Recensione

Tales of Symphonia (Usa)

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a cura di Mirai Trunks

Cosa cosa? Un RPG per cubo? Ma no, sarà il solito action-adventure-driving-simulation-football manager-platform-card game, come al solito spacciato per RPG! E invece no, per una volta la definizione è esatta, Tales of Symphonia è un gioco di ruolo bello come il sole, con i personaggi che acquisiscono esperienza, magie ed abilità massacrando orde di mostri. Ma i più smaliziati tra i nostri lettori avranno già intuito che quele due parole (“tales” ed “of”) non sono sinonimo di classico, di scontato, di ovvio, ma di un particolare tipo di gioco e di filosofia di fare RPG; Tales of Symphonia ne è l’ultima e più fastosa incarnazione. Ma andiamo senz’altro a incominciare…

The story so far…Nel simpatico mondo di Sylvarant l’archè è il mana: da esso, molto semplicemente, dipende la vita di tutti gli esseri viventi e perfino l’esistenza del mondo stesso, senza quello non si campa. Tale mana veniva prodotto da un grande albero che però andò distrutto tempo addietro a causa di una misteriosa guerra. Scarsezza di mana significa povertà, significa sofferenza, impossibilità di sviluppo tecnologico e, come non bastasse, comparsa di famelici mostri in ogni dove. La pezza è necessaria e proprio per questo, ad intervalli di tempo più o meno regolari (mica l’ho capito…), nasce un Prescelto, colui che deve intraprendere un perigliosissimo viaggio al fine salvare il mondo; per far ciò egli/ella dovrà rilasciare misteriosi sigilli elementali cosicchè mutare in angelo, poter risalire l’altissima Tower of Salvation e risvegliare infine le dea Martel, l’unica in grado di ristabilire l’equilibrio di mana nel mondo. Facile, no?

