Recensione

Splatoon

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a cura di LoreSka

Quando osserviamo il panorama videoludico contemporaneo, Nintendo si trova arroccata in una torre d’avorio. L’azienda giapponese ha ormai abbandonato le terze parti, dedicandosi a progetti creati in casa per mantenere una sorta di livello qualitativo costante, seguendo alcune linee guida che non vengono praticamente mai violate. Una di queste regole richiede agli sviluppatori first party di edulcorare qualsiasi prodotto, eliminando qualunque elemento violento. Così, in casa Nintendo il genere sparatutto non è praticamente mai entrato, lasciando una lacuna piuttosto grande che le terze parti hanno tentato di colmare, spesso con scarsissimi risultati.
Quando Nintendo annunciò Splatoon, la reazione fu di sorpresa e meraviglia. L’azienda non solo avrebbe portato uno sparatutto su Wii U, ma lo avrebbe ripensato per rispettare i canoni imposti a monte. Così, Splatoon è diventato una sorta di paintball con un concept a metà strada tra un third person shooter e il vecchio DeBlob, in grado di offrirci una vera e propria festa di colori in un gioco orientato al multiplayer competitivo. Due squadre da quattro giocatori si fronteggiano su di una mappa simmetrica per colorarne la maggior parte con la vernice della propria fazione, tentando – nel frattempo – di arrestare i progressi della squadra avversaria.
Così, da circa tre settimane siamo scesi per le strade della città di Coloropoli per dipingere pavimenti e muri, scontrandoci con avversari provenienti da ogni angolo del globo e trovando il tempo per analizzare tutti i contenuti offerti da Splatoon. Che, al momento, non sono molti.
Ceci n’est pas une review
Lo diciamo subito: al momento non siamo in grado di esprimere un giudizio definitivo su Splatoon. Il gioco è giunto nelle nostre mani in una versione riservata ai giornalisti, identica in tutto e per tutto alla versione che troverete da venerdì nei negozi, ma con server separati e aperti solo in alcune fasce orarie decise da Nintendo. Questo ha comportato una serie di problematiche, che ci hanno costretto ad attendere molto tempo nelle lobby in attesa che un sufficiente numero di colleghi si collegasse al gioco per consentirci di giocare. Così, dopo tre settimane, non siamo ancora riusciti a raggiungere il level cap e a sbloccare tutte le armi disponibili, e abbiamo dovuto ripiegare spesso sulla modalità single player nei momenti di chiusura dei server. Allo stesso modo, non possiamo ancora parlare dei server pubblici, che sono stati aperti poche ore fa e su cui siamo riusciti a portare a termine appena pochi match prima della stesura di questa recensione.
Il problema principale, però, è che Splatoon non è un gioco completo. Nintendo ha infatti deciso di uscire nei negozi con appena cinque mappe e una sola modalità multiplayer, per poi aggiornare costantemente il gioco con DLC gratuiti a cadenza regolare, che nei prossimi mesi lo espanderanno fino a triplicarne i contenuti multiplayer. Questa scelta, senza dubbio, terrà viva la community anche dopo il lancio ma, allo stesso modo, ci costringerà per alcune settimane ad avere per le mani un prodotto con molti limiti rispetto alle sue reali potenzialità. Per questa ragione, preferiamo attendere alcuni mesi prima di assegnare a Splatoon un voto, limitandoci in questa prima recensione ad analizzare i contenuti chiave del gameplay.
Un concept solido
Fatta questa doverosa premessa, l’idea alla base di Splatoon è comunque molto solida. Il concept tipico dei TPS è stato ripensato, e il giocatore proveniente dai vari arena shooter si troverà inizialmente spiazzato dalle regole del gioco. In Splatoon, infatti, lo scopo è colorare il terreno; le kill hanno un ruolo ridimensionato rispetto a qualunque altro gioco, poiché l’uccisione di un avversario fornisce alla squadra un semplice vantaggio tattico, ma non fa vincere la partita. Così, i giocatori si muovono sul campo di battaglia conquistando porzioni di terreno, e utilizzando le maniere forti solo per liberare un’area dai nemici e poter continuare a colorare indisturbati. Chi cerca la mischia a tutti i costi si dimentica dello scopo primario della partita, e in ultima analisi chi assume un approccio orientato solo ad ottenere un kill ratio elevato finisce irrimediabilmente per penalizzare la squadra.
