Recensione

Star Ocean - Till the End of Time

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a cura di Fabfab

Dopo una vera e propria era videoludica, durante la quale in Giappone hanno fatto in tempo ad uscire sia il gioco regolare che la sua versione Director’s Cut, riveduta ed ampliata, arriva finalmente anche da noi Star Ocean – Till the End of Time, l’ultimo capitolo di una saga che ha rappresentato per l’ex-Enix quello che Final Fantasy è stato per l’ex-Square.Tanta attesa è stata parzialmente compensata dal fatto che quella giunta da noi è proprio l’edizione speciale del gioco (con 2 nuovi personaggi, nuove scene animate, correzione dei bug presenti nell’originale ed introduzione del Versus Mode, da sbloccarsi), ma, come ormai famigerata tradizione per le versioni Pal dei gdr Square-Enix, non è bastata affinché il titolo godesse di una conversione all’altezza: traducendo significa niente selettore 50/60hz, bande nere sopra e sotto lo schermo e, soprattutto, assenza di un qualsiasi tipo di localizzazione in italiano! Non esattamente un buon inizio…

Tanto tempo fa, in una galassia lontana…Uno degli elementi che caratterizza e distingue la saga di Star Ocean dalla maggior parte dei gdr è la sua ambientazione futuristico-spaziale, con imperi galattici in guerra tra loro e conseguenti conflitti, intrighi, drammi, ecc.Prima della fusione con Square, la Enix aveva concepito questo “Till the End of Time” come un progetto molto ambizioso, in grado di rivaleggiare con i concorrenti più quotati (leggi “Final Fantasy”) ed i risultati si vedono, nonostante il gioco non sia più recentissimo! Star Ocean, infatti, arriva in Italia a seguito di questa sorta di revival dei gdr che, da un anno a questa parte, ha visto distribuire più titoli che nei tre precedenti, compresi alcuni giochi usciti già da tempo in Giappone (.Hack): il titolo Square-Enix è datato 1993!La storia, collocata temporalmente quattrocento anni dopo le vicende viste in “Star Ocean – Second Story” per PSOne, è ambientata in un ipotetico universo dove magia e tecnologia, passato e presente convivono in una sorta di simbiosi molto caratteristica: la Federazione Pangalattica si è espansa occupando pianeti e galassie, ma le popolazioni aliene mal sopportano il suo giogo. Il protagonista è Fayt Leingod, un giovane studente che verrà, suo malgrado, coinvolto in un’aggressione aliena assieme alla sua amica d’infanzia Sophia Esteed: da qui prenderanno il via tutta una serie di avvenimenti che portano il nostro eroe e i suoi amici a girare in lungo ed in largo per la galassia. Naturalmente nel corso del nostro peregrinare incontreremo nuovi personaggi che decideranno di unirsi a noi, aggiungendo inedite sfaccettature alla trama.Star Ocean è un gioco di ruolo giapponese dal gameplay abbastanza classico ma non per questo scontato; Fayt è un eroe “minimalista” che mentre è in vacanza si trova coinvolto in un gioco molto più grande di lui, nel quale imparerà ben presto a destreggiarsi. Nonostante l’ambientazione futuristica, inoltre, buona parte del gioco viene localizzata in un mondo medieval-fantasy dove laser e tecnologia lasciano parzialmente il campo a lame e magie, accontentando, dunque, anche i cultori di ambientazioni più tipiche del genere.

Un gdr tra le stelleCome anticipato in precedenza, Star Ocean è un gioco di ruolo abbastanza classico, quindi spero mi perdonerete se non mi dilungherò troppo a descrivere meccaniche che presumo ben note: buona parte del vostro tempo lo impiegherete esplorando ambienti (ogni nuova mappa non è immediatamente visibile, ma coperta da una sorta di fog of war per cui dovreste esplorare tutto con attenzione per scoprire cosa vi attende), interagire con altri personaggi (talvolta potrete scegliere tra una serie di risposte multiple, specie nei dialoghi tra i vari protagonisti, molto importanti ai fini della storia dato che sono previsti più finali), combattere mostri ed avversari (alcuni scontri non sono evitabili, ma la maggior parte delle volte il nemico è ben visibile su schermo e può essere evitato: niente incontri casuali, dunque!). Forse l’unico difetto ascrivibile ad un gameplay altrimenti rodato e privo di sbavature è quello di abbandonare fin troppo spesso il giocatore a sé stesso: la storia procede attraverso frequenti scene di intermezzo (realizzate con la stessa, bella, grafica di gioco), ma spesso non viene detto cosa fare per “attivare” quella successiva. Vi troverete frequentemente nella situazione di non sapere esattamente cosa fare per proseguire e l’unica soluzione possibile è sempre la stessa: girare l’area in cui ci si trova e parlare con tutti, finché non vi imbatterete nell’evento chiave che fa avanzare la storia: la cosa non è proprio comodissima, visto che a volte ci sono decine di locazioni o personaggi da “tastare” prima di trovare il modo di sbloccarvi.Una volta ingaggiata battaglia, si passa ad una schermata apposita, ma lo scontro non avviene a turni come consuetudine dei gdr di questo tipo, bensì in tempo reale, a tutto vantaggio della frenesia dell’azione: fino a tre personaggi, tra quelli disponibili, possono scendere in campo, uno controllato direttamente dal giocatore (che potrà skippare liberamente tra i tre), gli altri da un’ottima cpu. L’utente può preimpostare l’atteggiamento che i propri compagni assumono in battaglia, così come dare loro degli ordini in tempo reale: vista la libertà di movimento concessa durante gli scontri, sarà molto importante studiare e mettere in atto strategie che sfruttino al massimo le abilità dei membri del party, senza contare la possibilità di effettuare attacchi combinati! I tasti del pad potranno essere assegnati liberamente ai vari tipi di attacco: ci sono attacchi potenti e attacchi leggeri, da mischia e da distanza, è possibile parare così come avvalersi delle skills, attive o passive che siano. In effetti il sistema di combattimento richiede un minimo di pratica prima di essere pienamente assimilato, ma è capace di regalare grandi soddisfazioni perchè è, allo stesso tempo, sia frenetico che molto tattico: la strategia di battaglia varia sia a seconda dei nemici che si affrontano, sia degli alleati di cui si dispone. Inoltre combattimenti particolarmente ben condotti vengono premiati con trofei, accumulando i quali si possono acquisire simpatici bonus (ad esempio look differenti per i vari personaggi).A proposito degli scontri, va anche detto che il gioco richiede obbligatoriamente che buona parte del tempo di gioco venga dedicato al cosiddetto leveling, vale a dire il girare senza meta al solo scopo di combattere, guadagnare punti esperienza e potenziare i propri personaggi: la difficoltà dei combattimenti cresce continuamente e per battere determinati nemici e boss occorre prima rafforzarsi a dovere. Il potenziamento dei personaggi, inoltre, non avviene in automatico, ma è il giocatore stesso a decidere quali caratteristiche potenziare e quanto potenziarle, un po’ come avviene in Baldur’s Gate e in Champions of Norrath: una scelta strana in un gdr di scuola nipponica, ma senz’altro gradita!

