Recensione

Smackdown! Here comes the Pain

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a cura di Ryuken

Six-One-Nine!Non ci posso credere. Finalmente è giunta fra le mie manine una riproduzione ludica con i fiocchi di uno dei miei sport/spettacolo preferiti, ovvero, il mitico Wrestling. Evento al quale tutti, grandi e piccini alla fine degli anni ottanta, si erano appassionati grazie a personaggi del calibro di Hulk Hogan, Antonio Inoki, The Ultimate Warrior, Andrè de Giant e al grande commento di Dan Peterson. Ai tempi la federazione era denominata WWF oggi il nome è cambiato in WWE per una causa persa con l’associazione per la protezione animali WWF. La bellezza della WWE, oggi, risiede anche nel fatto che ha praticamente inglobato tutti i più grandi lottatori della defunta WCW cioè la federazione che fino a qualche anno fa stava salendo alla ribalta delle platee mondiali offuscando addirittura la stella WWE, testimonianza di questo è che circa tre annetti fa vennero trasmessi anche in Italia gli incontri WCW… mi sto perdendo… dove ero rimasto, ah sì… WWE ha quindi inglobato tutti i lottatori della WCW, che intanto era fallita, creando due diverse categorie all’interno della WWE stessa: Raw, riservata agli ex WCW, e Smackdown! per gli storici della WWE; a queste poi si è aggiunta anche Velocity riservata ai nuovi talenti in erba. Una mossa questa, da parte del proprietario della WWE Vice MacMahon (ribattezzato qui in Italia “er’ piacione”), azzeccatissima, in un colpo solo è riuscito a riunire sotto la stessa bandiera le più gradi stelle della lotta libera mondiale! Con le nuove puntate di Smackdown! trasmesse in chiaro in Italia e con quelle di Raw in Pay TV il Wrestling sta rivivendo una seconda giovinezza e star come Brock Lesnar, Kurt Angle, Chris Benoit, John Cena, Triple H, Kevin Nash, Goldberg, The Rock, Stone Could Steve Austin, Rey Mysterio e Big Show si sono sostituite alle vecchie che furoreggiavano in passato, facendo riavvicinare gli appassionati del bel paese ad un evento che un tempo aveva raggiunto fasti incredibili. Le riproduzioni ludiche non sono mai mancate ma negli ultimi anni non si sono raggiunte vette riproduttive fortemente apprezzabili, salvo alcune eccezioni. Ora sembra che la strada giusta sia stata imboccata con un titolo che, non ve lo nego, mi ha sorpreso un casino! Dovete sapere che quando l’esimio caporedattore di PS2 Zone (Fei, che saluto) mi ha commissionato questo nuovo episodio di Smackdown! ho storto un po’ il naso credendo fosse la solita minestra riscaldata: bella grafica, movimenti a moviola e giocabilità scarsa, invece ho dovuto ricredermi fin dalle prime battute di gioco in quanto questo non è il “solito” Wrestling (ndFei: te l’avevo detto che ti sarrebbe piaciuto)!

