Recensione

Star Wars: Knights of the Old Republic 2

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a cura di Fabfab

Sono ormai passati cinque anni dalla guerra tra Revan e Malak che ha sconvolto l’intera galassia: i due, allievo e maestro entrambi votati al lato oscuro della Forza, si erano affrontati per imporre la propria visione (e chi ha giocato al primo episodio ben ricorderà di essere stato diretto protagonista della contesa nei panni di Revan). I jedi, già decimati durante la guerra, sono ora quasi scomparsi, mentre la Repubblica sembra ormai sul punto di collassare ed i Sith, divisi al loro interno da varie correnti, sono usciti di scena, preferendo agire nell’ombra.E’ in questa caotica situazione che entra in gioco una nuova figura, un jedi esiliato perché seguace di Revan che decide di tornare in scena proprio nell’ora più buia per la Repubblica: i suoi poteri non paiono temere confronti nemmeno con quelli dei più potenti custodi della Forza, ma un recente incidente lo ha reso immemore del suo passato. Credo avrete ormai capito che questo misterioso personaggio è l’alter-ego del giocatore e che in base alle sue scelte si determinerà il futuro della galassia…

Kotor Episode IISe stessi recensendo un gioco per Pc, probabilmente sarei qui a parlare di Data Disk, perchè, in effetti, Kotor 2 riprende praticamente in tutto l’episodio precedente, a partire proprio dalla storia e dal comparto tecnico!Nel primo caso assistiamo al proseguo delle vicende introdotte nel primo episodio, con un nuovo protagonista che però è profondamente legato alla figura di Revan, al punto che il gioco comincia all’interno della mitica Ebon Hawk. Più ancora che nel prequel, la storia è il vero elemento di forza di Kotor 2: onestamente credo di poterla annoverare tra le migliori sceneggiature che abbia mai visto in un videogioco. Ci sono tantissimi dialoghi e scelte da compiere, soprattutto morali, e niente di quello che faremo rimane senza conseguenze: l’atteggiamento adottato, più vicino al Lato Chiaro o a quello Oscuro della Forza, oltre che condizionare lo svolgimento delle varie missioni (del tipo salvo il vecchietto dai teppisti o mi unisco a loro per taglieggiarlo?), influisce direttamente sull’atteggiamento dei nostri alleati. Nel gioco potremo infatti arruolare fino a 10 compagni (ma, come nel prequel, dovrete stare molto attenti, perchè alcuni di loro potreste ucciderli prima che diventino vostri alleati), ognuno dei quali ha precisi convincimenti ed un determinato allineamento: comportarsi in un certo modo piuttosto che in un altro ci alienerà alcune simpatie, ma ce ne guadagnerà altre. Inoltre sono molto frequenti i dialoghi tra compagni, ed è davvero importante capire come rispondere ad ognuno di loro: ad esempio il primo personaggio con cui avremo a che fare è Kreia, un’anziana combattente che vi aiuterà a recuperare il legame con la Forza. Kreia è saggia ma anche orgogliosa e vi considera una specie di discepolo: prestate attenzione ai suoi consigli e trattatela sempre con deferenza ed avrete un’alleata soddisfatta e fedele, irridetela e mancatele di rispetto e comincerà a tramare alle vostre spalle.Come nel precedente episodio, inoltre, è previsto un diverso finale, a seconda delle scelte compiute durante l’avventura: in particolare ci tengo a rimarcare il lavoro svolto per differenziare la strada del lato Chiaro da quella del lato Oscuro, più approfondita e più convincente, laddove nel primo episodio giocare da cattivi risultava assai meno soddisfacente che non interpretare l’eroe buono. Adesso terminare l’avventura con un determinato allineamento e poi riaffrontarla comportandosi in maniera opposta propone effettivamente una storia molto diversa.

