Recensione

Star Wars The Clone Wars: Gli Eroi della Repubblica

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

La saga di Guerre Stellari ha senza dubbio fatto la storia del cinema moderno, generando milioni di fan in tutto il globo e innescando una reazione a catena, negli anni, fatta di gadgets, libri, costumi e, ovviamente, videogiochi.Star Wars: The Clone Wars – Gli Eroi della Repubblica è solo l’ultimo nato di una sfilza di titoli che, fin dall’era degli 8 bit, hanno affollato, con fortune alterne, gli scaffali dei rivenditori.Ispirato alla controversa (tanto in termini di critica che di apprezzamento del pubblico) serie animata in 3D, il titolo riprende le avventure di un giovane Luke Skywalker e della sua Padawan, che altro non è che l’apprendista Jedi di turno.La domanda è: ce n’era davvero bisogno?

Il potere dello (s)forzoSe, infatti, potrebbe avere senso realizzare un tie-in di una serie di particolare successo, trarlo invece da quella che ai più è sembrata come una mera operazione commerciale non si è rivelata decisamente una buona idea.Dopo una rapida scorsa alle opzioni (che lasciano un margine di libertà ridottissimo all’utente), ci si tuffa nella modalità principale, che poi è anche l’unica: sin dalle prime battute il gioco sembra realizzato per un pubblico decisamente poco maturo, come d’altronde la serie animata, e riprende, molto alla lontana, le dinamiche di gioco del discreto Il potere della forza uscito anche per PlaystationPortable poco più di un anno fa, il che significa tanti scontri, perlopiù con armi da fuoco, e tanti droni da fronteggiare.Il problema è che qui c’è molto di meno di quanto c’era lì: sono aumentate a dismisura le sezioni prettamente platform (a testimonianza del target di pubblico diverso che si intende raggiungere), gli scontri a fuoco sono stati banalizzati e soprattutto l’implementazione della forza non ha nulla a che vedere con quella, estremamente gratificante, del precedente episodio.Se a questo ci si aggiunge la ripetitività dei nemici, la scarsa AI di cui sono dotati e la pochezza di alternative a livello di modalità di gioco, si capisce bene che siamo di fronte all’ennesimo tie-in che tenta, in maniera subdola, di sfruttare una licenza di richiamo per vendere un numero almeno sufficiente di copie.

Spara, salta, cadi, ricominciaDopo pochi minuti il gioco sarà diventato una noiosa routine non troppo dissimile da quella descritta nel titolo del paragrafo: l’aumento delle sezioni platform vi farà premere il pulsante del salto (che corrisponde alla X) molto più spesso che in passato, ma con risultati paragonabili ai frustranti platform di vent’anni fa, in cui i salti non erano direzionabili e spiccarli dal punto sbagliato significava morte certa.Non crediamo tuttavia che questa scelta sia una sorta di omaggio ad un’era videoludica ormai passata, ma piuttosto una certa inettitudine in fase di programmazione che rende le fasi platform noiose quando non irritanti.Gli scontri a fuoco sono realizzati con un pizzico di cura in più, ma sono comunque minati dalla suddetta ripetitività dei nemici (dopo diverse ore di gioco ne abbiamo contati solo di quattro tipi) e dalla straordinaria facilità con cui gli avversari cadranno sotto colpi vostri o della vostra agile assistente che, ad abbassare ulteriormente un livello di difficoltà risibile, vi seguirà come un’ombra e si scaglierà come una furia su tutti i nemici in vista, lasciandovi spesso solo le briciole.Passi che il gioco sia destinato ad un’utenza particolarmente giovane, ma non crediamo che questa sia una valida scusa per realizzare un prodotto così limitato nelle sue dinamiche, con un sistema di combattimento scialbo e un level design tra i meno ispirati visti sulla console portatile di casa Sony.Essere giovani non significa essere degli stupidi, e anche un quattordicenne troverebbe troppo facili le sezioni di combattimento e sin troppo inflessibili quelle a piattaforme.Anche le (poche) buone idee finiscono con l’annegare in un mare di mediocrità: se, infatti, poteva offrire un diversivo la possibilità di cavalcare alcuni tipi di droni e controllarne le armi da fuoco, per distruggerne altri o per aprirsi la strada, la perizia eccessiva richiesta per salire loro in groppa e la facilità con cui si cade dalle loro spalle tolgono ogni divertimento, relegando questa possibilità alle volte in cui il gioco ci “costringerà” a farne uso.A completare l’opera, vi è l’odiosa frequenza con cui il maestro Yoda si presenterà a schermo, fornendo consigli non richiesti e che finiscono con il frammentare il già lento ritmo di gioco: se durante il primo livello queste dritte si rivelano utili per familiarizzare con il sistema di controllo del personaggio, non se ne comprende l’utilità dopo, quando, nei momenti meno opportuni, l’azione di gioco verrà interrotta per lasciare la parola al piccolo Jedi verde.

Poca tecnicaSe almeno sulle console da casa il lato tecnico risollevava un po’ questa difficile situazione, lo stesso non si può purtroppo dire di questa versione portatile e non per limiti tecnici particolari dell’hardware Sony che, pur meno potente delle controparti da salotto, ha mostrato, negli anni, di sapere il fatto suo.La pochezza dei modelli poligonali, il framerate mai vertiginoso, il riciclo di sfondi e nemici e soprattutto la sensazione di anonimità che si respira di livello in livello non accontenterebbero nemmeno il meno navigato tra i videogiocatori.Non esageriamo nel dire che questo gioco sembra uscito dalla nidiata di titoli di prima generazione per Playstation2, il che lo colloca, temporalmente, al 2002 all’incirca.Questo dovrebbe chiarire ogni dubbio senza ulteriori commenti.In questa valle di lacrime emerge solo la parte sonora, che riprende temi e motivi della saga che faranno, come sempre, emozionare chi la segue da oltre un ventennio.Anche il doppiaggio non è male e comunque spicca più per i demeriti mostrati dal gioco negli altri settori che per meriti propri.Giocato con le cuffie, Star Wars: The Clone Wars – Gli Eroi della Repubblica riuscirà almeno a restituirvi quel feeling a livello sonoro che ha contribuito al successo mondiale delle avventure ideate da George Lucas, il quale, però, dovrebbe farsi un esame di coscienza per aver messo sul mercato un gioco così mediocre accostandolo alla sua gallina dalle uova d’oro.

– Buona colonna sonora

– Piattaforme inflessibili…

– …e sparatorie semplicissime

– Piatto e noioso

– Tecnicamente scialbo

5.1

Dopo Transformers di qualche mese fa, ecco arrivare su PSP un altro titolo di pessima fattura, il cui unico asso nella manica è rappresentato da una licenza di grido e da qualche cut scene discretamente realizzata.

Troppo poco anche per un pubblico giovane, che non tarderà ad annoiarsi tra una sparatoria facilissima e un salto impossibile.

Se almeno fosse stato realizzato bene graficamente, avremmo potuto consigliarlo agli amanti più folli delle due trilogie di Guerre Stellari, ma così com’è non ci sentiamo di consigliarlo a nessuno, a meno che qualcuno non abbia avuto l’infelice idea di regalarvelo.

Altrimenti, fiondatevi sul precedente “Il potere della forza” o, al massimo, sui titoli della serie Lego Star Wars.

Voto Recensione di Star Wars The Clone Wars: Gli Eroi della Repubblica - Recensione


5.1

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