Recensione

Surf's Up - I Re delle onde

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a cura di Upe

Sono sempre rimasto scottato dai porting di una pellicola alla forma videoludica. Il risultato, salvo rarissimi casi, è sempre stato di una tristezza unica. Tuttavia, mentre scartavo il polietilene che avvolgeva la confezione del gioco mi sono detto: forse questa sarà la volta buona, forse…

Un prodotto non proprio per tuttiAppare chiaro fin da subito, come anche naturalmente la pellicola cinematografica si indirizza, che Surf’s Up è un titolo sviluppato, pensato e chiaramente “confezionato” per una giovanissima utenza. Così quasi a voler dire, da parte degli sviluppatori, che i giocatori sotto i dieci anni si meritano di essere trattati come fossero un branco di incompetenti, sempre videoludicamente parlando. E su tale assioma viene proposto, laddove la semplicità di fondo e una certa mancanza di cura complessiva si fanno notare. Un vero peccato, poiché con Ubisoft al timone la mancanza di profondità è tristemente ingrandita.

Segui le tue ambizioniIn Surf’s Up ci immergeremo nella storia di Cody, un giovane pinguino surfista il cui desiderio è nient’altro che liberarsi dalla sua monotona vita antartica e trovare la fama e la fortuna nei climi tropicali, chiaramente a cavallo della sua tavola da surf. Cody, però, benché sia il protagonista della pellicola, non rappresenta l’unico personaggio giocabile: troveremo infatti altri “uccelli”, nelle cui penne potremo calarci, nonché altrettanti da sbloccare strada facendo. Naturalmente, ognuno dei caratteri giocabili offre caratteristiche diverse di resistenza, abilità e debolezze che, unite alle specifiche tecniche delle singole tavole (anch’esse incrementabili nel numero man mano che si avanza nel gioco), faranno la differenza tra spettacolari vittorie o cocenti sconfitte.

Liberamente trattoDire che il gioco segue parimenti le vicende narrate nel film sarebbe un’esagerazione. In verità, facendo finta (o per davvero, a seconda dei casi) che delle vicissitudini pinguino/surfiste non ne sappiamo proprio un bel niente, il titolo proposto dalla Sony è pienamente godibile anche in questa totale ignoranza filmica. Infatti, lo sviluppo e il gameplay sono tarati sulla lunghezza d’onda dei giochi in stile ESPN, dove il fulcro è la partecipazione a tornei. Qui, chiaramente, gli atleti sono rappresentati dai fumettosi personaggi del film. Quindi, sul fronte della originalità c’è da aspettarsi ben poco. Come non sono innovative, naturalmente, le meccaniche dell’azione che andremo a performare. Ed anzi, trattandosi come detto in apertura di un titolo pensato quasi ad uso esclusivo di un’utenza non propriamente adulta, tutto si materializza nella più estrema semplicità. Semplicità che, alla lunga, si abbraccia con ripetitività e conseguente calo d’interesse. Il tutto si basa su l’attaccare onde consecutive, eseguire salti semplici o più elaborati, effettuabili con la semplice pressione di un apposito tasto. L’effettuazione dei trick più complicati, allo stesso modo, risulta di una facilità estrema: basta riempire una barra energetica (si incrementa eseguendo salti semplici) che, all’apice e con la pressione del tasto Y, offre una sorta di ralenty alla Matrix. In questo frangente, continuando a pigiare sul giallo pulsante, assisteremo quasi passivamente ad evoluzioni altamente spettacolari con elargizione di punteggi elevati. E già, faccio leva sul punteggio poiché, unitamente ad altri facili target, rappresenta il modo di poter avanzare nella competizione. Infatti, all’inizio di ogni percorso viene proposto un quadro riassuntivo degli obiettivi da completare: attraversare un dato numero di porte (come nello sci) o totalizzare un determinato punteggio. Il completamento di ogni percorso, con il raggiungimento dello scopo prefissato in apertura, permette di accedere a bonus vari, come nuove musiche o nuove tavole e di sbloccare, appunto, i personaggi nascosti.

Tecnicamente validoGraficamente parlando, il parto di mamma Ubisoft non è di quelli capaci di spingere al limite l’hardware. Non di meno, però, quello che ci appare a video risulta quanto mai soddisfacente e coerente con l’impronta data a tutta la produzione. I fondali e tutto quanto visivamente riprodotto trasudano allegria: colori vivaci, texure ben dettagliate e fluidità più che accettabile, anche in presenza di effetti speciali plurimi. Quindi, in virtù di una programmazione tecnicamente valida (se pur non di eccelso livello), la mancanza di creatività originale può essere in fondo perdonata. La presentazione e il gameplay potrebbero non essere particolarmente memorabili, ma le caratterizzazioni dei personaggi sono certamente attraenti per l’utenza alla quale il prodotto si rivolge. Anche l’implementazione dei comandi, e con essa l’approccio stesso ad ogni singolo aspetto del controllo sull’alter ego virtuale, risulta semplificata al massimo. Ciò toglie gusto ai videogiocatori esperti, senza dubbio, ma lascia soddisfatta l’utenza che vuole nella semplicità il punto di forza di un prodotto. Quindi Ubisoft ha semplicemente esaudito coloro che cercano l’immediatezza, proponendo questo titolo che anche un principiante sarà capace di padroneggiare. Buonissima impressione anche dal versante audio, con musiche azzeccate al contesto e una localizzazione in italiano più che convincente.

– Immediato

– Graficamente ben fatto e colorato

– La troppa semplicità lo rende ripetitivo

– Scarsamente longevo

6.2

Titolo senza troppe pretese di serietà. SI rivolge ad un’utenza non particolarmente esigente e lo fa senza nascondersi, anzi lo lascia trapelare fin troppo palesemente. Graficamente colorato e ben implementato, Surf’s Up coinvolge ed attanaglia fin dai primi minuti di gioco. Purtroppo, la scarsa profondità e l’eccessiva facilità minano pesantemente l’interesse a lungo termine. Un gioco, insomma, che si avvantaggia della spinta mediatica della controparte filmica ma che, a causa dei problemi evidenziati ed esaurita l’iniziale attrazione, verrà presto dimenticato.

Voto Recensione di Surf's Up - I Re delle onde - Recensione


6.2

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