Esiste oramai un intricato sottobosco videoludico che rigoglioso continua a svilupparsi all’ombra delle software house più influenti e blasonate. Si tratta di quello messo a germogliare da team di sviluppo minori, spesso indipendenti, i quali, fiduciosi nelle potenzialità delle proprie idee e vogliosi di affermarsi in un mercato così vasto e complesso come quello dei videogames, non esitano a mettersi alla prova, nonostante le tante difficoltà.
È il caso, ad esempio, di 12 Hit Combo, studio interamente colombiano, che con il suo Space Overlords, titolo beat-em-up di ambientazione fantascientifica, ha pensato di calare i giocatori nel ruolo di potenti entità mosse dal solo ed unico scopo di seminare distruzione nelle galassie create da loro stesse. Spesso, però, può capitare che anche idee come questa, certamente non prive di un buon potenziale, finiscano, complici anche le scarse risorse economiche o le ingenuità di sviluppo che affliggono sovente l’ambiente indie, per dare alla luce prodotti sostanzialmente privi di appeal.
Space Overlords, purtroppo, ne è la dimostrazione lampante.
L’Overlord li fa e poi li accoppa
In principio c’erano solo i sette Overlords, antiche forme di vita dall’incommensurabile potere capaci di plasmare intere galassie. Il più malvagio tra loro, Kesedihan, al fine di impadronirsi degli Intipati, i frammenti d’essenza creatrice dell’Universo posseduti dai suoi fratelli, scelse di tradire questi ultimi intrappolandoli in una sorta di stasi temporale. È però arrivato ora il momento per gli Overlords imprigionati di prendersi la propria rivincita.
Questa è essenzialmente la storia da cui prenderanno spunto le vicende narrate. Una storyline, quella alla base di Space Overlords, in tutta onestà alquanto scarna, priva di svolte narrative coinvolgenti, e presentata quasi esclusivamente attraverso i dialoghi, anch’essi dal taglio molto semplicistico, che intervalleranno a cadenza regolare le sessioni di gioco fungendo da filo conduttore dell’intera vicenda.
La stessa linearità e mancanza di profondità caratterizzano, purtroppo in maniera ancora più evidente, anche il gameplay del titolo. All’inizio della partita ci verrà chiesto di selezionare uno tra i quattro Overlords disponibili e dopo un breve tutorial, il quale ci metterà prontamente al corrente della estrema semplicità delle meccaniche di gioco, verremo catapultati sul primo pianeta da devastare. I Ketur-unan, il popolo creato da Kesedihan al fine di estrarre per il proprio tornaconto le risorse di ogni galassia, rappresenteranno infatti il nostro avversario principale e toccherà a noi distruggere le strutture energetiche e le fortificazioni edificate dai conquistatori senza scrupoli.
Ognuno dei quattro Overlords disponibili sarà caratterizzato da quattro statistiche principali. Speed indicherà la sua velocità di movimento ed influenzerà direttamente l’incremento della barra della Corsa, utilizzabile all’occorrenza per schiacciare gli edifici passando semplicemente sopra di essi, mentre Strength determinerà la potenza degli attacchi, presenti in due tipologie, alto e basso, alternabili a proprio piacimento tramite i due pulsanti del mouse, i quali costituiranno il nostro principale mezzo di distruzione. Completano il quadro il valore di Defense rappresentante ovviamente le potenzialità difensive dell’Overlord prescelto e il parametro Super che farà riferimento all’effettiva potenza dell’attacco speciale, differente per ognuno dei Signori dell’Universo ed attivabile tramite lo scroll del mouse, il quale sarà utilizzabile una volta caricata l’apposita barra grazie alla distruzione di tutto ciò che troveremo sul nostro percorso. Tutto questo ad inizio partita potrebbe, almeno in teoria, portare a pensare che la differenza esistente tra le caratteristiche dei vari Overlords possa dar vita a stili di gioco vari e conseguentemente all’adozione di scelte tattiche diverse in base ad essi.
Nulla di più falso.
Creo pineta, spacco pianeta
Per ogni pianeta che ci troveremo ad epurare, la storia sarà sostanzialmente sempre la stessa. Per tutto il tempo non dovremo far altro che muoverci con poca cognizione di causa sulla sua superficie sferrando fendenti a destra e a manca senza alcuna logica di fondo, se non quella, estremamente basilare, di radere al suolo le strutture presenti sul nostro cammino nel tempo limite messo a disposizione per ogni livello. L’unico obiettivo da tenere in considerazione sarà quello del numero di edifici distruttibili presenti sul pianeta, tra i quali, i più deboli potranno essere semplicemente disintegrati a suon di pugni, mentre per quelli più resistenti potrebbe presentarsi la necessità di utilizzare l’attacco speciale. A nulla varrà anche la possibilità di poter attivare i quattro gettoni di potenziamento delle rispettive statistiche, sbloccabili totalizzando un certo numero di punti durante la devastazione, per ottenere un incremento del relativo parametro di riferimento. Personalmente ci siamo ritrovati, spesso e volentieri, nella condizione di poterne fare anche a meno, vista anche la scarsa difficoltà del titolo in sé, la quale, nonostante la presenza crescente di torrette difensive potenziate e di nemici ad intralciare il cammino dell’Overlord, finisce per far sembrare quest’ultimo sostanzialmente invincibile, eliminando del tutto, tranne che in episodi sporadici, il gusto della sfida. Un gameplay, quindi, ridotto ai minimi termini, tanto che vi sarà possibile terminare le prime tre galassie, ognuna composta da un certo numero di pianeti, anche in una ventina di minuti, avendo giusto un po’ di accortezza in determinate situazioni.
