Circa due anni fa, durante l’E3 2011, spuntò dal nulla un nuovo titolo dedicato a Star Trek. Con il boom del film di J.J. Abrams e le possibilità offerte da un universo profondamente rinnovato nell’arco di una sola pellicola, le potenzialità per la creazione di un prodotto di un certo livello sembravano esserci, o se non altro i Digital Extremes davano l’impressione di voler fare qualcosa di più di un cash-in senz’anima. Gli sviluppatori ci misero del loro per aumentare le aspettative, affermando che la loro opera avrebbe non solo rispettato il leggendario marchio su cui si basava, ma superato persino i cosiddetti “tripla A” per valori di produzione e risultato finale.
Credete l’abbiano sparata grossa? Vi sbagliate. L’hanno sparata ENORME.
Salvare il mondo, e via così
Partiamo dalla trama, già di per se piuttosto banale. Dopo la distruzione di Vulcan, Kirk e Spock sono ormai figure di spicco della Flotta Stellare, dunque l’Enterprise viene contattata per indagare su un misterioso blocco delle comunicazioni nella zona dove i rimanenti vulcaniani stanno sviluppando la colonia di New Vulcan, per far prosperare nuovamente la loro impassibile e intelligentissima razza dalle orecchie a punta.
Raggiunta una stazione di ricerca nelle vicinanze del pianeta, l’equipaggio scopre che la Helios Machine, un potentissimo conduttore energetico capace di rimodellare la superficie di New Vulcan in tempo record, ha provocato alcuni strappi spazio-temporali, grazie a cui l’aggressiva razza dei Gorn è riuscita a fare un salto nella zona e a sterminare tutti gli scienziati a bordo per impadronirsi dell’artefatto. A Kirk e Spock spetterà come al solito il compito di impedire all’ennesima razza aliena nervosetta di fare disastri in giro per la galassia.
Se da una parte l’idea di inserire il gioco tra i due film è più che buona, è anche vero che i Gorn sono forse una delle razze meno interessanti dell’universo di Star Trek. Questi incavolatissimi uomini-lucertola non hanno né il carisma dei Klingon né la maestria nell’inganno dei Cardassiani, e risultano semplici bruti armati da sterminare senza troppi ripensamenti. Gli sviluppatori hanno inserito nella campagna numerose strizzate d’occhio ai fan della saga, e la presenza dei doppiatori originali basta da sola a rendere certi scambi tra i membri dell’equipaggio dell’Enterprise più che godibili, ma difficilmente verrete coinvolti più di tanto dalla storia.
Worst fight scene ever
Passando al gameplay sarebbe lecito aspettarsi un passo avanti rispetto alla poco ispirata narrativa, ma purtroppo una volta preso il controllo di un personaggio a scelta tra Kirk e Spock inizia la caduta nel baratro. Star Trek è la fiera della mediocrità quanto a meccaniche e controlli. Le sparatorie sono vuote e poco soddisfacenti, a causa di armi poco diversificate dagli effetti praticamente identici sul corpo dei nemici, che reagiscono ai colpi di qualunque bocca da fuoco con un leggero tremore e mostrando semplicemente segni colorati sulla pelle. Non si possono azzoppare gli avversari mirando alle gambe, gli headshot non danno l’impressione di essere particolarmente più efficaci di un colpo normale, e le uniche varianti al danno sembrano provenire da una abilità passiva del Tricorder attivabile durante le battaglie, che evidenzia i punti deboli degli avversari.
Già, il Tricorder: il mitico macchinario multifunzione in dotazione alla Flotta Stellare qui figura pesantemente nella campagna, e va usato di continuo per fare hacking su porte e meccanismi elettronici vari, per analizzare cadaveri e oggetti interessanti, o semplicemente per visionare l’obiettivo della missione. Contrariamente a quanto si possa credere, il suo utilizzo non migliora l’esperienza, limitandosi a spezzare il ritmo della già blanda azione con continui minigiochi di scarso impatto.
