Recensione

Strife

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a cura di JinChamp

Free to play e Moba. Moba e free to play. È questo il binomio che da un po’ di tempo sta spopolando nell’industria, in grado di avvicinare al mondo del gaming anche coloro che se ne tenevano ben lontani, attratti dalla possibilità di giocare con e contro i propri amici e soprattutto gratis.Il genere Moba è senza dubbio uno dei maggiori esponenti del format F2P e i ragazzi di S2 Games erano stati tra i primi ad esplorare il genere con il loro Heroes of Newerth, con esiti non fortunatissimi nonostante una discreta community creatasi all’inizio. Ora riprovano a stravolgere le carte in tavola con Strife, di cui vi avevamo già accennato alcune simpatiche chicche nell’anteprima della nostra prova in beta test. Beh, l’attesa è finita e il gioco è pubblicamente disponibile dal 22 Maggio nella sua release ufficiale su Steam. C’è da aspettarsi una piccola rivoluzione, o sarà solo “uno dei tanti”?.

Da HoN a StrifeIl mondo creato da S2 Games è cartoonesco, colorato e molto allegro. Pur vantando una sola mappa di gioco al momento, per il competitivo 5 vs 5, questa riesce a trasmettere all’utente una buona sensazione di cura del dettaglio, che si traduce in un’atmosfera fresca ma familiare al tempo stesso. Stesso dicasi dello stile dei personaggi, i quali non spiccano per originalità assoluta ma riescono ad aggiungere quel pizzico di “nuovo” che ne lava via almeno in parte il sentore di “già visto”.Rispetto alla concorrenza, Strife offre tutti gli eroi sin dall’inizio e lascia invece altri contenuti da sbloccare accumulando punti a forza di partite, oppure pagando valuta reale per chi non volesse sudarseli troppo. Innanzitutto partiamo dai Pet: simpatici animaletti da compagnia dotati ognuno di una abilità peculiare utilizzabile durante una partita, con un cooldown particolarmente alto rispetto alle abilità proprie degli eroi. Questi non sono altro che la controparte delle Summoner’s Spell e, proprio come queste su LoL, non possono essere cambiati in corsa ma selezionati – soltanto uno per volta – prima di iniziare una partita, subito dopo aver scelto il personaggio con cui si intende giocare. Ognuno dei pet ha poi due varianti, cucciolo o adulto, sbloccabili unicamente spendendo soldi veri (circa 4€ l’una). Fortunatamente non garantiscono effetti aggiuntivi ma meramente estetici, scongiurando sul nascere qualsiasi politica tipica dei pay-to-win.L’altra novità è il crafting, elemento che viene ampliato mano a mano che si avanza di livello con il proprio account, e consiste nel poter creare da soli ricette per gli oggetti da comprare nello shop: si ha in pratica pieno potere decisionale sugli strumenti base da cui partire e sull’eventuale presenza di un potere extra, che terrà conto secondo algoritmi precisi di tutti gli elementi selezionati e darà modo ad ogni giocatore di ottimizzare al meglio gli slot della build a propria disposizione. Questo da una parte aggiunge realmente qualcosa di nuovo, un potente strumento nelle mani dell’utente che può sentirsi così parte integrante del gioco e dello sviluppo dei personaggi usati. Dall’altra, però, non fatichiamo a credere che presto o tardi si arriverà a scegliere collettivamente ricette molto simili che porteranno benefici in game migliori delle altre possibili, castrando involontariamente quello stesso sistema che invece avrebbe dovuto proporre piena personalizzazione.

