Armi, armi! Meravigliose armi!La prima intuizione di un certo pregio della serie di avventure di
Tales From The Boderlands, e di questo primo episodio chiamato
Zer0 Sum, è la scelta dei personaggi: nei capitoli targati
Gearbox, infatti, il giocatore vestiva i panni di guerrieri capaci di fronteggiare varie situazioni e soprattutto sempre pronti a sforacchiare i nemici più disparati. Scegliere di incentrare una serie di avventure come quelle a cui ci ha abituati
Telltale su dei personaggi del genere, evidentemente, sarebbe stato un errore, anche perché la forma di interattività più spinta cui si può aspirare in questo tipo di titoli di solito non va oltre qualche quick time event. Perciò, invece di sminuire il ruolo del cacciatore della cripta di turno, la sceneggiatura del titolo in analisi propone un gruppo di personaggi variegati e molto diversi tra di loro. I primi due protagonisti con i quali si verrà a contatto saranno Rhys e Vaughn: entrambi sono impiegati Hyperion, e cercano il modo di scalare velocemente posizioni all’interno della compagnia rimasta orfana di Jack il Bello. Non bisogna dimenticare, infatti, che le storie di
Tales From The Borderlands si dispiegano lungo un arco temporale successivo a quello di
Borderlands 2, motivo per il quale i giocatori della originale serie
Gearbox noteranno un certo senso di continuità, se non altro stilistica e ambientale, con i capitoli precedenti. In ogni caso, senza voler addentrarci più di tanto nella trama, c’è da dire che dopo varie traversie i due personaggi citati poc’anzi verranno a contatto con la seconda coppia di protagonisti, ovvero le sorelle Fiona e Sasha, due artiste della truffa cresciute su Pandora. Sebbene il giocatore possa controllare solo Rhys e Fiona, c’è da dire che il quartetto di personaggi principali funziona in maniera ottimale, ed il tutto è ancora più sorprendente visto il loro carattere estremamente stereotipato. In buon sostanza siamo difronte alla ormai classica contrapposizione che vede da un lato una controparte maschile tutto sommato imbranata (ci riferiamo soprattutto a Vaughn), e dall’altro una rappresentanza femminile forte e intraprendente. Il tutto funziona bene perché sorretto da una scrittura notevole, divertente e soprattutto in linea con quanto già conosciuto dai giocatori. Sebbene visti attraverso altri occhi, il mondo di
Borderlands e Pandora in particolare rimangono quel postribolo di violenza tragicomica, umorismo caustico e gag esilaranti che ha rapito schiere di giocatori.
Punti di vista dinamiciIl secondo pregio di questo primo episodio di
Tales From The Borderlands, soprattutto se paragonato alle recenti avventure
Telltale, è la dinamicità della sceneggiatura, sia dal punto di vista delle singole scene che dell’intreccio. Le vicende narrate in questo primo atto, infatti, seguiranno prima il punto di vista di Rhys e successivamente di Fiona, andando a costituire un lungo flashback. Il bello di questa trovata è che, coerentemente con la diversa indole dei personaggi, le vicende narrate avranno a volte dei risvolti diversi a seconda del narratore impegnato, e questa contrapposizione di punti di vista, che non corrisponderanno per forza alla realtà dei fatti, avrà spesso conseguenze esilaranti. Si tratta di un espediente sicuramente non così innovativo da strapparsi i capelli, ma che rientra perfettamente nel carattere del mondo di
Borderlands, e riesce a costituire un punto di unione con gli originali sparatutto/RPG della serie.La dinamicità di alcune scene, specie verso il finale di episodio, non trova poi precedenti in nessuna delle avventure
Telltale salite agli onori delle cronache: è il contesto narrativo, evidentemente, l’elemento che ha permesso l’inserimento di questo particolare brio, e la cosa abbastanza sorprendente è che il tutto funziona discretamente bene anche in un impianto di gioco tradizionalmente statico. Tradotto in soldoni, tutto ciò vorrà dire che nelle due ore necessarie a portare a termine il primo episodio di
Tales From The Borderlands il giocatore sarà chiamato a interagire in molti quick time event e dinamiche da button smashing. Si tratta di espedienti necessari in un gioco maggiormente d’azione rispetto, ad esempio, a
The Walking Dead, che però non risultano eccessivamente penalizzanti per il giocatore proprio a causa di una sceneggiatura che sorregge pienamente questi momenti.