Aggiungete a tutto questo un cover system basilare, uno sviluppo del personaggio limitato, fasi stealth facoltative insensate, un level design ripetitivo e una campagna lineare ricca di momenti scriptati, e otterrete un prodotto infimo, che non si discosta dalla qualità pessima dei tie-in cinematografici a cui siamo, tristemente, abituati.
La corda per uscire dal baratro dovrebbe essere rappresentata dalla cooperativa, il fulcro attorno a cui è in teoria costruito tutto il titolo dei Digital Extremes. Peccato che, anche in due, le cose non funzionino. Se si gioca con un compagno controllato dal computer, l’I.A. compie di continuo scelte a dir poco stupide, si blocca spesso correndo contro i muri, e rappresenta il più delle volte un semplice fastidio da aspettare per qualche secondo prima di poter aprire una porta o attivare un ascensore. Fin qui tutto nella norma, ma giocare con un partner umano non cambia di molto la situazione. Nel titolo non si ha a che fare con un sistema che premia la collaborazione o offre punteggi diversificati in base alla posizione come quello visto negli Army of Two, né una diversificazione della campagna come in Dead Space 3. Giocare con un amico significa semplicemente disporre di un aiuto più sveglio durante le sparatorie, senza alcuna reale attrattiva che spinga effettivamente a desiderare un giocatore in carne e ossa al fianco, a parte la possibilità di evitare le stupidaggini dell’intelligenza artificiale citate sopra. Quando in un videogame le fasi più esaltanti sono le cutscene… beh c’è qualcosa che non va.
The Running Kirk
Tecnicamente la situazione non è molto più rosea. Noi abbiamo giocato la versione PC, che graficamente vanta texture decenti e un buon dettaglio dei modelli tridimensionali principali, ma ambientazioni blande e un aliasing da record. La scarsità dei settaggi disponibili dimostra come il port sia stato fatto rapidamente senza troppi sforzi, quasi a voler dimostrare ulteriormente come Star Trek sia uscito prima del tempo.
Giusto per rigirare il coltello nella piaga, è il caso di citare poi il problema più evidente del titolo: i bug. Il quantitativo di glitch, imperfezioni e semplici errori di programmazione visibili in questo gioco ha dell’incredibile. Anche il giocatore più fortunato del mondo non potrà non vedere almeno qualche volta interpolazioni poligonali evidentissime durante alcune delle animazioni più ripetute durante le varie missioni (come l’apertura combinata di una porta), e in particolare sarà costretto a riavviare un checkpoint in più di un caso, bloccato da qualche imprevisto. Noi abbiamo osservato finezze quali nemici indistruttibili, Compagni caduti nel vuoto durante scene scriptate, porte impossibili da attivare per qualche misterioso motivo, collisioni calcolate male che ci hanno ucciso durante una scena di volo, e tutta una serie di altre chicche che preferiamo dimenticare. Qui non si può parlare di testing fatto male, ma solo di testing ignorato bellamente. Non c’è altra spiegazione. Su computer inoltre il matchmaking online per le partite in cooperativa non ha funzionato per giorni, e sembra dare tuttora problemi a molti utenti. Di bene in meglio.
La campagna per lo meno è piuttosto longeva, anche se il gameplay appena sufficiente non rende tale caratteristica una cosa di cui esultare.
– Voci originali del film
– Qualche cutscene spettacolare
– Vedere Kirk o Spock correre contro i muri è piuttosto divertente
– Meccaniche di shooting mediocri
– I.A. indecente
– Pieno zeppo di bug evidenti
– Level design scarso
Star Trek è un prodotto chiaramente affrettato, ricco di bug, e piagato da gravi mancanze a livello di gameplay, design dei livelli e idee. Un tie-in da film della scuola “butta fuori che tanto vende lo stesso”, insomma, nobilitato solo in minima parte dalla presenza delle voci originali del film e da un certo rispetto di fondo nel trattare temi e personaggi della saga. Un’occasione sprecata, da cui ci aspettavamo sinceramente molto di più.