Star Wars Battlefront: Renegade Squadron
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a cura di Motobecane
Le vicende narrate in Renegade Squadron, titolo esclusivo per PSP, ci immergono al centro dell’universo dello Squadrone dei Rinnegati (non vi preoccupate, non potete conoscerlo, essendo una mera invenzione di questo titolo), un esercito di oscuri e barbari personaggi al soldo di Han Solo, reclutati tra la feccia (buona) dell’universo, arrabbiata con l’impero per un motivo o per un altro. Tramite gli epici racconti del Col. Serra, superstite della dura guerra contro lo strapotere dell’imperatore, andremo a riviere i momenti salienti e le battaglie combattute da questi misteriosi eroi, che hanno collaborato sempre dietro le quinte per aiutare e sostenere l’esercito ribelle. Il plot narrativo non presenta particolari momenti di epicità o chissà quale novità a livello di storia ma si limita unicamente a raccontare le battaglie più celebri (Hoth e compagnia bella…) sotto un altro punto di vista. Le sequenze di intermezzo, di pregevole fattura, sono decisamente belle a vedersi e ben ci preparano allo scontro successivo.
Sei uno JediLo schema classico della serie rimane sostanzialmente immutato anche nella sua edizione portatile. La campagna ci vedrà affrontare uno dopo l’altro differenti campi di battaglia nel più puro stile del “capture the flag” o, italianizzando, conquista dei punti di controllo. I due eserciti si troveranno quindi a belligerare con un numero iniziale di unità prefissato, che andrà scemando nel corso del tempo e che dovrà essere mantenuto ad un livello sufficientemente alto fino all’annientamento totale delle fila nemiche. I punti di controllo sono posti in locazioni strategiche che di volta in volta ci daranno vantaggi tattici non indifferenti, oltre alla possibilità di rinascere in zone a noi favorevoli per la conquista del territorio. La nostra esperienza inizia con la creazione di un profilo personalizzato (e personalizzabile) del nostro alter ego, partendo dall’aspetto estetico fino all’equipaggiamento, con una serie di combinazioni davvero elevata. Razza sesso, volto, armi e accessori. Le possibilità sono proprio tante. Superato un breve tutorial l’azione entrerà nel vivo: il gioco risulta frenetico, veloce, fludo, mai confusionario e sempre orientato alla perfetta compresione tattica delle mappe. Entra quindi in gioco una delle caratteristiche salienti del titolo Lucas: ogni volta che ci troveremo ad effettuare un respawn (o saremo in prossimità di un punto di controllo) dovremo decidere l’equipaggiamento da assegnare al nostro eroe. Se pensate da subito di dotarvi di immensi cannoni, lanciarazzi tascabili, campi di forza impenetrabili ed una pletora di bombe e mine, frenate l’immaginazione. Avremo infatti a disposizione un totale di 100 punti da investire nei nostri “acquisti”, che ci permetterano di effettuare scelte tattiche estremamente limitate. Se dovremo quindi affrontare un camminatore imperiale non converrà di certo portarsi appresso fucili laser rapidi e veloci, quanto piuttosto un bel lanciagranate dal sicuro potere dirompente; così come nelle situazioni più concitate potrà apparire utile un jetpack o uno scudo energetico, a scapito però di una potenza di fuoco decisamente limitata. A ciò si aggiunge l’opportunità di passare alla guida di ogni tipo di mezzo, dai veloci speeder ai possenti mezzi corazzati imperiali (AT-AT, AT-ST etc…). Come contorno (non troppo influente purtroppo) troviamo alcune battaglie spaziali da effettuare a bordo dei mezzi più classici della saga. La tipologia di gioco cambia però solo leggermente: scelto il nostro preferito dovremo infatti annientare quanti più caccia imperiali possibile fino alla conquista (ed immancabile distruzione) della nave madre avversaria.A completamento della portata troviamo la modalità di conquista galattica, una specie di mini-risiko che ci vedrà acquistare e gestire truppe, ottenere eroi e territori fino alla conquista definitiva del titolo di padrone incontrastato.Tutto ciò getta le premesse per una tipologia di gioco varia e sfaccettata, necessaria per sopperire la forse eccessiva linearità del gameplay. Le missioni sono effettivamente troppo simili fra loro ed i vari obiettivi presentati in sede di briefing rappresentano solo una motivazione laterale per conquistare determinati punti di controllo. A ciò va aggiunta una difficoltà generale decisamente troppo sotto la media, che tende a far diventare l’esperienza ludica a tratti banale e metodica, lasciando l’adrenalina ben lontana dai nostri schermi. La modalità singola fila via liscia e veloce, senza quindi eccitare troppo i nostri sensi.
