Star Trek: Elite Force II
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a cura di Noldor
Spazio, ultima frontiera. Questi sono i viaggi stellari dell’ Enterprise, per esplorare strani, nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà, per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima…Gli invasori alieni non hanno nessuna pietà, e neanche tu dovrai averne. Elimina, distruggi e annienta con le potenti armi a tua disposizione tutto ciò che si frapporrà sul tuo cammino verso il cuore delle forze nemiche. Dove la diplomazia fallisce, entra in gioco l’Hazard Team.
PresentazioneGiornale di bordo, data astrale 149265.7. Il filmato introduttivo del gioco è una vera e propria sigla televisiva, che vede l’Enterprise di Picard (ultimo modello) avventurarsi nello spazio, accompagnata dalla solita colonna sonora epica. Il filmato è in bassa risoluzione, ma è molto curato, e predispone bene il giocatore allo scenario trekkiano.
Contenuto del CofanettoLa confezione del gioco, in tipico formato DVD, contiene un’esauriente manuale plastificato in bianco e nero, un tagliando per iscriversi allo STIC (Star Trek Italian Club) e i 2 cd di installazione.
TramaElite Force II inizia con la fine della serie televisiva Star Trek: Voyager. Il capitano Janeway, infatti, ha portato la nave spaziale all’interno di una sfera Borg, che contiene una sorta di teletrasporto formato famiglia in grado di riportare la Voyager nel Quadrante Alfa. Voi, impersonando il Sottotenente Alexander Munro, con altri 3 compagni, formate l’Hazard Team, ossia un team di sbarco estremamente qualificato.Non sto a dirvi come si svolgerà la missione nella nave Borg (tra l’altro, estremamente affascinante), ma come ci si poteva aspettare, tutti (o quasi) ne escono sani e salvi e la Voyager con tutto il suo equipaggio fa rotta verso casa. Al ritorno, però, l’Hazard Team viene smantellato, e tutti i suoi componenti sparpagliati per l’Accademia della Flotta Stellare. Passano due anni, e il sottotenente Munro fa l’occasionale conoscenza con la leggenda vivente Jean-Luc Picard, il quale viene a sapere che faceva parte dell’Hazard Team della Voyager e gli propone di ritornare in servizio sulla Enterprise. Naturalmente, Munro non aspettava altro! Così adesso, Munro e molti altri fanno parte della Forza d’Elite dell’Enterprise, che si troverà in mezzo a intrighi tra razze ancora misteriose, come gli Antrexiani e gli Idryll, e creature aliene apparentemente privi di intelligenza, ma di una ferocia senza pari: gli Exomorph…
GameplayIl gioco si presenta nella classica visuale in prima persona, e nonostante il titolo faccia pensare a uno sparatutto a squadre, molte missioni saranno in solitario e gli altri componenti dell’Hazard Team si limiteranno a difendersi da soli e a dare qualche aiutino ogni tanto. Principalmente, l’ufficiale medico di turno vi spieghera’ come e quando usare il tricorder per risolvere alcune situazioni di pericolo, mentre gli altri componenti cambieranno spesso, a seconda della necessità: ottima la comparsa di un altro Klingon della Federazione, e di un’interessante flirt tra Alexander e un’altro componente del team. Il gioco si svolge in diverse ambientazioni, che a tratti mi hanno ricordato quelle di Halo: città immense e ultratecnologiche, foreste con alberi di altezza stratosferica e così via. Molto apprezzabile, da parte dei fan della serie televisiva, l’esordio della missione nell’ambientazione Borg, di indiscutibile fascino, ma anche la conoscenza della razza degli Antrexiani e degli Idryll, caratterizzati molto bene sia fisionomicamente sia caratterialmente: infatti gli Antrexiani sono rappresentati come una cultura un po’ sempliciotta e commerciante, e il loro accento, con vocali molto larghe, contribuisce