Recensione

Suikoden Tactics

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a cura di Fabfab

Dopo essere finito nel dimenticatoio – con sommo dispiacere degli appassionati – il genere dei giochi di ruolo strategici “alla giapponese” è prepotentemente tornato in auge un paio di anni fa grazie a Nippon Ichi e al suo bellissimo Disgaea: Hour of Darkness, un titolo capace di riscuotere clamorosi consensi non solo in Giappone, ma anche negli Usa. Proprio il successo riscosso in terra americana ha permesso a questi titoli di sbarcare anche in Europa, anche se con consensi minori (d’altronde bisogna dire che il distributore non si era preso nemmeno la briga di localizzarli).Come sempre, quando un genere videoludico dimostra di essere particolarmente seguito ed apprezzato, altri editori si buttano subito nella mischia, tentando di ritagliarsi una propria fettina della torta. Ecco allora che Konami converte la sua storica saga di giochi di ruolo, Suikoden, in uno strategico dalla struttura piuttosto classica e dall’impostazione decisamente più seriosa rispetto ai demenziali deliri della Nippon Ichi…

Il primo nel suo genereSuikoden esordisce nel mondo dei giochi di ruolo tattici con un titolo evidentemente pensato per non complicare troppo la vita al giocatore, specie se si avvicina per la prima volta al genere, attratto dal celebre franchise.La trama si ricollega in qualche modo a quella di Suikoden IV (con tanto di cameo di alcuni dei protagonisti di quel titolo), del quale rappresenta una sorta di spin-off, riprendendone alcune situazioni, anche se questo titolo può essere fruito anche senza aver giocato il suo “ispiratore”. Il problema è che nel complesso la sceneggiatura risulta piuttosto piatta e poco appassionante: abituati agli splendori di un Final Fantasy Tacticts o di un Disgaea, dove si procedeva a tappe forzate per scoprire cosa accade dopo in un susseguirsi di colpi di scena ed emozioni, Suikoden Tactics denota una congenita mancanza di mordente, che rende spesso le fasi parlate tra una battaglia e l’altra una noiosa formalità da liquidare il più in fretta possibile. Allo stesso modo, l’inclusione di ben 60 personaggi arruolabili risulta alla fine più che altro fumo negli occhi, dato che, inevitabilmente, si finisce con l’usare sempre gli stessi, in genere quelli con cui si è cominciato il gioco (Kyril, Seneca, Yohn e Andarc), tra l’altro i meglio caratterizzati, mentre i restanti si perdono in un mare di blandi cliché.

Strategico alla grigliaA livello di gameplay, Suikoden Tactics si muove su binari noti.Al solito ci troviamo di fronte ad un campo di battaglia di ampiezza limitata, col terreno suddiviso in quadrati e svariati elementi – muri, rilievi, massi, vegetazione – da tenere presenti e sfruttare durante il combattimento.Ogni personaggio dispone di punti movimento, che stabiliscono di quante caselle possa spostarsi in un turno, e raggio d’azione – che delimita la portata degli attacchi, fisici e magici – che può spaziare dalle caselle adiacenti alla propria ad aree di ben più ampia estensione. Con i punti esperienza guadagnati dopo ogni scontro i membri del nostro party possono venire liberamente potenziati dal giocatore, con l’aggiunta di nuove abilità e poteri.Ogni combattente è caratterizzato da diverse classi di appartenenza, guerriere, magiche o di supporto, che influiscono sul comportamento da tenere in battaglia (mai mandare un mago in corpo a corpo).Fortunatamente i programmatori di Konami hanno inserito anche qualche briciolo di originalità in quella che, altrimenti, sarebbe stata un’anonima carrellata di deja-vù.Alcune delle caselle dei terreni di battaglia sono influenzate da uno dei cinque elementi naturali: farvi transitare un personaggio con caratteristiche affini lo avvantaggerà, al contrario posizionarvici sopra uno con allineamento contrario lo vedrà fortemente penalizzato. Grazie a questo semplice ma interessante espediente, anche il posizionamento delle proprie unità richiederà una particolare attenzione ai fini del gioco.Un’altra interessante aggiunta è rappresentata dagli attacchi combinati. Come già nella serie dei suoi gdr classici, Suikoden si caratterizza per il fatto che determinati personaggi “funzionano” meglio se agiscono assieme a partner ben precisi. Schierando personaggi amici in battaglia, è possibile dare vita a combo particolarmente potenti. L’intuizione dei programmatori risiede nel fatto che, per rendere possibili tali attacchi, è necessario fare interagire tra loro i due partner, perdendo anche uno o due turni in semplici dialoghi che però hanno lo scopo di preparare il campo ad una successiva, devastante azione combinata.Per quanto interessanti, purtroppo, queste aggiunte vengono in parte vanificate dalla generale semplicità della struttura di gioco, ed una volta assimilate non richiederanno particolare impegno per poter essere applicate. Inoltre la possibilità di combattere liberamente per potenziare i propri personaggi, senza necessariamente procedere nella storia, rende tutto ancora più facile.

Tecnica e longevitàTecnicamente il titolo Konami non impressiona.Come da consuetudine del genere, anche in Suikoden Tactics i modelli dei personaggi sono super deformed e molto colorati, ma il loro grado di definizione non è molto elevato, le animazioni sono legnose e nel complesso la caratterizzazione appare piuttosto anonima. Stesso discorso per quanto riguarda le ambientazioni: sia che si tratti di città, foreste o dungeon, sa tutto di già visto, il dettaglio grafico è molto basso e l’interazione è minima. Se non altro è tutto molto chiaro, le mappe sono facili da consultare e questo aiuta nell’elaborare la propria strategia di battaglia.I frequenti dialoghi si avvalgono (purtroppo) della stessa, povera grafica di gioco, presentandoci omini statici e balloons arricchiti dai ritratti dei personaggi in questione: se a questo associamo un livello di recitazione (in inglese, con sottotitoli in italiano) molto poco partecipe, ecco che il coinvolgimento raggiunge minimi storici.Il comparto audio, oltre al già citato mediocre doppiaggio, si avvale di una colonna sonora discreta ma anonima e di effetti sonori che fanno il loro dovere.La longevità, infine, varia in base alla vostra esperienza in questa tipologia di giochi. In genere, gli scontri sono piuttosto abbordabili, ma a volte qualche ostacolo imprevisto potrebbe presentarsi quasi sempre a causa di un’I.A. non sempre soddisfacente che, ad esempio, complica non poco la vita in presenza di alleati da proteggere. Nel complesso, comunque, le missioni sono molte e portarle a termine tutte richiede un buon numero di ore.

– Molti personaggi da arruolare

– Sistema di combattimento abbastanza intuitivo

– Trama poco coinvolgente

– Tecnicamente si poteva fare di più

6.5

Con Suikoden Tactics Konami fa esordire il suo famoso franchise nel campo di giochi di ruolo strategici: il prodotto finale appare non particolarmente originale o ben fatto, ma se non altro è in grado di placare per qualche tempo la fame degli appassionati di strategia. Peccato che un gameplay non troppo articolato e un comparto tecnico migliorabile lo rendano adatto a giocatori senza troppe pretese, magari alle prime armi. Gli altri potrebbero non trovare la sfida promessa.

Voto Recensione di Suikoden Tactics - Recensione


6.5

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