Ciò non significa che Splatoon sia un gioco poco movimentato o pacifista: le Mischie Mollusche – questo il nome dell’unica modalità online inclusa al momento – sono caratterizzate da una sorprendente profondità tattica, resa possibile dalla varietà nelle armi e nei ruoli assunti da ciascun giocatore. Le armi a ripetizione, ad esempio, consentono un buon bilanciamento tra offensiva e conquista del terreno, i rulli permettono di colorare ampie porzioni di livello ma sono scarsamente efficaci in battaglia, mentre i fucili a carica consentono di infliggere grandi danni senza però colorare. Ogni arma è alimentata a vernice, e questa si ricarica con il tempo o trasformandosi in calamaro e muovendosi tra l’inchiostro del proprio colore. Così, una volta compreso come utilizzare a dovere la propria arma e capito come sfruttare la trasformazione in calamaro, ogni giocatore può assumere un ruolo diverso nella partita e cercare di rendersi utile alla squadra.
Dopo alcune ore di gioco si iniziano a comprendere le meccaniche avanzate, che consentono di sfruttare i vantaggi tattici offerti da ciascuna mappa e di utilizzare a dovere le armi secondarie – come le granate o i rilevatori dei nemici – oltre alle armi speciali, che permettono dopo una fase di caricamento di scatenare dei poderosi attacchi, di ottenere l’invincibilità o un particolare boost alle armi secondarie. Il loadout dei personaggi si può acquistare nei negozi di Coloropoli, ma soltanto dopo avere raggiunto un certo livello e ottenuta una quantità sufficiente di denaro attraverso le partite online.
Infine, vi è la possibilità di acquisire dei gear – come accessori, vestiti e scarpe – che permettono di aggiungere bonus di diversa natura. Ogni gear ha almeno uno slot di potenziamento aggiuntivo, che si sblocca dopo avere ottenuto una certa quantità di esperienza. Più si utilizza un oggetto, dunque, più questo diventa potente. Gli oggetti sbloccabili sono tantissimi, e anch’essi si arricchiranno di continuo tramite gli aggiornamenti gratuiti nel corso delle prossime settimane. 
Il sistema di copertura di Splatoon è uno dei più originali che abbiamo mai visto: il giocatore, trasformandosi in calamaro e tuffandosi nella vernice, può spuntare improvvisamente alle spalle di un nemico e “splattarlo” senza pietà. Allo stesso modo, è davvero originale la possibilità di attivare un trasporto rapido tramite una mappa tattica disponibile sul GamePad, che ci permette di fuggire da una situazione calda o di raggiungere direttamente il centro dell’azione dopo un respawn. Con una semplice occhiata al GamePad si può comprendere l’andamento della partita e, in questo caso, possiamo affermare che la funzionalità principale di Nintendo Wii U sia stata sfruttata nella maniera corretta.
Non tutta la vernice è dorata…
Nonostante le meccaniche di Splatoon siano solide e molto divertenti, Nintendo ha compiuto una serie di scelte discutibili nella struttura del multiplayer online. Anzitutto, le mappe disponibili per la modalità multiplayer sono solo quattro ogni quattro ore, due per le partite amichevoli e due per le partite classificate. La scelta va di pari passo con un altro aspetto controverso: il loadout dei personaggi non può essere cambiato né in partita né nella lobby, e si è costretti ad abbandonare il matchmaking anche solo per sostituire un cappellino. Il giocatore, dunque, è costretto a scegliere il miglior loadout per le mappe disponibili in un dato momento (non tutte le armi, infatti, si adattano bene a tutte le mappe) e viene letteralmente buttato fuori dalla lobby allo scadere delle quattro ore. Così, si ha davvero poco spazio per sperimentare, e si è costretti di continuo ad abbandonare un buon gruppo di giocatori e ricominciare a cercare le partite ogni volta che si desidera apportare una modifica al proprio personaggio. Non è risultata invece compromettente l’assenza della chat vocale, in quanto le strategie adottate dalla squadra si possono mettere in campo semplicemente osservando la mappa tattica sul GamePad e mettendoci un pizzico di intelligenza. Semmai, infastidisce l’impossibilità di giocare con i propri amici in squadra: anche se scegliete di giocare una partita con un amico, infatti, questi potrebbe trovarsi nella squadra avversaria poiché la distribuzione dei team viene effettuata in maniera semi-casuale.
