Recensione

Stronghold Legends

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a cura di Fabfab

Qualche anno fa Firefly Studios diede vita al suo “simulatore di castelli”, chiamato appunto Stronghold, un buon titolo che mescolava sapientemente una componente manageriale ad una più tipicamente militare. In pratica si richiedeva al giocatore di dare vita ad un florido centro urbano medievale, sfruttando a dovere le risorse del territorio e le possibilità messe a disposizione dalle conoscenze di allora. Occorreva innanzitutto procurarsi cibo e legna (per garantire il sostentamento minimo alla propria popolazione), per poi passare ad incarichi più impegnativi come la costruzione di una propria roccaforte e l’arruolamento di truppe. Già questa prima fase era molto impegnativa perché la conformazione del terreno, il numero di risorse a disposizione (molto spesso assai limitate) ed altri pericoli come animali feroci e briganti rendevano problematica la creazione di un villaggio felice.Come se questo non bastasse, a complicare il tutto si innestava anche una componente prettamente militare e strategica: la costruzione del proprio castello, infatti, era in genere ostacolata dalle continue incursioni di soldati nemici, che uccidevano la popolazione e distruggevano le strutture edificate, obbligando il giocatore a concentrare i propri sforzi non solo sullo sviluppo, ma anche sulla difesa del proprio territorio. Inoltre non era raro che, una volta consolidati i propri possedimenti, il difensore si trasformasse in assediante, dovendo a sua volta conquistare il castello del proprio avversario. A completamento di tutto l’utente poteva scegliere, a seconda delle proprie preferenze, di affrontare missioni solo gestionali o solo militari.Il primo Stronghold, in definitiva, era un titolo davvero soddisfacente, in grado di venire incontro alle preferenze di un’ampia utenza.

Purtroppo quando si crea già al primo tentativo un prodotto tanto valido il problema, paradossalmente, diventa quello di riuscire a confermarsi su certi livelli. Così dopo l’inevitabile add-on “Crusaders”, la vera prova del fuoco per i Firefly Studios fu il secondo capitolo della serie, Stronghold 2, un titolo discreto che segnava il passaggio della saga al 3D, ma che non riuscì a lasciare il segno. Ora, a distanza di quasi un anno, eccoci con un nuovo capitolo e visto che tutto quello che c’era da dire sulla costruzione ed il mantenimento di castelli medievali era stato probabilmente già detto, i programmatori hanno pensato bene di rimescolare un po’ il brodino inserendo la saga in un contesto prettamente fantasy, che prende liberamente ispirazione dalla mitologia europea.

Ecco allora che al giocatore, nella modalità Campagna delle Leggende, viene offerta la possibilità di rivivere le vicende di tre famosi personaggi dell’immaginario continentale: Re Artù, Sigfrido e Vlad Dracul (meglio noto come Dracula). Ogni campagna è scollegata rispetto alle altre ed offre un livello di difficoltà sempre crescente, oltre che un differente design di ambienti e strutture. Esiste comunque la possibilità di affrontare missioni differenti, distinte dalla trama principale, così come di dare vita alla propria mappa personale, grazie ad un editor facile da usare e piuttosto completo. Mancano però missioni puramente gestionali: qualunque strada si scelga lo scopo ultimo è sempre quello di sconfiggere un rivale, non è possibile dedicarsi solo alla creazione e cura di un castello, con buona pace di tutti coloro che preferivano questo approccio. E’ prevista, infine, anche un’interessante modalità multiplayer on-line.

Ad un primo approccio la struttura di gioco appare identica ai capitoli precedenti. Innanzitutto c’è un sistema economico che ruota attorno al palazzo del signore da noi impersonato. Attorno allo stesso si costruisce tutto quello che occorre per dare vita alla nostra comunità; vale a dire case, industrie e fattorie. La catena degli eventi è molto semplice: per vincere occorre avere più abitanti possibile, per attirare popolani occorre creare case e dare loro del cibo (e le strutture variano dal semplice meleto, in cui il cibo basta raccoglierlo dagli alberi, al campo di grano, che presuppone anche un mulino ed un panificio per arrivare al prodotto finale). Per costruire case e strutture servono legno e pietra; per armi, armature ed attrezzi occorre il metallo. In genere ad ogni risorsa sono collegate tutta una serie di infrastrutture che lavorando assieme permettono di trarne il massimo beneficio. Se le risorse non sono disponibili, invece, resta solo la possibilità di affidarsi al commercio. A differenza che nella maggior parte dei gestionali, ogni struttura presuppone un certo numero di operai che non è possibile aumentare o diminuire. Se si costruisce una segheria, ad esempio, tre popolani andranno a lavorarci ma se il legno prodotto non basta per le nostre esigenze non potremo mandare altri popolani a dar man forte, ma occorrerà costruire una seconda segheria.La produttività della nostra comunità, infine, dipende anche dal grado di soddisfazione della popolazione: questo può essere influenzato in vari modi: abbassando le tasse, aumentando le razioni di cibo oppure costruendo tutta una serie di strutture ludiche.

Lo stesso sistema vale anche per la gestione dell’esercito. Tutti i popolani non impegnati in qualche attività possono venire arruolati come soldati. Il gioco mette a disposizione un buon numero di unità diverse, dagli arcieri ai forti cavalieri, passando per vari tipi di fanterie: per tutte occorre creare o comprare l’equipaggiamento prima di arruolarle. Ogni unità è ben caratterizzata ed in genere ha sempre una controparte contro cui risulta particolarmente forte ed una verso la quale è più esposta; dunque l’utilizzo in battaglia va fatto sempre con una certa cura. Purtroppo il sistema di gestione degli eserciti non è molto elaborato ed una volta mescolate assieme truppe di varia natura è difficile gestirle a dovere. Allo stesso modo tenere separate le varie unità per sfruttarne le peculiarità ha lo svantaggio di rendere più lunghi e complessi i tempi di manovra.