GameplayDiciamo che non ci sono novità eclatanti rispetto al suo predecessore, quello che colpisce è la grande cura di particolari che è stata posta nel realizzare l’interfaccia utente ed il sistema di gioco in generale, aspetti, questi, che avevano lasciato più di un dubbio in passato. Cominciamo col dire che finalmente i lottatori si muovono fluidamente e velocemente e non più a rallentatore, rispondono in maniera impeccabile ai comandi impartiti dal pad senza la benché minima incertezza. Le mosse ed i colpi realizzabili sono davvero tantissimi e differenti da lottatore a lottatore (vi basti sapere che tutti i tasti del controller sono stati impegnati), in tal senso vi sprono a studiarvi ben benino il manuale di istruzioni o a stare molto attenti alle schermate d’intermezzo che precedono gli incontri, all’interno delle quali vengono, di volta in volta, mostrate le combinazioni di tasti necessarie alla realizzazione di determinati colpi. In fatto di opzioni di gioco c’è davvero di tutto: è possibile combattere un match singolo, iniziare una stagione, crearsi un lottatore personalizzato e giocare in multiplayer. La stagione è il vero fulcro di here comes the pain: scegliendo una delle stelle di Raw o Smachdown! dovrete intraprendere il cammino verso la conquista di uno dei titoli delle categorie, non mancheranno i siparietti divertenti che si vedono in TV con la creazione di alleanze o di Feudi, tutto ciò sarà influenzato dal vostro comportamento, o meglio, dalle risposte che deciderete di dare a secondo delle situazioni. Infatti, spesso, vi troverete a discutere con altri personaggi e a dover scegliere, fra più risposte, quella che secondo voi è più adatta. Inutile dirvi che a secondo della scelta si verranno a creare situazioni differenti. L’iter da seguire è quello classico, si parte con alcuni incontri abbordabili fino ad affrontare sfide dalla difficoltà sempre crescente: match nella gabbia, handicap match, tag team (due contro due o tre contro tre), match con o senza manager, table match, incontri nel parcheggio, fino a giungere alle tappe salienti della scalata che sono la Rissa Reale (i migliori 15 di Raw sfidano i migliori 15 di Smachdown!) e naturalmente WrestleMania. Per ogni scontro guadagnerete soldi, punti esperienza e punti nella speciale classifica Superstar mentre ad ogni sconfitta ve ne saranno sottratti. I punti esperienza potranno essere utilizzati per migliorare le capacità di qualsiasi personaggio, capacità che sono quantificate in una scala da 1 a 10. I soldi guadagnati sono utilizzabili in una sorta di sezione shop all’interno della quale potrete acquistare nuove mosse e lottatori storici come: la vecchia versione da becchino di Undertaker e Jimmy Snuka, tanto per citarvene un paio. L’altra opzione davvero interessante è quella multigiocatore che permette sfide in tag, davvero divertentissime, fino a realizzare furiose sfide a sei (tre contro tre). Infine, sarà possibile avanzare delle richieste ai general manager delle due categorie affinché vi aumentino i compensi, vi organizzino un incontro per il titolo assoluto o vi diano il nulla osta al trasferimento da Raw a Smachdown! o viceversa.

Grafica e SonoroGraficamente siamo su livelli davvero alti, ci troviamo di fronte al comparto visivo migliore per qualsiasi gioco del genere; tutto è stato riprodotto fedelmente proprio come lo guardiamo in TV: arene, lottatori, effetti speciali e pubblico sono davvero riprodotti alla grande. Quello che colpisce sono le dimensioni dei lottatori (mastodontici) e la vastità dei palazzetti, gremiti di tifosi che imbracciano cartelli e che incitano senza sosta dall’inizio alla fine dei match. La quantità di poligoni utilizzati è altissima tanto da spingere al limite l’hardware di PS2, le texture si attestano su livelli molto buoni, ma non mancano saltuarie compenetrazioni e sfarfallamenti fra, ad esempio, la testa dei lottatori e il pavimento del ring e fra lottatore e lottatore, difetti che comunque passano in secondo piano a fronte della magnificenza generale. L’esaltazione di un appassionato cresce, poi, ai massimi livelli nel vedere riprodotte fedelmente tutte le movenze dei propri beniamini fin nei minimi particolari; Thq ha posto molta enfasi sulle animazioni degli atleti, dalle scene d’ingresso verso il ring a quelle di esultanza dopo una sequenza di mosse particolarmente spettacolari andata a buon fine. Durante gli incontri le animazioni di Kurt Angle e soci e la riproduzione fedele dei colpi sfiora la perfezione assoluta: vedere Lesnar eseguire una F-Five è uno spettacolo incredibile, oppure un Angle Lock o, ancora, la presa alla gola con tanto di Power Bomb di Big Show e di Undertaker è davvero esaltante e, lo confesso, mi sono emozionato come un bambino! Certo, i limiti dell’hardware di PS2 cominciano a vedersi, infatti, per rendere al meglio il tutto sono stati inevitabili alcuni tagli strategici come “l’incollare” addosso ai lottatori gli indumenti senza la possibilità che questi se li possano levare (pensate a quando Angle, in TV, si leva le bretelline della tuta per mostrare il petto rigonfio di muscoli), un’altra indicazione arriva dalle mani dei campioni che, durante le scene d’ingresso ring, non hanno animazione e quindi non possono stringere le corde del quadrato. Certo, tutto sarebbe potuto essere realizzato, ma con un taglio generale nel dettaglio, dettaglio che durante gli incontri è ottimo ed è questo quel che importa. Molto ben fatta anche la sezione inquadrature con una telecamera mobile che zooma molto bene: stringe il campo quando si lotta in due sul ring mentre lo apre quando si continua la lotta al di fuori del quadrato, oppure quando si affrontano dei tag team due contro due o, nel caso di rissa reale, quando si possono affrontare più lottatori contemporaneamente. Ottime anche le animazioni del pubblico che pur essendo in 2D fanno la loro bella figura. Il comparto audio è di prim’ordine per ciò che concerne le colonne sonore. Bellissime: ci sono tutte quelle che accompagnano l’ingresso dei nostri eroi sul ring, oltre a molti altri temi rock che fanno da “sfondo” agli incontri e contribuiscono a donare adrenalina al gioco. Dal lato più puro degli effetti il titolo si difende egregiamente con i cori d’incitamento del pubblico bellissimi che chiamano a gran voce i colpi più spettacolari dei loro beniamini; molto ben fatti, infine, anche gli effetti della lotta (calci, pugni, prese e cadute sul ring). Invece, per quanto riguarda il campionamento delle voci e il commento a bordo ring, siamo messi male nel senso che sono assenti! Ebbene sì, questo è un gioco muto! Visto che Thq ha fatto un grosso sforzo per inserire praticamente tutto ciò che riguarda il circus della WWE mi chiedo per quale motivo non sono state campionate le voci e inserito un commento, non dico in italiano (sarebbe stato bellissimo sentire Christian Recalcati e Ciccio Valenti commentare) ma almeno in inglese, l’unica cosa che compare sono i sottotitoli in inglese a delle scene mute; fare i sottotitoli in italiano a delle voci campionate in inglese sarebbe stata forse cosa troppo ardua? A quanto pare sì. Peccato perché il sonoro si deve accontentare di una votazione buona anziché eccellente.

