Spore
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a cura di Batiza
Finalmente ci siamo. Maxis ha fatto arrivare sugli scaffali dei nostri negozi uno dei titoli più attesi della stagione, permettendo ai videogiocatori di tutto il mondo di potersi divertire con un gioco davvero poliedrico e, a noi di Spaziogames, di poterne scrivere una recensione immediatamente per voi. Si tratta di un titolo poliedrico, si diceva, perché Spore è un mix assoluto di generi, spezzando i classici cliché e mostrandosi al grande pubblico come una riuscita miscela di elementi GDR, gestionali, action e strategici. Esaminiamoli uno per uno, cercando anche di analizzare in modo approfondito un titolo che merita tutta la nostra attenzione.Ciò che potrebbe inquietare una vasta fetta di utenti, è proprio il fatto che ci si trovi di fronte ad un gioco con tanta, per alcuni troppa, carne al fuoco, seppure nelle intenzioni della casa di produzione ci sia proprio il progetto di abbracciare i bacino d’utenza più vasto possibile. Devo dire che, sotto questo profilo, il progetto centra l’obiettivo in pieno, conferendo a Spore un carattere di immediatezza e di complessità estrema allo stesso tempo, risultando un gioco profondo ma di intuitiva familiarizzazione anche per i neofiti del genere e, più nello specifico, delle produzioni Maxis.Il titolo in questione si suddivide in cinque eoni fondamentali: la creazione (stadio monocellulare, nell’acqua), il balzo evolutivo sulla terraferma, la fase tribale, l’epoca delle civiltà e, infine, l’epoca spaziale. Ciò che caratterizza Spore, però, è che ad ogni scaglione temporale corrisponde uno stile di gioco, mutando per forma e struttura il nostro modo di affrontare il percorso evolutivo, avendo a che fare nelle prime due epoche con un gioco di ruolo abbastanza rudimentale, contornato di moltissimi elementi action, per poi trasformarsi in un gestionale sempre più complesso, rendendo il gioco tutto come una metafora in chiave spiritosa della vita su un pianeta e del percorso evolutivo di una specie (le cui fattezze avranno come unico limite la vostra creatività) che deve fare a spallate per emergere nel rigido meccanismo della catena alimentare.
All’inizio fu la cellulaImmediatamente dopo l’installazione, verremo immersi (nel vero senso della parola) nell’universo di Spore, dovendo dapprima selezionare un pianeta di nostro gradimento e, poi, sguazzando nell’acqua in una lotta senza quartiere per la nostra evoluzione. Inizialmente, infatti, impersoneremo un organismo unicellulare che, attraverso un cammino lungo miliardi di anni (un’ora o due di gioco) dovrà imporsi a suon di morsi su altre creature dello stesso tipo, ma con caratteristiche diverse. Questo primo ambiente è completamente immerso nelle profondità oceaniche, partendo dai più remoti angoli del globo (cioè dove vivono le creature più primitive) per poi arrivare sempre più su fino a sfiorare la superficie del mare. In questa fase di gioco non dovremo fare altro se non cliccare all’impazzata (ottimo esempio di button smashing) per mangiare creature del nostro stesso livello, per ottenere punti DNA, cha altro non sono se non una rivisitazione in chiave Maxis dei canonici punti esperienza presenti normalmente nei GDR. Stando ovviamente attenti a non essere sbranati da predatori più grossi di noi (in quanto appartenenti ad uno stadio evolutivo successivo al nostro) inizieremo a familiarizzare con l’editor della specie. E’ presente un bottone infatti, quello dell’accoppiamento, che ci permetterà di chiamare un altro membro della nostra specie al fine di elaborare una nuova cellula e compiere il primo, minuscolo, salto evolutivo. L’editor configurato dai programmatori è quanto di più complesso si sia mai visto in un gioco, consentendoci di personalizzare in modo veramente totale la specie che vogliamo creare. Chiaramente in questa prima fase di gioco, che è poi una sorta di tutorial giocabile, avremo facoltà di personalizzazione piuttosto elementari, come ad esempio quella di aggiungere alla nostra cellula degli aculei o delle chele per sconfiggere meglio le altre spore. Dopo un po’ di pratica negli ambienti subacquei, che come atmosfera danno la sensazione di trovarsi all’interno di una sorta di placenta (che poi, quello è), ci ingrosseremo sempre di più, aumentando così la complessità della nostra struttura cellulare. Dopo questa fase, finalmente, siamo pronti per mettere piede sulla terraferma ed affrontare il nuovo, più complesso, cammino verso la supremazia sul pianeta.
