Recensione

Star Wars: Rogue Squadron 3 - Rebel Strike

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a cura di Fabfab

Ritorna finalmente sui nostri monitor il seguito dello spettacolare “Star Wars: Rogue Squadron II – Rogue Leader”, vero e proprio blockbuster che ha accompagnato il lancio del Game Cube: graficamente impressionante il titolo era però in parte inficiato da un livello di difficoltà teso decisamente verso l’alto, specie considerando che nella versione italiana le istruzioni sulla missione venivano illustrate in inglese, senza nessun tipo di sottotitolo, rendendo spesso arduo identificare lo scopo da raggiungere…

Il ritorno dello JediGli sviluppatori tedeschi del team Factor 5 hanno rimesso mano alla loro creatura a più di un anno dall’uscita del precedente capitolo con l’intenzione, evidentemente, di migliorarla ed ampliarla; peccato che proprio sulla bontà di tale interventi permanga più di una perplessità.Lo sparatutto spaziale si evolve, arricchendosi di inedite sezioni a terra, a bordo di mezzi o a piedi e, finalmente, anche di una opzione in multiplayer sia cooperativo che competitivo: la saga da cui prende spunto è ancora una volta la trilogia classica (salvo la missione su Geonosis), quindi ci troveremo ad affrontare alcune delle missioni già superate nel precedente capitolo.Parte preponderante è, fortunatamente, occupata dalle missioni aeree, le migliori di tutto il gioco: in questo caso la grafica è stata ulteriormente perfezionata rispetto al predecessore; non la giocabilità, pressoché immutata e decisamente arcade-oriented, ma proprio per questo decisamente godibile e pregna di soddisfazioni. Gli obiettivi sono i soliti: fare strage di caccia imperiali, scortare convogli alleati, e così via. L’elemento strategico è ridotto ai minimi termini.E’ richiesta solo un minimo di attenzione per evitare di farsi coinvolgere troppo dalla battaglia, perdendo di vista lo scopo da raggiungere.Decisamente pessime le sezioni a piedi in cui, per lo più nei panni del prode Luke Skywalker o di Han Solo, ci troveremo a gironzolare in locazioni presidiate da imperiali messi li per farsi tranquillamente sterminare: se graficamente anche queste missioni appaiono ben realizzate, è tutto il resto a deludere. La telecamera, teoricamente alle nostre spalle, non riesce in realtà a stare dietro ai nostri movimenti, peraltro non esattamente rapidi e felini, cosicché spesso i bersagli risultano essere fuori visuale; il nostro personaggio, inoltre, è dotato di un agghiacciante sistema di lock-on automatico che, in sostanza, aggancia sempre e solo il bersaglio posizionato idealmente nella direzioni in cui siamo girati, anche se lontano, ignorando bellamente nemici ben più vicini!Rimangono infine le sezioni a terra alla guida di un veicolo, siano essi i famigerati AT-ST o le più maneggevoli Speeder Bikes: pur non raggiungendo il livello di divertimento delle sezioni aeree, tali missioni rimangono comunque sufficientemente varie e divertenti, senz’altro più di quelle a piedi! L’unico limite riscontrabile è la “fissità” delle armi in dotazione, di modo che per sparare a un dato bersaglio dovremo dirigere il mezzo nella sua direzione, operazione non troppo agevole con i veicoli più grandi.

