Steath Inc. – A Clone in the Dark, quando uscì originariamente su PC come freeware, aveva un nome che era già tutto un programma : Stealth Bastard, a testimonianza della difficoltà a tratti proibitiva che questo gioco riusciva a offrire. Aveva anche un sottotitolo che non andava tanto per il sottile, quel “Tactical Espionage Arsehole” che scimmiottava il celebre Metal Gear Solid e specificava ulteriormente quanto sarebbe riuscito a indispettire anche i giocatori più pazienti e aperti alle sfide di alto livello. Il titolo sviluppato da Curve Studios è in effetti un prodotto non per tutti, indirizzato in particolar modo a quella fascia di hardcore gamer che non hanno paura di accettare un sistema trial ed error che richiede grande attenzione, rapidità di movimento e una scattante velocità di ragionamento per riuscire a risolvere i puzzle che si pareranno loro innanzi.
Down in a hole, losin’ control
Cadere in un profondo stato di incoscienza, galleggiare nell’oscurità; uno sfarfallio di luci improvviso e una breve attesa prima di essere partoriti dal grembo di plexiglass che vi espelle in un mondo avverso senza apparenti vie di fuga, pronto ad accogliervi coi suoi pericoli e con le sue promesse di estinguervi per sempre; un passo falso, una disattenzione di troppo, un’errata valutazione o uno spiccato sentimento di sufficienza nel portare a termine un’azione e diventerete letteralmente carne macinata. Rinascerete grossomodo nello stesso punto in cui siete stati eliminati, è vero, ma ciò non significa che non rimarrete bloccati in quel punto in eterno. In fondo, siete solo un clone delle PTi Industries, un inutile addetto ai lavori con un po’ di pancetta che è stato immesso in una struttura letale dove sopravvivere è pressoché impossibile, dove siete una semplice cavia utile a verificare l’efficienza dell’impianto. Uno dei tanti che non ce la farà, destinato a perire sotto impietosi laser fulminanti, trappole di ogni tipo e automi che vi vaporizzeranno a vista. Si muore parecchie volte, in Stealth Inc., ma ci si fa ben presto l’abitudine perché è uno di quei supplizi da subire per raggiungere la piena confidenza con l’ambiente che vi circonda e serve per non commettere più gli stessi errori. A parte questa breve premessa, la storia praticamente non esiste; in questo platform con una struttura da puzzle così radicata, dovrete solo agire nel modo più saggio possibile. E anche velocemente, se siete tra coloro che vogliono superare una stanza in tempo utile per stabilire un nuovo record e vedere il proprio nome in cima alle classifiche mondiali. In base alla rapidità di superamento, inoltre, riceverete un punteggio di valutazione che, se mantenuto sempre al massimo, sblocca altri livelli. Ce ne sono ben 80, in questa edizione commerciale per PSN, e c’è anche un completo editor in cui potrete sbizzarrire tutta la vostra creatività e cattiveria per mettere con le spalle al muro gli altri utenti. Indossate i vostri occhialoni, quindi, e preparatevi a vedervela veramente brutta.