Cosa sono queste zampe?Dopo aver messo piede fuori dall’acqua, ci troveremo in un mondo completamente sconosciuto, abitato dalle più varie creature. Anche da questo punto di vista, il lavoro svolto dai programmatori è di primissimo livello, avendo elaborato un sistema di creazione dei mondi che ha dell’incredibile. Il motore fisico di creazione delle creature, lungi dall’essere realistico, prevede una gamma di combinazioni possibili per le creature esistenti che è a dir poco infinita. Insomma, creando un altro pianeta dall’inizio e ricominciando la partita, è difficile che il computer elabori due volte la stessa creatura: davvero impressionante. E’ proprio in questa fase sulla terra che dovremo fare la conoscenza di altre microtribù di creature che muovono i primi passi sul suolo del nostro pianeta. In questo senso, tra l’altro, dovremo anche imparare a rapportarci con loro, scegliendo un approccio amichevole o bellicoso, sviluppando di conseguenza o il nostro cervello (se decidiamo di essere buoni) o la nostra forza fisica (se decidiamo di aggredire tutti). Il risultato non cambierà l’esito della nostra campagna, sia che stringiamo alleanze che se sterminiamo intere specie di creature che, assai raramente, risultano essere aggressive. Come su ogni pianeta che si rispetti, sarà molto più difficile stringere alleanze e molto più facile assumere atteggiamenti belligeranti, il tutto finalizzato ad ottenere punti DNA che ci permetteranno di dare una forma, definitiva d questa fase di gioco in poi, alla nostra specie. E’ proprio qui che l’editor di personalizzazione raggiunge le vette dell’eccellenza. Si potrà, infatti, personalizzare la propria creatura ad un livello quasi intimo, potendo modificare la posizione di ogni singola vertebra delle nostre entità. Bisogna anche fare attenzione al fatto che ogni caratteristica fisica che aggiungiamo o togliamo, conferisce alla nostra specie (o espunge da essa) alcune abilità particolari che, a seconda del nostro prevalente atteggiamento verso i rapporti sociali, potrà esserci utile o meno utile. Posso assicurarvi che, pur non amando le personalizzazioni nei videogiochi, ho passato la maggior parte del tempo a fare esperimenti su come avrebbe potuto essere la mia specie, divertendomi a trasfigurarla in più di un’occasione
Voilà, il gestionale è servitoNelle ultime tre fasi di gioco, Spore si trasforma. Da gioco con prevalenza di componenti ruolistiche diventa uno strategico in tempo reale a tutti gli effetti, per culminare nell’ultima fase, quella spaziale, in cui le similitudini con un gestionale come Master of Orion sono fin troppo facili.Chiaramente, nella fase tribale (la prima, tra quelle complesse), avremo a che fare con una personalizzazione della nostra civiltà assai limitata e semplice, rivolta perlopiù alla ricerca di cibo ed alla distruzione delle altre tribù (od alla fraternizzazione con esse), nonché alla costruzione di alcuni elementari edifici, senza contare la limitatezza delle comunità a nostra disposizione, dal momento che avremo non più di dodici unità a disposizione, ognuna delle quali ha un nome proprio ed una propria personalità, segno che alla Maxis hanno dedicato un’attenzione smodata alla programmazione di un’intelligenza artificiale degna di nota, pur presentando questa alcuni bachi nelle fasi più concitate di gioco. Successivamente ci ritroveremo nella fase civiltà, decisamente più complessa della fase tribale, in cui sarà necessario cimentarsi nuovamente con il potentissimo editor al fine di personalizzare all’estremo ogni singolo dettaglio della nostra città, personalizzazione che va dal vestiario dei singoli cittadini fino alla costruzione diretta, da parte nostra, dei veicoli e degli edifici. Per concludere la campagna in single player, avremo a che fare con un gestionale quasi puro, nella fase spaziale, in cui la nostra civiltà sarà giunta al culmine della sua evoluzione e dovrà imporre definitivamente il suo dominio nello spazio conosciuto.
