La “j” davanti al nome jrpg potrà sembrare insignificante ai più, una semplice precisazione del luogo di provenienza o delle peculiarità proprie del gameplay del genere. In realtà, è più significativa di quanto si possa pensare e non si limita a distaccare questi giochi di ruolo nipponici dalle varianti occidentali in base all’approccio dei team di sviluppo, avendo come reale funzione quella di indicare la loro appartenenza a un vero e proprio ecosistema di titoli nati e vissuti in Giappone, e pensati quasi esclusivamente per risultare appetibili al pubblico orientale.
Tra la miriade di opere ignote ai videogiocatori europei, tuttavia, ogni tanto spunta qualche perla capace di spezzare le barriere e avere successo anche dalle nostre parti. La serie Tales va sicuramente annoverata in questo elenco, visto che, grazie a un sistema di combattimento unico e a un gran numero di titoli estremamente curati, ha conquistato innumerevoli appassionati del genere, desiderosi di mettere le mani su tutti i capitoli già pubblicati e su ogni nuova uscita nel minor tempo possibile. Purtroppo però, vuoi per la massa di dialoghi da localizzare, vuoi per le priorità delle case di sviluppo, è comune vedere tali prodotti nei nostri negozi con grande ritardo. Capita quindi di dover spesso aspettare anche più di un anno prima di mettere le mani su un nuovo Tales, con buona pace dei fan.
Dopo una lunghissima attesa, in redazione abbiamo potuto finalmente mettere le mani su Tales of Xillia, uno dei capitoli più acclamati della saga. Sarà valsa la pena di aspettare?
Earth, Wind and Fire. No, non la band
Tales of Xillia butta subito il giocatore nel bel mezzo del mondo di Rieze Maxia, un luogo dove esseri umani e spiriti vivono in armonia, e chiunque può usare magie chiamate Artes evocando temporaneamente l’energia spirituale di queste entità.
I protagonisti della storia sono due, Jude Mathis e Milla Maxwell. Il primo è un brillante studente di medicina, che incontra la ragazza durante la ricerca del suo professore, scomparso nel nulla. In un istante il mondo di Jude viene stravolto, e il giovane medico si ritrova coinvolto in una situazione ben più grande di lui, tanto grande che la donna che l’ha coinvolto, Milla appunto, si rivela essere nientepopodimeno che IL Maxwell, ovvero il grande spirito a cui si deve la creazione del mondo.
Da lì la strana coppia dovrà affrontare un’avventura piena di pericoli e colpi di scena, accompagnata da un colorito cast di comprimari.
La trama di Xillia è senza dubbio una delle migliori viste nei Tales of. Seppur sempre ricca di momenti leggeri e divertenti, e non priva di ingenuità, cattura il giocatore dipanandosi in modo arguto, supportata anche da un cast di protagonisti ottimamente caratterizzato. Non mancano colpi di scena a dir poco pilotati, o momenti un po’ spenti, ma in generale si avanza con convinzione, e con la volontà costante di scoprire le reali motivazioni dei vari protagonisti e comprenderne i tanti segreti. Sempre piacevole poi la presenza degli Skit, dialoghi d’intermezzo facoltativi che tratteggiano più nel dettaglio le personalità dei membri del gruppo e non mancano di strappare qualche sorriso. Un ottimo lavoro insomma.
Non si combatte da fermi
Se siete appassionati della saga, ricorderete certamente che la sua principale attrattiva da sempre risiede nel Linear Motion Battle System, un sistema di combattimento in tempo reale che si è evoluto di capitolo in capitolo, e riesce a unire alla grande tattica, azione e mobilità. In Tales of Xillia siamo davanti a un’ulteriore evoluzione delle meccaniche, grazie ad alcuni interessanti accorgimenti e a numerose chicche che ampliano le possibilità del giocatore durante gli scontri.
