Recensione

Talking Zombie

Avatar

a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Il successo mondiale dello store digitale di Apple ha prodotto due effetti distinti, seppur correlati: una varietà di scelta senza paragoni per tutti i clienti della mela morsicata, ma anche, purtroppo, un (forse inevitabile) abbassamento della qualità media dell’offerta, con perle imperdibili (a livello non solo prettamente videoludico) spesso disperse in un mare di software mediocre, quando non totalmente inutile.I più svegli di voi avranno già capito che questa premessa non porterà a nulla di buono…

Zombie vittime di abusiGli zombie sono stati tra le vittime preferite di questo processo di becera massificazione e si sono trovati, loro malgrado, a fronteggiare piante, eroi diversamente abili, amanti dell’arma bianca e quant’altro, finendo inevitabilmente con il fare la parte della carne da macello.In Talking Zombie, invece, uno zombie malformato (con un cranio spazioso quanto una Fiat Multipla) sarà il nostro “pet”, sulla falsariga della moda scoppiata negli anni ’90, quella del Tamagotchi.L’applicazione (chiamarla gioco ci sembra francamente eccessivo) ci butta, senza preamboli, nell’unica schermata disponibile, con una visuale frontale dello zombie e le icone contestuali a fondo schermo, con l’unica eccezione delle tre icone superiore, non utilizzate per impartire comandi ma per operazioni “esterne”, quali avere scarne informazioni sul titolo, avere accesso ad altro software sviluppato dai ragazzi di Nurogames e registrare un breve video che può successivamente essere caricato sul proprio account Facebook o Twitter.

Giocatori vittime di abusiL’interazione con lo schermo è minima, e quel poco che c’è si rivela anche impreciso e insoddisfacente: potremo costringere lo zombie a vomitare, dargli da mangiare della carne cruda, farlo ridere e far sì che si estragga, letteralmente, il cuore pulsante dal petto, gettandoselo alle spalle.Fin qui le azioni tramite interfaccia: la feature principale del programma dovrebbe essere il riconoscimento vocale, durante il quale il povero zombie presta orecchio a qualunque suono o parola pronunciati nelle vicinanze delle casse del nostro dispositivo Apple (il test è stato effettuato con un iPhone con iOS 5), per poi ripeterlo in maniera pedissequa nel contenuto, ma distorta nella forma.Pur impreciso, il sistema di riconoscimento è forse, insieme al prezzo abbordabile (0,79 euro), la nota meno stonata del complesso, e sa regalare qualche sorriso, almeno per i primi cinque minuti cinque.Non è per pigrizia che non scriviamo altro: è davvero tutto qui. Alla stregua dell’applicazione che simula le flatulenze o di quella che promette, tramite i raggi X, di poter guardare sotto i vestiti di qualsiasi donna, Talking Zombie ha pochissimo da offrire, e denota una pochezza di idee e una realizzazione da brividi, ma nell’accezione peggiore del termine.

Senza paroleTanto quanto sarebbe fuori luogo chiamare Talking Zombie un gioco, lo è altrettanto parlare di realizzazione tecnica, quando il programma si limita a 4-5 animazioni ripetute all’infinito, e non consta di scenari diversi da quello che ci apparirà immediatamente al primo tap sull’applicazione.Abbiamo già detto della discreta precisione del riconoscimento vocale, cosa che potrebbe rientrare nella categoria “audio”, ma evidenziare due volte l’unica cosa non oscena di questo titolo potrebbe pericolosamente indurre i lettori a pensare che ci sia qualcosa che valga l’euro scarso richiesto per il download.E non ci perdoneremmo mai a far pensare ai nostri affezionati lettori una tale baggianata.

– Riconoscitore vocale decente

– Disarmante pochezza di contenuti

– Uno sfondo fisso, come ai tempi del C64 (senza offesa per il C64)

– C’è di molto meglio per 0,79 cents

– Diverte il tempo di un cappuccino

3.0

Ok, gli zombie sono uno spasso, quasi immuni alla sovraesposizione mediatica di cui sono oggetto da trent’anni a questa parte.

Ok con settantanove centesimi non ci si prende nemmeno un caffè in un bar malfamato.

Ok Halloween è passato da poco. Ma c’è un limite a tutto, e sinceramente Talking Zombie lo oltrepassa in più punti, senza vergogna.

Un’applicazione buona per ridere il tempo di una pausa sigaretta, o per stupire il nonno con quello che il nostro dispositivo Apple può fare, ma anche un fulgido esempio del rischio che l’utente ignaro corre sul negozio digitale della casa di Cupertino.

Statene alla larga.

Voto Recensione di Talking Zombie - Recensione


3

Leggi altri articoli