Recensione

Super Scribblenauts

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a cura di Krauron

La caratteristica portante dei videogiochi di tutti tempi è sempre risieduta in una sorta di inflazione della “manualità” che ha spinto giocatori di tutte le età a rapportarsi in maniera abbastanza decisa e tradizionale al medium. Il tipico giocatore medio difatti sa benissimo che tasti premere, anche senza vederli, e sa trovare quasi sempre una soluzione alle varie problematiche che un titolo a caso ci propone. Questo avviene non tanto perché siamo davvero capaci (e soprattutto “possibilitati”) di trovare, come nella realtà, svariate soluzioni ad uno stesso problema, ma semplicemente perché rapportiamo le difficoltà di una questione alle limitate competenze e libertà che il protagonista virtuale possiede. Ad esempio in un adventure classico se non riusciamo ad aprire una porta è perché ci serve una chiave. Non ci dobbiamo scervellare per trovare alternative, vie nascoste o chissà quali segreti: basta gironzolare nei paraggi (o poco più in là), rapportarci all’ambiente secondo la filosofia del “tutto ciò che l’eroe non riesce a fare non mi serve”, o al massimo uccidere qualche nemico (che, anche nei casi più estremi, sarà sempre possibile sconfiggerlo con i nostri “limitati” poteri). Una formula che con le dovute differenze può applicarsi a tutti i generi. Tutti tranne un titolo. Anzi due. In passato fu Scribblenauts, al giorno d’oggi Super Scribblenauts. Mai titolo fu più adatto per un prodotto che fa della nostra mente l’unica arma davvero vincente.

Dammi tre parole…Per chi non avesse mai avuto a che fare con la serie, il processo di apprendimento delle meccaniche principali è estremamente semplice: in un susseguirsi di brevissimi livelli dove ci verrà chiesto di soddisfare degli specifici obiettivi per conquistare di volta in volta una stella, il nostro scopo sarà quello di risolvere i succitati enigmi semplicemente scrivendo nomi comuni di cose, oggetti e persone che magicamente compariranno su schermo. Dobbiamo raggiungere una particolare altura? Scrivete “ali” ed ecco che spiccherete il volo. Un feroce mostro vi sbarra la strada? Bomba, pistola, fucile, uzi, qualunque cosa potrebbe fare al caso nostro se usata con cognizione di causa. Se la scorsa edizione potevamo beneficiare dei soli sostantivi, questa volta arrivano in pompa magna anche gli aggettivi, che ci permetteranno di rendere ancora più variegato e personalizzato ogni livello. Un’aggiunta assolutamente piacevole, e davvero utile nel caso dovessimo modificare per necessità la grandezza o misura di un particolare oggetto evocato; ad esempio se ci darà noie una delle (frequentissime) ventole sputa aria, basterà scrivere “grossa” affianco a “masso”, piazzarcela sopra, ed il gioco è fatto. A parte questi casi, tuttavia, non ci è ancora chiaro a cosa possa servire una possibilità del genere a livello pratico. Forse se lo sono chiesto pure gli sviluppatori, in quanto hanno creato dei livelli apposta per gli aggettivi, dove si mette alla prova la nostra cultura linguistica. Livelli spesso abbastanza “statici” ed anche talvolta scoccianti, in quanto molti degli aggettivi più comuni il gioco non li riconosce. Un vero peccato perché potenzialmente il titolo poteva aprirsi un ventaglio di possibilità ampissimo. Discorso diverso invece per le missioni di pura azione (leggermente diminuite), dove ci viene concessa maggiore libertà di espressione per risolvere “quadri” che possono mettere in pericolo o la nostra incolumità o quella della preziosa stella. Purtroppo resta integro un difetto del passato, cioè la scarsità di utilizzo di oggetti diversi dai “soliti noti” che ci salvano in più di una occasione. Questa colpa tuttavia può essere imputata agli sviluppatori solo al 50%, in quanto se usiamo la nostra fantasia possiamo realmente diversificare il raggiungimento di ogni obiettivo (ottenendo, tra l’altro, anche un riconoscimento del gioco sotto forma di punti spendibili per sbloccare vari extra). Tuttavia è pur vero che sarebbe stato preferibile mettere il giocatore nelle condizioni di non usare sempre e solo quei tre-quattro oggetti fidati. Ma in fondo questo vincolo non verrebbe meno alla filosofia generale del titolo che pone le basi sul libero arbitrio?

Eppur ci piaceDunque solo lati negativi? Assolutamente no, anzi i difetti devono per forza di cose piegarsi ad una struttura videoludica non solo assolutamente originale ed anche abbastanza di “controtendenza” rispetto alla moda “sparacchina” del momento, ma anche assolutamente assuefante. Sono anni che ci dilettiamo con i videogame, ma raramente un titolo ci aveva così tanto rapito. Il merito sta sicuramente in una formula vincente del “mordi e fuggi” che si adatta perfettamente alla portabilità della console. Livello dopo livello ci viene sempre voglia di completare quello successivo, nella usuale formula del “l’ultima e poi smetto” fino a che i neuroni non ci cominciano a pulsare di dolore. Poi finalmente dite addio a quello scomodissimo sistema di controllo che rendeva il primo Scribblenauts un vero incubo di giocabilità: ora potremo scegliere di utilizzare a nostro piacimento o la penna (pazzi!) o le comode “crocette”, estremamente precise, che eliminano il livello di frustrazione passato, abbassando, di conseguenza, anche la difficoltà di gioco. A proposito di difficoltà, prendendo spunto dalle meccaniche del buon Layton sarà anche possibile sacrificare una parte dei nostri sudati punti per ricevere in cambio fino ad un massimo di tre aiuti per ogni obiettivo. E, leggete bene, si è detto obiettivo, non missione, perché all’interno di queste verranno richieste di volta in volta nuovi “enigmi mentali” da risolvere. Una struttura aperta ma che comunque veicola troppo il nostro pensiero, portandoci gioco-forza a seguire determinati vincoli. Tecnicamente siamo ancora a ottimi livelli, con uno stile grafico apparentemente sempliciotto ma assolutamente azzeccato alla natura del titolo, creato a mo’ di quaderno colorato di un bambino. Da citare anche l’editor, con il quale è possibile fregiarsi con gli amici delle nostre capacità di inventiva. Tuttavia non stiamo giocando a Little Big Planet, e la creazione di un livello presenta tante di quelle varianti difficilmente assimilabili (ed anche decisamente noiose se vogliamo dirla tutta) che potrebbero scoraggiare i meno pazienti.

– Divertimento assicurato

– Produce seria assuefazione

– Limati tutti i difetti del prequel…

– …perdendo però un po’ di “magia”

– Funzionalità degli aggettivi da rivedere

– Livelli troppo claustrofobici

8.5

Super Scribblenauts paradossalmente, migliorando tutti i difetti del passato, perde un po’ quella magia che ci lasciò di stucco all’epoca del prequel. Il sistema di controllo è migliorato e la difficoltà si è abbassata ma nonostante questo le meccaniche generali ci lasciano un po’ perplessi, soprattutto ora che abbiamo digerito livelli su livelli. Il titolo è comunque divertentissimo, riuscitissimo, e da acquistare senza troppi dubbi, nonostante un’eccessiva presenza di una “guida invisibile” costantemente assillante che tarpa un po’ le ali alla nostra fantasia. E questo, per la natura umana così sognante e pensatrice, non è facilmente digeribile.

Voto Recensione di Super Scribblenauts - Recensione


8.5

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