Galassia lontana lontanaTecnicamente parlando il titolo Lucas si difende bene, senza mostrare palesi difetti, ma neppure esaltando i nostri insaziabili palati. La grafica risulta pulita e semplice, variegata nelle ambientazioni e colorata al punto giusto. I dettagli sono discreti, con modelli ben definiti nel caso di mezzi di grosse dimensioni, un pò meno per quanto riguarda le unità di fanteria e i dettagli dello scenario. L’orizzonte non è profondissimo e il fastidioso effetto “nebbia” farà più di una volta la sua comparsata. Anche dal punto di vista sonoro niente da segnalare: laser ed esplosioni sono ben resi e i classici jingle della saga forniranno la giusta epicità alle nostre gesta. L’unica vera nota dolente sta nel sistema di controllo (purtroppo sembra che i titoli PSP soffrano spesso di questo problema), quantomai banale e poco reattivo. Il sistema di puntamento automatico funziona fin troppo bene, rendendoci dei cecchini quasi infallibili con qualunque tipo di arma, risultando al tempo stesso ostico qualora volessimo cambiare obiettivo. L’unico controllo analogico funge infatti sia da puntatore che da gestore della visuale, impedendoci quindi di adottare tecniche di gioco troppo raffinate. Tutto ciò si fa sentire soprattutto in ambito multiplayer, quando ci troveremo ad affrontare esseri senzienti e non truppe di infiniti e sadici martiri votati al massacro e graziati da un’intelligenza artificiale che non brilla certamente per acume. Niente di esaltante quindi, ma per fortuna nemmeno niente che possa minare le fondamenta di un gioco tecnicamente nella media.
Come già anticipato il vero cuore pulsante di Renegade Squadron sta nel multiplayer. La modalità Infrastruttura permette di scontrarsi con ben 15 avversari rendendo l’esperienza vibrante ed estremamente eccitante. L’uso degli eroi (Vader, Han Solo e tutti i protagonisti indiscussi della trilogia classica) risulta non banale ed entusiasmante. La modalità di gioco stessa, coi suoi punti di controllo tattici, permette ribaltamenti di scena continui ed esiti imprevedibili. La personalizzazione estetica del nostro avatar e la selezione oculata dell’equipaggiamento sono quindi la ciliegina sulla torta di una trovata frizzante e ben congegnata per quanto riguarda il multigiocatore in ambito portatile.
– Star Wars è sempre Star Wars
– Buona varietà tattica
– Multiplayer ben fatto
– Tecnicamente si poteva fare di più
– Modalità in singolo troppo semplice e banale
– Controlli poco reattivi
7.4
Star Wars Renegade Squadron si presenta ai nastri di partenza con un buon potenziale, un ottimo comparto tecnico e caratteristiche di gameplay divertenti e varie. Se la campagna in singolo non si può certo definire completa, appassionante e profonda, così il multiplayer stupisce per ingegnosità e barbarica azione frenetica. Giocare da soli è poco più che un mero passatempo decisamente rilassante, la storia non spicca per voli pindarici e la semplicità lima da subito l’entusiasmo nel proseguire fino in fondo. La medaglia viene rivoltata però in presenza di una connessione Wi-fi (o anche ad-hoc fino a 8 giocatori) ed è qui che i Rinnegati di Guerre Stellari prendono il volo. Non parleremo quindi di occasione sprecata, ma di un buono spunto da cui partire. E se Rebellion saprà rimboccarsi le maniche ne vedremo davvero delle belle!
Voto Recensione di Star Wars Battlefront: Renegade Squadron - Recensione
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