Il comparto tecnicoIndubbiamente, anche da questo punto di vista, ci troviamo di fronte ad un risultato di rilievo. Da un punto di vista assoluto questo titolo si dimostra decisamente ben realizzato (con un particolare occhio di riguardo alla realizzazione dell’acqua, presente in vastissime quantità sui pianeti), pur con qualche riserva in termini di dettaglio grafico che, considerata la varietà di creature e le infinite possibilità di personalizzazione, è assolutamente di secondaria importanza. Le varie strutture di gioco, oltretutto, implicano anche l’utilizzo di un motore grafico che, riletto di fase in fase, dà la sensazione di trovarsi con cinque engine differenti all’interno di uno stesso gioco. Spore, insomma, risulta completo anche da questo punto di vista. Il motore grafico, inoltre, risulta essere ben scalabile e mai troppo pesante, cosicché vi sia agevole giocare anche con un computer di fascia media (non più in basso perché, comunque, i poligoni hanno le loro esigenze). Ciò che fa raggiungere livelli di eccellenza a Spore, è rappresentato dall’ultima missione, quella spaziale, che vanta una realizzazione impeccabile per ognuno dei tantissimi pianeti esplorabili (giocando non mi sono nemmeno reso conto se siano infiniti o meno).Dal punto di vista audio, le cose vanno ancora meglio, con effetti sonori e musiche avvolgenti e mai fastidiosi.
GiocabilitàCome già accennato, non si può parlare della giocabilità di Spore, ma delle varie giocabilità presenti in questo splendido titolo. Sarà diverso il nostro modo di approcciare ogni fase evolutiva, con ciò comportando il fatto che dovremo riadeguare il nostro stile di gioco ad ogni fase evolutiva. Per così dire, se le parole non vengono usate a caso, anche noi, come le nostre creature, dovremo evolverci nel corso della nostra avventura: un perfetto esempio di coerenza videoludica che, da sempre alla Maxis, rappresenta una sorta di leitmotiv. Si tratta quindi di un prodotto certamente fruibile, sia dagli utenti più smaliziati che dai neofiti. È in ogni caso difficile dare un giudizio a questo gioco, in particolare da questo punto di vista, dal momento che si tratta di una produzione con una struttura difficilmente classificabile e che, pertanto, ottiene anche un giudizio piuttosto generico. Generalmente tutte le varie interfacce di gioco risulteranno intuitive permettendovi di addomesticare questo gioco in pochi minuti. Se proprio vogliamo trovare un neo, nella seconda fase di gioco l’utilizzo della telecamera non è proprio il massimo della vita, ma coi tempi che corrono ci siamo quasi abituati.
LongevitàPressoché infinito, Spore non presenta punti deboli su questo fronte dimostrandosi, oltre che divertente, anche estremamente rigiocabile per via della grande varietà possibile di situazioni che ci troveremo a potere affrontare. La campagna in single player vi porterà via non meno di quaranta ore per essere portata a termine, di cui una buona metà occupata già solo dalla campagna spaziale, lunghissima e complicatissima.
Massively Single-Player Online GameCon questo neologismo videoludico Will Wright ha scelto di spiegare la particolare concezione che lega Spore alla componente online. Ogni giocatore sarà sempre connesso ad un server centrale, il quale memorizzerà gli user generated content e li ridistribuirà nelle sessioni di altri giocatori. Questo assicura una varietà praticamente infinita di contenuto, e rappresenta un modo nuovo e geniale di gestire il rapporto tra gamers di tutto il mondo in un’esperienza single player.
HARDWARE
Requisiti minimiWindows XP2.0 GHz P4 o equivalente 512 MB di RAMScheda video con 128 MB di VRAM, con supporto per i pixel shader 2.06 Gb di spazio su hard diskWindows Vista2.0 GHz P4 o equivalente 768 MB di RAMScheda video con 128 MB di VRAM, con supporto per i pixel shader 2.06 Gb di spazio su hard disk
Requisiti consigliatiIntel Core 2 Duo 5500 o Amd equivalente1024 MB di RAMScheda video NVIDIA GeForce 8600 o ATI equivalente, con 256 MB di VRAM6 Gb di spazio libero su hard disk
Compatibile anche con MacOSX
MULTIPLAYER
Condivisione online degli User Generated Content
– Un simulatore di vita completo in tutto
– Realizzazione ottima
– Editor potentissimo
– Devo giocarci ancora…
– …e mi porterà via un sacco di tempo
– Lo si ama o lo si odia, in perfetto stile Maxis
8.7
Eccoci alle consuete conclusioni. Siamo di fronte ad un titolo impressionante per la mole di lavoro svolto dai programmatori, per la profondità nell’esperienza di gioco e, non ultimo, per il divertimento che Spore è in grado di offrire. Ci sentiamo di consigliarne l’acquisto a tutti gli amanti dei videogiochi, siano essi appassionati dei generi descritti in corso di recensione o meno. Qusto titolo è un prodotto completo, divertente e, più in generale, soddisfacente da tutti i punti di vista. Una vera e propria esperienza che, oggi come oggi, vale l’acquisto di un gioco.
Voto Recensione di Spore - Recensione
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