Chi siamo? Dove andiamo? Perchè siamo qui?Per una volta noi non vestiremo i panni del raccomandato della situazione: stavolta impersoneremo un adolescente dall’ignoranza bestiale e dalle capacità cerebrali di una formica, tale Lloyd, il migliore amico di Colette, la giovanissima e biondissima Prescelta (che in teoria il viaggio dovrebbe farselo da sola, mica con le guardie del corpo…vabbè!). All’appello risponderanno anche Genis, altro amico di Lloyd, e Raine, la maestra dei tre sbarbatelli (nonchè sorella di Genis). Già m’immagino quanto sarebbe esaltante intraprendere un viaggio del genere in compagnia della mia prof. di matematica o d’italiano del liceo…ma ognuno nella vita, si sa, ha le sue sfortune. Chiudiamo la carrellata dei buoni con Kratos, tenebroso mercenario pronto a tutto pur di guadagnare qualche lira. Bene, siamo pronti per partire, no? Vediamo…spazzolino…c’è; carta igienica…c’è; passaporto…c’è; bene, vamos! Tales of Symphonia è un RPG che fonde elementi classici ad altri propri della serie “Tales of” di Namco: da una parte abbiamo esplorazione, risoluzione di enigmi, upgrade assortiti, dall’altra singolari particolarità come la possibilità di poter cucinare e, soprattutto, il sistema di combattimento; molti elementi emergeranno nel corso della recensione ma è bene spendere due parole proprio su quest’ultimo che, come la serie vuole, sarà in tempo reale! I combattenti in campo saranno al massimo 4, noi ne potremo gestire liberamente uno mentre agli altri 3 potremo dare una sfilza di ordini sul comportamento da tenere in battaglia: atteggiamento verso il nemico, quali tipi di mostro attaccare, utilizzo o meno di magie e skills e quant’altro e non possiamo che levarci il cappello davanti al lavoro svolto da Namco sotto questo punto di vista perchè i vostri amichetti faranno sempre e comunque ciò che direte loro di fare senza sgarrare di una virgola! Non bastasse, l’IA è discretamente elaborata e dunque non vi deluderanno nemmeno se li lascerete liberi di comportarsi come meglio credono. Potrete controllare direttamente solo uno qualsiasi dei 4 personaggi: a mio avviso Lloyd è il più divertente da impersonare, essendo colui che è addetto al pestaggio violento in prima linea (tattica che richiede la pressione più o meno selvaggia di svariati tasti in tempi brevi e che richiede impegno e concentrazione costante: il vostro nemico non deve respirare!), ma non dubito che vi sia tra di voi un amante della magia che preferisca rimanere nelle retrovie, lanciando incantesimi a valanga (cosa che però richiede solo la pressione di un tasto ed un’attesa più o meno lunga). Per esser maggiormente precisi, diciamo che il tasto A sarà adibito ai colpi standard mentre il B, da solo od accompagnato dal direzionale, ed il C-stick saranno customizzabili e serviranno a richiamare skills ed incantesimi; con Lloyd (ed in generale con tutti i personaggi adatti alla prima linea) potrete eseguire combo davvero interessanti, linkando 2 o più attacchi speciali e – perchè no – chiudendo con un bell’unison attack, ovvero un attacco che vedrà impegnati tutti i membri della squadra contemporaneamente, ma che per essere eseguito richiederà lo riempimento di una barra alquanto lunga. Al termine di un combattimento acquisirete, come sempre, soldi ed esperienza ma verrete anche giudicati stilisticamente ed acquisirete un certo “grade”, impegnabile poi in acquisti ed altre simpetiche cosette. Ah, faccio presente che in TOF gli incontri casuali non esistono: i mostri saranno sempre in bella vista, sia sulla world map che nei dungeons: sta dunque a voi decidere se affrontarli o passare oltre; occhio però, gli scontri coi boss non sono altrettanto facoltativi…regolatevi di conseguenza.Ma non di sola violenza si vive: TOF è anche esplorazione e dungeons (dove credete che si trovino ‘sti sigilli?), di durata mediamente breve, in cui incontreremo svariati enigmi che ricordano, come tipologia, quelli visti nei vari Zelda: in buona sostanza non servirà avere armi potenti o magie iperdistruttive, sarà questione solamente d’usare il cervello.E non dimentichiamo le città, fonti di nuove quests, d’armi nuove fiammanti e di ostelli ove poter curare le proprie ferite. Come anche un muro avrà ormai capito, a collegare tutti questi elementi c’è la world map, la classica mappetta ricca di alberi e foreste (inquesto caso c’è della gran erba più che delle foreste…), zeppa di mostri, dove passerete una buona quantità di tempo alla ricerca della prossima locazione. Sylvarant è grandicella, farsela tutta a piedi non è il massimo del comfort, per fortuna Namco, pensando ai suoi cari acquirenti, ha introdotto in opportuni momenti di gioco (sostanzialmente quando l’avventura non richiede semplicemente lo spostamento tra luoghi adiacenti, nonchè quando i nemici presenti saranno diventati insignificanti al vostro cospetto) mezzi più o meno convenzionali in modo da tagliare in maniera sostanziale i tempi di viaggio.Da notare come sulla mappa siano presenti non solo locazioni essenziali per il completamente dell’avventura, ma anche altri luoghi più o meno utili, più o meno pericolosi ove poter svolgere varie attività. Segnalo infine la presenza di alcuni mini games tra i quali 1-2-3-stella, simon ed una specie di memory; inutili ai fini dell’avventura, fanno comunque numero.