Infine, non mancherà di fare discutere l’utilizzo degli Amiibo. Anziché offrire nuovi contenuti, gli Amiibo sbloccano alcune modalità aggiuntive per i livelli della campagna single player, che consentono di ottenere una discreta somma in denaro da spendere per il proprio equipaggiamento, oltre a sbloccare dei gear esclusivi per il proprio personaggio. Questi ultimi, in particolare, sono risultati essere molto potenti, e un giocatore in possesso di un Amiibo potrà ritrovarsi fra le mani un equipaggiamento avanzato in un tempo piuttosto rapido. In questo caso, dunque, gli Amiibo sono dei veri e propri booster pack che, forse, si riveleranno cruciali per chi intende competere ad altissimi livelli nel lungo periodo.
Il single player e il multi locale
Splatoon gode anche di una modalità multiplayer locale che, tuttavia, si limita ad un uno contro uno in cui un giocatore utilizza la TV e l’altro il gamepad. Considerata la dimensione delle mappe, questa modalità si presenta come molto più rilassata rispetto al multiplayer online, ma è risultata comunque divertente.
Il single player, invece, è risultato molto più divertente del previsto. Il giocatore, attraverso un hub centrale, è chiamato ad entrare in livelli molto ben caratterizzati in cui affronta la temibile razza aliena degli Octariani. Questi esseri a forma di polpo hanno rapito alcuni pesciolini che forniscono energia alla città, e il nostro compito è recuperarli facendoci strada a colpi di inchiostro. A differenza del multiplayer, qua lo scopo è uccidere i nemici e giungere alla fine del livello, spesso facendo a pugni con alcuni avversari che richiedono semplici meccaniche puzzle per poter essere sconfitti. I boss di ciascun mondo, in pieno stile Nintendo, sono suddivisi in tre fasi e ci richiedono di studiare i loro punti deboli.
Siamo rimasti sinceramente sorpresi dalla componente single player del gioco: pur non configurandosi come l’aspetto centrare di Splatoon, dobbiamo ammettere che il buon lavoro di level e enemy design ha permesso la creazione di un gioco divertente, curato e molto poco ripetitivo.
Infine, non possiamo non segnalare il curioso e originale utilizzo del Miiverse: i migliori disegni pubblicati sul social network di Nintendo, infatti, vengono riportati all’interno del gioco come murales. Vi capiterà dunque di trovare qualche livello con graffiti ad opera di un qualche utente del gioco, a rotazione giornaliera. Una scelta apprezzabile che, probabilmente, spingerà molti giocatori a creare delle fan art.
Coloratissimo!
Da un punto di vista grafico, Splatoon è una vera festa di colori. Il character design è originale e ben caratterizzato, e gli ambienti – per quanto limitati in questa fase – sono risultati più variegati del previsto. Non ci troviamo certamente di fronte a un gioco da lasciare a bocca aperta da un punto di vista tecnico, con un aliasing marcatissimo e una mole poligonale che di next gen ha ben poco, ma per lo scopo per cui è stato pensato il gioco il risultato finale è da considerarsi più che buono.
Eccellente la colonna sonora, con temi di vario genere che spaziano dal J-Pop cantato in splatoonese fino alla canzone reggae della lobby che vi rimbalzerà nella testa per le prossime settimane.

– Concept molto divertente

– Single player sorprendentemente vario

– Divertentissimo in multiplayer

– Una festa di colori

– Molte scelte sul multiplayer sono discutibili

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Non possiamo ancora dare un voto a Splatoon, ma quanto abbiamo visto fino ad ora ci è piaciuto e ci ha sinceramente divertiti. Se i server reggeranno al momento del lancio, avremo fra le mani il miglior sparatutto su Nintendo Wii U e uno dei TPS più originali dai tempi di Plants vs Zombies: Garden Warfare. Nintendo, come di consueto, ha deciso di procedere per la propria strada e di creare un multiplayer online molto diverso e limitato rispetto a quelli che popolano il panorama contemporaneo. Una scelta che – con ogni probabilità – scatenerà le ire di molti giocatori. Se la demo vi ha lasciati perplessi in fatto di bilanciamento, non preoccupatevi: Splatoon è un gioco molto più bilanciato del previsto e vi emozionerete di fronte alla profondità offerta dopo alcune ore di gioco. Ma, al contempo, appena metterete il naso nell’online preparatevi ad avere a che fare con i tanti, troppi limiti imposti dalla casa di Super Mario.

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