La mobilità è in linea retta verso un bersaglio selezionato, switchabile in qualunque momento, ma diventa tridimensionale a piacere, e permette anche di effettuare scatti o salti per schivare o avvicinarsi più rapidamente a un nemico. Gli attacchi fisici normali si basano sull’Assault Counter, un contatore numerico che limita il numero di colpi in serie, tra cui si possono infilare anche attacchi magici chiamati Artes che richiedono TP, ovvero punti tecnica, per essere utilizzati.
Il sistema è rapido ed esaltante, anche in virtù della diversificazione delle combo in base alla direzione dell’analogico sinistro durante i colpi e alla fluidità del tutto, ma in Xillia brilla soprattutto grazie ai link, combinazioni con altri personaggi di certi poteri, che permettono di eseguire attacchi poderosi e complessi a raffica una volta riempita una barra dedicata. I personaggi che combattono contemporaneamente sono infatti sempre quattro, e ognuno dispone di sinergie con un particolare compagno, oltre che di una specializzazione contro nemici di un qualche tipo. Se all’inizio le combo sono piuttosto semplici, verso metà gioco le cose si fanno davvero clamorose e si riescono a infilare mosse coreografiche senza fatica alcuna.
Chiaramente non è tutto qui. Dovete infatti sapere che ogni personaggio in Tales of Xillia ha uno stile di combattimento unico, e che una volta linkato al membro attivo del gruppo in battaglia potrà aiutarlo con abilità passive o attive dedicate. Per fare un esempio più concreto, linkarsi con Alvin lo porterà a spezzare spesso la guardia dei nemici, mentre usarlo direttamente costringerà a cambiare stile, caricando i poteri magici per potenziare i suoi lenti attacchi con la spada.
Le abilità durante un link sono tantissime, e vanno dal furto passivo di oggetti, alla rigenerazione di TP e punti vita, senza contare che, dopo l’attivazione del legame, certe skill passive si potenziano a vicenda. Già perché in Xillia c’è persino un complesso sistema di sviluppo dei personaggi chiamato Lilium Orb, una ragnatela di abilità che migliora sensibilmente le statistiche dei protagonisti e permette di imparare nuove skill e Artes. Più si va avanti, più la ragnatela diventa complessa, permettendo al giocatore di specializzare a dovere un team member nel ruolo voluto.
Si usa chiaramente solo un protagonista alla volta, ma in qualunque momento è possibile prendere il controllo di un altro compagno, o addirittura far entrare in campo uno degli alleati esterni al posto di qualcuno. I personaggi non utilizzati vengono nel frattempo controllati dall’intelligenza artificiale, secondo comportamenti settabili a piacere dal giocatore (attenzione però, se non vengono settati in automatico c’è il rischio che non risultino utilizzabili durante gli scontri, tenetelo a mente quando smanettate con le varie Artes nei menu).
L’unico difetto risiede nelle opzioni limitate dell’I.A. che non sempre è brillantissima, ma ogni mancanza della cpu può essere bypassata con il controllo manuale dei personaggi, mettendo in pausa e ordinando di usare specifiche skill tramite un comodo menu, o sfruttando particolari Artes linkate che curano o potenziano ad area. In pratica, il sistema di combattimento del jrpg di Namco è quasi perfetto, un vero capolavoro di design.
The grinding way
Tutte ottime notizie, non c’è che dire, ma Xillia non ha solo lati positivi. Se le battaglie, infatti, sono impeccabili, ciò che le circonda risente invece dei crismi tipici dei jrpg del passato, caratteristiche che incrinano la qualità dell’esperienza di gioco, seppur limate. La critica principale va fatta alla strutturazione della campagna, piuttosto ripetitiva. Qui manca quasi totalmente il backtracking visto in Graces, ma lo scheletro fondamentale si riduce comunque a un continuo camminare per grosse mappe, eliminando mostri per fare un po’ di grinding e potenziarsi in attesa di un evento significativo, di un dungeon, o di una boss fight.