Le persone sono belle dentroC’è da dire che i vostri alleati sono esteticamente molto belli, ma non bisogna giudicare solo dalle apparenze: in un RPG bisogna valutare le persone dalla schermata di gestione dei personaggi, luogo in cui passerete gran parte della vostra avventura; ogni personaggio è contraddistinto da valori quali attacco, difesa, precisione ecc.ecc., influenzati direttamente da armi, armature, amuleti e ninnoli vari. Tra le cose un po’ meno usuali citiamo i titoli, onoreficenze più o meno significanti ottenute in seguito a determinati eventi che hanno la funzione di far aumentare in maniera determinate caratteristiche (esempio: Lloyd riceverà il titolo di “Combo Newbie” quando farà una combo di 10 hit; ciò farà aumentare forza e precisione in maniera più marcata rispetto al normale). Citiamo poi le Ex Gems, gioielli che, se equipaggiati, forniscono abilità particolari come ulteriore forza, minor tempo di preparazione di incantesimi, aumenti di punti vita e punti magia e mill’altre cose. Per chiudere citiamo la possibilità di cucinare, cosa possibile dopo ogni battaglia, a patto di aver trovato gli ingredienti (si comprano o si ottengono dopo le battaglie come premio) e di avere le ricette (s’imparano soprattutto trovando uno strano chef sparso per il mondo e mimetizzato negli ambienti più impensabili).

Giudizi e commenti, parte prima: gameplayCapito cos’è TOF? Bene, vediamo ora com’è. Bello, nulla da dire. Il sistema di combattimento è davvero divertente e permette diversi tipi di approcci alle battaglie; ciò che però è importante, come già accennato, è l’IA dei vostri compagni che, salvo quando saranno a secco di punti magia, non vedrete mai protagonisti di gesti insani; ottima, inoltre, la varietà di ordini che potrete dare loro. Le battaglie non sono mai troppo difficili, a patto di non saltare troppi combattimento (soprattutto all’inizio evitate di fuggire): un buon lavoro di sviluppo delle capacità della squadra significherà un’avventura tranquilla e priva di quella frustrazione che si prova quando non si riesce ad accoppare un boss neanche dopo 1000 tentativi; per la verità esistono nemici che, incontrati la prima volta, paiono essere quasi immortali e che richiedono uno specifico lavoro di level up dei personaggi: per la precisione sono 5 ma nessuno di questi deve per forza essere affrontato per portare a termine l’avventura (purtroppo…). L’unico appunto che si può fare riguarda i “doppi boss”: alla fine di ogni dungeon il boss ci sta tutto, ci mancherebbe, ma poi ci si aspetta un po’ di tranquillità e, soprattutto, un save point; qualche volta capiterà, invece, che dovremo affrontare subito un altro boss (si badi, in un contesto completamente diverso), magari anche più forte di quello precedente: me l’avessero detto io mi sarei preparato, ma se magari sono uscito malconcio dallo scontro precedente rischio di rimetterci la pelle e di dover quindi ripetere anche lo scontro col boss del dungeon (almeno prima degli scontri clue sarà possibile salvare…doversi rifare anche il dungeon sarebbe stato motivo di frustrazione estrema!). Nulla di grave, al secondo tentativo ci si fa trovare preparati, c’è di peggio nella vita…E purtroppo c’è di peggio anche in ToF. che tutto rose e fiori non è: ciò che secondo me rappresenta il peggior difetto del gioco è l’eccessiva linearità dell’azione (non della trama, si noti la differenza); tutto ciò che dobbiamo fare, ma soprattutto l’ordine in cui lo dobbiamo fare, ci verrà espressamente detto; uscire dal “binario” lungo il quale l’avventura si sviluppa sarà pressochè impossibile perchè l’accesso a certe aree ci verrà tragicamente precluso. Ciò che lascia davvero delusi è la quasi totale mancanza di side quests che però (aborro!) verranno sbloccate quasi totalmente solo in prossimità della fine del gioco; ovvero dopo una cinquantina di ore di gioco…e prima? Oltre l’avventura standard, oltre il binario, poco altro. E’ vero, ammetto io stesso che spesso sarete distolti dal vostro cammino per risvegliare la dea Martel perchè dovrete risolvere (a suon di spada o di cervello) i problemi di altre persone ma tutto sarà sempre parte dell’avventura e dunque obbligatorio: se non salvi la pelle ad una vecchietta non puoi rigenerare il mondo. E riflettete bene ragazzi…non v’è sovvenuto un dubbio? Come faccio io a sapere che quando libero il sigillo dell’acqua la tal side quest mi viene resa disponibile? Che ne so io che per ottenere il costume alternativo di Lloyd devo andare a parlare con la tal persona nella tal città dopo aver liberato quall’altro sigillo? Io non posso sognarmele le cose…già i segreti non sono tantissimi, se nessuno mi lancia uno straccio di esca io le cose non me le posso sognare! Questa macro magagna, joypad alla mano, non si fa sentire nemmeno tanto: sarà gradevole conoscere nuove persone e, ogni tanto, farsi gli affaracci loro in cambio di qualche utile oggetto, così come non morirò anche se non potrò vedere Lloyd vestito da pagliaccio, ma in sede d’assegnazione del voto queste cose si fanno sentire e molto spesso sono proprio queste piccolezze che separano il capolavoro dal bel gioco. La stessa gestione dei personaggi: buona, non ottima. Manca qualsiasi tipo di link tech, le summon sono del tutto inutili, il quartetto titolare per i combattimenti è troppo facile da individuare poichè i vari combattenti sono poco differenziati ed assortiti in maniera non equa (1 mago, 1 addetto alle cure pesanti, 7 picchiatori-maghi), cucinare è un’opzione più coreografica che utile. Stiamo certamente andando a cercare il pelo nell’uovo ma è bene che abbiate chiaro cosa questo RPG vi può dare (molto, moltissimo ma non tutto) e cosa non può. Tutti i difetti sopra elencati, joypad alla mano, si fanno sentire in minima parte: il gioco non risulterà mai frustrante perchè gli enigmi non sono mai troppo complessi e la difficoltà dei combattimenti è umana; l’eccessiva linearità dell’azione potrebbe forse, alla lunga, infastidire qualcuno: passare 50-60 ore ad esplorare dungeon, città ed accoppare mostri può effettivamente non piacere a tutti, a questo punto è necessario qualcosa che un joypad può donare sino ad un certo punto, ossia lo sprone ad andare avanti per vedere che succederà, quale sarà il destino dei nostri eroi, come finirà. Deve intervenire la quarta dimensione