Meglio single che multi-accompagnatiL’elemento che più ci ha colpito è, paradossalmente, la modalità single player. Sì, avete capito proprio bene. Anche se la M di Moba sta per multiplayer, in questo caso ci troviamo davanti ad una mini campagna molto più simile ad un diablo-like che ad un dota-like.Già inizialmente un assaggio ci viene offerto da un tutorial con tre lezioni fondamentali, in cui la piratessa Caprice ci guiderà passo passo verso la scoperta delle meccaniche di base, ma non ci saremmo aspettati addirittura una modalità dedicata. Non si tratta più semplicemente di pushare le orde di mobbini verso la base nemica e distruggerla ma bensì di una vera e propria storia ad episodi. Già, perché di episodi si tratta, che verranno rilasciati col tempo e di cui non abbiamo ora maggiori informazioni, ma già il primo è riuscito a divertirci abbastanza, grazie ad una storia semplice e ricca di piccoli misteri, in cui saremo chiamati ad impersonare Bastion, un ragazzo che si ritrova suo malgrado in una situazione molto più grande di lui (e che non vogliamo spoilerarvi, per quanto si tratti di una premessa banalotta).Senza alcun dubbio la campagna rappresenta la novità più interessante offerta da Strife ed è una cosa che ha quasi dell’assurdo. Dire che l’aspetto migliore di un gioco multiplayer sia la sua componente single player può suonare come un’eresia ma, provando a guardare tutto il contesto nel quale il titolo si colloca, a noi è sembrata l’idea più furba a cui gli S2 Games potessero arrivare. Non è un mistero che il mercato dei Moba sia assolutamente monopolizzato dai tre “big”, inarrivabili sotto tutti i punti di vista, una situazione che ha costretto molte altre produzioni a chiudere i battenti. Già solo il fatto di pubblicare il proprio gioco nella libreria di Steam può in effetti suonare come un mezzo fallimento, mostrando in un certo senso la propria incapacità di raggiungere un pubblico vasto, dovendosi affidare a una piattaforma di proprietà di una delle maggiori concorrenti. Scrollarsi invece da dosso l’etichetta del genere di cui fa parte è, a nostro modo di vedere, la vera possibilità di distinguersi, valorizzarsi e sperare di sopravvivere in un mondo spietato, non più come Moba con una piccola campagna single player come contorno quanto come gdr con visuale isometrica e combattimento in tempo reale, con la componente multiplayer dei dota-like. 

Non avendo la proverbiale sfera di cristallo non sappiamo dire oggi che futuro si prospetta per il titolo degli S2 Games, tuttavia possiamo guardare nel presente e nel passato recente dei videogiochi appartenenti a questo genere e, per quanto di buono ci possa anche essere, troviamo veramente improbabile che un titolo di questo tipo possa insidiare la triade che regna in questi mari. Che possa essere proprio la campagna single player l’ago della bilancia in grado di fare la differenza? Per scoprirlo dovremo solo aspettare l’uscita dei prossimi episodi, ma siamo sicuri che, qualora il team di sviluppo riesca a dedicarci la giusta attenzione, questa potrebbe garantire più d’una soddisfazione.

– Ampie possibilità di scelta

– Lo stile grafico è molto colorato e simpatico

– La campagna single player potrebbe essere il vero potenziale nascosto

– Non aggiunge quasi nulla di nuovo rispetto agli altri Moba

– Componente multiplayer un po’ anonima

– La parte single player è solo all’inizio

6.0

Guardare Strife come un semplice Multiplayer Online Battle Arena ci sembra riduttivo, grazie al fatto che nell’offerta ludica proposta all’utente è presente anche una campagna in singolo ad episodi che speriamo venga coltivata con giudizio e passione. Spesso, parlando di nuovi Moba, si dice che per avere successo debbano portare qualcosa di veramente unico sul tavolo, ma nessuno ha mai detto che questo qualcosa non possa essere una rottura col genere di appartenenza. Su questo paradosso ci fermiamo a riflettere, aspettando con una certa curiosità i prossimi episodi della campagna per capire un po’ più a fondo la strada intrapresa. Per il momento non ci resta che un gioco breve ma simpatico, arricchito da una modalità multiplayer curata e dallo stile interessante, colpevole purtroppo di appartenere ad un contesto dove la concorrenza non è soltanto spietata ma è praticamente inarrivabile.

Voto Recensione di Strife - Recensione


6

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