La “vedenza” di RhysL’equilibrio del
gameplay di
Zer0 Sum è dunque spostato verso le sequenze d’azione: questo significa, forse, che le consuete scelte che consentono di adattare la storia alle nostre decisioni hanno un ruolo marginale? Non è del tutto così: la presenza di dialoghi è come sempre corposa, e come sempre non mancheranno i momenti in cui bisognerà decidere in fretta il da farsi. Essendo disponibile solo il primo episodio, difatti, non possiamo dire al momento quali conseguenze potranno avere tutte le scelte intraprese; in questo primo episodio di
Tales From The Borderlands, dunque, non sempre si avrà la netta percezione delle conseguenze delle nostre azioni: sarà solo con l’uscita dei successivi episodi, evidentemente, che potremo fare chiarezza su questo punto.Dal punto di vista del gameplay, quella proposta da
Telltale è la collaudata formula da simil-avventura grafica già vista in passato: nessun enigma, fase di esplorazione quasi assente, inventario ridotto a elemento di contorno. Le uniche novità in questo senso, allora, derivano dalle capacità dei due personaggi: Rhys, in particolare, potrà contare su un impianto oculare con il quale analizzare in profondità oggetti e personaggi presenti su schermo. Fiona, dal canto suo, potrà disporre di varie somme di denaro (a seconda anche delle scelte effettuate durante il gioco) grazie alle quali potrà uscire da situazioni spinose. Anche per questi aspetti vale la considerazione fatta in precedenza: per ora ci sono sembrate delle aggiunte con delle potenzialità non del tutto espresse, e solo il prosieguo dell’avventura ci potrà dire di più sul loro peso reale all’interno del gameplay.
Telltale Games Will remember thatIl primo episodio di
Tales From The Borderlands è, dal punto di vista stilistico, probabilmente il prodotto
Telltale meglio riuscito degli ultimi tempi: a questa conclusione si giunge anche grazie a quelle che si potrebbero definire delle fortunate circostanze. Per prima cosa, l’aspetto estetico: la continuità tra i capitoli
Gearbox e quelli della compagnia di San Rafael si basa anche su una grafica praticamente identica tra le due produzioni, e che si basa su quella sorta di
cel-shading già visto sia nelle precedenti avventure ambientate su Pandora che in
The Walking Dead. Il sonoro, poi, riesce a proporre tutte le giuste sfumature ascoltate nei capitoli precedenti di
Borderlands, con quel misto di generi che tanto si addice alle strambe storie dei vault hunter, e con un doppiaggio in inglese di livello.Quello che ci preme sottolineare, però, è la cura stilistica riposta in numerosi aspetti del gioco, frutto della libertà creativa concessa agli sviluppatori dall’ambientazione di gioco. Il titolo presenta una certa precisione anche nella realizzazione delle gag, nonché continui, e quasi sempre riusciti rimandi ai capitoli
Gearbox (quando analizzerete una latrina con le abilità di Rhys, e troverete che le possibilità di trovarci del loot all’interno sono “stranamente alte”, capirete meglio di cosa stiamo parlando). Da sottolineare, poi, come il gioco proponga due temi a seconda del personaggio impersonato, con un look “tech” nel momento in cui si controlla Rhys, e uno più “western” quando si è nei panni di Fiona. Rimangono anche le presentazioni dei personaggi in pieno “stile Borderlands”, e dunque con il nome del losco figuro di turno accompagnato da un breve sottotitolo: una trovata semplice e scenografica che fa sempre il suo effetto. Non mancano neanche gli ormai famosi
“will remember that” che seguono le decisioni più importanti del giocatore, ormai marchio di fabbrica delle avventure
Telltale, e utilizzati in questa sede in modo decisamente creativo e spesso umoristico. Tutto rose e fiori, dunque? Potremmo dire di sì, ma non possiamo non sottolineare come la solita, mancata localizzazione iniziale in italiano potrebbe frenare i giocatori meno preparati in inglese. Si tratta di un difetto non da poco in un gioco dove i momenti di maggiore importanza riguardano la scelta delle linee di dialogo. Un titolo
può spingere a imparare l’inglese, non
deve obbligare a farlo, e per questo l’attuale sola presenza della lingua di Albione è una mancanza su cui rimane difficile soprassedere.
– Divertente e curato in tutti i suoi aspetti
– Continuità stilistica e narrativa con i titoli Gearbox, ma con un nuovo punto di vista
– I personaggi e la sceneggiatura funzionano
– Mancanza di una qualsivoglia localizzazione
Arrivati alla fine di Zer0 Sum, primo episodio di Tales From The Borderlands, la sensazione è di essere davanti a un azzardo su cui Gearbox e Telltale hanno decisamente fatto bene a puntare. Il titolo ci fa partecipi nuovamente del matto mondo di Pandora ma attraverso un nuovo punto di vista, e nel fare ciò riesce a trovare un equilibrio tra le meccaniche di gioco, la continuità narrativa e lo spirito dei titoli originali. Questo primo episodio, dunque, ci restituisce un’esperienza stilisticamente notevole, e una certa voglia di vedere dove le strampalate avventure di Fiona e Rhys andranno a parare. Se siete fan dei titoli Gearbox, ma anche se non avete mai potuto soffrire Claptrap e nemmeno Clementine, fareste bene a tenere in considerazione l’evolversi del progetto: ne potrebbe uscire fuori, facendo tutti i dovuti scongiuri, la miglior serie realizzata finora da Telltale.