Ombre amiche
L’obiettivo dei ragazzi di Curve Studios era principalmente quello di creare uno stealth game che non dovesse obbligatoriamente sottostare alla fisiologica lentezza dei movimenti a cui questo genere obbliga, ma mantenesse lo stesso spirito adattandolo alle meccaniche da platform, ossia tenendo ben fermi dei punti saldi come la precisione nei salti, il tempismo e la sequenzialità dell’azione nei momenti in cui si richiede estrema abilità e sensibilità di controllo. Ricorderete senz’altro alcune sezioni di Abe’s Oddyssee e Abe’s Exoddus – di cui si odono gli echi, anche se la qualità tecnica e lo spessore artistico sono distanti miglia dalla serie degli Oddworld Inhabitants – dove dovevamo stare attenti alle macchine tritatrici, agli Scarab e a tutta una serie di marchingegni e trappole da evitare. Bene, prendete quel concetto e trasportatelo in Steath Inc. – A Clone in the Dark miniaturizzandolo all’interno di singole stanze, e avrete un’idea di ciò che vi aspetta. Qui non ci sono altri cloni da salvare e tutto è più complicato del solito, meno permissivo. E’ anche infinitamente meno pretenzioso: le stanze – o i livelli, se preferite – sono dei compartimenti stagni da cui dovrete semplicemente uscire. Per farlo, osserverete spesso i vostri occhialoni che mutano di colore in base alla zona in cui state sostando; saranno verdi quando sarete immersi nell’ombra, digraderanno all’arancione quando la luce è parziale e diventeranno rossi quando il buio vi abbandonerà e sarete in bella vista per le telecamere, i robot di sicurezza e i sistemi di controllo ostili. Comincerete dapprima dovendovi aiutare con le sole zone d’ombra, celandovi alle telecamere, eludendole e arrivando infine ai pulsanti che vi apriranno il passaggio. Avanzando, ci si metteranno anche i laser fissi, quelli a tempo, delle unità robotiche di pattuglia, piattaforme semoventi, raggi luminosi da seguire inanellando una serie di salti impeccabili, oggetti da spostare per creare muri visivi e parecchi altri elementi che lasciamo a voi il piacere di scoprire.
La grande fuga
Non aspettatevi miracoli tecnici da Steath Inc. – A Clone in the Dark. La versione da noi testata su PS Vita presentava un comparto tecnico sicuramente caratteristico ma anche piuttosto minimalista. Niente per cui strapparsi i capelli, insomma. D’altra parte, questo è uno di quei titoli che abbraccia un tipo di filosofia ben lontana dai prodigi tecnici. Siamo anche incappati in un bug fastidioso che ci ha costretto a ricominciare un livello complicato da capo perché avevamo superato una torretta in un modo diverso da quello che il gioco prevedeva; pertanto, quando venivamo uccisi da quella successiva, rinascevamo all’infinito sotto il fuoco nemico, morendo di continuo prima di annullare la sessione e ricominciarne una nuova. Niente di troppo grave, ma se vi dovesse capitare una cosa simile nei livelli finali, probabilmente lancereste la vostra console contro un muro (anche perché l’accumulo di frustrazione, alla lunga, si fa certamente sentire). Una volta superata una stanza, inoltre, potrete selezionare uno tra i sei kit che verranno progressivamente sbloccati. La tuta mimetica vi permette di occultarvi temporaneamente dopo aver effettuato una ricarica manuale, facendovi così superare le vedette con grande agilità. Un’altra, ad esempio, vi permette di piazzare un dispositivo anti-luce che genera un’ombra nel punto in cui desiderate. Un altro kit ancora, invece, vi permette di usare due portali tascabili per farci passare attraverso oggetti o teletrasportare voi stessi da un punto all’altro (già, stiamo pensando tutti quanti allo stesso gioco). A Stealth Inc., tirando le somme, non manca una certa dose di profondità, che verrà sfruttata appieno solo se si ha davvero l’intenzione di completare tutto al massimo, perché ad onor del vero, con un (bel) po’ di dedizione e tenacia si riesce a portare a termine tutto anche senza dover ripiegare su queste facilitazioni. Ma vi avvertiamo: potreste abbandonarlo ben prima di vedere quali altri diavolerie vi aspettano verso la fine.
– Molti livelli contro cui sbattere la testa
– Stanze e puzzle allestiti in modo brillante
– Difficile ma mai disonesto
– Editor dei livelli, speedrun e classifiche mondiali
– Potrebbe scatenare le vostre ire
– A tratti frustrante
Steath Inc. – A Clone in the Dark è un ottimo puzzle game, un platform stealth che metterà a dura prova i vostri nervi e sminuirà la stima che avete per la vostra materia grigia. Con ben 80 livelli di base e un editor completo e capace di ampliare ulteriormente l’esperienza di gioco, questa riedizione commerciale del titolo è semplicemente perfetta per essere giocata su console portatile, a patto che riusciate a mantenere la calma man mano che avanzate lungo stanze sempre più complesse e intricate.