Recensione

Super Monkey Ball Banana Splitz

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Alzi la mano chi non ha mai sentito nominare Super Monkey Ball. L’ultimo decennio videoludico è stato un trionfo di porting e versioni fatte su misura per tantissime delle console apparse sul mercato (tanto casalingo quanto mobile), con Sega intenta a monetizzare al massimo lo charme delle quattro scimmiette più buffe e dispettose che la memoria videoludica ricordi dai tempi di Ape Escape.Se escludiamo le console HD, tutte le macchine uscite sul mercato dal GameCube in poi hanno avuto almeno un titolo dedicato, ultimo in ordine di tempi quello stereoscopico per Nintendo 3DS.PlaystationVita ci proporrà uno scialbo porting o porterà una ventata di aria fresca all’interno di una serie stantia?

 

Scimmie urlatrici

Diciamolo subito, per i più pervertiti tra voi lettori: tutti i contenuti adulti (o presunti tali) contenuti nella versione giapponese del gioco, per cui era stata assoldata la giovane e bella idol Yukie Kawamura, sono stati rimossi, lasciando ai giocatori europei un titolo molto più canonico e rispettoso delle origini della saga, senza alcun tipo di pretesa “pruriginosa”. Senza suonare perbenisti, approviamo la scelta di Sega, per nulla in linea con lo spirito del gioco e che poco avrebbe aggiunto alla sua godibilità, checché ne dicano i nostri colleghi nerd nipponici.Ci troviamo invece di fronte oltre 100 livelli, suddivisi in cinque differenti aree tematiche (Giungla, Argilla, Legno, Metallo e Carbone), che metteranno a durissima prova il nostro senso dell’equilibrio, la nostra pazienza e la nostra abilità di videogiocatori già solo dopo una ventina di livelli più “umani”.La curva di apprendimento ripida è sempre stata un marchio di questa saga, e Sega, più in generale, ama proporre ancora una difficoltà tutta arcade, anacronistica se guardiamo al panorama attuale ma forse anche per questo apprezzata dai veterani, abituati (con l’eccezione della recente iterazione per portatile Nintendo) a un incubo di curve cieche, piattaforme mobili, strettoie ventose e quant’altro.Considerando la possibilità di editare i propri livelli, utilizzando la fotocamera di PS Vita e integrando nelle nostre creazioni un oggetto con essa catturate, la presenza di otto diversi minigiochi, comprendenti ritorni illustri come Monkey Target, la possibilità di accedere a classifiche online via GPS e al multiplayer sia locale (tramite scambio di console) sia online (Wi-Fi), di carne al fuoco ce n’è davvero tanta per gli appassionati, anche se forse non abbastanza da giustificare il prezzo pieno a cui il titolo sarà venduto nei negozi dal prossimo 26 ottobre.

Equilibri precari

Rewind. Ci sorge il dubbio che qualcuno di voi non abbia nemmeno la più pallida idea di quali siano le meccaniche di gioco del classico Sega. Le probabilità sono davvero ridotte al lumicino, ma vogliamo darvi comunque una spiegazione.In estrema sintesi, Super Monkey Ball Banana Splitz, come tutti i suoi predecessori, è un simulatore di labirinto, una sorta di versione digitale di quel passatempo che andava di moda una ventina di anni fa nelle sale giochi: lo scopo ultimo è guidare una sfera (contenente, in questo caso, una scimmietta) fino all’uscita, sopravvivendo a situazioni al limite dell’impossibilità, e potendo agire direttamente solo sul tavolo.Il sistema di controllo, basato su questo input indiretto, è stato croce e delizia delle varie versioni uscite sul mercato, e questa edizione PS Vita conferma il trend: nonostante le infinite possibilità concesse dall’hardware Sony, ci siamo ritrovati dopo poco, e comunque non appena le cose iniziavano a farsi serie, ad abbandonare il controllo tramite giroscopio per sposare quello classico, che fa un buon uso delle levette analogiche.Non che l’implementazione del giroscopio non ci abbia soddisfatto e, al contrario, rappresenta un coraggioso passo in avanti per una saga ultimamente troppo uguale a sé stessa, ma il livello di precisione richiesto è troppo spesso sopraffino, troppo per una console portatile, presumibilmente compagna di avventura in luoghi dove la calma e la precisione sono spesso un optional.Un gioco dall’accessibilità “moderna”, forse, avrebbe comunque spinto il giocatore a perseguire la strada dei controlli tramite giroscopio, complice una difficoltà accomodante, ma Sega ha coniato un capitolo anche più difficile del solito, prodigo di livelli che richiedono una precisione chirurgica che al momento solo i controlli tradizionali riescono a garantire.Ci sono anche altre cose che non vanno, anche se nessuna di queste ci ha impedito qualche ora di spensierato divertimento: i caricamenti sono inspiegabilmente lunghi, problema già riscontrato con altri titoli PS Vita, ma qui ancora meno giustificabile vista la modestia del motore grafico che muove il gioco; è poi possibile scambiare le proprie creazioni ottenute tramite l’editor di livelli solo con i propri amici PSN, scelta che limita l’appeal del gioco sul lungo periodo; in ultimo, non abbiamo affatto apprezzato il layout dei menu, scarni e poco intuitivi.

Bellezza da primateSuper Monkey Ball Banana Splitz è degno erede dei suoi antenati anche per quanto concerne l’aspetto tecnico, sia nel senso che non vi stupirà affatto, sia in quello che anche in questo caso riveste un ruolo fortemente marginale, come per praticamente tutti i puzzle della storia videoludica.Gli scenari sono colorati e “cartoonosi” come ci si potrebbe aspettare, la fluidità è buona, con incertezze minime e comunque mai inficianti l’esperienza di gioco, la mole poligonale è invece modesta, ma nessuno tra quelli che procederanno all’acquisto se ne lamenterà mai, tanto quanto nessuno ha mai puntato il dito contro la pochezza tecnica di Tetris o di un qualsiasi Puzzle Bobble.Sebbene molti dei 100 livelli si possano completare in una manciata di minuti, la longevità generale è comunque soddisfacente, aiutata dall’editor, dai minigiochi (sebbene non tutti particolarmente brillanti) e dalle opzioni multigiocatore: come già detto, riteniamo comunque che i fan avrebbero apprezzato una fascia di prezzo leggermente inferiore, che avrebbe tra l’altro fatto guadagnare al gioco un meritato mezzo punto in più.

– Un piccolo passo avanti per la serie

– Molti contenuti

– Buon utilizzo delle features di Vita

– Diverte anche dopo diversi anni

– Controlli tramite giroscopio da rivedere

– Prezzo pieno

– Caricamenti immotivatamente lunghi

7.5

Difficile essere troppo severi con Sega. Differentemente dal recente passato, stavolta la casa giapponese ha realmente provato a inserire, in Super Monkey Ball Banana Splitz, novità degne di questo nome all’interno di un franchise che da troppo tempo si ripeteva uguale a sé stesso e, come tutti coloro che rischiano, non ha agito sempre per il meglio: i nuovi controlli sono un’apprezzata ventata di freschezza, ma richiedono qualcosa di più di una limatina, le classifiche GPS e il multiplayer allungano la vita del prodotto (anche se rivedremmo la scelta di limitare agli amici PSN lo scambio di contenuti) ma i menù sembrano fare di tutto per non invogliare a navigarli.

La serie fa sicuramente un piccolo passo avanti ma il gioco, pur consigliato a quanti ci si sono già divertiti in passato, non è tra quelli che sarebbe un delitto perdersi.

Voto Recensione di Super Monkey Ball Banana Splitz - Recensione


7.5

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