Fra le competizioni del Motorsport alcuni eventi si distinguono per il loro essere estremi, affascinanti e dannatamente pericolosi. Gare dove uomini e motori vengono messi a dura prova da condizioni limite e rischi elevati. Tra queste, il Tourist Trophy dell’Isola di Man è la più iconica, una sfida per pochi coraggiosi che trovano la loro dimensione ideale nello sfrecciare a oltre 300km/h in un tracciato unico nel suo genere, lo Snaefell Mountain: 60 km fra groviere e centri cittadini che circoscrivono l’intera Isola di Man, disegnando un percorso velocissimo che conta 264 curve e una velocità media di percorrenza prossima ai 210 km/h per le Superbike della categoria Senior.
E sono proprio loro, l’isola e il suo tracciato, a essere i protagonisti del nuovo gioco sviluppato da Kylotonn.
Come suggerito dal titolo, l’essenza di TT Isle of Man: Ride On The Edge ruota attorno al Tourist Trophy; vi diciamo subito che non si tratta di una simulazione motociclistica di spessore, tanto meno di una produzione varia e ricca di contenuti. È un gioco divertente, che potrà essere apprezzato molto dagli amanti delle moto ma che, di fatto, risulterà alla lunga ripetitivo anche per il centauro più incallito.
Andiamo con ordine: la produzione di Bigben Interactive offre la possibilità di cimentarsi con attività in solitaria, gara rapida, prova a tempo e carriera pilota, e in multi-giocatore online o locale fino a 8 giocatori (non è previsto sport-screen, in locale si gioca a turno sfidandosi in prove cronometrate).
Il parco moto mette a disposizione i mezzi di 23 fra i piloti più celebri che prendono parte alla gara, come il grande John McGuinnes e il fresco vincitore dell’edizione 2017 Michael Dunlop. Fra le categorie SuperSport e SuperBike possiamo quindi contare un totale di 35 moto, di cui gran parte varianti degli stessi modelli (6 delle 18 SuperBike sono BMW S1000rr) e solo alcune uniche, come la Suter MMX 500 2 tempi guidata da Ian Lougher.
Oltre al tracciato dello Snaefell Mountain, fedelmente riprodotto in tutti i suoi 60.4 km, Ride On The Edge mette a disposizione altre 9 piste di fantasia ispirate all’Isola, tutte percorribili in 3 momenti diversi della giornata (mattino, pomeriggio e sera) ma senza condizioni climatiche variabili.
Gomito a terra
Accesi i motori e ingranata la prima bastano le poche staccate e curve del tutorial per renderci conto che siamo di fronte a un modello di guida arcade. Nonostante la necessità di utilizzare lo stick analogico sinistro per spostare il peso del nostro pilota in sella, non si ha la percezione della trasmissione dei carichi in staccata, né in ingresso né in uscita di curva. In tal senso si fa sentire anche l’impossibilità di configurare o preparare in alcun modo le moto. Certamente una pinzata troppo aggressiva o una brusca accelerazione possono disarcionarci o farci perdere tempo per riprendere l’assetto, ma anche aggiungendo la possibilità di personalizzare e disinserire gli aiuti di guida a piacimento, la sensazione è comunque sempre quella di essere su una rotaia, piuttosto che in sella a una scalpitante moto da corsa; di grande impatto e decisamente piacevole è, invece, il senso di velocità che viene restituito al giocatore, in particolare con la visuale dal casco: l’effetto che si crea con le luci e i riflessi che incontrano il plexi del cupolino danno colore al coinvolgimento delle gare, molto più di quanto non faccia la fisica delle moto.
Il risultato finale, per quanto lontano dalla simulazione, è non di meno godibile e presto appagante. Sfrecciare a 300 orari sullo Snaefell Mountain regala da subito grandi sensazioni e un buon senso di sfida, permettendo di toccare con mano la pericolosità di questa gara unica.
A farci storcere il naso tuttavia sono la totale assenza di danni di qualsivoglia natura e il comportamento delle moto, troppo simile fra i vari modelli e troppo ancorato ai soli parametri di velocità, accelerazione e frenata.