Seek & DestroyCome il prequel, anche questo nuovo episodio altro non è se non un semplice, frenetico, spettacolare sparatutto! Non aspettatevi una simulazione di pilotaggio, non aspettatevi che le vostre azioni influiscano direttamente sulla storia: quello che dovrete fare è sparare e distruggere, abbattere i nemici che vi attaccano, proteggere la unità della Resistenza affidate alla vostra custodia, spesso entro un tempo limite, nient’altro.I mezzi a disposizione sono innumerevoli e vari, si passa dai vari modelli di caccia stellare (la celeberrima Ala-X, ma anche l’Ala-Y, Ala-A, Ala-B) a velivoli più leggeri come l’Airspeeder a veicoli da terra quali l’AT-ST e l’AT-PT, la Landspeeder V-35 e la Speeder Bike 74-2, fino al Tauntaun, bipede del pianeta ghiacciato Hoth.Il sistema di controllo è facile ed intuitivo: con lo stick direzionale si pilota il mezzo, i dorsali per accelerare o frenare, gli altri pulsanti per armi primarie e secondarie (e, a volte, speciali); i livelli da affrontare appaiono decisamente più vari ed articolati rispetto al prequel e spesso all’obiettivo principale se ne affiancheranno di secondari, non essenziali al completamento della missione ma indispensabili per aumentare la propria valutazione e sbloccare, in tal modo, i numerosi bonus nascosti, tra cui gli originali coin-op di Guerre Stellari degli anni ’80, un incredibile documentario girato dagli stessi programmatori con tanto di commenti sulla lavorazione del prodotto e così via…Magnifica la modalità multiplayer a due giocatori: giocata in competizione uno contro l’altro potrete scegliere tra Duello (il cui scopo è annientare l’altro giocatore), Furore (oltre che colpire l’avversario, dovremo occuparci anche di tutta una serie di bersagli), Conquista e Difesa (mantieni il controllo sul maggior numero di basi possibile per il tempo stabilito), Speciali (una serie di gare di velocità). Ma il vero gioiellino è rappresentato dalla modalità cooperativa che permette di affrontare in due, tramite split-screen tutte le missioni di “Rogue Squadron II – Rogue Leader”, appositamente rielaborate con il nuovo motore grafico e rese più impegnative dall’inserimento di un numero maggiore di velivoli avversari.

Il cinema a casa vostra!Visivamente il gioco è molto simile al suo predecessore, anche se qualche ulteriore miglioramento è stato inserito; il punto di forza del motore grafico del gioco è quello di riuscire a gestire senza problemi o rallentamenti di sorta enormi e spettacolari battaglie piene di mezzi in movimento, esplosioni, scie di laser, effetti speciali di tutti i generi..Le astronavi, i caccia, i mezzi di terra, le locazioni, tutto è stato perfettamente ricostruito e prende vita sotto i nostri stupefatti occhi: Hoth, Tatooine, Endor, Yavin IV, la Morte Nera, tutto come nei film…Dal discorso bisogna naturalmente escludere i livelli a piedi, afflitti non solo da un sistema di controllo deficitario ma anche da un’evidente scarsa cura per i dettagli e dalla legnosità dell’animazione dei personaggi.Ottimo il comparto sonoro che pur non presentando che una minima parte della colonna sonora composta da John Williams per i film; lascia comunque più che soddisfatti e contribuisce in maniera eccellente a ricreare le stesse atmosfere già vissute al cinema. L’audio è codificato in Dolby Surround Pro Logic II!Altra nota di merito va ascritta alla localizzazione italiana che questa volta ha introdotto i sottotitoli anche durante le fasi di gioco, rendendo le missioni finalmente accessibili a tutti e non solo agli anglofoni…

– Spettacolare esperienza audiovisiva

– Divertente ed impegnativo

– Eccellente modalità multiplayer

– Poca innovazione rispetto al prequel

– Livelli a piedi mediocri

– E’ un semplice sparatutto

7.5

Star Wars: Rogue Squadron III – Rebel Strike altro non è che l’evoluzione ed il perfezionamento del precedente episodio: alcune novità sono apprezzabili – l’introduzione della favolosa modalità multiplayer, la maggior diversificazione delle missioni, l’esordio dei mezzi terrestri, la completa localizzazione in italiano – altre molto meno – le deludenti missioni a piedi -.

Chi ha amato ed apprezzato il prequel si ritroverà con un titolo sostanzialmente identico, anzi, dalla giocabilità semplificata, e potrebbe rimanere deluso dalla mancanza di innovazione: per tutti gli altri il gioco rappresenterà un’incredibile e sorprendente esperienza audio/visiva.

Il gioco, in sostanza, è un semplice sparatutto che può essere affrontato a due livelli di sfida: se si vuole portarlo a termine badando unicamente al sodo potrebbe rappresentare un’esperienza di gioco fin troppo corta, ma chi desideri sbloccarne gli eccellenti bonus dovrà sudare la fatidiche sette camicie per riuscire ad ottenere i migliori punteggi…

Voto Recensione di Star Wars: Rogue Squadron 3 - Rebel Strike - Recensione


7.5

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