Il Verdetto di SpazioGames
Il mercato dei videogame sta prendendo pieghe davvero interessanti. Se da una parte infatti le grandi case di produzione arrancano e spesso falliscono nel tentativo di tenere in vita i loro brand più importanti (in questo senso THQ ricorre sempre più spesso come esempio lampante -Qualcuno acquisisca Vigil! Ndr-) dapprima gli indie e poi il progetto Kickstarter e Steam Greenlight stanno offrendo la possibilità a un numero sterminato di sviluppatori di dare vita ai propri progetti e i risultati, com’è lecito aspettarsi, molto spesso riescono a soddisfare le aspettative degli investitori.Proprio seguendo questa strada, Born Ready Games si è imbarcata nella produzione di Strike Suit Zero, shooter spaziale con forti richiami a Homefront, Zone of the Enders e X-Wing.Non è un mistero infatti che gli sviluppatori abbiano tentato di attirare più pubblico possibile proprio citando questi titoloni in fase di pre-produzione, nel tentativo di coglierne il plauso e riuscire a sbarcare su Steam con il proprio titolo indipendente. A quanto pare l’operazione è riuscita in pieno, ed una gustosissima copia review è giunta tra le nostre mani per il giudizio finale.
Zomg Lazer Panda Pew PewIl genere degli shooter spaziali puri, se prendiamo in considerazione titoli di buona qualità, ultimamente è quantomai carente di esponenti e, soprattutto, di idee originali. Strike Suit Zero prova a invertire questa tendenza lanciandoci in un conflitto che vede la terra obbligata a difendersi contro l’attacco delle colonie spaziali, decise a rivendicare il potere grazie al rinvenimento di una tecnologia aliena dalle proprietà misteriose che potrebbe dargli un vantaggio sensibile in battaglia. In questo clima di tensione impersoneremo Adams, un semplice soldato nell’immenso esercito a disposizione delle Forze Terrestri Unite; il nostro destino però, come scopriremo presto, sarà ben diverso da quello di tutti i nostri commilitoni.Attraverso tredici lunghe missioni, in grado di tenervi impegnati almeno per sei/sette ore, la storia si evolverà in maniera rapida, portando il giocatore a combattere inizialmente in piccole schermaglie contro un numero limitato di nemici fino ad arrivare a prendere parte a vere e proprie battaglie intergalattiche. Il nostro ruolo sarà quasi sempre fondamentale per l’andamento degli scontri ma non mancheranno situazioni in cui ci sentiremo solo una piccola parte della flotta, intenti a difendere le corazzate dall’attacco di altri caccia o ancora proteggerle durante il caricamento dei loro cannoni laser prima che questi possano fare fuoco. La varietà quindi non manca, con missioni di puro attacco e dogfight, distruzione di obiettivi specifici o più classiche missioni di scorta. Peccato solo che tutto questo non sia guidato da una trama più forte ed i personaggi comprimari non riescano ad imprimersi nelle memorie del giocatore, facendo altresì emergere personalità caricaturali e stereotipate viste già decine di altre volte.
Fly Away with youPortando a termine una missione ci verranno assegnate le classiche medaglie per valutare la nostra prestazione ed il punteggio sarà caricato su specifiche classifiche online, così da incentivare la rigiocabilità dei livelli. I novelli piloti aerospaziali tuttavia, si concentreranno maggiormente sugli obiettivi secondari, facoltativi ma che si rivelano essere di importanza estrema con il proseguire del gioco dato che sbloccheranno in maniera automatica tutta una serie di potenziamenti per la nostra astronave. Oltre ai bonus passivi per armatura, scudi e booster entreremo in possesso anche di armi aggiuntive, permettendoci di scegliere all’inizio di ogni missione l’equipaggiamento più congeniale per la battaglia seguente. Il ventaglio di opzioni spazia da cannoni al plasma con colpi infiniti, passando da mitragliatori dall’ampia rosa per abbattere più celermente i nemici fino ad arrivare a cluster di missili capaci di agganciare il bersaglio e seguirlo fino alla sua distruzione.L’IA sotto questo punto di vista non brilla in maniera rilevante e troppo spesso li abbiamo visti tentare manovre evasive semplicemente avvitandosi su loro stessi ma rimanendo pur sempre nel nostro arco di fuoco, senza tentare fughe o ritirate di sorta. Anche la lettura globale della tattica aerea dei nemici non ci ha stupito, con semplici azioni di attacco sconclusionate e caotiche. Sotto questo