Alle truppe regolari si affiancano anche creature bizzarre come eroi, nani, fate, giganti, draghi, maghi ed altre amenità del genere che rappresentano la vera novità di questo capitolo rispetto all’approccio realistico dei predecessori. In breve con queste nuove unità si hanno a disposizione nuovi approcci al gioco: fate e draghi possono attaccare volando; gli eroi dispongono di poteri speciali che possono distruggere le mura con un solo colpo o evocare alleati magici; i maghi possono sterminare un intero drappello di soldati in un colpo solo e così via. Si tratta in sostanza di tutta una serie di varianti che costringono il giocatore a rivedere in parte l’approccio al gioco tipico dei vecchi Stronghold, perché ora basta l’intervento di un gigante per mettere in pericolo anche il più solido bastione.

La novità può piacere o meno, dipende sostanzialmente dai gusti del giocatore: di certo le battaglie si fanno molto meno tattiche e più confuse, anche a causa di una I.A. da rivedere che impedisce di dare vita a strategie complesse. In sostanza i problemi sono due. Il primo riguarda i movimenti, lenti ed impacciati: ordinare ad un gruppo di soldati di raggiungere un determinato punto richiede un tempo di attesa eccessivo e non di rado molti degli effettivi rimangono incastrati per la strada. Anche l’area di reazione è troppo ristretta, facendo sì che le truppe non reagiscano mai se non a strettissimo contatto con il nemico: non è raro vedere un reparto assalito e sterminato mentre i loro compagni attorno non fanno nulla per impedirlo. Se si pensa che la battaglia è ormai diventato un elemento preponderante rispetto alla gestione del castello e che non esistono missioni senza scontri, allora appare fin da subito chiaro che il problema non è da poco.Lo stesso problema riguarda, ovviamente, anche le truppe nemiche: questi attaccano seguendo sempre pattern prestabiliti che, una volta imparati, permettono quasi sempre di sventare facilmente la minaccia. Gli invasori sbarcano sempre sulla stessa spiaggia? Basta presidiarla con degli arcieri per affondare le navi prima ancora che sbarchino. Passano sempre per lo stesso ponte in fila indiana? Un drappello accampato nei pressi li sterminerà prima che facciano danni.

Terminiamo con una disamina dell’aspetto tecnico.Stronghold Legends è completamente localizzato in italiano, doppiaggio compreso, e questo rappresenta sicuramente un punto a favore. Molto bella ed in tema medievaleggiante la colonna sonora, che accompagna piacevolmente l’azione.Il gioco adotta un motore 3D che permette al giocatore di ruotare liberamente la visuale e di zoomare a piacimento, in modo di godere sempre della miglior visuale possibile del campo di battaglia. L’aspetto generale risulta tuttavia povero di dettagli, gli abitanti e i soldati sono troppo piccoli e troppo simili gli uni agli altri ed anche le varie strutture da edificare non paiono particolarmente curate, ad eccezione delle roccaforti e annessi (torri, mura, posti di guardia…). Da rimarcare anche una certa difficoltà, a volte, a leggere l’orografia del terreno e la lentezza esasperante con cui si muovono le truppe, lentezza non giustificata da fattori ambientali.Riguardo alla longevità, se quanto detto finora non vi ha scoraggiati Stronghold Legends è in grado di garantire molte ore di gioco, grazie ad un buon numero di missioni presenti, ai vari livelli di difficoltà, all’editor e all’opzione multiplayer.

HARDWARE

# Windows 2000/XP# CPU Pentium 1,6 Ghz# 512 Mb di RAM# Scheda video con 64 Mb compatibile DirectX 9# Scheda audio compatibile DirectX

– Costruire castelli è sempre divertente

– Alcune aggiunte magiche sono molto riuscite

– Interamente localizzato in italiano

– Battaglie confusionarie e poco soddisfacenti

– I.A. pessima

– Mancano le missioni puramente gestionali

5.5

Stronghold Legends è un titolo che tradisce le sue radici e per questo finisce col rovinare quanto di buono fatto finora. Non mi riferisco all’introduzione di un’ambientazione palesemente fantastica, con creature mitologiche e magie devastanti, quanto alla perdita di quell’equilibrio perfetto tra pianificazione e battaglia che caratterizzava il primo episodio. In Stronghold Legends tutta l’attività di costruzione del castello e di creazione di un microcosmo economico è finalizzata unicamente al combattimento. Non esistono più missioni meramente manageriali, si combatte sempre e comunque. La cosa potrebbe far pensare ad una precisa scelta da parte dei programmatori di rivolgersi ad un’utenza che preferisca situazioni d’azione, ma purtroppo proprio sotto il profilo delle battaglie il titolo Firefly appare maggiormente carente, con truppe lente e stupide che vanificano qualsiasi approccio strategico alla partita. Dunque un titolo non più rivolto ai pazienti creatori di castelli e poco soddisfacenti per gli arditi capitani di ventura: a chi non conosca la serie consiglio vivamente di rivolgersi ai precedenti capitoli…

Voto Recensione di Stronghold Legends - Recensione


5.5

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