I personaggiSe dal punto di vista della trama il passo in avanti è evidente, lo stesso non può dirsi del gameplay e del comparto tecnico.La giocabilità è rimasta pressoché invariata, salvo giusto qualche limatura. Si comanda un party di tre elementi, il protagonista più due compagni a scelta tra quelli a disposizione (è sempre possibile modificare la composizione del gruppo semplicemente accedendo al menù) ed in genere è consigliabile abbinare elementi con abilità differenti, in modo da poter sempre fare tutto, in ogni circostanza. Il nostro alter-ego potrà essere creato scegliendo tra pochi e per lo più brutti modelli maschili e femminili, dopodichè dovremo decidere la classe di appartenenza tra la tre disponibili (sostanzialmente jedi combattente, jedi specializzato nei poteri della Forza e classica via di mezzo, ma più avanti nel gioco si renderanno disponibili delle interessanti classi di prestigio) ed impostare le prime statistiche. Fin dall’inizio il nostro personaggio sarà uno jedi, quindi questa volta non dovremo sottoporci a nessun allenamento per diventarlo: essendo stato lontano dalla Forza per tanto tempo, tuttavia, occorrerà reimparare tutto dall’inizio. Ogni personaggio si differenzia per caratteristiche (Forza, Destrezza, Costituzione, Carisma, Intelligenza, Saggezza), abilità (Informatica, Demolizione, Furtività, Consapevolezza, Persuasione, Riparazione, Sistemi di sicurezza, Cura ferite) e talenti (divisi in talenti normali e della Forza per i jedi): tutte le caratteristiche di partenza potranno ovviamente venire potenziate utilizzando i punti esperienza accumulati nel gioco. Fortunatamente l’esperienza guadagnata viene ripartita uniformemente tra tutti i membri del gruppo, non solo tra quelli che prendono parte all’azione, in modo che qualora si decida di cambiare un personaggio con un’altro, questi sarà esattamente al nostro stesso livello.

L’esplorazioneGli ambienti generalmente non sono mai molto grandi, quindi i caricamenti tra un livello e l’altro sono piuttosto frequenti; durante queste fasi è possibile interagire con alcuni elementi dello scenario (casse, armadietti, bauli) oppure conversare con i personaggi presenti, sempre che non si tratti di avversari da eliminare seduta stante. Nel gioco ci sono più pianeti da esplorare, tutti caratterizzati dalle morfologie più svariate, e se gli ambienti chiusi (città, basi) finiscono con l’assomigliarsi tutti, quelli all’aperto regalano spesso e volentieri scorci davvero evocativi: quel che è certo è che il mondo di Guerre Stellari è stato ricreato magnificamente, come già nel primo episodio, con locazioni e popolazione aliena che riproducono fedelmente quanto visto nei film. Il bello dell’esplorazione è che con ambienti di dimensioni più contenute rispetto al prequel, il tutto risulta molto meno dispersivo e sono più frequenti dialoghi e scene d’intermezzo che non fanno mai calare l’interesse del giocatore nei confronti della trama.Non mancano naturalmente negozi presso cui rifornirsi, mini-giochi in cui dilettarsi (come le gare di velocità sugli swoop o le partite a pazaak) e i consueti banchi di lavoro sui quali potenziare il nostro equipaggiamento e, novità, scomporre gli oggetti per crearne di nuovi.Oltre alle quest principali, necessarie per portare a termine l’avventura, ce ne sono decine di secondarie, totalmente opzionali ma che è consigliabile affrontare per ottenere esperienza ed oggetti. Un comodo diario tiene nota di ogni informazione in merito: quest in corso, indizi raccolti, sviluppi nella trama, quest concluse.Spesso l’interazione con i personaggi dà il via ad articolati dialoghi a risposta multipla, in cui le opzioni abbondano. Oltre a poter indirizzare il dialogo come si preferisce, a seconda delle proprie inclinazioni, questi vengono influenzati anche dalle abilità del personaggio: un alto grado di persuasione, ad esempio, mette a disposizione opzioni altrimenti escluse (ad esempio “intuendo” la risposta più gradita all’interlocutore), disporre di determinati poteri della Forza consente di forzare la controparte ad assecondarci (ed in effetti è uno dei poteri al contempo utili e divertenti della Forza. Cosa c’è di meglio che convincere due nemici a suicidarsi gettandosi da una torre piuttosto che affrontarli?). Queste regole valgono anche durante le chiacchierate con i nostri compagni: a seconda del grado di fiducia che siamo in grado di riscuotere (oltre al grado raggiunto nelle nostre abilità oratorie), questi potrebbero diventare propensi a rivelarci nuove informazioni sul loro passato che prima ci negavano, oppure potrebbero negarci addirittura la parola.