Il grinding è in particolare alquanto preponderante, al punto che gli oggetti ottenuti dai mostri sono necessari persino per potenziare i vari negozi. E’ pertanto obbligatorio uccidere vagonate di nemici e raccogliere le dozzine di tesori e sacchi sparsi per le mappe per ottenere le armi e gli accessori più potenti del gioco. In difficoltà normal si può anche evitare di dare addosso a tutti i mostri che vagano per le varie zone, ma quando si affronta il gioco al massimo livello di sfida può diventare davvero problematico avanzare senza potenziare a dovere il proprio gruppo di eroi.
A loro volta i dungeon non sono eccezionali, presentando semplicemente qualche variazione al tema o rari puzzle di facile risoluzione. E’ una fortuna che il sistema di combattimento sia stratosferico, perché da solo innalza la qualità dell’intera produzione, rendendo il grinding quasi divertente, e le boss fight memorabili.
Qualche sub quest interessante c’è, spesso di natura narrativa, e non mancano boss facoltativi estremamente pericolosi che peraltro permettono di ottenere armi speciali poderose (e persino un dungeon aggiuntivo di alto livello per sbloccarne i poteri), ma la struttura resta complessivamente deboluccia, e non siamo ai livelli di altri jrpg con contenuti extra ben più impressionanti. Non disperate comunque, la campagna è estremamente longeva, e volendo il titolo vi occuperà per decine e decine di ore senza problemi.
Anime, in tutti i sensi
Anche tecnicamente Xillia inciampa a pochi metri dalla cima del monte. Il titolo risale a fine 2011, ma il motore grafico è arretrato, con modelli poligonali non molto dettagliati, qualità mediocre di molte texture e animazioni legnose dei personaggi secondari. Grazie al cielo l’art direction è notevole, al punto da far passare in secondo piano le mancanze tecniche del titolo Namco in molte occasioni. Il fatto che l’aspetto sia volutamente anime-like rende l’atmosfera ancor più fiabesca e piacevole. Abbiamo trovato abbastanza ridicola la possibilità di rimbecillire i mostri correndo in tondo, che permette a tutti gli effetti di prendere alle spalle qualunque avversario senza problemi. Questa stranezza, unita a qualche bug legato all’interpolazione poligonale, infastidisce, ma tant’è. Forse gli sviluppatori hanno pensato di introdurla appositamente per facilitare le cose ai giocatori meno esperti.
Noi abbiamo giocato a Tales of Xillia in lingua inglese, e abbiamo trovato di buona qualità anche il sonoro, con doppiaggi curati e una colonna sonora orecchiabile e riuscita. Non tutte le interpretazioni sono magistrali, ma molte sono estremamente azzeccate, specialmente quella neutra e impassibile di Milla che rende certe scene spassosissime. Ah, se non siete grandi esperti di lingue non abbiate paura, il gioco è tradotto completamente in italiano.
– Sistema di combattimento stratosferico
– Trama appassionante e personaggi ben caratterizzati
– Campagna longeva e profondità notevole
– Struttura che favorisce il grinding e può risultare ripetitiva
– Tecnicamente non eccelso
Non stupisce che Tales of Xillia sia stato un successo sul suolo giapponese, l’opera di Namco vanta uno dei sistemi di combattimento più profondi e divertenti mai visti in un jrpg, in grado da solo di renderlo uno dei migliori capitoli della saga e un must per ogni amante del genere che si rispetti. Peccato che alcuni difetti, in primis una struttura discretamente ripetitiva e troppo incentrata sul grinding della campagna e un comparto tecnico arretrato, gli impediscano di raggiungere l’eccellenza. Resta comunque un titolo di altissimo livello, tra i migliori giunti dalla terra del sol levante negli ultimi anni.
Oltre alla video recensione di Tales of Xillia vi segnaliamo il LIVE dedicato al gioco.