Angle Lock, F-Five, Fig-Fuor e chi più ne ha più ne metta!here comes the pain è gioco che presenta una tecnicità nei controlli piuttosto complessa, ma allo stesso tempo nemmeno impossibile da imparare, una cosa è certa: è tutto fuorchè immediato e ciò pone alcune barriere al giocatore saltuario, infatti, per apprezzare in pieno la grande giocabilità di questo prodotto è necessario fare parecchia pratica e memorizzare mosse e contromosse. Perciò la difficoltà di gioco è di livello medio-alto, per alcuni il consiglio è quello di partire dal livello di difficoltà più basso per non frustarsi oltre misura nelle prime partite. La longevità è davvero grande: ci sono circa settanta lottatori da poter controllare, moltissime tipologie di match da poter affrontare, per non parlare poi del multiplayer che è in grado di rendere infinito il titolo.

– Il miglior gioco di Wrestling per il monolite nero

– Grafica bellissima

– Tutte le star di Smackdown e Raw

– Sonoro bellissimo

– Grande tecnicità nei controlli

– Tutto in inglese

– Manca un commento e le voci campionate dei lottatori

– Saltuarie compenetrazioni poligonali

– Un capolavoro assoluto mancato per un pelo

8.5

Smackdown! here comes the pain è il miglior gioco del genere disponibile su tutte le console a 128 Bit. Thq, finalmente, ci ha regalato un gioiellino imperdibile per ogni appassionato di Wrestling che si rispetti: ottima grafica, un grande sistema di controllo, ottime colonne sonore, una quantità di lottatori al limite della follia (tutti quelli di Raw e Smackdown!) e una sezione multigiocatore davvero fantastica. Rimane un solo rammarico: questo titolo sarebbe potuto essere una vera e propria pietra miliare se solo fossero state implementate le voci campionate dei lottatori e un commento a bordo ring, magari proprio in italiano e affidato a Chris Recalcati e a Giacomo “Ciccio” Valenti che si occupano del commento per la TV nostrana, invece si deve “solo” accontentare di essere un GRAN gioco, il migliore in assoluto nel suo genere. Bel colpo Thq.

Voto Recensione di Smackdown! Here comes the Pain - Recensione


8.5

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