I combattimentiI combattimenti presentano lo stesso sistema ibrido del prequel: basati sul sistema d20 proprio di D&D, sono in tempo reale, ma in ogni momento è possibile mettere il gioco in pausa e dare ordini ad ogni membro del party. E’ possibile impugnare armi da distanza (pistole e fucili blaster, balestre) o da mischia (lightsaber, spade, bastoni…): generalmente la strategia migliore è mandare qualcuno in mischia e tenere almeno un compagno in appoggio con i blaster, questo naturalmente fino a quando non si dispone nel party di tre jedi, delle vere macchine di morte. Naturalmente si può controllare direttamente un solo personaggio alla volta, ma è possibile impostare degli ordini generici per i propri compagni, ai quali si atterranno scrupolosamente se controllati dall’IA (ad esempio è possibile comandare loro di attaccare un nemico appena avvistato, di colpire alla distanza, di usare i poteri di supporto, ecc.). L’unica novità significativa in un sistema praticamente perfetto già così com’era riguarda gli stili di combattimento che il protagonista può apprendere: nel corso dell’avventura, infatti, ce ne verranno insegnati svariati, ed è sempre una buona strategia adottare lo stile di scherma adatto alla situazione (c’è lo stile forte contro un avversario, contro più avversari contemporaneamente, contro armi blaster, ecc.).

Two years agoParlando del primo Kotor, l’aspetto meno convincente finiva con l’essere la grafica: oggi, a due anni di distanza, mi ritrovo a dire la stessa identica cosa riguardo a questo sequel. Il motore grafico, in realtà, sembra essere proprio lo stesso, nei pro e nei molti contro: l’unica cosa che non ritrovato sono i bug clamorosi del primo episodio, per il resto abbiamo rallentamenti a non finire, crolli di framerate, personaggi poco convincenti nelle animazioni ed un livello di dettaglio discreto ma lontano dagli standard settati su XBox dai titoli Tecmo. Anche questa volta vi toccherà scegliere il vostro protagonista tra una decina di modelli uno più brutto dell’altro, il che non aiuta l’immedesimazione: per fortuna che nel proseguo è possibile abbellire il modello in decine di modi differenti (qualsiasi cosa indossiate si ripercuote immediatamente sull’aspetto del personaggio).Un altro difetto piuttosto seccante sono i continui caricamenti: come detto le aree di gioco non sono mai troppo grandi e le varie missioni richiedono un continuo andirivieni tra una locazione e l’altra, operazione che necessita ogni volta di svariati secondi di caricamento, francamente incomprensibili. Si tratta di cattiva ottimizzazione delle risorse, non certo di una necessità imprescindibile: per fortuna non si tratta di problemi così gravi da compromettere la giocabilità, ma in parte minano sicuramente la giocabilità.Di ottimo livello, come sempre, l’audio, caratterizzato da un eccellente doppiaggio inglese (sottotitolato in un italiano più che accettabile) e da una colonna sonora d’atmosfera anche se, a mio avviso, meno coinvolgente che nel prequel.Per quanto riguarda la longevità, questa risulta leggermente inferiore rispetto al primo capitolo ma comunque soddisfacente, anche se varia di molto a seconda che si decida di dedicarsi a tutte le sub-quest oppure di procedere dritti fino alla fine…

– Il miglior gdr per XBox

– Trama bellissima ed estremamente interattiva

– Gameplay ormai collaudatissimo

– Tecnicamente datato

– Troppi caricamenti

9.0

Il passaggio di testimone tra Bioware e Obsidian non ha avuto ripercussioni sulla qualità del prodotto che, anzi, beneficia di una storia ancora più ricca ed articolata, una delle migliori mai viste in un videogioco non solo per la bellezza della stessa, ma soprattutto per il grado di coinvolgimento che è in grado di regalare al giocatore. Per il resto sono rimasti praticamente immutati sia il gameplay (ma questo è un bene, visto che era già perfetto) sia, purtroppo, il comparto tecnico, piacevole ma non all’altezza degli standard imposti su XBox da produzioni di ben altro calibro, i titoli Tecmo innanzitutto: ma forse la cosa più imperdonabile sono i rallentamenti, i crolli di framerate e i frequenti caricamenti, rimasti immutati rispetto al prequel.

Fortunatamente nessuno di questi limiti inficia il divertimento che il titolo è in grado di regalare: dispiace per il comparto tecnico, ma in effetti è stata migliorata la parte più importante, vale a dire la narrazione e l’interazione del giocatore con il fantastico mondo di Kotor, ancora maggiori che nel prequel. In Kotor 2 potete vivere la stessa storia due volte, dalla parte del Lato Chiaro e da quella del Lato Oscuro, con una trama in grado di differenziarsi a seconda delle vostre scelte, regalando due punti di vista sulle medesime vicende.

Personalmente lo ritengo il miglior gioco di ruolo disponibile per XBox, non ci sono Favole che tengano…

Voto Recensione di Star Wars: Knights of the Old Republic 2 - Recensione


9

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