minima difficoltà ad adattarvi al sistema di controllo rimasto pressoché invariato, sicuramente i più critici asseriranno che ciò è sintomo di scarsa innovazione, ma, parafrasando una massima calcistica, “squadra che vince non si cambia”. Perciò i lottatori storici, a parte qualche mossa nuova, sono controllabili nella medesima maniera alla quale eravamo abituati in Tekken 3 e, pensandoci bene, uno stravolgimento sia dal punto di vista del sistema di controllo che da quello dell’arsenale di mosse avrebbe portato verso un flop incredibile, per cui condivido svisceratamente le scelte di Namco come, per altro a suo tempo, condivisi le scelte di Sega in VF4. Allora, joypad alla mano, i 4 tasti frontali sono corrispondenti ai 4 arti del lottatore. Tramite la combinazione di calcio-pugno vengono effettuate le prese. Il sistema delle mosse consiste nella combinazione del pad-direzionale con i relativi tasti, ovviamente per le tecniche più semplici e meno devastanti la difficoltà di esecuzione è minore. L’intuitività, da sempre marchio di fabbrica del classico Namco, è stata mantenuta tale e quale chiaro sintomo positivo, questo, di non soffrire complessi d’inferiorità nei confronti di VF4 dopo le batoste subite nelle sale giochi Giapponesi.Giocato da soli è divertente soprattutto le prime volte, quando avete bisogno di pratica, dopo non vedrete l’ora di sfidare un vostro caro amico, per dimostrare quanto siete diventati forti…per farvelo nemico! A questo punto fonderete la Ps2 per il troppo utilizzo.Non preoccupatevi se abitate a Km di distanza e non potete sempre incontrarvi in compagnia! Tekken 4 dispone di molte modalità: bello lo story mode con delle illustrazioni da artwork, time attack, practice sono solo alcune e con grande richiesta è tornato il Tekken Force Mode.Cos’è? Una modalità apparsa per la prima volta in Tekken 3: consiste in un picchiaduro a scorrimento contro i soldati della Mishima Corporation dove si potrà impersonare il proprio lottatore preferito. Credo che la Namco dovrebbe impegnarsi nel creare un gioco del genere senza confinarlo ad un sottogioco della serie Tekken. Ovviamente questa modalità per quanto divertente non esente da pecche di realizzazione, ma soprattutto non è possibile giocare in due!Sparite le inutili opzioni bowling e il tekken ball mode, sarebbe stato intelligente inserire, invece, un sistema Tag che avrebbe reso possibile sfide a quattro, due contro due.

Ma che è sta roba, musica trash?Purtroppo la nota dolente arriva sempre dal comparto sonoro, in particolar modo dalle musiche d’accompagnamento, talvolta orrende. Solamente un paio di motivetti si meritano la sufficienza, pensate che alcuni di essi possono essere paragonati al suono che fa il mio frullatore quando è colmo d’ogni ben di Dio e non riesce a girare. Ma è possibile che i chip audio della PS2 siano così scarsi oppure i musicisti di Namco avrebbero bisogno di una bella strigliata? VF4 sotto il punto di vista audio è di un altro pianeta. Tutto ok, invece, sul fronte effetti: bello il parlato dei personaggi ed il suono scaturito dalle varie mosse che, finalmente, non paiono più campionate da un film di Bud Spencer e Terence Hill. In conclusione il 6 della pagella sottostante, deriva dalla media matematica tra un otto ed un quattro. Lascio a voi indovinare a quale dei due aspetti audio vadano associati.

– Grafica di un altro pianeta

– Animazioni fantastiche

– I nuovi fanno il loro dovere

– Bei effetti sonori

– Giocabilità ed immediatezza fantastiche

– Musica orribile

– Manca la modalità Tag

– Pochi elementi innovativi

8.3

Come VF4, Tekken 4, è uno di quei giochi per cui vale la pena acquistare una PS2. Se sia meglio il capolavoro Sega o Tekken 4 è difficile da dire. Se Tekken 4 vince per quanto riguarda l’impatto visivo, VF4 emerge per quanto riguarda realismo e tecnicità.

Credo comunque che gli amanti dei picchiaduro non dovrebbero far mancare nella loro softeca entrambi i titoli in questione in quanto, seppur in modo diverso, rappresenta il meglio di quello che un appassionato di botte virtuali può desiderare.

Voto Recensione di Tekken 4 - Recensione


8.3

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