Space Overlords è un titolo che in definitiva non brilla né per scalabilità né per rigiocabilità.
La monotonia regnerà sovrana nonostante la presenza di un editor di livelli che ci consentirà di creare il nostro pianeta personale, con edifici, vegetazione e torrette energetiche, da poter poi distruggere in compagnia di amici sia in locale sia creando stanze private o pubbliche in modalità multiplayer per un massimo di quattro giocatori. Quest’ultima, che nell’intenzione degli sviluppatori, tramite le quattro varianti selezionabili, sarebbe dovuta servire ad incrementare la longevità del titolo grazie anche alla possibilità di sfidare in gare di distruzione gli altri Overlords, finisce in realtà per evidenziarne ulteriormente i limiti a causa di una meccanicità di fondo che alla lunga non potrà che stancare.
Il vuoto cosmico
L’intenzione di base di 12 Hit Combo di far percepire ai giocatori il feeling distruttivo di un titolo che punta a calarli nei panni di potenti ed arrabbiati Signori dell’Universo intenti ad eliminare la propria stessa creazione non risulta supportata in ultima analisi nemmeno da un comparto tecnico degno di nota. Il problema principale risiede nel fatto che, al di là dei vistosi limiti già evidenziati, l’aspetto grafico non contribuisce per nulla a creare l’atmosfera desiderata, conferendo al mondo di gioco, soprattutto a causa di modelli poligonali di scarsa qualità, un aspetto blando, la cui vaghezza non rende giustizia neanche all’ambientazione fantascientifica scelta per conferire maggiore congruenza al titolo dal punto di vista narrativo. Così come non rendono giustizia alla tematica sci-fi neanche gli effetti visivi, specie quelli dei poteri speciali, tutti accomunati da una certa approssimazione. Numerosi anche i bug e gli improvvisi glitch presenti, su alcuni dei quali però il team colombiano si è già messo al lavoro nel tentativo di sistemarli.
Lo stesso comparto audio che inizialmente, complice una soundtrack dal ritmo forsennato, sembrerebbe poter rendere più entusiasmante e vivace l’esperienza di gioco, finisce, a causa della ripetizione ciclica della stessa, per creare un loop musicale martellante ed alla lunga frustrante. Una delle poche note positive è rappresentata dalla presenza della localizzazione in italiano per quanto riguarda il testo dei dialoghi. Peccato, però, che selezionando una lingua diversa dall’inglese qualche volta sia capitato che i comandi si siano misteriosamente resettati del tutto.
Niente da fare: l’impressione complessiva è quella di una superficialità di base nel corso dello sviluppo del titolo che ci ha fornito di continuo la sensazione di qualcosa di mancante all’interno di un prodotto che con qualche piccolo accorgimento avrebbe sicuramente potuto dare di più.
HARDWARE
MINIMI: OS: Windows XP or above Processor: 2 GHz CPU Dual core or faster Memory: 2 GB RAM Graphics: Dedicated graphics with 512MB memory (DX9 compatible) DirectX: Version 9.0 Storage: 2 GB available space
OS: Windows 8 or above Processor: i3 2.4 Ghz or faster Graphics: Dedicated graphics with 1GB memory (DX9 compatible) DirectX: Version 9.0 Storage: 2 GB available space OS: Windows 8 or above Processor: i3 2.4 Ghz or faster Graphics: Dedicated graphics with 1GB memory (DX9 compatible) DirectX: Version 9.0 Storage: 2 GB available space
CONSIGLIATI: OS: Windows 8 or above Processor: i3 2.4 Ghz or faster Graphics: Dedicated graphics with 1GB memory (DX9 compatible) DirectX: Version 9.0 Storage: 2 GB available space
MULTIPLAYER
Locale e online fino a 4 giocatori.
– L’idea degli Overlords è intrigante.
– Giocabilità ai minimi storici
– Comparto tecnico da dimenticare
– Ancora un bel po’ di bug e problemi da risolvere.
5.0
Space Overlords rappresenta una delle tante occasioni mancate prodotte dal panorama indie, il quale, come sempre, dimostra di poter dare a tutti una possibilità. Il trucco poi sta tutto nel saperla sfruttare a dovere. Stavolta 12 Hit Combo è riuscita nel suo intento e Space Overlods non può che essere visto solo come un eventuale riempitivo dei tempi morti tra titoli di ben altra levatura. Se non avete già trovato un passatempo migliore ovviamente.