Recensione

Star Fox Guard

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Sembrano passati secoli da quando Shigeru Miyamoto, con il suo consueto sorriso a metà tra il folle e il geniale, esibiva al mondo le potenzialità inespresse del GamePad, agitandolo e servendosene per interagire con un misterioso prototipo chiamato “Project Guard”, del cui sviluppo si stava occupando personalmente.
Invece, sono passati poco meno di due anni, e, nel frattempo, Wii U, nonostante la migliore line up di esclusive dell’attuale generazione di console, si avvia al tramonto, accompagnato da dati di vendita deludenti.
Di quel progetto, però, non è andato tutto perso: a sorpresa, Nintendo ha deciso di includere il titolo nella versione “limitata” di Star Fox Zero, oltre a renderlo disponibile su e-shop in versione stand alone.
Vediamo com’è venuto l’esperimento di Shigeru-san.
Invasioni di robot
Il GamePad, tutt’oggi, con il ciclo vitale della console Nintendo che volge al termine, rimane un grosso rimpianto: avrebbe potuto regalare molte soddisfazioni ai possessori di Wii U, invece, è stato adeguatamente sfruttato da pochissimi giochi, dimostrando come, nell’industria moderna, il coraggio sia ormai una virtù di pochi.
Tra questi ci sono sicuramente la grande N e Miyamoto, e Star Fox Guard ne è una ulteriore prova: come Star Fox Zero, punta tutto sull’interazione contemporanea con due schermi, ma lo fa in maniera assai diversa dal prodotto con protagonista Fox McCloud, svelando un sistema di controllo decisamente più immediato e una semplicità d’uso che potrebbe attirare tanto i neofiti quanto i veterani. In pieno stile Nintendo, insomma.
Partiamo, nella nostra analisi, dai numeri, che non sempre esauriscono la formula ludica di un prodotto ma possono aiutare a farsi un’idea di cosa questo ha da offrire: un totale di cento missioni (divise tra Principali, Extra e Boss Fight), un level cap fissato a cinquanta, ventisei differenti tipologie di robot nemici, undici dei quali Offensivi e quindici Disturbatori, il tutto  distribuito su cinque pianeti, ognuno con le proprie mappe.
Con un menu tanto ricco, il rischio di annoiarsi è abbastanza basso, sebbene la ripetitività di fondo, connaturata a questo tipo di produzioni, non esenti del tutto il prodotto: per quello che costa, e ancora di più per quanti lo riceveranno in bundle con la First Print Edition di Star Fox Zero, Star Fox Guard rappresenta un’aggiunta notevole, dalla durata uguale (se non leggermente superiore) al più famoso titolo dedicato agli Airwing.
Il gioco è strutturato come un qualsiasi tower defense, genere molto diffuso negli ultimi anni che però su Wii U non ha goduto di esponenti di rilievo, con la sola eccezione del divertente CastleStorm: il giocatore è chiamato a difendere un nucleo energetico centrale all’interno di mappe via via più complesse, che offrono numerosi punti d’ingresso alle orde di robot nemici.
Per gestire e sfoltire il traffico, si potrà scegliere come e dove posizionare dodici diverse telecamere, capaci di far fuoco sui bersagli alla pressione del tasto A: sebbene sia sconsigliabile farlo nel bel mezzo di un’ondata nemica, queste possono anche essere riposizionate in corso d’opera, così da rimediare ad eventuali errori di valutazione.
Le chiavi del successo della formula di gioco sono rappresentate tanto dall’intelligente implementazione del doppio schermo quanto dal fatto che il giocatore sia coinvolto in prima persona nel distruggere i robot, alleviando (se non eliminando del tutto) la passività tipica di questo genere di titoli.
Frenesia portami via
Una volta avviato il countdown che sancisce l’inizio di ogni missione, la frenesia diventerà la prima compagna d’avventura del giocatore: sulla TV verranno visualizzate tutte e dodici le telecamere in funzione, con il loro numero che potrebbe diminuire a seconda dei nemici che invaderanno la base, visto che molti tendono a distruggerle o rubarle, mentre sullo schermo del GamePad si può godere di una visuale dall’alto della mappa e si può interagire tramite pennino per selezionare la telecamera da cui fare fuoco.
Servono solo pochi secondi per familiarizzare con i controlli e le meccaniche, con il primo pianeta, Corneria, che fungerà, quantomeno per le missioni Principali, da tutorial; la pace, però, durerà poco: già dalle missioni Extra si inizierà a sudare le proverbiali sette camicie per stare dietro alla calata dei robot.
Il colpo d’occhio e la coordinazione occhio – mano sono fondamentali per sperare di portare a casa la pelle e il corretto posizionamento delle telecamere si rivela fondamentale già dopo una manciata di missioni: lasciare punti ciechi o zone scoperte rappresenta la strada più breve verso il fallimento.
Ciò che davvero innalza Star Fox Guard una spanna sopra la concorrenza (non solo limitatamente a Wii U) è la grandissima varietà di nemici e situazioni che il titolo riesce a proporre: ventisei diverse tipologie di robot, con solo un paio di reskin, rendono ogni mappa unica, e costringono ad adattare le proprie strategie in corso d’opera, aggiungendo spessore tattico al gameplay.
Tra i robot Offensivi, ovvero quelli che possono causare il game over se dovessero raggiungere il nucleo, abbiamo undici diverse tipologie, tra le quali meritano una menzione enorme i gorilla in grado di spaccare le telecamere, lumache lente ma capaci di strisciare quatte quatte sui muri e letali ninja invisibili, che si palesano solamente sul radar presente sullo schermo del GamePad. Ancora più fastidiosi si rivelano i Disturbatori, robot il cui unico scopo è impedire al giocatore di difendere la base, aprendo la via ai compagni Offensivi: tra questi, l’oscar del più odioso va al robot che trasporta un enorme magnete, capace di orientare verso di sé tutte le telecamere, rendendo così impossibile una difesa organizzata.
In quanto a fastidio, comunque, non sono da meno gli uccelli che rubano le telecamere o i ventilatori con ruote, che con un potente soffio d’aria sballano completamente l’inquadratura: lo studio dietro ad ogni nemico e le combinazioni degli stessi hanno del diabolico, e tengono il giocatore sulla corda anche nelle mappe apparentemente più complicate.
Paradossalmente, le cinque boss fight si rivelano invece molto semplici, tanto nell’individuazione dei pattern d’attacco nemici quanto nelle modalità di aggancio degli stessi: coloro i quali cercano una vera sfida, farebbero meglio a rivolgersi alle missioni Extra (e in particolare a quelle di Sopravvivenza), per venire a capo delle quali servirebbe una piovra dai mille tentacoli.
Salendo di livello si sbloccano nuove mappe, nuovi tipi di telecamere (da quella che rallenta il tempo a quella che congela i bersagli) e la possibilità di allargare la propria squadra di robot da schierare nel multiplayer competitivo online.
Plus valore
Già, il multiplayer. Come se non bastassero i cento livelli disponibili, il gioco consente di comporre la propria squadra di robot tramite un comodo editor, decidendone anche la distribuzione sulla mappa, il punto d’ingresso, quanti e quali devono entrare in scena contemporaneamente.
Le dimensioni della squadra schierabile aumentano con il progredire nella campagna principale, raggiungendo il massimo dopo aver battuto il boss dell’ultimo pianeta, Grippia: ovviamente è possibile anche scaricare le squadre avversarie, create da giocatori di tutto il mondo, per mettersi alla prova contro di esse.
Questa modalità multigiocatore risulta brillante, allunga a dismisura la longevità del gioco e, in caso di adeguato supporto da parte della community (com’è stato, ad esempio, nel caso di Super Mario Maker), garantirebbe un plus valore notevole al prodotto, che, lo ricordiamo, costa solo quindici euro.
Per quanto probabilmente non prevista in fase di sviluppo, esiste anche una inconsueta modalità per due giocatori in locale: vista la difficoltà di alcune missioni extra, due occhi supplementari, che magari tengano d’occhio lo schermo della TV, risultano utilissimi, e se avete una moglie, fidanzata, amico, fratello è probabile che ve ne serviate, ricavando due risate nel processo.
La disamina del comparto tecnico, com’è quasi sempre per prodotti di questo genere, passa in secondo piano, ma non per questo si rivela poco curata o deludente: le animazioni dei robot sono convincenti, e il semplice motore di gioco non mette minimamente in difficoltà l’hardware di Wii U, consentendo di poter contare sempre su performance impeccabili, anche in situazioni particolarmente concitate.
Molto bene l’accompagnamento sonoro, con un doppiaggio di buonissimo livello per lo zio di Slippy, Grippy, e continui avvisi audio provenienti dalle casse del GamePad per aiutare il giocatore a sopravvivere alle orde robotiche.