Tecnica di Star OceanGraficamente parlando, il prodotto è molto valido e, per la prima volta nella storia del franchise, interamente in 3D. Il character design dei personaggi è semplice e pulito e si rifà chiaramente allo stile degli anime giapponesi, il che rende i protagonisti immediatamente simpatici e riconoscibili, anche se, forse, poco espressivi o, per meglio dire, mono-espressivi: ogni viso è disegnato per rispecchiare la personalità del possessore (l’imbronciato, il simpatico, il timido, il duro…), e nonostante sia in grado di muovere la bocca o le sopracciglia, non sempre riesce ad esprimere correttamente i suoi sentimenti (Sophia, l’amica d’infanzia di Fayt, ad esempio, sembra sempre sorridere, anche di fronte alle situazioni più tragiche, mentre in realtà il personaggio dovrebbe essere sconvolto…).Paesaggi e locazioni sono estremamente vari, ben caratterizzati e molto dettagliati ed è sempre un piacere esplorare i nuovi ambenti; il motore grafico regge il tutto senza incertezze o rallentamenti e si concede spesso ardite soluzioni registiche. Le scene di intermezzo, che utilizzano la grafica di gioco, sono funzionali, molto ben realizzate ed estremamente piacevoli da seguire (e possono essere skippate in ogni momento, qualora le abbiate già viste).La colonna sonora di un titolo così vasto risulta molto variegata ma anche poco omogenea e discontinua nei risultati: ecco allora che a pezzi favolosi e decisamente belli da ascoltare se ne alternano, nella locazione successiva, altri più anonimi o (molto raramente) addirittura fastidiosi. Nel complesso, comunque, si può dire di essere più che soddisfatti dell’opera di Motoi Sakubara.I dialoghi, interamente doppiati in inglese, godono per lo più di voci convincenti ed appropriate, anche se si registra qualche evitabile caduta nel falsetto (Peppita Rossetti).La longevità è il punto forte di questo Star Ocean, che richiede almeno una cinquantina di ore per essere completato, offre finali multipli (incentivando la rigiocabilità) e modalità inedite come il Versus Mode: è tuttavia un vero peccato che la godibilità del prodotto risenta in negativo della parsimonia con cui sono stati disseminati i punti di salvataggio, costringendoci spesso a lunghe sequenze di gioco prima di poter memorizzare i nostri progressi (senza contare che, in caso di morte, vanno riaffrontate tutte daccapo!).

– Uno dei più maestosi gdr reperibili in Italia

– Estremamente impegnativo e longevo

– Ottima trama

– Mal convertito, non localizzato

– Un po’ dispersivo

– Pochi salvataggi

8.6

“Star Ocean – Till the End of Time” è, semplicemente, uno dei migliori giochi di ruolo attualmente disponibili per PS2: nonostante sia uscito ormai da diverso tempo (nel resto del mondo, intendo), il fascino ed il divertimento di questa maestosa opera non sono venuti meno e se qualche difettuccio è pur sempre presente, non si tratta comunque di nulla di davvero rilevante (più che altro possono risultare seccanti, come la faccenda dei pochi save points).

Peccato solo che, come da pessima tradizione Square-Enix in Italia, il gioco abbia goduto di una pessima conversione e, scelta incomprensibile di Ubisoft per un attesissimo best-seller, di nessuna localizzazione in italiano: d’accordo, c’è sempre il discorso che ormai gli appassionati di gdr sono abituati a giocarseli in inglese, ma vista la complessità dell’opera è innegabile che tale scelta precluda l’acquisto a chi non conosca abbastanza bene la lingua di Albione…

Voto Recensione di Star Ocean - Till the End of Time - Recensione


8.6

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