a impremere questa impressione (se non erro, dovrebbe essere la cadenza scozzese). Gli Idryll invece, sono inizialmente presentati come una razza succube degli Antrexiani, anche se c’è qualcosa di molto regale nel loro aspetto e nei loro modi, qualcosa che fa pensare a una grande civiltà antica…..Il nostro arsenale da guerra spazierà tra fucili al plasma, armi bizzarre e manufatti alieni, passando anche per un lanciagranate della Federazione ed un fucile (sempre ad energia) da cecchino. Inoltre, l’immancabile Phaser, che è possibile usare, come tutte le altre armi, in due modalità. Nel caso specifico del Phaser, i fan si ricorderanno la modalità Stordimento e quella invece a potenza massima, in grado di vaporizzare il nemico. Ma il Phaser non servirà solo come arma d’attacco:in alcune situazioni sarà utilissimo come… saldatore! Ma non voglio anticiparvi nulla.Dal punto di vista tecnico, il gioco è basato sul motore grafico di Quake 3 Arena, per cui con l’hardware attualmente disponibile sul mercato gira bene su qualsiasi macchina. Sul mio computer, dotato di un “modesto” processore P4-1600 e di una GeForce TI4200 128mb, ci si gioca tranquillamente a 1280×1024 con tutti i dettagli al massimo, a costo di rinunciare ad al trilinear filtering ed altre finezze che appesantiscono troppo la grafica anche a risoluzioni più modeste.
VarietàPer la serie: “Se non ci avessi giocato, non ci crederei”, Elite Force II è un gioco decisamente vario. Io ho sempre avuto un debole per gli FPS, ma dopo aver giocato a decine di questi giochi, come dire, le speranze di trovare qualcosa di nuovo e stimolante mi sono venute meno. E invece questo titolo sa come intrattenere il giocatore, perchè alterna fasi puramente sparatutto con altre zeppe di puzzle ed enigmi.Ad esempio, spesso e volentieri le favolose porte automatiche del futuro saranno malfunzionanti, al ché si potrà renderle operative in 3 modi diversi: il primo, il più semplice e anche il più frequente, sarà modulando il congegno di apertura tramite il tricorder, il che nel gioco si traduce nel tenere schiacciato il pulsante del tricorder finchè la barra “MODULATING” non si riempe. Il secondo modo, già più intelligente, consiste nel modulare a mano il flusso di energia, operando sulla variazione di frequenza, amplitudine e fase di una sinusoide. Il terzo, il più ingegnoso a mio avviso, consiste nel ripristinare il flusso di energia da un condotto ad un altro, e questo avviene emulando un vecchio giochino dell’era preistorica, dove si ruotavano i tubi in modo tale che l’acqua arrivasse da un punto ad un altro della mappa vista dall’alto. Sembra difficile? A parole può dare quest’impressione, ma è invece molto intuitivo ed è estremamente divertente risolvere questi piccoli enigmi che spezzano il ritmo serrato del gameplay.Inoltre il mitico Tricorder ha ora una funzione fondamentale nel gioco: grazie ad esso potremo individuare tutte le presenze vitali nelle vicinanze (verdi le amiche, rosse le nemiche e viola le neutrali) e persino tutti i congegni che possono interagire con il tricorder (segnalati in giallo). La sua funzione primaria, premendo il pulsante, è lo scan fisico, che dà una descrizione molto accurata di qualsiasi oggetto interattivo nell’area di gioco. Con la sua funzione secondaria, invece, si sbloccano interessanti opzioni, quali lo scanner di integrità fisica (utile per vedere, ad esempio, quali parti di un muro di roccia possono essere fatte esplodere con il phaser), il gas-tracer (che visualizza la sorgente delle fughe di gas e vapori vari) e lo scanner per i congegni di scan di forme di vita, anche se questa particolare funzione si troverà rarissimamente nel gioco e principalmente per evitare misure di sicurezza di mondi alieni.