punto di vista si poteva fare molto di più, considerando anche che la nostra nave non è semplicissima da abbattere, soprattutto dopo che avremo guadagnato qualche potenziamento e aver sbloccato la trasformazione principale.Proprio come in Macross infatti, il nostro velivolo potrà trasformarsi in battaglia, previa raccolta del FLUX, energia particolare rilasciata dalla distruzione dei vascelli nemici distrutti. Una barra speciale ci avviserà quando saremo pronti per la trasformazione e diminuirà gradualmente ad ogni colpo sparato, rendendo gli scontri molto dinamici, alla ricerca della serie di uccisioni più lunga così da rimanere in forma robotica il più possibile.Una volta trasformati non sarà solo la nostra efficacia in combattimento a guadagnarne ma anche il sistema di controllo e di volo verranno cambiati pesantemente. I post bruciatori dell’astronave verranno sostituiti dalla possibilità di effettuare brevi strife laterali e, sebbene la nostra agilità ne risentirà pesantemente, guadagneremo la capacità di agganciare un numero esagerato di bersagli nemici per poi rilasciare una vera e propria pioggia di missili, almeno finché il FLUX ce lo permetterà. I due sistemi di gioco si fondono egregiamente insieme e i giocatori più esperti impareranno a sfruttare questa cosa a loro vantaggio, trasformandosi in astronave per spostarsi rapidamente nei cieli per poi scaricare tutta la propria rabbia accumulata in una sola enorme esplosione.Sebbene ad una prima e fugace occhiata il gioco possa sembrare ostico, anche a causa di un sistema di controlli non propriamente immediato, con diverse ore di gioco sulle spalle e dopo aver accumulato un po’ di esperienza difficilmente verrete messi in difficoltà dall’IA. Gli scudi ricaricabili che preverranno danni diretti alla vostra corazza e gli impulsi emp lanciabili a proprio piacimento per deviare i missili nemici in arrivo renderanno il tutto solo una questione di tempismo e manualità. Il gioco prevede l’utilizzo della combinazione mouse e tastiera ma supporta anche il joypad, adattandosi così alle necessita della stragrande maggioranza di piloti virtuali.
Mi ricordi tanto homefrondCitavamo in apertura Homefront, beh Strike Suit Zero ce lo ricorda veramente tantissimo. Vuoi per il design delle astronavi non particolarmente ricercato, anche il nostro mech è di costruzione piuttosto semplicistica, vuoi per le scie colorate lasciate dai motori delle astronavi che disegnano nel cielo gli stessi splendidi panorami visti nello strategico di casa Relic.Purtroppo nel 2013 uno sforzo maggiore circa i dettagli delle navi, della loro costruzione poligonale e soprattutto sugli impatti, davvero grossolani in alcuni casi, si doveva fare. Eccezionali invece le musiche, con temi in grado di riportarci alla mente quel capolavoro di Zone of the Enders, e artwork planetari in grado di dare luce e colore ad uno spazio infinitamente oscuro. Leggerissimo, infine, il motore grafico, capace di girare in maniera egregia anche su macchine con qualche annetto sulle spalle; la nostra fida GTX 8800 in questo senso ha retto benissimo e non ha mostrato segni di cedimento neanche con tutti i settaggi al massimo e una risoluzione di 1920 x 1080.
HARDWARE
Minimi:OS:Windows VistaProcessor:Dual core 2.4GhzMemory:4 GB RAMGraphics:NVIDEO 250 GTS / ATI Radeon 4800 seriesDirectX:11Hard Drive:3 GB HD spaceSound:Any stereo sound cardRaccomandati:OS:Windows 7Processor:Quad CoreMemory:8 GB RAMGraphics:NVIDIA GTX 560 / ATI Radeon HD5850DirectX:11Hard Drive:3 GB HD spaceSound:Any 5.1 sound card
– Combattimenti dinamici e divertenti
– La trasformazione influisce in maniera consistente sul gameplay
– Artisticamente pregevole
– Buona varietà di armamenti
– IA non sopraffina
– Personaggi stereotipati e trama banale
– Modelli poligonali poveri
– Impossibilità di dare ordini alla propria squadriglia
– Controlli poco immediati
7.0
Strike Suit Zero è un buon prodotto, anche se non rifinito con eccellenza. I controlli poco immediati richiedono diverse ore per essere appresi al meglio ma una volta assorbiti riescono a regalare più di una soddisfazione. Un titolo non per tutti quindi ma che ci sentiamo di consigliare senza remore agli amanti dei dogfight spaziali nella speranza che futuri aggiornamenti, contenuti aggiuntivi -già previsti nei menu i DLC-, ed il supporto della community riescano a limare i diversi problemi che affliggono il titolo.