Super Mario Bros. Deluxe
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a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
Quante volte nella vostra vita avete indossato una salopette e un paio di baffi per andare a zonzo in mondi verdeggianti alla smaniosa ricerca di un fungo?Non mi sto riferendo ai trip cui potreste esservi dedicati negli anni, ovviamente, ma alle volte in cui avete giocato ad un qualsiasi episodio della serie Super Mario.Credo che la maggior parte dei videogiocatori al mondo risponderebbe a questa domanda con un “tante”, i più affezionati con “tantissime”, ma nessuno risponderebbe mai “troppe”: nonostante lo sfruttamento dell’idraulico italiano abbia raggiunto livelli notevoli negli ultimi anni, di giochi a piattaforme di questa qualità la gente sembra non averne mai abbastanza.Sarà così anche per Super Mario Bros. Deluxe?
Ah, il Game Boy ColorCorreva l’anno di grazia 1999 quando Nintendo, dopo aver lanciato pochi mesi prima la variante a colori del suo Game Boy, proponeva al pubblico questa versione deluxe del proprio capolavoro, che riprendeva in toto il titolo originale uscito per NES e aggiungeva una serie di feature dedicate, mirate a rendere la versione portatile quella definitiva.Già all’uscita, però, nemmeno i più entusiastici tra i fan della grande N poterono negare che qualcosa non andava: nonostante le feature introdotte avessero un suo perché (soprattutto la modalità a tempo era una riuscita alternativa a quella principale), il problema conclamato risiedeva nella scelta, operata dal team R&D 2, di non adattare la risoluzione a quella del piccolo schermo della neonata console portatile a colori, rinunciando piuttosto ad una porzione consistente (nell’ordine di un terzo del totale) di parte di schermo visibile.In altre parole, agli occhi del giocatore veniva preclusa la visuale di schermo non direttamente attigua al suo alter ego su schermo, con il risultato di trovarsi spesso dinanzi a baratri apparsi dal nulla o alla mercé di attacchi nemici impossibili da evitare.Se questo da un lato rovinò l’esperienza di gioco a tal punto da attirare numerose critiche sia da parte della stampa di settore sia dalla stragrande maggioranza dei giocatori, dall’altro attirò i giocatori più stagionati (che ancora non amavano definirsi “hardcore”), che trovarono nelle limitazioni imposte dalla visuale un motivo per rivivere le avventure mariesche con un livello di difficoltà sconosciuto alla versione originale.
Vedo/non vedoTutti e trentadue i livelli del gioco originale sono ancora al suo posto, e, se la memoria non mi inganna, la disposizione di precipizi, blocchi e nemici è invariata rispetto all’uscita casalinga, ma, per quanto sembri incredibile, la drastica riduzione del campo visivo cambia completamente le carte in tavola, e, sebbene il mio giudizio personale mi porti ad allinearmi più con le critiche rivolte al gioco, è innegabile che l’accresciuto livello di difficoltà possa rappresentare una molla per quanti vogliano rivisitare questo (eccellente) titolo.
Certo, all’innalzamento del livello di difficoltà non corrisponde un adeguato bilanciamento, perché la curva si fa ripida in maniera spesso scorretta, giocando sui limiti imposti più che su una sfida equa, eppure i fan di Mario della primissima ora che si sono consumati i polpastrelli su The Lost Levels (peraltro sbloccabile all’interno della rom con il nome di Super Mario Bros. for Super Players) troveranno pane per i loro denti, in un festival di salti alla cieca, memorizzazione perfetta dei pattern d’attacco nemici e schivate impossibili all’ultimo nanosecondo.Ecco, volendo fare un paragone consono, citando un gioco che ho casualmente rigiocato da poco, l’impressione che si ha spesso giocando a Super Mario Bros. Deluxe è la stessa di quando, a Dead Space 2, un necromorfo sbucato dal nulla ci colpisce alle spalle proprio un attimo dopo esserci accertati del fatto che la stanza fosse vuota. Esattamente quello che, in lingua anglosassone, si chiama cheap death.Se riuscirete a convivere con questa sensazione, Super Mario Bros. Deluxe saprà ricompensarvi con collezionabili inediti, e le modalità Challenge Mode e You vs Boo: la prima vi chiederà di cercare uova di Yoshi e particolari monete rosse nascoste all’interno dei livelli già visitati, mentre la seconda propone un set di livelli inediti nei quali gareggiare contro il fantasma di uno degli sviluppatori del gioco (filano che è una bellezza, ndR) in una corsa senza sosta fino alla bandierina di fine livello.Considerando che questa versione Virtual Console viene proposta a 4.99 euro, l’offerta ludica è sicuramente soddisfacente, anche se le condizioni di fruizione non sono certo delle migliori.
Acqua e fuoco particellari…che?!?Questa versione deluxe, a differenza di quella che Nintendo propose nella cartuccia di Super Mario All-Stars, non propone sconvolgimenti né particolari migliorie alla veste grafica 8 bit del titolo originale, nonostante i fan più affezionati noteranno che adesso la superficie dell’acqua e quella della lava sono animate.Ben più utile è invece l’aggiunta di una mappa a collegare i mondi di gioco, figlia delle richieste dei fan di tutto il mondo in seguito alla pubblicazione del titolo per NES.Le musichette di sottofondo non hanno parimenti ricevuto alcun riarrangiamento, riproponendo suoni e motivetti che sono entrati di diritto nell’immaginario collettivo, da quello seguente alla presa di un fungo all’antipaticissimo suono della dipartita.Come per molte altre uscite su Virtual Console, la stereoscopia di Nintendo 3DS non aggiunge nulla all’esperienza di gioco, finendo solo con il consumare più rapidamente la batteria: il consiglio è di tenere lo slider su off.
– Extra interessanti
– Pur sempre il primo Mario
– Difficoltà artefatta e ingiusta
– Visibilità da nebbia in Val Padana
– Costa quanto l’originale
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Se non siete tra i più irriducibili fan dell’idraulico baffuto, Super Mario Bros. Deluxe è un download assolutamente evitabile, non certo perché il gioco in sé non meriti ma piuttosto perché l’impossibilità di vedere a più di un palmo dal proprio naso non si sposa affatto bene con un platform in cui tempismo e calcolo delle traiettorie sono tutto (soprattutto negli ultimi livelli).
Sono sicuro che coloro che hanno apprezzato la difficoltà a tratti brutale di The Lost Levels troveranno anche qui pane per i loro denti, ma per tutti gli altri, che magari vogliono solo godersi la bontà di queste gemme del passato senza frustrazioni, la versione originale rimane la scelta migliore.
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