GraficaTecnicamente, come anticipato nella sezione della giocabilità, il gioco gira senza problemi. Dal punto di vista del dettaglio, il gioco è senza infamia e senza lode. Il motore grafico di Q3A è veloce ma al tempo stesso poco dettagliato, e i paesaggi in generale risentono di questa leggera approssimazione delle textures. I personaggi sono animati molto bene, con palpebre e labbra che si muovono ed espressioni del viso che cambiano a seconda della situazione. Ma anche a risoluzioni alte, si nota una spigolosità generale che poteva essere evitata. Un esempio su tutti: le sezioni circolari dell’Enterprise non sono poi così “circolari”: il bordo del tappeto è una linea segmentata anzichè una curva. Comunque c’è da dire che ci si muove all’interno delle navi spaziali con un realismo mozzafiato, soprattutto attraverso i famosi Condotti di Jeffries, si sente un senso di claustrofobia molto ben rappresentato.
SonoroNota positiva per il comparto sonoro: le voci sono molto azzeccate per ogni personaggio (senza contare quelle originali degli attori della serie) e gli effetti sonori riprendono fedelmente quelli della serie.Ma il vero punto di forza sono le musiche: veramente belle. Era da tempo che non trovavo delle colonne sonore così emozionanti per un videogioco. Soprattutto negli scontri contro gli Exomorph, esseri ripugnanti e aggressivi, la musica mette un senso di ansia e di inquietudine che, se ascoltata con le cuffie, fa veramente saltare sulla sedia in certi momenti! E non sto parlando metaforicamente: due volte, infatti, certe situazioni di gioco mi hanno realmente spaventato (ok, ci giocavo al buio e con le cuffie, ma comunque altri giochi non ci sono riusciti nelle stesse condizioni), tanto da dover prendermi una pausa e aspettare che la tachicardia mi passasse.
LongevitàLa longevità di questo titolo è direttamente proporzionale al tempo che impiegherete per finire il single-player, anche se comunque la modalità multiplayer è supportata. Ma giochi di questo tipo, con una campagna a giocatore singolo così dettagliata e profonda, valgono la spesa già solo come esperienza di gioco (Undying di Clive Barker docet). I diversi livelli di difficoltà assicureranno ai più accaniti nuove sfide, ma anche un’interessante opzione, presa a piene mani da Wolfestein 3D: poco prima della fine di ogni mappa, una finestrella ci avvertirà del numero di oggetti e zone segrete non ancora trovati e di quelli totali (ad esempio: “oggetti trovati: 3 su 5”). A quel punto, a poco servirà tornare indietro a cercare, perchè probabilmente saranno accaduti eventi che avranno impedito l’accesso alle aree, ma almeno ci farà capire che la prossima volta bisognerà cercare meglio! Ma a cosa servono questi oggetti segreti? Bene, in giro per i livelli troveremo delle piccole Enterprise dorate: ogni tot numero di navicelline, si sbloccheranno dei livelli segreti nel menù principale, tutte simulazioni particolari nel Ponte Ologrammi.
– Molto vario e piacevole da giocare
– Ambientato nel mondo di Star Trek
– Non è doppiato in italiano
– Il motore di gioco è un po’ antiquato (Q3A)
8.0
Un must per i fan di Star Trek, un ottimo gioco per tutti gli altri. Giochi ambientati nel fantastico mondo di Kirk, Picard eccetera ne sono usciti tanti (e, a mio parere, pochi hanno lasciato il segno) ma questo Elite Force II vale veramente la pena (se di pena si tratta) di essere giocato. Ritmi serrati, rebus, varietà di gioco e ambientazione trekkiana: scoprirete il lato pericoloso delle missioni della Flotta. La Federazione, anche nel 23esimo secolo, non è solo diplomazia: siete pronti a passare alle maniere forti?
Voto Recensione di Star Trek: Elite Force II - Recensione
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