Giudizi e commenti, parte terza: la quarta dimensioneUn RPG è un gioco assai più longevo ed impegnativo rispetto, che so, ad un action game o ad un beat’em up. A suo svantaggio vanno, chiaramente, una certa ripetitività dell’azione, che deve essere “mascherata” da una più possibile ampia varietà di situazioni che il giocatore si può trovare di fronte ma, soprattutto, dalla trama, elemento che reputo non importante, ma fondamentale per un titolo del genere. Perchè per me un RPG, per essere davvero apprezzabile, deve colpirmi oltre le 3 dimensioni che compongono lo spazio, deve colpirmi nella quarta, nell’animo, nel cuore. Altrimenti 60 ore le investo diversamente, se permettete. Perchè un film può colpire ed un videogioco no? Cos’ha di così reale una pellicola che un videogioco non ha? Perchè non posso definire arte Ocarina of Time, ma Vacanze Romane sì? Misteri dell’era moderna, sta di fatto che ToF, sotto questo punto di vista, mi ha soddisfatto; la trama sembra scontatissima ma – abbiate fede – non c’è momento precedente allo scontro con l’ultimo boss in cui potrete dire con certezza come stanno le cose: colpi di scena ed improvvisi rovesciamenti di fronte, oltre che incredibili rivelazioni su ciò che sta accadendo, si susseguiranno per tutto il corso dell’avventura lasciandovi con quella sete di sapere essenziale per portare a termine l’avventura. Certo la componente emotiva non emerge come avrebbe potuto (che potenziale, però!) ma la spinta a proseguire non mancherà di certo. Come avrete notato ho cercato di dare un numero assai ridotto di dettagli su ciò che è la trama o comunque su tutto ciò che non sia scritto anche sul libretto d’istruzioni: d’altronde se io leggessi in una recensione parti chiave della trama di un gioco (qualsiasi, anche fosse l’ultima schifezza di ‘sto pianeta) al quale sto giocando (così da togliermi in parte lo sprone a presguire) andrei personalmente a prendere a mazzate il redattore. Diciamo che cerco di tutelare la mia incolumità.