– Sfrutta benissimo il GamePad…

– Frenetico e divertente

– Eccellente rapporto qualità/prezzo

– La community potrebbe renderlo infinito

– …ma ne divora la batteria

– Come tutti i tower defense, un po’ ripetitivo sul lungo periodo

8.0

Si vede proprio che in Star Fox Guard c’è lo zampino di uno dei game designer più brillanti e prolifici della storia videoludica: il concept alla base è semplicissimo, tanto quanto il sistema di controllo, e ne trarranno divertimento, a diversi livelli, tanto i più giovani quanto le vecchie volpi (è proprio il caso di dirlo…).

Il merito è soprattutto della frenesia e della varietà del sistema di gioco, di mappe ben congegnate e dall’assenza di cali di ritmo nella campagna.

L’ultima fatica della grande N pone rimedio ai due difetti endemici dei tower defense (ripetitività e passività), concedendo al giocatore il controllo diretto delle telecamere, sfruttando brillantemente le potenzialità del GamePad e inondandolo di nemici vari e sempre ispirati.

Sembra un paradosso che questo titolo riesca laddove Star Fox Zero convince solo parzialmente, ma se cercavate un divertente spot tardivo per Wii U, non solo lo avete trovato, ma potrete farlo vostro per un prezzo irrisorio, soprattutto se confrontato con la quantità e la qualità dei contenuti di cui si fa latore.

Voto Recensione di Star Fox Guard - Recensione


8

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