Anche in ambito arcade, infatti, ci sarebbe piaciuto vedere delle differenze tangibili nella guida di un 600cc e di una 1000cc.
Dal punto di vista estetico e tecnico il gioco prodotto da Bigben Interactive offre un ottimo colpo d’occhio, reso ancora più brillante da un frame rate solido e da un sistema di illuminazione che va a nozze con il marcato senso di velocità trasmesso nelle sezioni più estreme. Molto apprezzabile anche la qualità delle texture e il livello di dettaglio dei modelli delle moto e dei circuiti, in particolare del Mountain, che risulta ricco e particolareggiato nella cura dei fondali e con una profondità di campo ben definita su Ps4 PRO.
Soltanto discreta la campionatura audio dei rombi delle moto: nonostante il risultato accettabile, si poteva fare decisamente meglio.
La nota dolente da sottolineare riguarda animazioni e intelligenza artificiale dei piloti: legnose e poco reattive le prime, scontata e troppo prevedibile la seconda.
Peccato per la carriera
La modalità carriera si sviluppa attorno a un ciclo di eventi stagionali. Partendo dalla personalizzazione estetica del nostro avatar e dall’acquisto della nostra prima moto riceveremo subito una mail dal nostro agente, felice della fresca collaborazione e pronto a proporci tonnellate di eventi a cui prender parte per rimpolpare le nostre finanze e accrescere le nostre schiere di followers. Consolidare questi due elementi sarà la chiave per la progressione del nostro pilota virtuale: mettere in saccoccia denaro ci consentirà di pagare le quote di partecipazione ad alcuni eventi e di coprire i costi della manutenzione dei nostri mezzi, oltre che a comprarne di nuovi. Aumentare i nostri fan, invece, ci garantirà l’accesso a competizioni con premi più ricchi e la possibilità di qualificarci per correre il Tourist Trophy, vero obbiettivo di questa modalità. A farvi da contorno troveremo poi le classiche gare e prove cronometrate, affrontabili anche sui vari settori del Mountain.
Si tratta di uno schema piuttosto consolidato per i titoli racing degli ultimi anni. In TT Isle of Man: Ride On The Edge, però, questa formula non funziona come avremmo sperato a causa della poca varietà contenutistica a disposizione dei giocatori: il numero ridotto dei tracciati unito alle poche tipologie di gara presenti rendono gli eventi della carriera pilota ripetitivi e poco stimolanti.
La sfida diventa più interessante godendosi il titolo con gli amici in multi-giocatore, ma anche in questo caso resta valido quanto detto sopra.
Nonostante un buon numero di trofei/obiettivi e la possibilità di giocare in multiplayer online o locale le stesse modalità di gara della carriera, il fattore rigiocabilità non riesce proprio spiccare fra i pregi di questo titolo.
Comparto grafico di buon livello
Il Mountain riprodotto in tutto il suo fascino
Senso di velocità profondo e coinvolgente
Gameplay arcade immediato e divertente…
…ma troppo lontano dalla simulazione
Contenuti ridotti all’osso
Carriera pilota poco stimolante e alla lunga ripetitiva
Grazie a un comparto grafico piacevole e a un modello di guida arcade lontano dal realismo simulativo ma comunque scalabile, i km percorsi sull’Isola di Man affascinano e divertono, almeno durante le prime ore di gioco. Una modalità carriera mediocre, poche piste e più in generale un insieme scarno di contenuti rendono però assai arduo giudicare in modo completamente positivo il titolo di Kylotonn.
In definitiva, i buoni spunti offerti non sono sufficienti per promuovere questo racing su due ruote. Bastano però per lasciarci affermare che TT Isle of Man: Ride On The Edge non è un brutto gioco, tutt’altro. È piuttosto un’occasione sprecata, per il valore e la risonanza della licenza a cui si lega oltre che per la forte, e sentita, necessità di avere un gioco di corse motociclistiche valido e completo nel panorama videoludico.