Giudizi e commenti, parte seconda: tecnicamente parlandoDunque, alla voce grafica ho scritto…vediamo…8.5, sì, vero. La grafica di ToF è gradevole, soprattutto per quel che concerne la realizzazione dei personaggi e dei mostri, tutta roba genuina, in cel shading ed in perfetto stile manga. Altrettanto buone sono le animazioni in battaglia mentre lasciano a desiderare quelle che vedremo fuori dai combattimenti e durante le scene d’intermezzo: pare che i personaggi pattinino invece di camminare ed inoltre la gestuialità non è così ricca. Non all’altezza anche l’espressività dei visi: skits a parte, i volti dei personaggi non lasceranno trapelare molte emozioni, talvolta pare di avere davanti degli automi (anche perchè l’automa vero, che nel gioco c’è, è espressivo quanto gli altri…). Buoni, invece, gli effetti grafici legati ad armi da mischia e soprattutto agli incantesimi: forse non così sfarzosamente spettacolari come capita di vedere in altre serie, ma dall’effetto comunque gradevole. Gli ambienti sono realizzati con discreta cura, finalmente le città sono in puro 3d (cosa che, se non ricordo male, non accadeva negli altri “tales of”) anche se talvolta, soprattutto in ambienti con molto verde, le textures non paiono sempre all’altezza, mentre ciò che davvero stupisce in negativo è la world map: imprecisa, povera di dettagli e di poligoni), pensate che qualsiasi tipo di nemico verrà rappresentato come un mostriciattolo nero…ok, le world map non è che sian mai state lo stato dell’arte, ma viste le potenzialità che il cubo offre, beh, qualcosa almeno di decente lo si poteva pretendere! Eccellenti, invece, i filmati in CG; peccato siano pochini…Musicalmente parlando ToF non è messo malaccio: le tracce sono abbastanza orecchiabili, purtroppo però non colpisconjo come dovrebbero, nè riescono a sottolineare adeguatamente taluni momenti di gioco, rendendo le emozioni procurate ancora più intense. Buono, infine, il doppiaggio dei personaggi, nulla di negativo da rimarcare, anzi, l’iperbolicamente simpatica caratterizzazione vocale di alcuni personaggi regala simpatici e divertenti siparietti.

– Ottima longevità

– Trama intrigante

– Sistema di combattimento gradevolmente originale

– Nulla di grave: tanti piccoli difettucci sparsi che però un capolavoro (quale avrebbe potuto essere) non può permettersi

8.5

Ricapitoliamo: abbiamo per le mani un RPG che ha un’ottima longevità, sostenuta da una trama ben congegnata, sufficiente comunque per spingervi ad arrivare alla fine e non piantare lì dopo poche ore. Abbiamo però una struttura di gioco un po’ troppo lineare, vale a dire con una libertà d’azione piuttosto limitata ed una conseguente necessità di seguire piuttosto strettamente lo schema d’eventi che la cpu ci pone davanti e al giorno d’oggi questo è un problema assai rilevante. Abbiamo un sistema di combattimento originale, in tempo reale, che magari farà storcere il naso agli amanti dei turni ma che ho trovato molto divertente e ben programmato, grazie soprattutto ad un eccellente sistema di gestione dei vostri 4 personaggi. Abbiamo una realizzazione tecnica buona, non eccelsa ma di sicuro più che sufficiente per un RPG.

Voto Recensione di Tales of Symphonia (Usa) - Recensione


8.5

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